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maurizio meres giovedì 10 novembre 2016
il dramma dei più deboli Valutazione 4 stelle su cinque
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Questo film rappresenta quello è diventato ai giorni nostri il lavoro,una lotta continua per la sopravvivenza dell'essere,lo schiavismo camuffato da parole rassicuranti e sorrisetti,il voler dividere l'unita dei lavoratori al solo scopo di creare confusione e sospetti,ogni concetto di dignità tende ad essere cancellato,decidere che cosa? Il nulla. I sette minuti che nel film rappresentano forse il futuro non sono altro che una tuffa,economicamente utili per l'azienda,ma deprimenti per il lavoratore,mangiare in otto minuti invece che di quindici,purtroppo è verità che non tutti sanno che esiste nel mondo del lavoro,ma qui il discorso diventerebbe talmente complesso,da coinvolgere anche il concetto stesso della vita,e di porsi una domanda alla coscienza di ognuno,conoscere lo scopo della vita. [+]

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flaw54 domenica 13 novembre 2016
questo è teatro! Valutazione 4 stelle su cinque
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Argomento serio e profondo che tocca i diritti dei lavoratori, anzi delle lavoratrici, e le lotte sindacali. Il tutto viene affrontato attraverso lo scontro dialettico tra le 11 rappresentanti sindacali di una fabbrica passata in mano ad un gruppo francese. Si devono accettare le richieste apparentemente minimali dei nuovi padroni o è necessario lottare ad ogni costo per la propria dignità ed evitare una escaletion di nuove decisioni negative come conseguenza di una chiara dimostraziine di debolezza. I problemi della vita quotidiana si scontrano con il diritto di essere personr: ma è più importante il pane o la dignità? Recitazione da Oscar di tutte le protagoniste, capaci di coinvolgere lo spettaore in maniera assoluta con la loro violenza espressiva o conla pacatezza delle loro parole. [+]

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maurizio d'anna martedì 15 novembre 2016
libertà è partecipazione... Valutazione 4 stelle su cinque
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Un grande film... grazie ad un Michele affatto Placido, anzi energico nel grattar via la ruggine dalle lotte di classe. Il risultato è uno spaccato di una realtà che si sviluppa sostanzialmente davanti ad un tavolo della pausa lavoro di una fabbrica in crisi. Un tavolo attorno al quale ruotano 11 vite, 11 profili di donna forgiati a colpi di martello, dentro una stanza che, come un Vaso di Pandora scoperchiato dalla paura del licenziamento, diventa Teatro sociale. Ecco allora che 11 donne si trasformano in 11 monadi impazzite: emergono rabbia, disagio, frustrazione, fragilità, disperazione, emarginazione ma anche la forza, la volontà, il coraggio dell'autodeterminazione al cospetto di un destino che le vuole succubi o sconfitte. [+]

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robertotonini mercoledì 22 novembre 2017
ho compreso si e no il 30% di cosa è stato detto Valutazione 0 stelle su cinque
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 Più che un critico sono uno che dorme male, a spezzoni, e specie la notte guardo film. Non sopporto Thriller, Cappa e Spada, Fantascienza e Azione. Per il resto guardo quasi tutto. Amo la commedia italiana, certi film francesi, i film di Mel Brooks e Tarantino, con moderazione Pedro Almodovar. Ovviamente anche i grandi italiani come De Sica, Monicelli, Germi, Olmi, fratelli Taviani, Sergio Leone.
Certi film italiani non riesco a capirli e quindi ad apprezzare. Come questo 7 minuti. Il cast è senz’altro interessante. La storia mi sembra raccontata un po’ sopra le righe, ma sono considerazioni personali che lasciano forse il tempo che trovano. Quello che veramente mi ha disturbato è che riuscivo a comprendere si e no il 30% di quello che veniva detto. [+]

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jonnylogan lunedì 11 marzo 2024
poche ore all''alba Valutazione 3 stelle su cinque
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Un thriller sindacale basato sull'opera teatrale omonima, firmata dallo scrittore Stefano Massini, a sua volta creata sulle ceneri della reale lotta delle operaie di un’azienda francese in difesa dei propri diritti. Questa la parte nevralgica della pellicola diretta da Michele Placido, presente nel ruolo di un ex proprietario di azienda dal fare molto paternalista, e assistito in fase di sceneggiatura dallo stesso Massini e dal regista Toni Trupia. 
 
Impossibile non citare ciascun membro del cast a iniziare da una combattiva Bianca (Ottavia Piccolo), operaia afflitta da acciacchi e con trent’anni di lavoro e aneddoti sindacali sulle spalle, tutti pronti per essere narrati alle più giovani e inesperte colleghe, fra le quali s’intravedono vari stereotipi umani ben delineati da ogni attrice. [+]

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marce84 giovedì 9 novembre 2017
un inno la coraggio Valutazione 4 stelle su cinque
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Un’azienda tessile cambia proprietà e passa da una gestione familiare a una proprietà francese.
I nuovi proprietari garantiscono che nulla verrà modificato per le lavoratrici, se non una sensibile riduzione della pausa pranzo, i 7 minuti del titolo.
Un gruppo di donne, scelte come consiglio di fabbrica deve prendere una decisione importante per il loro futuro e per quello della fabbrica. Cedere al ricatto della proprietà o difendere i propri diritti? Cedere alla paura di perdere tutto o mantenere la propria dignità?
Splendida opera di Michele Placido che mette in scena il mondo operaio al giorno d'oggi, fra precarietà, contrasti, egoismi personali e individualismi. [+]

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kimkiduk sabato 5 novembre 2016
12 ... anzi parecchio meno Valutazione 2 stelle su cinque
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La storia è di un lavoro teatrale e quindi non di Placido ma il film fa acqua quasi ovunque. L'idea è una storia vera ma in Francia (luogo dell'accaduto) tutti questi stereotipi non ci possono essere stati.
La donna di colore, la rumena e l'albanese alla ricerca del lavoro a tutti i costi, che pur di lavorare lavorerebbero gratis svendendo il lavoro di tutti. La ragazza in cinta con madre presente (una non male Fiorella Mannoia). L'ex operaia ora impiegata vittima di infortunio sul lavoro. L'anziana operaia che lavora con l'artrosi. Ma soprattutto la napoletana come sempre becera, menefreghista e poco sociale, peggio degli extracomunitari.
Un tema importante quello della lotta per il posto di lavoro rivolto almeno a salvare il rispetto e l'onore, ma qui il linguaggio che dovrebbe arrivare al pubblico non arriva, geme e rantola. [+]

[+] la solita critica del critico (di santodio )
[+] troppo severo (di maria)
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