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sabato 11 gennaio 2025
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su free state of jones
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Bellissima recensione. Terribile pensare che ancora oggi esistano tali forme di razzismo....
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paolp78
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sabato 25 giugno 2022
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storia minore, ma significativa
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Nella storia degli Stati Uniti d’America un posto di preminenza deve essere certamente riservato alla guerra di secessione (12 aprile 1861 - 23 giugno 1865)
Hollywood ha ambientato tante pellicole di successo in questo particolare periodo storico, molte tratte da romanzi ed opere letterarie (“Via col vento” di Victor Fleming resta ancora oggi la più celebre di queste) ed altrettante che invece hanno portato sul grande schermo ricostruzioni di reale valore storiografico (tra le altre si ricordano le pellicole biografiche del presidente Linconl): questo film diretto e sceneggiato da Gary Ross si iscrive al secondo dei due filoni.
Rispetto agli altri film del genere, questo di Ross si distingue in quanto prende ad oggetto uno scorcio del tutto originale della guerra tra l’Unione e gli Stati Confederati, offrendo al grande pubblico la possibilità di apprendere ed approfondire eventi storici meno noti, ma assolutamente interessanti.
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Nella storia degli Stati Uniti d’America un posto di preminenza deve essere certamente riservato alla guerra di secessione (12 aprile 1861 - 23 giugno 1865)
Hollywood ha ambientato tante pellicole di successo in questo particolare periodo storico, molte tratte da romanzi ed opere letterarie (“Via col vento” di Victor Fleming resta ancora oggi la più celebre di queste) ed altrettante che invece hanno portato sul grande schermo ricostruzioni di reale valore storiografico (tra le altre si ricordano le pellicole biografiche del presidente Linconl): questo film diretto e sceneggiato da Gary Ross si iscrive al secondo dei due filoni.
Rispetto agli altri film del genere, questo di Ross si distingue in quanto prende ad oggetto uno scorcio del tutto originale della guerra tra l’Unione e gli Stati Confederati, offrendo al grande pubblico la possibilità di apprendere ed approfondire eventi storici meno noti, ma assolutamente interessanti. Peccato l’eccesso di retorica perbenista, in linea con la visione moderna.
Personalmente devo confessare che non conoscevo le vicende della contea di Jones e la proclamazione dell’omonimo stato, né avevo mai sentito parlare del protagonista di tali eventi, il ribelle Newton Knight apprezzabilmente interpretato da Matthew McConaughey, che aveva interpretato una parte molto diversa ma con alcuni elementi in comune nell'ottimo "Amistad" di Steven Spielberg.
Si ritrovano anche alcuni aspetti più noti, ma non molto rappresentati nella cinematografia, quali lo scarso impatto che ebbe inizialmente l’abolizione della schiavitù nella società degli stati sudisti, dove di fatto non si ebbe un cambiamento tangibile nelle vite delle popolazioni di colore.
Le persecuzioni razziali, la nascita del Ku Klux Klan, le problematiche derivanti dal riconoscimento del diritto di voto ai neri, sono tutte tematiche trattate in modo narrativamente convincente, sebbene si debba ritenere che per la migliore riuscita di tale aspetto si sia sacrificato quello prettamente storiografico.
Tra gli interpreti, oltre a McConaughey si ricordano Gugu Mbatha-Raw nella parte femminile di maggior rilievo, l’ottimo comprimario Mahershala Ali ed infine l’attrice Keri Russell, più nota per le sue apparizioni televisive che cinematografiche.
Buona l’opera di Ross anche nella sceneggiatura. Le scorribande dei ribelli capeggiati da Newton Knight, sono descritte in modo cinematograficamente efficace, tanto che richiamano quelle di Robin Hood e della sua banda contro lo sceriffo di Nottingham, ruolo quest’ultimo che nella pellicola di Ross sembra attagliarsi al tenente confederato dedito a vessare la povera gente requisendo loro ogni mezzo di sostentamento.
Ottimi costumi e scenografie, cosa che non stupisce vista la capacità delle moderne produzioni hollywoodiane di ricreare gli ambienti delle epoche passate sin nei minimi dettagli.
Accanto alla storia principale ce ne è un’altra che in qualche modo vi è collegata ed alla quale è riservato un minutaggio minimo, ma che ciò nonostante è capace di indurre profonde riflessioni e suggestioni su quello che è stato il lungo e faticoso percorso per l’affermazione dei diritti civili della minoranza nera negli Stati Uniti.
