fabio 3121
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domenica 17 maggio 2020
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l'indignazione di un giovane ebreo ateo.
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il film è tratto dall'omonimo romanzo "Indignation" dello scrittore statunitense Philip Roth e racconta con garbo la storia del giovane ebreo Marcus che nel 1951, avendo vinto una borsa di studio, lascia la macelleria del padre e si trasferisce dal New Jersey presso un college in Ohio. Il ragazzo, studioso modello, essendo ateo si troverà inizialmente costretto a seguire dei seminari religiosi di fede cristiana per poi "indignarsi" in un duro (ma straordinario ed emozionante) scontro verbale nei confronti del decano/preside del college che non si capacita delle idee e del comportamento tenuto in generale dal ragazzo. Inoltre Marcus, ancora vergine, avrà un flirt con una bella - ma fragile psicologicamente - ragazza del college, Olivia, già esperta col sesso e spregevolmente addidata da tutti i ragazzi come una "puttana".
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il film è tratto dall'omonimo romanzo "Indignation" dello scrittore statunitense Philip Roth e racconta con garbo la storia del giovane ebreo Marcus che nel 1951, avendo vinto una borsa di studio, lascia la macelleria del padre e si trasferisce dal New Jersey presso un college in Ohio. Il ragazzo, studioso modello, essendo ateo si troverà inizialmente costretto a seguire dei seminari religiosi di fede cristiana per poi "indignarsi" in un duro (ma straordinario ed emozionante) scontro verbale nei confronti del decano/preside del college che non si capacita delle idee e del comportamento tenuto in generale dal ragazzo. Inoltre Marcus, ancora vergine, avrà un flirt con una bella - ma fragile psicologicamente - ragazza del college, Olivia, già esperta col sesso e spregevolmente addidata da tutti i ragazzi come una "puttana". Marcus, pertanto, vivrà questa esperienza nel college con un dramma interiore che lo porterà a farsi espellere e a partire per la guerra in Corea. Il film è decisamente bello, un piccolo capolavoro, ed è supportatato da una straordinaria performance dei 3 protagonisti principali. Di notevole rilievo la fotografia e le scenografie del college, con i colori caldi e le luci tenue, tali da far entrare lo spettatore all'interno del college, spettatore che rimane quindi coinvolto dall'inizio alla fine della storia. Infine una bella colonna sonora accompagna questo ottimo film assolutamente da vedere.
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pinoorta
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domenica 6 maggio 2018
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meraviglioso
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INDIGNAZIONE” un film che da tanti spunti di discussione, sicuramente da inserirlo nella bacheca dei film da vedere assolutamente. Tra le scene più interessanti c’è lo scontro verbale tra il decano e il protagonista, memorabile.
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INDIGNAZIONE” un film che da tanti spunti di discussione, sicuramente da inserirlo nella bacheca dei film da vedere assolutamente. Tra le scene più interessanti c’è lo scontro verbale tra il decano e il protagonista, memorabile. Finalmente non un fumettone, ma un film di riflessione. La forza del film è basata anche sulla bravura degli attori, non famosi, ma sicuramente all’altezza del film.
1951, Newark, New Jersey. Marcus Messner è uno studente brillante di famiglia ebraica non particolarmente benestante (il padre fa il macellaio) che, grazie a una borsa di studio, può iscriversi a un college molto conservatore
DA VEDERE
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alex62
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venerdì 23 dicembre 2016
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che bella la letteratura!
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Hemingway diceva che c'è una differenza sostanziale fra ciò che si scrive e si pubblica ordinariamente e la Letteratura (sì. lo scriveva con la L maiuscola): in letteratura devi essere spudoratamente sincero su te stesso. Philip Roth di certo appartiene allo sparuto gruppo di scrittori capace di fare letteratura…e questa splendida storia è sua.
Come evitare di convincersi che ogni singolo dettaglio dell'adolescenza inquieta di Marcus (per chi non lo è?!) appartengano all'esperienza dolorosissima di Roth?! “Indignation” è uno dei suoi ultimi romanzi, risale al 2008, solo quattro anni prima che lo scrittore annunciasse il suo ritiro irrevocabile, affermando di aver lasciato anche disposizioni ai futuri eredi di distruggere il suo archivio.
