"AGent Carter", certo, è tipico prodotto "Marvel", dove il rapporto cinema-TV-cartoons(quasi la triangolazione, direi)è assolutamente visibile, anzi chiaramente esplicitata, ma non è un male, anzi, può addirittura preludere a una sorta di "metaanalisi"del fenomeno. Non si possono tessere le lodi del regista, perché sono vari, come sempre in un serial o meglio in un TV-movie a episodi, ma anche in questo turn-over il"mestiere"(anzi più di questo, invero)è assicurato, come nelle mega-productions "gringas"dove la professionalità, certo richiesta, è poi assicurata nel prodotto e come tale offerta allo spettatore.
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"AGent Carter", certo, è tipico prodotto "Marvel", dove il rapporto cinema-TV-cartoons(quasi la triangolazione, direi)è assolutamente visibile, anzi chiaramente esplicitata, ma non è un male, anzi, può addirittura preludere a una sorta di "metaanalisi"del fenomeno. Non si possono tessere le lodi del regista, perché sono vari, come sempre in un serial o meglio in un TV-movie a episodi, ma anche in questo turn-over il"mestiere"(anzi più di questo, invero)è assicurato, come nelle mega-productions "gringas"dove la professionalità, certo richiesta, è poi assicurata nel prodotto e come tale offerta allo spettatore. Haley Atwell, come supergirl-superwoman, è bravissima, nonché bella, anche se "intabarrata"nella moda dell'epoca(immediato secondo dopoguerra, per voler essere un po'esatti anche storicamente), un po'algida, invero. Al di là di ciò, particolarmente bella la fotografia, di quel colore che però richiama il bianco e nero, in una prospettiva(ancora una volta)di attenta ricostruzione storica, così spesso invece carente o (volutamente)solo un po'accennata in altre produzioni, in altri film o telefilm.L'uso della violenza è sempre temperato, mai eccessivo, dove in complesso "Agent Carter"non ne fa a meno(probabilmente sarebbe impossibile, visto il pubblico o meglio viste determinate fasce di pubblico...), ma sicuramente non ne dà a profusione, limita queste scene all'essenzialità narrativa, senza mai"andare oltre", senza eccedere in quel gioco a massacro che , almeno dai vari"Rambo"in poi(ma in realtà già anche dai tempi alcuni western e war-movies di"serie B, anzi C"-sia gloria ai"veri B-movies!"-, ovvero non di eccelsa fattura ma di epoca"classica", escludendo gli spaghetti western di Sergio Leone ma non solo che fanno un discorso meta-filmico, quasi ironico sulla violenza)propone violenza a profusione... El Gato
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