paolp78
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mercoledì 28 maggio 2025
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stantio
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La comicità di Ben Stiller si fonda su storie e personaggi talmente bizzarri e caricaturali da prendere in contropiede il pubblico, che resta destabilizzato e divertito da uno spettacolo tanto improbabile da risultare esilarante. L’effetto sorpresa legato alla natura demenziale delle situazioni proposte, costituisce quindi un elemento fondamentale per la buona riuscita dell’opera comica; viceversa quando tale effetto viene meno, la comicità di Stiller perde forza ed efficacia, in quanto il pubblico si trova di fronte dei personaggi già visti, che non riescono più a stupirlo e divertirlo in modo altrettanto dirompente, come la prima volta.
Questo è il disvalore che sconta “Zoolander 2”, che perde la genialità e l’originalità del primo film, e diviene un prodotto prevedibile e incapace di sorprendere, che si ripete in una comicità non più incisiva, ma ormai stantia.
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La comicità di Ben Stiller si fonda su storie e personaggi talmente bizzarri e caricaturali da prendere in contropiede il pubblico, che resta destabilizzato e divertito da uno spettacolo tanto improbabile da risultare esilarante. L’effetto sorpresa legato alla natura demenziale delle situazioni proposte, costituisce quindi un elemento fondamentale per la buona riuscita dell’opera comica; viceversa quando tale effetto viene meno, la comicità di Stiller perde forza ed efficacia, in quanto il pubblico si trova di fronte dei personaggi già visti, che non riescono più a stupirlo e divertirlo in modo altrettanto dirompente, come la prima volta.
Questo è il disvalore che sconta “Zoolander 2”, che perde la genialità e l’originalità del primo film, e diviene un prodotto prevedibile e incapace di sorprendere, che si ripete in una comicità non più incisiva, ma ormai stantia.
I personaggi eccentrici e le scene surreali, spassose e caricaturali del primo film, sono soltanto riproposte senza l’aggiunta di una nuova inventiva comica, sicché le risate non scaturiscono più in modo incontenibile e fragoroso.
Per il resto il film è ben poca cosa, la storia appare in tutta la sua banalità ed inconsistenza, non essendo più celata dalla verve comica della prima pellicola: alla lunga ci si annoia, nonostante la durata contenuta della pellicola.
Il cast è composto per la gran parte dagli stessi interpreti della prima opera: la coppia comica Ben Stiller Owen Wilson, si ricompone per l’ennesima volta, in una delle versioni meno riuscite; la parte del cattivo è ancora affidata al bravo Will Ferrell, che però non riesce a incidere né a esaltare l’aspetto ridicolo del proprio personaggio, come invece era riuscito naturalmente nel primo film. L’unica novità di rilievo è costituita dalla presenza di Penelope Cruz nel ruolo femminile di maggior rilievo, in sostituzione di Christine Taylor, a cui sono lasciate solo un paio di brevi apparizioni. Irriconoscibile invece Kristen Wiig, anche lei nuova rispetto al primo film, ma appunto difficile da identificare sotto l’ampio trucco.
Come nella prima pellicola, si ricordano poi alcuni camei e partecipazioni di attori e personaggi noti, in parti più o meno divertenti; tra tutti vanno citati Billy Zane, Benedict Cumberbatch, Sting, Kiefer Sutherland, Justin Bieber, Anna Wintour e Valentino.
Lo scarso successo al botteghino dovrebbe scongiurare il pericolo di un terzo capitolo.
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shingo tamai
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giovedì 17 novembre 2016
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la stupidità è contagiosa
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Forse andrò controtendenza,ma questo secondo capitolo mi è piaciuto un poco di più del primo,ne avessi avuto la possibilità avrei aggiunto mezza stella in più.
Siamo sempre sul demenziale andante,tuttavia mi sembra che l'ironia di sottofondo,sulla moda e sulla ricerca del "Cool" a tutti i costi, sia più marcata e più "indovinata"rispetto al primo Zoolander.
Probabilmente mi sarò fatto rapire dal fascino di Penelope Cruz che rimane una delle donne più belle del pianeta,oppure sarà stato il rapporto Hansel/Orgia a farmi fare qualche risata in più.
