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lunedì 7 marzo 2016
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victor frankenstein ma frankenstein non è
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Partito in sordina, con un successo molto lieve, questo film è stato giusto una marchetta per Daniel Radcliffe che per un po' di tempo è scomparso dal mondo del cinema.
Il film è in pratica uno steampunk romanzato ispirato alla storia di Shelley: Victor Frankenstein, studente di medicina, libera Igor dal circo dove lavorava e lo fa diventare suo inserviente per aiutarlo a portare a termine la sua creazione, ovvero creare vita dal nulla.
Questo film fa acqua da tutte le parti: innaturale, pieno di anacronismi; e mi concentro sul termine innaturale – Igor che da gobbo che non si tiene in piedi magicamente inizia a camminare eretto come un atleta (e qui non vi anticipo nulla, basta solo guardare l'inizio del film che è qualcosa di imbarazzante).
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Partito in sordina, con un successo molto lieve, questo film è stato giusto una marchetta per Daniel Radcliffe che per un po' di tempo è scomparso dal mondo del cinema.
Il film è in pratica uno steampunk romanzato ispirato alla storia di Shelley: Victor Frankenstein, studente di medicina, libera Igor dal circo dove lavorava e lo fa diventare suo inserviente per aiutarlo a portare a termine la sua creazione, ovvero creare vita dal nulla.
Questo film fa acqua da tutte le parti: innaturale, pieno di anacronismi; e mi concentro sul termine innaturale – Igor che da gobbo che non si tiene in piedi magicamente inizia a camminare eretto come un atleta (e qui non vi anticipo nulla, basta solo guardare l'inizio del film che è qualcosa di imbarazzante). Questo film doveva chiamarsi Igor & Victor: non puoi concentrare completamente l'attenzione sul personaggio di Igor per il 95% del film quando ne stai facendo uno su Frankenstein; la trama è infatti talmente sconclusionata e incasinata che alla lunga l'unico desiderio che provi è solo quello che finisca il prima possibile. Buchi immensi continui ma soprattutto elementi secondari buttati li solo per riempire: ad esempio, giusto per dirne uno, la storia d'amore tra la trapezista e Igor. Se ne sentiva davvero il bisogno? Ma da quando è esistita nel libro questa cosa. Ma la cosa ancora più sconclusionata, che ti fa capire quanto è fatto male questo film, è che all'inizio Frankenstein è contrario al fatto che Igor provi una simpatia per la ragazza perché secondo lui potrebbe solo distrarlo, ma poi alla fine, come se niente fosse, lo lascia andare in giro e gli concede di vedersi con lei. La cosa senza senso è che per l'appunto il personaggio di Mary Shelley qui è ritratto solo come un lunatico schizoide e non come il pazzo che noi vogliamo, e quindi rendendo tutto ancora più buono. Tutti questi elementi, anche se non pertinenti, sarebbero stati contestualizzati da una caratterizzazione dei personaggi e soprattutto da una storia ben costruita – un bel litigio in cui si passa alle mani tra Igor e Victor, che ne so, ve lo devo dire io cosa dovete metterci?
Procedendo verso la fine, il film diventa un parto greco e la storia assume un'altra veste: Igor diventa una specie di aspirante supereroe che deve salvare tutti dal malvagio Frankenstein passato al lato oscuro della Forza. E stroppio com'era riesce con slanci atletici ad arrivare al castello dove il pazzo, assistito da duecentomila assistenti come gli orchi di Sauron, sta portando in vita il mostro. E qui poi catastrofi a non finire, insieme ad interruzioni costanti che ti fanno imprecare di finire al più presto questo salasso. Il mostro prende vita, finalmente, e... Sono botte. Il film diventa una specie di fantasy dove i protagonisti sono il bene e lottano contro il male.
Il film, tra l'altro, visto in lingua originale, ambientato in inghilterra nell'800, dove gli attori parlano in slang palesemente americano rende il tutto ancora più trash alla pari di un film della Asylum, perché pare opera loro questa roba, anche se non lo è.
Come minimo dovrebbe meritarsi 12 Razzie Awards.
