felicity
|
venerdì 4 settembre 2020
|
commedia corale gentilmente folle ma divertente
|
|
|
|
Una scatenata commedia che è soprattutto carica di un’umanità che scalda il cuore, che travolge, che non ha neanche un secondo di pausa, che riesce a caratterizzare ognuno dei moltissimi personaggi che la animano con un’autentica lezione di scrittura unita a uno sguardo vitale, depistante, esplosivo.
Se il soggetto è banale e il suo sviluppo convenzionale, il punto di vista è originale.
Eludendo il sempiterno regolamento di conti familiari, i registi seguono l’attività frenetica agita dietro le quinte da una piccola impresa multietnica di cuochi pagati in nero, camerieri improvvisati senza il permesso di soggiorno, fotografi frustrati, maître de salle pedanti, sedicenti cantanti poliglotti.
[+]
Una scatenata commedia che è soprattutto carica di un’umanità che scalda il cuore, che travolge, che non ha neanche un secondo di pausa, che riesce a caratterizzare ognuno dei moltissimi personaggi che la animano con un’autentica lezione di scrittura unita a uno sguardo vitale, depistante, esplosivo.
Se il soggetto è banale e il suo sviluppo convenzionale, il punto di vista è originale.
Eludendo il sempiterno regolamento di conti familiari, i registi seguono l’attività frenetica agita dietro le quinte da una piccola impresa multietnica di cuochi pagati in nero, camerieri improvvisati senza il permesso di soggiorno, fotografi frustrati, maître de salle pedanti, sedicenti cantanti poliglotti.
Gli interpreti di questa commedia corale, gentilmente folle e basata perlopiù sui dialoghi e sull'estremizzazione dei caratteri dei vari personaggi, sono testimoni di stili comici diversi.
Ci sono, per esempio, la comicità più surreale, quella più intellettuale, quella situazionista e quella più ruspante.
L'amalgama tra questi stili diversi funziona e il merito, oltre a quello ovvio dei singoli attori, è in buona parte della coppia di registi, capaci di gestire l'affollato traffico e di mescolare le diverse tendenze, creando così un unicum che a livello di stile comico diventa lo specchio del senso di comunità che contraddistingue i membri della variegata e vivace azienda.
Un'atmosfera comunitaria e familiare tranquilizzante e accomodante, che porta ad un finale che, annullando i contrasti, finisce per tenere a bada le spinte verso il folle, il surreale e il destabilizzante.
C'est la vie è un film che non vuole porre problemi né sottolineare le contraddizioni della piccola comunità, limitandosi a voler far ridere.
Come commedia di costume non incide e si limita a rappresentare bonariamente un'ideale società molto centrista, in cui le istanze tipiche della destra – il discorso contro il fisco – convivono con una vagheggiata ed edulcorata visione progressista della realtà.
Il film fa ridere molto meno di quanto avrebbe potuto e forse voluto. La coppia di registi flirta con la farsa, ma non trova mai il coraggio di spingere sull'accelleratore e di scatenare il potenziale destabilizzante del comico così come la sua capacità di essere in qualche modo un controcanto beffardo e anarchico della realtà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
fabio
|
martedì 5 maggio 2020
|
commedia gradevole con qualche sbavatura
|
|
|
|
Meno riuscito rispetto al precedente "Quasi amici", il film alterna momenti di vero umorismo francese a qualche caduta di tono.
Sostanzialmente il film è fatto di dialoghi tra i personaggi che si incrociano; la verbosità di tanti film francesi qui non manca.
Annoiano soprattutto quelli che dovrebberro essere i momenti "elevati" di riflessione: innanzitutto appunto perchè si riducono a semplici momenti, come singole note che appaiono stonate nel contesto; se ne poteva fare a meno, ne avrebbe giovato un film che si basa soprattutto sulla leggerezza.
Ho apprezzato la mancanza di "melassa": parlando di camerieri, animatori, fotografi, cuochi ecc.
[+]
Meno riuscito rispetto al precedente "Quasi amici", il film alterna momenti di vero umorismo francese a qualche caduta di tono.
Sostanzialmente il film è fatto di dialoghi tra i personaggi che si incrociano; la verbosità di tanti film francesi qui non manca.
Annoiano soprattutto quelli che dovrebberro essere i momenti "elevati" di riflessione: innanzitutto appunto perchè si riducono a semplici momenti, come singole note che appaiono stonate nel contesto; se ne poteva fare a meno, ne avrebbe giovato un film che si basa soprattutto sulla leggerezza.
Ho apprezzato la mancanza di "melassa": parlando di camerieri, animatori, fotografi, cuochi ecc. era facile cadere nella trappola del vittimismo o nella vuota retorica.