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adler
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domenica 20 ottobre 2019
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prima o poi saremo noi i "negri" di qualcuno
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Un buon affresco di alcune vicende della storia americana non molto conosciute. Protagonista ottimo, come peraltro molti professionisti del cast. Da fare riflettere gli eventi ambientati ottanta anni dopo. Unica pecca: in alcuni punti la narrazione tende a diventare lenta, senza comunque mai annoiare lo spettatore.
Di rilievo le scene delle battaglie, truculente ma realistiche ( le pallottole di un Remington fanno sanguinare).
Si sarebbe potuto approfondire, il tempo ci sarebbe stato, per i non addetti ai lavori, perché gli Afro Americani votavano repubblicano e non democratico come invece i membri del kkk; dalla storia contemporanea ci si aspetterebbe infatti il contrario.
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inesperto
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lunedì 8 gennaio 2018
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tra unionisti e confederati
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L'allucinante descrizione delle condizioni in cui si viveva nel Sud degli Usa all'epoca della guerra di secessione e negli anni successivi. Si parla di schiavitù, di fratellanza, di coraggio, di razzismo e di violenza. Al centro di tutto questo, la vita del disertore-condottiero Newton Knight, interpretato dall'ormai grande McConaughey. Film biografico di pregevole fattura.
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astromelia
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sabato 7 gennaio 2017
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filmone
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si può affermare con certezza che questo è un bel film,anche se la ricostruzione non è del tutto fedele alla storia realmente vissuta,Matthew McConaughey tiene in piedi da solo tutta la trama,si può dire ormai che "ha preso l'ascensore" per affermarsi come uno degli attori di spessore qualunque ruolo egli reciti,dunque la visione è consigliatissima,dramma affascinante,2 ore e 20 minuti pieni mai noiosi....
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gianleo67
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lunedì 2 gennaio 2017
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o masaniello...ro mississipi
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Dopo aver disertato dalle fila delle truppe confederate in seguito alla morte del giovane nipote, il fabbro e contadino Newton Knight ritorna nella natia contea di Jones, dove si oppone alle regolari confische operate dall'esercito sudista ai danni della popolazione civile ridotta in miseria. Entrato in clandestinità, costituirà un esercito irregolare di schiavi fuggitivi e contadini ribelli che proclamerà un proprio stato indipendente fino alla fine della guerra civile ed alla vittoria dell'Unione con la promulgazione del XIII Emendamento che abolisce la schiavitù. Unitosi ad una ex schiava liberata, si batterà anche dopo la fine della guerra per l'applicazione del diritto voto della popolazione nera già vessata dal nascente Ku Klux Klan.
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Dopo aver disertato dalle fila delle truppe confederate in seguito alla morte del giovane nipote, il fabbro e contadino Newton Knight ritorna nella natia contea di Jones, dove si oppone alle regolari confische operate dall'esercito sudista ai danni della popolazione civile ridotta in miseria. Entrato in clandestinità, costituirà un esercito irregolare di schiavi fuggitivi e contadini ribelli che proclamerà un proprio stato indipendente fino alla fine della guerra civile ed alla vittoria dell'Unione con la promulgazione del XIII Emendamento che abolisce la schiavitù. Unitosi ad una ex schiava liberata, si batterà anche dopo la fine della guerra per l'applicazione del diritto voto della popolazione nera già vessata dal nascente Ku Klux Klan.