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donato prencipe
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domenica 27 marzo 2016
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"le origini di frankenstein"
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Frankenstein torna al cinema grazie a Paul Mcguigan (Slevin - Patto criminale) realizzando un nuovo lungometraggio basato sul romanzo di Mary Shelley. Un’idea tutta nuova, diversa dalle altre pellicole create (Frankenstein Junior, Frankenstein di Mary Shelley, etc.), che pone al centro del progetto gli avvenimenti avvenuti prima della creazione di “Prometeo” che tutti noi conosciamo, cercando di indagare tra i pensieri e gli stati d’animo dei personaggi che hanno fatto parte di questa vicenda fantasiosa, aumentando il carico di effetti speciali e trovate da cinema. La storia viene raccontata attraverso gli occhi di Igor (Daniel Radcliffe), una figura che è stata inventata, a dispetto del romanzo in essere, nelle trasposizioni cinematografiche precedenti, sempre dipinta al servizio di un genio del male o uno scienziato pazzo.
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Frankenstein torna al cinema grazie a Paul Mcguigan (Slevin - Patto criminale) realizzando un nuovo lungometraggio basato sul romanzo di Mary Shelley. Un’idea tutta nuova, diversa dalle altre pellicole create (Frankenstein Junior, Frankenstein di Mary Shelley, etc.), che pone al centro del progetto gli avvenimenti avvenuti prima della creazione di “Prometeo” che tutti noi conosciamo, cercando di indagare tra i pensieri e gli stati d’animo dei personaggi che hanno fatto parte di questa vicenda fantasiosa, aumentando il carico di effetti speciali e trovate da cinema. La storia viene raccontata attraverso gli occhi di Igor (Daniel Radcliffe), una figura che è stata inventata, a dispetto del romanzo in essere, nelle trasposizioni cinematografiche precedenti, sempre dipinta al servizio di un genio del male o uno scienziato pazzo. In questo caso, il personaggio ingobbito dall’aspetto non gentile, è una persona erudita, intelligente, profondo studioso, malgrado le difficoltà che lo circondano, della medicina e tutto ciò che ha a che fare con l’anatomia umana. L’incontro tra Victor Frankenstein (James McAvoy) e Igor, avviene in un circo, nel quale quest’ultimo ne rappresenta l’attrazione comica e deforme, quella per cui a quei tempi si pagava il biglietto anche solo per vederla e Victor, di contro, intravedendone le capacità intellettive, senza farsi ingannare dal suo aspetto, lo convince a meritare di più e così lo strappa al circo, per renderlo un uomo dignitoso, offrendogli una casa, dei vestiti puliti, e la possibilità di lavorare con lui ad esperimenti di medicina. In questo modo, unendo le capacità di entrambe, può essere realizzato ciò che Victor ha in mente da sempre: “portare in vita la morte”, generare un uomo, composto di organi morti, profanati ai defunti e con l’ausilio di una scossa elettrica ad alto voltaggio fargli prendere vita. L’ostacolo più rognoso all’adempimento del suo, insano, progetto è rappresentato dal detective, di Scotland Yard, Roderick Turpin (Andrew Scott) che non può permettere che un’eresia tale venga concepita e realizzata. Igor, dal canto suo, vive combattuto dall’idea di non perseguire i piani di Victor, perché li giudica immorali, e lasciare abbandonarsi tra le braccia della donna, Lorelei (Jessica Brown Findlay), di cui ne è innamorato da sempre, e dall’idea di dover rendere al suo “padrone” il grande favore che in passato aveva ricevuto da lui. Il film è stato distribuito negli Stati Uniti il 25 novembre 2015, mentre sarà nelle sale italiane a partire dal 6 aprile 2016.
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claudio m.
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venerdì 8 aprile 2016
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il frankenstein dietro le quinte
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Durante una delle tante esibizioni con il circo Igor, il gobbo vessato dal pubblico e dai suoi stessi compagni, si ritroverà costretto a soccorrere la sua amata trapezzista, caduta rovinosamente dirante lo show, mostrando le sue notevoli conoscenze mediche e attirando così le attenzioni del giovane dottor Victor Frenkenstein che non tarderà a liberarlo per farne il suo assistente. Da questo monento in poi per Igor si prospetta una lenta quanto inesorabile discesa negli orrori perpetrati dalla mente geniale e folle del suo salvatore.
Dall'ultima trasposizione cinematografica del mostro nato dalla penna di Mary Shelley (I,Frankenstein, 2014) ecco un nuono film atto a narrarne le origini e anche le gesta.
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Durante una delle tante esibizioni con il circo Igor, il gobbo vessato dal pubblico e dai suoi stessi compagni, si ritroverà costretto a soccorrere la sua amata trapezzista, caduta rovinosamente dirante lo show, mostrando le sue notevoli conoscenze mediche e attirando così le attenzioni del giovane dottor Victor Frenkenstein che non tarderà a liberarlo per farne il suo assistente. Da questo monento in poi per Igor si prospetta una lenta quanto inesorabile discesa negli orrori perpetrati dalla mente geniale e folle del suo salvatore.
