In un bianco e nero efficace si racconta la storia di Tharlo soprannominato "Trecce", un pastore tibetano che conosce a memoria i discorsi di Mao Tse-tung. Inviato dal funzionario del suo villaggio in città per farsi una fototessera da mettere sul suo primo documento di identità, il pastore, una sorta di Candido privo di strumenti di difesa dal mondo esterno e costantemente perplesso di fronte alle novità, si fa irretire da una giovane parrucchiera che dice di amarlo, torna al villaggio, vende il gregge non suo che aveva il compito di custodire e torna in città per incontrarsi con la sua donna. Lo aspetterà un'amara sorpresa.
Con tempi molto lenti, una predilezione per il pianosequenza e il piacere di perdersi nella descrizione analitica dei singoli quadri del dramma (il rito della foto nello studio fotografico, il lavaggio dei capelli di Tharlo nel negozio della parrucchiera), il regista illustra la fine miserevole che fanno i concetti etici di un'ipocrita propaganda quando si scontrano contro la meschinità e l'avidità di quel prossimo per il quale il regime ci chiede di sacrificarci.
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In un bianco e nero efficace si racconta la storia di Tharlo soprannominato "Trecce", un pastore tibetano che conosce a memoria i discorsi di Mao Tse-tung. Inviato dal funzionario del suo villaggio in città per farsi una fototessera da mettere sul suo primo documento di identità, il pastore, una sorta di Candido privo di strumenti di difesa dal mondo esterno e costantemente perplesso di fronte alle novità, si fa irretire da una giovane parrucchiera che dice di amarlo, torna al villaggio, vende il gregge non suo che aveva il compito di custodire e torna in città per incontrarsi con la sua donna. Lo aspetterà un'amara sorpresa.
Con tempi molto lenti, una predilezione per il pianosequenza e il piacere di perdersi nella descrizione analitica dei singoli quadri del dramma (il rito della foto nello studio fotografico, il lavaggio dei capelli di Tharlo nel negozio della parrucchiera), il regista illustra la fine miserevole che fanno i concetti etici di un'ipocrita propaganda quando si scontrano contro la meschinità e l'avidità di quel prossimo per il quale il regime ci chiede di sacrificarci.
In taluni momenti soporifero, ma non privo di un suo scabro fascino.
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