Tarek Boudali, regista ed attore protagonista del film, porta al cinema con “Sposami Stupido”, una commedia stile cinepanettone all’italiana, dove, attraverso gag e situazioni borderline, prova a mettere a nudo un personaggio, Yassine, il quale, nonostante continui ad incasinare ogni cosa che fa, riuscirà, solo con la verità, a mettere a posto le cose per lui e per tutte le persone a cui vuole bene.
L’opera deve essere valutata da due punti di vista differenti.
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Tarek Boudali, regista ed attore protagonista del film, porta al cinema con “Sposami Stupido”, una commedia stile cinepanettone all’italiana, dove, attraverso gag e situazioni borderline, prova a mettere a nudo un personaggio, Yassine, il quale, nonostante continui ad incasinare ogni cosa che fa, riuscirà, solo con la verità, a mettere a posto le cose per lui e per tutte le persone a cui vuole bene.
L’opera deve essere valutata da due punti di vista differenti. Da un lato abbiamo le gag, che risultano indiscutibilmente ben riuscite, mai particolarmente originali, ma comunque divertenti ed apprezzabili. Il buono del film si ferma qui, dato che la struttura narrativa rimanda a tutti gli stereotipi ed ai classici clichè di lavori di questo tipo. Le tematiche toccate sono diverse: l’utilizzo di qualsiasi stratagemma per ottenere la cittadinanza in uno stato europeo, i classici stereotipi del matrimonio gay, fino ad arrivare alle radicali tradizioni sul matrimonio di questa famiglia di origini nord africane.
Il tutto è strutturato con l’unica intenzione di far ridere il pubblico, senza preoccuparsi di analizzare le varie situazioni con uno sguardo meno retorico. Non c’è sviluppo della storia e non c’è caratterizzazione dei personaggi in “Sposami Stupido”. Tutto è messo lì in modo quasi scollegato e lo spettatore assiste ad una gag dietro l’altra, come in un classico spettacolo di cabaret.
Ma se in uno spettacolo di cabaret gli sketch hanno durata limitata e personaggi e situazioni continuano a variare, qui siamo di fronte ad una proiezione comunque oltre i novanta minuti, e dopo qualche risata nelle battute iniziali, alla lunga ci si trova davanti un lavoro piatto e che ha ben poco da dire.
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