Fuocoammare

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Un film di Gianfranco Rosi. Con Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo.
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Documentario, durata 107 min. - Italia, Francia 2016. - 01 Distribution uscita giovedì 18 febbraio 2016. MYMONETRO Fuocoammare * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
angelo umana venerdì 11 marzo 2016
cinema di testimonianza Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

Fuocoammare: quando un film fotografa la realtà senza mischiarla con opinioni. Questo fà Gianfranco Rosi, se ne stà a lungo nei posti che vuole “raccontare” e le immagini sommuovono più di mille parole. Eccoci servita un’altra testimonianza, da Lampedusa: la cinepresa pare essere collocata in un angolo discreto, asettica e neutrale, e lascia parlare gli avvenimenti, nessun rumore oltre quelli della realtà dell’isola. Solo le parole di un medico che presta i primi soccorsi agli immigrati appena sbarcati: se sei un uomo non puoi ignorare. Viene ripresa la vita del paese con i residenti che conducono la loro esistenza pacifica senza ribellarsi agli arrivi continui di persone al limite della disperazione, senza sbraitare come spesso avviene in altri angoli d’Italia dove comunque si continua ad avere i ns. [+]

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nerone bianchi sabato 5 marzo 2016
la buccia di banana Valutazione 3 stelle su cinque
57%
No
43%

Non è un documentario, non è un film, non parla del dramma dell'emigrazione, non parla di Lampedusa, allora cos'è e di cosa parla questo celebrato film che ha conquistato l'orso d'oro di Berlino? Parla di un isola, di un bambino simpatico, di un dottore in prima linea, di tanti disperati, di un ritmo di vita diverso. Le immagini sono molto belle, quelle in mare ancora di più, la scelta di non utilizzare musica ma solo rumori reali è bella anch'essa, il non utilizzare attori ma gente comune è spiazzante. Il radar che gira nella notte, la vecchia signora che rifà il letto, il ragazzino che prova gli occhiali, sono immagini che restano. Il film sfida la capacità umana di attenzione e alla lunga perde. [+]

[+] tessuto narrativo (di angelo umana)
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catcarlo giovedì 3 marzo 2016
fuocoammare Valutazione 4 stelle su cinque
22%
No
78%

un’opera complessa che rifiuta chiavi di lettura immediate già dal suo non essere documentario ma neppure finzione: la parte narrativa che illustra la vita di ogni giorno degli abitanti di Lampedusa viene utilizzata per mettere in risalto gli orrori che avvengono davanti alla loro (e alla nostra) porta di casa senza inutili pietismi o commozioni a comando, sebbene non manchino i passaggi crudeli. Si capisce allora perché il regista abbia trascorso un anno sull’isola: solo una completa condivisione del vissuto regala la capacità di raccontarlo dal di dentro fondendo realtà e poesia. Il filo conduttore è il piccolo Samuele, ragazzino isolano che preferisce la terra al mare che gli ribalta lo stomaco e dove non sa come comportarsi: molto meglio andare a giocare con la fionda prendendo di mira pale di cactus (poi riparate) e nidi d’uccelli, con quel problema dell’occhio pigro al quale si può ovviare con la determinazione. [+]

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cosmo15 giovedì 3 marzo 2016
cinico Valutazione 2 stelle su cinque
61%
No
39%

Questo film abbastanza noioso, (malgrado alcune scene) mi pare cinico e manipolatore. Cinico perché il solo scopo del film sembra essere quello di filmare l'incongruenza tra la vita tranquilla di alcuni isolani e la tragedia dei migranti. Tutto cio' è filmato con lo stesso impassibile atteggiamento di un film sulla giungla : da una parte i leoni che sbranano delle povere gazelle, e dall'altra degli uccellini su di un albero che vivono felici, fuori pericolo. Non c'è nessuna empatia verso la tragedia in corso, né spiegazione per farci capire meglio i percorsi umani dei protagonisti. C'è più empatia con il ragazzino che neanche è cosciente della tragedia che si svolge a due metri da casa sua! Ingiusto, quando tutti sanno tra l'altro che i lampedusani sono una popolazione molto collaborativa e generosa rispetto a questo specifico fenomeno. [+]

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gambadilegnodinomesmith giovedì 3 marzo 2016
i quattrocento morti Valutazione 2 stelle su cinque
59%
No
41%

Due umanità diversamente abbandonate, quella dei migranti e quella degli isolani, mostrate senza un confronto vero e proprio o un punto d'incontro, se non nell'emblematico ruolo di un medico restituito però marginalmente e nella disgraziata contiguità geografica, data talmente per appurata da non risultare mai. Da una parte seguiamo un empatico frammento del racconto di formazione di un bambino, un Truffaut in stretto dialetto dello stretto siciliano, dall'altra qualche inquadratura documentaristica del racconto di disin-formazione dei migranti, due diversi tipi di sopravvivenze alla quotidianità dell'esistenza. Opera solipsistica, che decide di affrontare una tematica drammaticamente nota da una via obliqua, da un punto di vista talmente diverso che la tematica non l'affronta affatto, lasciando sottintendere con l'alibi del documentario una serie di considerazioni che non vengono espresse, riducendo il tema migratorio potenzialmente esplosivo a un pretesto favolistico per parlare poeticamente di altro, trasformando il film in un esercizio di stile su un argomento furbescamente in voga. [+]