Bella la trovata per il finale di questa commedia un po' sgangherata, come la vita del resto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
martedì 4 giugno 2019
|
il senso della festa
|
|
|
|
Max, proprietario di una piccola società che si occupa di cerimonie nuziali, è a un passo dal divorzio, ma nel frattempo deve occuparsi di un matrimonio in un castello settecentesco nel quale lo sposo detta regole assurde mentre il suo staff lo vessa con continui problemi e richieste. Frattanto, a causa della difficoltà nel proseguire la sua attività, Max sta seriamente prendendo in esame l’ipotesi di vendere la sua azienda. Film commedia passato in sordina nelle sale di casa nostra ma che merita di essere recuperato perché dotato di un mix di coralità e ironia capaci di mettere in luce la vacuità delle più comuni convinzioni piccolo borghesi riviste attraverso un matrimonio festeggiato con richieste difficili da assolvere, se non al termine di concertazioni ai limiti del kafkiano, e con Max, l’attore Jean-Pierre Bacri, che rappresenta il vero collante fra dipendenti incapaci e perennemente in lotta fra loro, e una coppia di sposi che viene immediatamente presentata come problematica.
[+]
Max, proprietario di una piccola società che si occupa di cerimonie nuziali, è a un passo dal divorzio, ma nel frattempo deve occuparsi di un matrimonio in un castello settecentesco nel quale lo sposo detta regole assurde mentre il suo staff lo vessa con continui problemi e richieste. Frattanto, a causa della difficoltà nel proseguire la sua attività, Max sta seriamente prendendo in esame l’ipotesi di vendere la sua azienda. Film commedia passato in sordina nelle sale di casa nostra ma che merita di essere recuperato perché dotato di un mix di coralità e ironia capaci di mettere in luce la vacuità delle più comuni convinzioni piccolo borghesi riviste attraverso un matrimonio festeggiato con richieste difficili da assolvere, se non al termine di concertazioni ai limiti del kafkiano, e con Max, l’attore Jean-Pierre Bacri, che rappresenta il vero collante fra dipendenti incapaci e perennemente in lotta fra loro, e una coppia di sposi che viene immediatamente presentata come problematica. Tutti sembrano remare in qualunque direzione, a parte in quella giusta, per portare a termine una serata che però nulla ha a che vedere con ‘il giorno più bello’ di una coppia ma che per professione e fra mille difficoltà viene completata con successo. Il duo Toledano e Nakache riesce a firmare, a nove anni di distanza da Quasi Amici, storia vera dell’amicizia fra un nobile tetraplegico e il suo infermiere, forse la sua migliore pellicola partendo da un soggetto molto semplice, un banchetto in un castello visto però attraverso gli occhi della servitù e non degli invitati, e che invece di virare sul lato più drammatico, come già capitava in Camerieri di Leone Pompucci, ove l’occasione del banchetto era un modo cinico per parlare dei nostri difetti e dei ‘mostri’ di casa nostra, preferisce muoversi verso una commedia dal tono ironico capace di farci sorridere delle nostre convinzioni riguardo ‘il senso della festa’, questo il vero titolo della pellicola presentata in anteprima al festival del cinema di Roma. Si sorride per la perfetta coralità nella quale si muove fra mille insidie il wedding planner Max e a fine film è decisamente normale interrogarsi proprio su dove si trovi il vero senso della festa, se fra gli invitati o nel mezzo di uno staff sorprendentemente unito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
marcloud
|
venerdì 18 gennaio 2019
|
così è la vita
|
|
|
|
Commedia dal ritmo incalzante sullo sfondo di un matrimonio, visto dal punto di vista dell'organizzazione. Tanti diversi personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche, si intrecceranno nel tentativo di far funzionare il ricevimento. Esilarante e particolare, risulta un buon prodotto senza troppe pretese.
|
|
[+] lascia un commento a marcloud »
[ - ] lascia un commento a marcloud »
|
|
d'accordo? |
|
vepra81
|
domenica 6 gennaio 2019
|
campione di incassi. falso!
|
|
|
|
Leggo la recensione dove trovo: campione di incassi. Allora lo vedo. La storia quale è? E' il dietro le quinte di un matrimonio. Un documentario. Ci sono gag? No. Ci sono battute degne di note: no. Ci sono delle note comiche ma putroppo il doppiaggio italiano non le fa notare. Quindi? Un film noioso, dove più che spettatore sei un invitato a nozze. Peccato davvero visto le premesse delle recensioni. Noioso.