Il Cast,con apparizioni di personaggi reali compresi,è quasi stellare e poteva essere sfruttato in maniera migliore ma in fondo lo spirito del film è un inno alla semplice stupidità,all'effimero che regna in ognuno di noi,pertanto nel sano "piattume" di fondo non potevano emergere interpretazioni da Oscar.
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Forse andrò controtendenza,ma questo secondo capitolo mi è piaciuto un poco di più del primo,ne avessi avuto la possibilità avrei aggiunto mezza stella in più.
Siamo sempre sul demenziale andante,tuttavia mi sembra che l'ironia di sottofondo,sulla moda e sulla ricerca del "Cool" a tutti i costi, sia più marcata e più "indovinata"rispetto al primo Zoolander.
Probabilmente mi sarò fatto rapire dal fascino di Penelope Cruz che rimane una delle donne più belle del pianeta,oppure sarà stato il rapporto Hansel/Orgia a farmi fare qualche risata in più.
Il Cast,con apparizioni di personaggi reali compresi,è quasi stellare e poteva essere sfruttato in maniera migliore ma in fondo lo spirito del film è un inno alla semplice stupidità,all'effimero che regna in ognuno di noi,pertanto nel sano "piattume" di fondo non potevano emergere interpretazioni da Oscar.
Cento minuti di quasi insulsaggine totale,basti pensare alla scena della prigione,che forse vi faranno rimpiangere di aver visionato la pellicola,ma che allo stesso tempo ,forse, due risate ve le faranno fare.
In fondo si sa che anche la stupidità è contagiosa.
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kyotrix
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domenica 19 giugno 2016
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ho retto 20 minuti
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Non fa per me, meglio il primo.
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liuk!
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domenica 12 giugno 2016
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schifezza totale
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Mezza hollywood si è smobilitata per partecipare almeno un secondo a Zoolander 2, dalla Sarandon a Malkovich i camei si sprecano, sia per attori che per cantanti. Ma la domanda che sorge spontanea è: perchè?
La pellicola è ben lontana dal primo capitolo che, irriverente e sarcastico, faceva decisamente ridere. Qui siamo di fronte ad una storia che non ha nè capo nè coda, priva di battute incisive o scene vagamente divertenti: un mix di scenette patetiche unite assieme per mostrare l'ennesimo personaggio famoso che ha prestato il suo volto.
Ben Stiller, che da anni ha imboccato il viale del tramonto, cerca di seguire la scia vanziniana per rivitalizzarsi e, non a caso, ambienta la sua storia a Roma, in modo da essere più vicino al grande maestro, nel caso occorrano suggerimenti.
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Mezza hollywood si è smobilitata per partecipare almeno un secondo a Zoolander 2, dalla Sarandon a Malkovich i camei si sprecano, sia per attori che per cantanti. Ma la domanda che sorge spontanea è: perchè?
La pellicola è ben lontana dal primo capitolo che, irriverente e sarcastico, faceva decisamente ridere. Qui siamo di fronte ad una storia che non ha nè capo nè coda, priva di battute incisive o scene vagamente divertenti: un mix di scenette patetiche unite assieme per mostrare l'ennesimo personaggio famoso che ha prestato il suo volto.
Ben Stiller, che da anni ha imboccato il viale del tramonto, cerca di seguire la scia vanziniana per rivitalizzarsi e, non a caso, ambienta la sua storia a Roma, in modo da essere più vicino al grande maestro, nel caso occorrano suggerimenti. Ma fatemi il piacere, direbbe il grande Totò.
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jackmalone
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martedì 23 febbraio 2016
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hold on and relax!
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Sorprende sempre la capacità degli americani di costruire dei personaggi, idolatrare e dissacrare, creare delle mode e distruggerle, inventare mode, stili e manie imponendoli al mondo intero per rinnegarli e demistificarli con molta autoironia appena diventano ridondanti, kitch e sembrano fuori controllo. Ciò che manca a noi è proprio la capacità di ridere su noi stessi, sul come ci facciamo condizionare dalle mode anche se ci sembrano stupide e assurde e di come abbiamo paura di esprimere il nostro pensiero in modo autonomo per paura di essere giudicati, al contrario, troppo conformisti. Il tema del film è il paradosso dei paradossi: due modelli non belli e di bassa statura si impongono nella moda per il famoso sguardo fintamente incacchiato di chi non ha nessuna speranza di imporsi per le proprie qualità intellettuali.