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Hemingway diceva che c'è una differenza sostanziale fra ciò che si scrive e si pubblica ordinariamente e la Letteratura (sì. lo scriveva con la L maiuscola): in letteratura devi essere spudoratamente sincero su te stesso. Philip Roth di certo appartiene allo sparuto gruppo di scrittori capace di fare letteratura…e questa splendida storia è sua.
Come evitare di convincersi che ogni singolo dettaglio dell'adolescenza inquieta di Marcus (per chi non lo è?!) appartengano all'esperienza dolorosissima di Roth?! “Indignation” è uno dei suoi ultimi romanzi, risale al 2008, solo quattro anni prima che lo scrittore annunciasse il suo ritiro irrevocabile, affermando di aver lasciato anche disposizioni ai futuri eredi di distruggere il suo archivio. Uno degli ultimi, ma comprensivo di tutti i temi della scrittura molto affascinante di questo autore di famiglia ebrea di Newark: l'ossessione per la masturbazione; il ricovero in clinica psichiatrica con conseguenti distruttivi elettroshock; un amore impossibile, avversato da genitori impresentabili e iperprotettivi…insomma qui si dispiega tutta la poetica di Roth con un cast formidabile e un'elegante e discreta regia.
Tutto si fonda su dialoghi memorabili: il migliore è quello fra lo studente Marcus e il decano (l'attore Tracy Letts, semplicemente inarrivabile! Anche drammaturgo e vincitore di un Pulitzer…) che culmina con il ricovero di Marcus in ospedale per un'appendicite acuta che rischierà di portarlo alla tomba. In realtà si tratta di un lungo flashback nella mente del soldato Marcus, appena ucciso in battaglia in Corea (1951). Come non ricordare il capolavoro di Billy Wilder (per la verità a questo regista si possono ascrivere numerosi “capolavori” e in vari generi), Viale del tramonto, che inizia proprio dai ricordi (ricordi?!?) di un morto che galleggia in una piscina holliwoodiana. Anche qui, come d'altronde in un altro capolavoro, questo molto recente, American Beauty (1999) di Sam Mendes (sceneggiatura di Alan Ball). Anche lì c'era una storia di frustrazione sessuale, in realtà molto diversa, in quanto qui l'analisi impietosa di Roth è generazionale: la sua accusa è che la cosiddetta democrazia americana (ricorda la protagonista, Olivia Hutton - la bellissima attrice, Sarah Gadon - che è una riunione fra due lupi e un agnello che devono mettersi d'accordo su cosa prepareranno per cena…!) è in realtà, negli anni '50 del secolo scorso, nient'altro che un regime dominato dall'ossessione per la demonizzazione del sesso e del comunismo, nient'altro, solo una somma aritmetica e psicotica di orribili ossessioni…Tutta quella generazione, secondo Roth ha dovuto affrontare una fine amara (come il popolo di Mosè nel deserto, dove fu costretto a vagare senza meta per 40 anni da un Dio geloso che si liberò così, lentamente di un'intera generazione del suo popolo eletto…e se questa è l'elezione, meglio essere scartati!), questo ci fa venire in mente il bel film Ragazze interrotte, con Angelina Jolie al suo meglio, ambientato agli inizi degli anni '60, quando incombeva un'altro conflitto, non meno assurdo, quello del Vietnam e tante ragazze normalissime, finivano in casa di cura e alcune sotto elettroshock solo perché la Società non tollerava la loro presenza.
Perché la loro strenua e tragica riserca di libertà e quindi di senso, proprio come per la stupenda protagonista di questa storia - alter ego di Roth - Olivia, è inaccettabile e non classificabile all'interno delle rigidissime norme “morali” di un regime che sta per implodere.
Nessuno può salvarsi, dove la parte più nobile e autentica dell'umanità viene negata e improgionata…
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