Affresco storico-biografico su di un personaggio apparentemente marginale della Storia Americana, il film di Gary Ross esalta l'epica antieroica di un masaniello d'oltreoceano che tenta di promuovere le istanze di un libertarismo popolare contro le vessazioni del potere e le sperequazioni economiche alla base del conflitto civile. Nelle more di una rappresentazione romanzata che sembra dimenticare il solito, noioso realismo di una attendibile ricostruzione storiografica, si infila dritto dritto il discorso sulle motivazioni personali (il nipote morto) e ideologiche (la difesa classista e atirazziale) che consente di uscire dalla palude della semplice agiografia per farsi narrazione di più ampio respiro su di una pagina misconosciuta della guerra civile: attraverso le gesta di un novello Robin Hood del Mississippi che sottrae ai ricchi impedendo allo stesso tempo di rubare ai poveri e sfruttando la naturale protezione di una foresta di mangrovie al posto delle betulle e dei querceti delle più famose lande Nord Europee. Insomma, la storia si ripete quale inusuale variante del dramma storico sulle nefandezze del conflitto civile americano, non senza concessioni alla solita retorica buonista di un misconosciuto antesisgnano dei diritti civili e le necessarie semplificazioni sulle contraddizioni di un faticoso e lungo processo di emancipazione che ancora 80 anni dopo impediva ad un discendente bianco con un ottavo di sangue negro di contrarre matrimonio con una pulzella ariana degli stati del sud. Sebbene shematico nel comporre il quadro di un estenunate conflitto giocato sulle opposte sponde di uno spartiacque paludoso tra i latifondi coltivati a cotone e i campi di mais della povera gente, riesce a trovare un buon equilibrio narrativo tra scorribande banditesche e conflitti personali, puntando sulla correttezza di una messa in scena comunque priva di guizzi particolari o di memorabili scene madri. Abbastanza disomogenei invece appaioni gli inserti dei flashforward che ci riportano alle campanilistiche resistenze giuridiche e legislative allo spirito costituzionale federale e libertario che si accaniscono giustappunto sullo sfortunato discendente dell'indomito avo dedito ad una insana promiscuità razziale. Matthew McConaughey perfettamente in parte nel ruolo del barbuto cavaliere senza macchia di un Newton 'Knight' con cui condivide impressionanti affinità fisiognomiche.
Da vedere rigorosamente in lingua originale, per apprezzare lo slang razzista che appella gli adulti liberti con il dispregiatito termine 'boy' ed associa l'aggettivo 'nigger' ad un sinonimo comunemente usato come estensione per il più generale termine 'schiavo'.
Je so' pazzo je so' pazzo
si se 'ntosta 'a nervatura
metto a tutti 'nfaccia o muro
je so' pazzo je so' pazzo
e chi dice che Masaniello
poi negro non sia più bello?
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loland10
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martedì 20 dicembre 2016
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desiderata libertà
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"Free State of Jones" ( id., 2016) è il quarto lungometraggio del regista di Los Angeles Gary Ross.
La storia al cinema, la storia sconosciuta sul grande schermo, la piccola storia di uomini e donne ( con ragazzi) che per vivere liberi rischiano tutto, casa, figli d cibo per sfamarsi. Siamo nel 1862, durante la sanguinosa guerra civile americana , e Newton Knight, lascia l'esercito per diventare un 'capo banda armato' di disertori guidando la rivolta contro la Confederazione e fondando uno 'Stato libero di Jones' dove prevalgono i valori essenziali della condivisione, del lavoro e il rifiuto di ogni forma di schiavismo.
Gli eventi particolareggiati negli incontri, scontri, battaglie, rivalità, fatti, volti e politica spicciola riguardano la civiltà e il poter vivere con dignità il proprio destino.
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"Free State of Jones" ( id., 2016) è il quarto lungometraggio del regista di Los Angeles Gary Ross.
La storia al cinema, la storia sconosciuta sul grande schermo, la piccola storia di uomini e donne ( con ragazzi) che per vivere liberi rischiano tutto, casa, figli d cibo per sfamarsi. Siamo nel 1862, durante la sanguinosa guerra civile americana , e Newton Knight, lascia l'esercito per diventare un 'capo banda armato' di disertori guidando la rivolta contro la Confederazione e fondando uno 'Stato libero di Jones' dove prevalgono i valori essenziali della condivisione, del lavoro e il rifiuto di ogni forma di schiavismo.
Gli eventi particolareggiati negli incontri, scontri, battaglie, rivalità, fatti, volti e politica spicciola riguardano la civiltà e il poter vivere con dignità il proprio destino. Un racconto quasi oscuro quello del disertore, lontano da ogni roboante dichiarazione, che si rifugia in un bosco limitato da paludi e fiumi dove regna la fratellanza di facce diverse e vicine negli intenti. Una storia minima che viene alla ribalta dentro l'evento della Guerra Civile e della centralità politica.
Il racconto, seppur didascalico e alquanto sentito, è poco incline allo sconguasso eroico fino a se stesso; ci offre un'interpretazione di Matthew McConaughey convincente e sincera conquistando lo schermo e tenendo il film per tutta la sua durata ( per oltre centoquaranta minuti): sempre in prima fila, combattivo, in parte, incisivo e decisivo fino all'epilogo finale.