|
|
[+] lascia un commento a vepra81 »
[ - ] lascia un commento a vepra81 »
|
|
d'accordo? |
|
diabolik
|
venerdì 10 agosto 2018
|
divertente
|
|
|
|
il film francese continua a divertire e a far rflettere
due ore ben spese tra risate e ironia intorno ai personaggi da caricatura
bello
|
|
[+] lascia un commento a diabolik »
[ - ] lascia un commento a diabolik »
|
|
d'accordo? |
|
piep
|
mercoledì 21 febbraio 2018
|
deluso
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a piep »
[ - ] lascia un commento a piep »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 18 febbraio 2018
|
quando la vita fa ridere
|
|
|
|
C'esta la vie è un film francese con la regia del duo Olivier Nakache e Eric Toledano (già registi in diversi film come Troppo amici e Quasi amici commedie con intenti umoristici). Il film narra di un piccolo imprenditore Max (Jean-Pierre Bacri) che ha un'impresa che organizza matrimoni "chiavi in mano": ricevimento, fotografo, fiori, animatore e orchestra, nonché la "location" che nella vicenda del film è uno splendido castello alle porte di Parigi. Il matrimonio che organizza riguarda un ambiente di persone elevate socialmente ma lo sposo è un presuntuoso che pretende tutto con estrema pignoleria. Purtroppo i collaboratori ne combinano di tutti i colori, Max, che ha come amante una sua assistente Josiane (Suzannne Clèment) che lo vuole piantare, invoca la loro lealtà per ottenere un buon risultato, ma i suoi collaboratori con la loro balordaggine provocano una catastrofe.
[+]
C'esta la vie è un film francese con la regia del duo Olivier Nakache e Eric Toledano (già registi in diversi film come Troppo amici e Quasi amici commedie con intenti umoristici). Il film narra di un piccolo imprenditore Max (Jean-Pierre Bacri) che ha un'impresa che organizza matrimoni "chiavi in mano": ricevimento, fotografo, fiori, animatore e orchestra, nonché la "location" che nella vicenda del film è uno splendido castello alle porte di Parigi. Il matrimonio che organizza riguarda un ambiente di persone elevate socialmente ma lo sposo è un presuntuoso che pretende tutto con estrema pignoleria. Purtroppo i collaboratori ne combinano di tutti i colori, Max, che ha come amante una sua assistente Josiane (Suzannne Clèment) che lo vuole piantare, invoca la loro lealtà per ottenere un buon risultato, ma i suoi collaboratori con la loro balordaggine provocano una catastrofe. La carne va a male perche il frigorifero è stato staccato, l'animatore James (Gilles Lellouche) combina un disastro dopo l'altro dovuto al suo egocentrismo, il fotografo Guy (Jean-Paul Rouve) invece di fotografare si abboffa e cerca di "farsi" la madre della sposa e così via. Max sconfortato decide di vendere l'impresa e manda tutti al diavolo, quando la serata sta finendo. Un colpo di scena finale ribalta tutto e la serata alle 5 del mattino finisce in gloria e anche le vicende sentimentali personali si risolvono. Si tratta di un film comico con risvolti farseschi, ma diretto con una mano leggera, con un umorismo spesso sottile, espresso con una mimica facciale notevole; è assente la grevità delle commedia "all'italiana", la volgarità sfacciata, il presentare tutto in negativo, nel film anche nelle persone sfortunate o balorde, c'è una bella collezione di caratteri, si intravvede un lato positivo che alla fine emerge. Niente scene scollaciate e il sesso è affrontato con leggerezza e umorismo, le parolacce ci sono ma non sono martellanti. Insomma un umorismo fine, che fa ridere per tutto il film e che ti lascia con la bocca buona dopo esserti divertito per quasi 2 ore. La vicenda è supportato da una buona interpretazione dei personaggi, in specie quello principale di Max interpretato da Jean- Piere Abri in stato di grazia, meritano un encomio anche l'animatore Gilles Lellouche, il fotografo Jean-Paul Rouve e l'altra assistente Adèle interpretata da un'attrice di colore Eye Haidara
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
carro
|
venerdì 16 febbraio 2018
|
un film stupido
|
|
|
|
Perché un maneger di una certa eta' che organizza eventi, sicuramente molto importanti per chi li cmmissiona, dovrebbe circodarsi di incapaci e "prendere la vota come viene"
un film inutilmente irritante.
|
|
[+] lascia un commento a carro »
[ - ] lascia un commento a carro »
|
|
d'accordo? |
|
flaw54
|
lunedì 12 febbraio 2018
|
film piacevolissimo
|
|
|
|
Film riuscito, gradevole, ironico con un cast indovinato e in perfetta sintonia. Due ore passate con il sorriso sulle labbra grazie ad un' opera che non ha niente fi originale, ma che riesce a catturare l'occhio e i sentimenti dello spettatore. Non ho mai amato il cinema francese , ma negli ultimi anni comincio a ricredermi.
|
|
[+] lascia un commento a flaw54 »
[ - ] lascia un commento a flaw54 »
|
|
d'accordo? |
|
|