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Sorprende sempre la capacità degli americani di costruire dei personaggi, idolatrare e dissacrare, creare delle mode e distruggerle, inventare mode, stili e manie imponendoli al mondo intero per rinnegarli e demistificarli con molta autoironia appena diventano ridondanti, kitch e sembrano fuori controllo. Ciò che manca a noi è proprio la capacità di ridere su noi stessi, sul come ci facciamo condizionare dalle mode anche se ci sembrano stupide e assurde e di come abbiamo paura di esprimere il nostro pensiero in modo autonomo per paura di essere giudicati, al contrario, troppo conformisti. Il tema del film è il paradosso dei paradossi: due modelli non belli e di bassa statura si impongono nella moda per il famoso sguardo fintamente incacchiato di chi non ha nessuna speranza di imporsi per le proprie qualità intellettuali. Questa è la caratteristica dominante della moda che a volte è solo immagine e business e i cui guru, Valentino compreso, sembrano degli zombie appartenenti ad una setta. I due modelli invece sembrano volersi riscattare dalla loro inutilità ingaggiando una lotta impari contro i poteri forti della moda per ottenere alla fine, involontariamente, di ritornare al successo, perché gli affari sono affari e si riesce sempre a riciclare ex famosi o taglie XL purché si guadagni o ci si diverta. Questo scopo almeno è stato raggiunto anche nel film.
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juri moretti
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martedì 23 febbraio 2016
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un sequel degno di nota!!!
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Sono passati quindici anni dal primo zoolander, ed è il film in cui ha reso celebre la coppia Ben Stiller e Owen Willson e quest'anno dopo i due film di ti presento i miei tornano a recitare insieme.
Questo secondo capitolo mi è piaciuto molto di più del primo capitolo, lo trovato più simpatico, più coinvolgente e più commerciale. Insomma Zoolander 2 è promosso a pieni voti.
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gipi_
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lunedì 22 febbraio 2016
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#ooops!
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Mi dispiace ma non posso esimermi dal definire questo secondo pezzo di vita di Derek Zoolander una vera delusione!In genere non credo nella riuscita dei sequel ma in questo caso mi aspettavo qualcosa, vista la vita sopra le righe dei personaggi qui senza lo spessore e la simpatia originali e quasi piazzati lì a caso. Non mi è piaciuto...non loconsiglio.
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parieaa
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lunedì 22 febbraio 2016
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meno "serio", ma abbastanza divertente
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Sicuramente rispetto al primo Zoolander, questo è più commerciale e standard, o, se si vuole, meno serioso, con battute molto più terra-terra e gratuite, molto più dirette e meno costruite e mirate a far rifettere sulla futilità ed estreme vuotezza del patinato mondo della moda (alla quale purtroppo l'Italia deve una bella fetta del proprio pil...). Il numero due appare la versione annacquata, eau de toilette e politically correct (a parte alcune eccezioni) del numero uno. Quindi è lecito domandarsi se fosse davvero necessario farlo o no...la risposta probabilmente è no. Detto questo però ,francamente, non comprendo questo eccessivo accanimento in senso negativo.
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Sicuramente rispetto al primo Zoolander, questo è più commerciale e standard, o, se si vuole, meno serioso, con battute molto più terra-terra e gratuite, molto più dirette e meno costruite e mirate a far rifettere sulla futilità ed estreme vuotezza del patinato mondo della moda (alla quale purtroppo l'Italia deve una bella fetta del proprio pil...). Il numero due appare la versione annacquata, eau de toilette e politically correct (a parte alcune eccezioni) del numero uno. Quindi è lecito domandarsi se fosse davvero necessario farlo o no...la risposta probabilmente è no. Detto questo però ,francamente, non comprendo questo eccessivo accanimento in senso negativo. In fin dei conti le trovate molto azzeccate ci sono: la scena di Cumberbatch come Tutto è semplicemente geniale (alla faccia dei gretti che indissero una petizione per non fare uscire il film solo a causa di questa scena), la pubblicità del profumo entrerà nella storia del cinema demenziale, la scena dell'evasione è divertente e su tutte la battuta "e mi chiedi anche percè ho ucciso Bieber?!" è stata decisamente la migliore. Tante le ciliegine sulla torta, una per ogni cameo (e da qua si vede quanto Stiller sia estremamante ben voluto in quel di Hollywood). Certo poi ci sono anche quelle meno azzeccate, con molte (troppe) battute magari utili in altri tipi di film, ma non in questo, eccessivamente volgari o semplicemente fuori contesto. Avrei usato molto di più il personaggio di Mugatu. Personaggio peggiore quello della Cruz (ma non per colpa sua). Insomma niente di eclatante (ma per me non lo fu nemmeno il primo, che comunque resta superiore a questo, sia ben chiaro), ma ci sono commedie decisamente peggiori, che fanno molto meglio (ce ne sono almeno due in sala in questo momento).