Una fotografia efficace, una buona ambientazione e un cast che riesce bene a ruotare attorno al personaggio di Knight danno alla pellicola una giusta riuscita con una convinzione di aver assistito ad una proiezione misurata, lineare ma certamente con un tono convincente.
La regia risulta abbastanza ammorbidita sul volto dell'attore in primo piano e non dà mai la sensazione di vera inventiva: ma il film merita un giusto riconoscimento. Gli intermezzi fermo-immagini danno risalto alle intenzioni di un documento- film.
Voto: 7,5/10.
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g_andrini
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giovedì 8 dicembre 2016
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buon film
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La visione risulta più che piacevole con fotografia molto curata, che non annoia. Al di là dei contenuti etici si fa apprezzare per l'interpretazione del protagonista, veramente riuscita.
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j kudo
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mercoledì 7 dicembre 2016
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free state of jones
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La curiosità mi ha portato al cinema per vedere questa nuova pellicola con Mettehew McConaughey protagonista e l'aspettativa era quella di vedere un film di ottima fattura , purtroppo la visione è stata deludente, nonostante gli ingredienti per un buon prodotto ci fossero tutti. Tralasciando la buona performance del protagonista nei panni del disertore Newt Knight , che combatte nel 1800 la sua battaglia contro le contraddizioni dell'epoca e la discriminazione razziale , la pellicola non riesce a coinvolgere lo spettatore , i ritmi sono lenti e si è perennemente in attesa di quel qualcosa che accenda la storia che rimane fino troppo piatta. Lo definirei uno report storico .
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La curiosità mi ha portato al cinema per vedere questa nuova pellicola con Mettehew McConaughey protagonista e l'aspettativa era quella di vedere un film di ottima fattura , purtroppo la visione è stata deludente, nonostante gli ingredienti per un buon prodotto ci fossero tutti. Tralasciando la buona performance del protagonista nei panni del disertore Newt Knight , che combatte nel 1800 la sua battaglia contro le contraddizioni dell'epoca e la discriminazione razziale , la pellicola non riesce a coinvolgere lo spettatore , i ritmi sono lenti e si è perennemente in attesa di quel qualcosa che accenda la storia che rimane fino troppo piatta. Lo definirei uno report storico . Sopravvalutato
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filippo catani
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martedì 6 dicembre 2016
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niente di nuovo al fronte
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Il film narra le gesta di Newt Knight infermiere dell'esercito sudista e poi disertore a seguito dell'uccisione del nipote. L'uomo negli anni seguenti combatterà una serie di battaglie in favore dell'egualitarismo.
Senza girarci troppo intorno è bene raccontarsi le cose subito come stanno; certamente questa pellicola fa luce su una vicenda non troppo nota della storia americana ma poco aggiunge al filone sulle battaglie razziali e per l'uguaglianza. Due ore un quarto dove un buon McCounaghly passa il tempo tra fucili, paludi e rivendicazioni decisamente sacrosante ma insomma di cui abbiamo già discusso abbondantemente. La sensazione finale è quella di aver visto un fritto misto composto da 12 Anni schiavo, Amistad e altri film di genere.
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Il film narra le gesta di Newt Knight infermiere dell'esercito sudista e poi disertore a seguito dell'uccisione del nipote. L'uomo negli anni seguenti combatterà una serie di battaglie in favore dell'egualitarismo.
Senza girarci troppo intorno è bene raccontarsi le cose subito come stanno; certamente questa pellicola fa luce su una vicenda non troppo nota della storia americana ma poco aggiunge al filone sulle battaglie razziali e per l'uguaglianza. Due ore un quarto dove un buon McCounaghly passa il tempo tra fucili, paludi e rivendicazioni decisamente sacrosante ma insomma di cui abbiamo già discusso abbondantemente. La sensazione finale è quella di aver visto un fritto misto composto da 12 Anni schiavo, Amistad e altri film di genere. Peccato perchè in questi tempi bui dove gli uomini incappucciati del KKK tornano a far sentire la propria voce, si poteva fare un tantinello di meglio di un film che vive di frasi a effetto stile action e un ritmo troppo blando per non parlare del pedissequo parallelismo tra passato e processo nel "presente". No questa volta usciamo delusi e anche un po' annoiati.
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