luigi
|
domenica 20 giugno 2021
|
in sostituzione delle benzodiazepine
|
|
|
|
Regista e sceneggiatore con notevoli problemi di schizofrenia, braccia tolte ingiustamente al terreno!!!
|
|
[+] lascia un commento a luigi »
[ - ] lascia un commento a luigi »
|
|
d'accordo? |
|
rikitikitawi
|
giovedì 3 giugno 2021
|
se questo è cinema .....
|
|
|
|
Il film appare male improvvisato , senza capo ne coda con un susseguirsi di immagini stanche ed insensate :non si capisce bene dove vada a parare la storia e che senso abbia. Di certo la pellicola è un insulto al cinema ed alla sua storia. Per riassumere il tutto è d'obbligo citare la frase di un grande personaggio :" questo film è una cagata pazzesca "
|
|
[+] lascia un commento a rikitikitawi »
[ - ] lascia un commento a rikitikitawi »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
venerdì 2 aprile 2021
|
icastico sorprendente noioso ma bello
|
|
|
|
Hagazussa - La Strega, prodotto sceneggiato e diretto da un giovane talento austriaco al suo esordio,Lukas Feigelfeld, è un film che sperimenta l’assoluto dell’immagine, con un sonoro monocorde e dialoghi essenziali, per una narrazione non convenzionale della diversità indotta dal conformismo, nel caso di specie, bigotto e puritano di una piccola comunità montana, che emargina e condanna la sventurata ad un destino, peraltro già segnato dalla nascita, in un crescendo di solitudine ed angoscia, fino al punto che natura ed anima si fondono nell’abiezione del rifiuto per ogni sentimento umano. Il sacro si manifesta nell’oscurità della capanna prendendo le sembianze di una madre strega, emanata dal suo teschio, si insinua come serpente nel giaciglio, penetra nelle viscere fino alla trasfigurazione trasformando lo sguardo della donna in quello di un demone, per poi ardere in una catarsi liberatoria, restituendo le ceneri alla madre terra, da cui tutto deriva e a cui tutto si riconduce.
[+]
Hagazussa - La Strega, prodotto sceneggiato e diretto da un giovane talento austriaco al suo esordio,Lukas Feigelfeld, è un film che sperimenta l’assoluto dell’immagine, con un sonoro monocorde e dialoghi essenziali, per una narrazione non convenzionale della diversità indotta dal conformismo, nel caso di specie, bigotto e puritano di una piccola comunità montana, che emargina e condanna la sventurata ad un destino, peraltro già segnato dalla nascita, in un crescendo di solitudine ed angoscia, fino al punto che natura ed anima si fondono nell’abiezione del rifiuto per ogni sentimento umano. Il sacro si manifesta nell’oscurità della capanna prendendo le sembianze di una madre strega, emanata dal suo teschio, si insinua come serpente nel giaciglio, penetra nelle viscere fino alla trasfigurazione trasformando lo sguardo della donna in quello di un demone, per poi ardere in una catarsi liberatoria, restituendo le ceneri alla madre terra, da cui tutto deriva e a cui tutto si riconduce.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
|