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dinoroar
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giovedì 18 febbraio 2016
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perseverare è ... patetico
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Era andata fin troppo bene al primo film, e sarebbe stato auspicabile riposarsi sugli allori delle fatiche dell'essere "belli in modo assurdo". Invece no purtroppo. Inesorabile è arivato il rilancio, infarcito di nomi altisonanti e camei che tentano una legittimazione di un film inutile se non dannoso al "progetto iniziale" del primo film, quello di parodiare e rendere ridicolo il mondo della moda e del fashion in generale. Se il primo film poteva, con semplicità e leggerezza, far divertire sulle inumane debolezze di quel mondo, questo cancella anche quel barlume di "impegno" con una storia che non c'è, con un nulla sul quale riflettere e con debolissime battute per altro sporadiche.
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Era andata fin troppo bene al primo film, e sarebbe stato auspicabile riposarsi sugli allori delle fatiche dell'essere "belli in modo assurdo". Invece no purtroppo. Inesorabile è arivato il rilancio, infarcito di nomi altisonanti e camei che tentano una legittimazione di un film inutile se non dannoso al "progetto iniziale" del primo film, quello di parodiare e rendere ridicolo il mondo della moda e del fashion in generale. Se il primo film poteva, con semplicità e leggerezza, far divertire sulle inumane debolezze di quel mondo, questo cancella anche quel barlume di "impegno" con una storia che non c'è, con un nulla sul quale riflettere e con debolissime battute per altro sporadiche. C'è qualcosa da salvare? Si ... le riprese, tecnicamente valide e la bellezza di Penelope Cruz.
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wagny
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martedì 16 febbraio 2016
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io l'ho trovato divertente!
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Non è per essere un bastian contrario ma, sinceramente, non capisco che cosa avrei dovuto attendermi da un film come Zoolander 2. Io ho riso, soprattutto nel primo tempo, ma ho riso. Chiamatela comicità demenziale, oppure grottesca o altro... Ma il film è DIVERTENTE. Il primo Zoolander, è diventato un cult perché Ben Stiller aveva scovato un altro sottogenere comico nel variegato mondo dei "dementi fortunati..."... un personaggio o due veramente buffi e gags esilaranti e politicamente scorrette, riguardanti il patinato ed effimero mondo della moda e il suo contorno (anche oltre il seminato…).
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Non è per essere un bastian contrario ma, sinceramente, non capisco che cosa avrei dovuto attendermi da un film come Zoolander 2. Io ho riso, soprattutto nel primo tempo, ma ho riso. Chiamatela comicità demenziale, oppure grottesca o altro... Ma il film è DIVERTENTE. Il primo Zoolander, è diventato un cult perché Ben Stiller aveva scovato un altro sottogenere comico nel variegato mondo dei "dementi fortunati..."... un personaggio o due veramente buffi e gags esilaranti e politicamente scorrette, riguardanti il patinato ed effimero mondo della moda e il suo contorno (anche oltre il seminato…). Il tipo stralunato, ignorante, prima esageratamente perdente e poi vincente (o viceversa), è un classico della comicità demenziale di ogni genere e tempo. Divenne cult perché, per la prima volta, il mondo della moda e lo star system si fece veramente prendere per i fondelli... E in questo secondo, si è continuato in quella direzione... D'altronde, non è poi così difficile ammettere che effimero e stupido siano concetti molto vicini... Anche gli stessi stilisti, che sono persone intelligenti, con antenne ovunque, sono stati al gioco e sono saliti su un bolide impazzito, per cui potenzialmente pericoloso, comprendendo facilmente che ciò che conta è sempre e solo far parlare di sé, anche quando si appare buffi buffi in modo assurdo... Insomma Bello, perché fa ridere… Non è vero che non si ride. Per il resto… tre stelle perché non è una novità come il primo.
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(di beabb)
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