samanta
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mercoledì 26 dicembre 2018
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il terrore in casa
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Ho visto recentemente in TV il film che all'uscita nel 2016 è stato un flop commerciale e di critica. Personalmente ritengo che ciò non sia significativo (pensiamo ad esempio quello che successe Per la donna che visse due volte), ma talvolta è solo un indice da tenere conto. Nella realtà spesso il controllo della distribuzione, le consorterie della critica, elementi che è meglio non indagare(ad esempio le rivalità artistiche) influiscono sul successo di un film.
Il film in questione è discreto, anche se probabilmente i tagli dei produttori (quanti massacri di film hanno sulla coscienza ...) ne hanno diminuito la qualità, in ogni caso sarebbero stati necessari almeno 15-20 minuti in più per approfondire il carattere dei personaggi e creare la dovuta empatia con lo spettatore.
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Ho visto recentemente in TV il film che all'uscita nel 2016 è stato un flop commerciale e di critica. Personalmente ritengo che ciò non sia significativo (pensiamo ad esempio quello che successe Per la donna che visse due volte), ma talvolta è solo un indice da tenere conto. Nella realtà spesso il controllo della distribuzione, le consorterie della critica, elementi che è meglio non indagare(ad esempio le rivalità artistiche) influiscono sul successo di un film.
Il film in questione è discreto, anche se probabilmente i tagli dei produttori (quanti massacri di film hanno sulla coscienza ...) ne hanno diminuito la qualità, in ogni caso sarebbero stati necessari almeno 15-20 minuti in più per approfondire il carattere dei personaggi e creare la dovuta empatia con lo spettatore.
La storia parte da un incidente automobilistico in cui muore Richard Portman il marito di Mary (Naomi Watts) e invece rimane gravemente leso paralizzato e muto Stephen il figlio di lui, che Mary ha allevato fin da bambino e adesso è un giovane ragazzo sui 20 anni (Charlie Heaton al suo primo film dopo una serie di apparizioni in TV)). Nella casa in cui Mary vive e accudisce con affetto il ragazzo nonché esercita la professione di psicologa, avvengono strani episodi: allucinazioni, la presenza di estranei, che colpiscono la donna, che spesso vede apparire un bimbo Tom (Jacob Tremblay l'interprete di Wonder,e di Room) scomparso da una vicina casa e dato per morto; non vado oltre nella trama per coloro che non hanno visto il film e volessero vederlo.
Alcune critiche che sono state fatte non le condivido: come ad esempio che a due terzi del film si riveli chi sia l'autore che sta dietro a questi misteri e non ci sia il gran finale, a mio avviso tale scelta non incide sulla qualità di un thriller (in questo caso parzialmente anche horror), si pensi ad Hitchcok, in alcuni suoi film il colpevole è indicato all'inizio (Nodo alla gola,Delitto Perfetto) o a metà del film (La finestra sul cortile) o a due terzi del film (Intrigo internazionale in cui prima del finale si scopre la vera identità della donna interpretata da Eve Marie Saint), il problema è se nella trama sia presente la tensione e la suspence che avvinca lo spettatore. Nel nostro film tale condizione esiste, la trama, che non sarà del tutto originale ma non è banale, non ha soluzioni di continuità, lo spettatore è attirato da quello che succede, e il finale non delude. La regia è di un esordiente: Farren Blackburn e si avverte una certa incertezza nella gestione della vicenda, anche probabilmente per le carenze della sceneggiatura che si è dimenticata di approfondire ila psicologia di alcuni personaggi in particolare di Stephen.
Ottima l'interpretazione di Naomi Watts che si concede il solito nudo (abbastanza pudico) e nelle sue apparizioni brevi di Jacob Tremblay, discreta l'interpretazione degli altri protagonisti, compreso l'esordiente Charlie Heaton. In conclusione un film meritevole di essere visto.
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ashtray_bliss
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mercoledì 25 gennaio 2017
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imbarazzante.
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L'unica cosa sbalorditiva del film in questione e' come sia possibile trovarci un'attrice come Naomi Watts che ha ben poco a che vedere con queste pellicole di terza categoria. Shut In (da non confondersi con un altro omonimo thriller di ottima fattura) e' un debolissimo approccio al genere thriller/ horror privo di suspence e ritmo incalzante, con un colpo di scena che arriva a meta' fim e che risulta scontato e prevedibile e poi con una sfilza di cliche' e koinoi topoi del genere che non emozionano e non convincono. Anche Naomi Watts risulta poco prevedibile, ed evidentemente annoiata e poco impegnata nella parte della psicologa affetta da allucinazioni che cerca di mettersi in salvo dalla minaccia insospettabile.
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L'unica cosa sbalorditiva del film in questione e' come sia possibile trovarci un'attrice come Naomi Watts che ha ben poco a che vedere con queste pellicole di terza categoria. Shut In (da non confondersi con un altro omonimo thriller di ottima fattura) e' un debolissimo approccio al genere thriller/ horror privo di suspence e ritmo incalzante, con un colpo di scena che arriva a meta' fim e che risulta scontato e prevedibile e poi con una sfilza di cliche' e koinoi topoi del genere che non emozionano e non convincono. Anche Naomi Watts risulta poco prevedibile, ed evidentemente annoiata e poco impegnata nella parte della psicologa affetta da allucinazioni che cerca di mettersi in salvo dalla minaccia insospettabile.
Tutto e' pericolosamente prevedibile, ogni mossa dei protagonisti intuibile, il finale e' chiaramente in sintonia con i cliche' piu' ecclatanti del genere risultando piu' ovvio che scontato. Al film in questione quindi, manca pressoche' tutto: il pathos, la tensione, l'originalita' o come minimo un cenno di innovazione sul variante thriller, la verosimiglianza con cui si svolgono le azioni e i dialoghi dei protagonisti, lo slancio e il ritmo. Non bastano un'ambientazione cupa in una casa isolata e circondata da neve (con richiami al capolavoro Shining) a salvare questa inutile e insulsa pellicola che risulta solo uno spreco di tempo da parte dei malcapitati spettatori.
Personalmente ne sconsiglio vivamente la visione. Assegnare un voto su cinque significa abbondare ampiamente.
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