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vanessa zarastro mercoledì 2 marzo 2016
come si cresce a lampedusa nonostante i migranti Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Il titolo completo del film, a mio avviso, dovrebbe essere: “Fuocoammare, ovvero come si cresce a Lampedusa nonostante i migranti”. Rosi per girare il film ha vissuto un anno sull’isola, ha esaminato bene i problemi e ha conosciuto a fondo le persone del luogo. Il film, infatti, presenta due storie, o meglio due situazioni, che scorrono parallelamente nell’isola senza incontrarsi. Samuele è il bambino dodicenne nato e cresciuto sull’isola il cui padre fa il pescatore e vivono entrambi con i nonni paterni. È una descrizione poetica di una vita fatta di nulla o di piccole cose che ricorda un po’ l’infanzia e l’adolescenza di mezzo secolo fa, senza troppe tecnologie (non c’è neanche un cellulare in tutto il film) fatta di giochi all’aperto, di fionde auto-costruite, di uccellini di notte, di motorini e di barche a remi. [+]

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howlingfantod mercoledì 2 marzo 2016
lampedusa per la pace Valutazione 4 stelle su cinque
10%
No
90%

 Forse dopo aver visto questo  film, incontrando qualcuno dei tanti nostri fratelli dal colore della pelle diversa nelle nostre città  si penserà che siano dei miracolati o dei frutti della selezione naturale, pensando a quello che hanno passato per essere sopravvissuti.  Non è un docu-film che ci rischiara la vista, ci ripulisce o che ci serve da politically correct come dispensatore di facili assoluzioni, è una cosa scomoda che ci può solo disturbare, la schiettezza documentaristica del racconto aggiunge un senso di immedesimazione sparuto eppure tenero e umanissimo nello sguardo dei personaggi, il bambino, il medico, la donna. Da ultimo ma non per ultimo è un doveroso omaggio alla splendida gente di Lampedusa alla quale si spera venga davvero assegnato il meritatissimo Nobel per la pace che dovrebbe essere riconosciuto a costoro che da anni  sono testimoni della tragedia che accade davanti a loro e della quale si rendono compartecipi con i loro sforzi di solidarietà e umanissima pietà, un premio vivo e vegeto e purtroppo attuale e doveroso, prima che magari che per un  qualche intervento divino, non credo purtroppo umano, questo olocausto di esseri umani che muoiono davanti alle loro spiagge non abbia fine e che rimanga, questo sì come probabile prodotto umano, solamente il giro turistico sull’isola di Lampedusa a Cala Ponente ed agli altri luoghi dei naufragi come in un qualsiasi supermarket. [+]

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icilio mercoledì 2 marzo 2016
un po' più di un documentario, un po' - di un film Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Un buon prodotto italiano sull'estrema realtà italiana. Vita - e morte - alle estreme condizioni affiancata ad una realtà isolana quasi ferma nella sua monotonia, documentario efficace empatico, ma non strappalacrime, e piccola commedia della vita quotidiana di un'isola ai confini tra il territorio italiano e quello africano. Grande fotografo e bravo regista. Bravi e spontanei gli attori lampedusani, soprattuto i bambini.

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m.barenghi lunedì 29 febbraio 2016
... per svegliare l'orso berlinese dal letargo Valutazione 4 stelle su cinque
11%
No
89%

Orso d'oro a Berlino, tanto per lavarsi un po' la coscienza  dalla colpevole miopia dimostrata dall'Europa negli anni recenti, di cui è felicissima metafora "l'occhio debole" di Samuele Pucillo, il giovane lampedusano protagonista di "Fuocoammare". Un anno di vita in Lampedusa per raccogliere il materiale filmico -poi mirabilmente montato- servito per questo documentario, apparentemente slegato, in realtà perfetto nel definire le singole componenti che stanno partecipando alla tragedia di quest'isola.
Da un lato gli isolani, gente di mare che da sempre rispetta in modo sacrale ciò che dal mare le proviene. [+]

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stefano capasso lunedì 29 febbraio 2016
le tradizioni che salvano Valutazione 4 stelle su cinque
11%
No
89%

A Lampedusa c’è un giovane ragazzo, Samuele, che vive la sua vita a stretto contatto con la natura e le tradizioni locali, come del resto molte delle persone intorno a lui. In un'altra parte dell’isola ci sono tanti uomini costantemente impegnati nel salvataggio dei migranti che dai barconi lanciano sos: una battaglia drammatica contro il tempo che ha successo solo in parte.
Gianfranco Rosi racconta in questo bellissimo documentario, Lampedusa e la grande contraddizione che va in scena ogni giorno. Da una parte una comunità ancora in gran parte legata alle tradizioni, che vive come hanno sempre vissuto da secoli gli abitanti, dove i giovani hanno il tempo di giocare e sognare e gli adulti lavorano per mandare avanti la famiglia, dall’altra le vicende strazianti dei migranti che tutto questo hanno perso e che in qualche modo cercano. [+]

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