marco michielis
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sabato 30 aprile 2016
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non imperdibile, ma bistrattato eccessivamente
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Se Gus Van Sant e il suo cinema sono di vostro gradimento, vi consiglio di andarlo a vedere. Vi ritroverete alcuni dei suoi temi e molti dei suoi stilemi e situazioni preferite (su tutte, l'errare senza meta dei due protagonisti e i dialoghi decisivi davanti al fuoco), seppur privi del vigore e dello spessore che assumono nei suoi film precedenti.
In caso contrario, invece, "La foresta dei sogni" è certamente un film non indimenticabile, con una sceneggiatura assai povera e scarna la cui intrinseca debolezza è tale da non poter essere riscattata dalla pur valida regia del cineasta statunitense.
I fasti di Van Sant sono lontani e anche un attore oramai lanciato come McConaughey, con i suoi monologhi spinti verso un tentativo di esasperazione emotiva, non cattura lo spettatore e crea poca empatia.
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Se Gus Van Sant e il suo cinema sono di vostro gradimento, vi consiglio di andarlo a vedere. Vi ritroverete alcuni dei suoi temi e molti dei suoi stilemi e situazioni preferite (su tutte, l'errare senza meta dei due protagonisti e i dialoghi decisivi davanti al fuoco), seppur privi del vigore e dello spessore che assumono nei suoi film precedenti.
In caso contrario, invece, "La foresta dei sogni" è certamente un film non indimenticabile, con una sceneggiatura assai povera e scarna la cui intrinseca debolezza è tale da non poter essere riscattata dalla pur valida regia del cineasta statunitense.
I fasti di Van Sant sono lontani e anche un attore oramai lanciato come McConaughey, con i suoi monologhi spinti verso un tentativo di esasperazione emotiva, non cattura lo spettatore e crea poca empatia. Fischiato sonoramente a Cannes, in maniera forse un po' troppo ingenerosa, se non altro per rispetto alla carriera del regista.
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pao_1093
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sabato 30 aprile 2016
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alberi, riflessioni e vita
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Film che va oltre al materiale. Può essere amato come odiato ma l'effetto a chi ha la capacità di andare oltre la ragione è sicuramente positivo. Matthew forse addirittura onnipresente che oscura il grande Watanabe ma per il resto un buon film diverso dagli altri che colgono legare una storia d'amore, la crisi di essa e l'essenza del vivere per amore.
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pao_1093
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sabato 30 aprile 2016
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alberi, purgatorio e riflessioni
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Può essere odiato come amato. Film che annoia o prende e non ti molla più. Personalmente l'ho trovato diverso da tutti gli altri generi che vogliono a loro modo raccontare una storia d'amore in difficoltà e la relazione che c'è con la vita. Forse un po' onnipresente la figura di Matthew che oscura il grande Watanabe ma di sicuro non sfigura l'attore americano. Frasi ad effetto e dettagli che lasciano presagire qualcos altro oltre alla semplice apparenza. Buon film, non un capolavoro ma se riesce a prendere quella parte di voi che è al di là della ragione è un'ora e 45 di intensità e concentrazione.
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