Dall'ultima trasposizione cinematografica del mostro nato dalla penna di Mary Shelley (I,Frankenstein, 2014) ecco un nuono film atto a narrarne le origini e anche le gesta. Ma ne sentivamo la mancanza? Forse no.
Date le recensioni negative e i risultati deludenti al botteghino del suo predecessore, forse era il caso di aspettare un po' di tempo prima di riproporre per l'ennesima volta la storia del "moderno Prometeo", ma si sa, in un epoca dove il gusto è schiacciato dalla sete di denaro dei produttori e i film vengono sfornati in un battino di ciglia, nemmeno Frenkenstein si poteva salvare dall'essere spremuto fino alla fine. E poco cambia se il film parte da un punto di vista inedito.
Il film, che presenta un impostazione leggermente steampunk, risulta gradevole alla vista, mostrandoci una Londra vittoriana vibrante e misteriosa allo stesso tempo.
Ma le note dolenti arrivano nell'interpretazioni dei vari personaggi: se James McAvoy recita la propria parte in maniera egregia la stessa cosa non si può dire del suo personaggio, eccentrico ed esaltato ma allo stesso tempo poco profondo e scialbo. Il personaggio di Igor (Daniel Rackfield), che nell'immaginario collettivo risente troppo del suo passato di Harry Potter, appare decisamente patetico e privo di spessore, apparendo come una vittima perene degli eventi, e questo forse, dal momento che il punto di vista utilizzato è il suo, rende lo spettatore poco coinvolto.
La storia di per se narra gli eventi che intercorrono tra il primo incontro tra Victor F. e Igor e la creazione del mostro di Frankenstein. Questo lasso di tempo, forse di per se già poco interessante, viene "riempito" da eventi che sembrano per certi aspetti poco in armonia con il proseguo del film (è quasi immotivatamente eccessivo l'odio che scorre tra Victor e il commissario di polizia).
Dopo aver tanto e forse troppo voluto analizzare e sviluppare i vari aspetti del mostro di Frankenstein valeva la pena tentar l'approccio a questa storia da un altro punto di vista. Ma questo risulta senza mordente e ciò, untio a toni forse troppo frivoli e ad eventi non accattivanti, da al film la sensazione di un occasione persa.
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juri moretti
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sabato 9 aprile 2016
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poteva essere molto meglio di così!
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In un tempo in cui nulla sembrava impossibile, quando la scienza, la tecnologia e la religione si muovevano per riscrivere le regole che governavano la vita e la morte, uno scienziato, il Dr. Victor Frankenstein e il suo protégé Igor Strausman, si ritrovano a ricercare insieme la loro visione comune del mondo. Ma quando i piani di Victor vanno in fumo, portando ad orribili conseguenze, soltanto Igor potrà salvare lo scienziato da se stesso e dalla sua mostruosa creazione.
Questa nuova versione della celebre storia di Frankenstein è raccontata principalmente attraverso lo sguardo di Igor Strausman (Daniel Radcliffe), mettendo in scena il rapporto di amicizia tra lui e Victor Frankenstein (James McAvoy) e svelando il passato segreto del Dottor Frankenstein che lo spinge verso la sua ossessione: creare la vita dalla morte
Il film si concentra principalmente sulla storia di Igor cioè l'assistente di Frank e attraverso lui vedremo la fatica e la voglia di poter portare in vita un essere vivente con pezzi di altri esseri viventi morti.
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In un tempo in cui nulla sembrava impossibile, quando la scienza, la tecnologia e la religione si muovevano per riscrivere le regole che governavano la vita e la morte, uno scienziato, il Dr. Victor Frankenstein e il suo protégé Igor Strausman, si ritrovano a ricercare insieme la loro visione comune del mondo. Ma quando i piani di Victor vanno in fumo, portando ad orribili conseguenze, soltanto Igor potrà salvare lo scienziato da se stesso e dalla sua mostruosa creazione.
Questa nuova versione della celebre storia di Frankenstein è raccontata principalmente attraverso lo sguardo di Igor Strausman (Daniel Radcliffe), mettendo in scena il rapporto di amicizia tra lui e Victor Frankenstein (James McAvoy) e svelando il passato segreto del Dottor Frankenstein che lo spinge verso la sua ossessione: creare la vita dalla morte
Il film si concentra principalmente sulla storia di Igor cioè l'assistente di Frank e attraverso lui vedremo la fatica e la voglia di poter portare in vita un essere vivente con pezzi di altri esseri viventi morti.
Il tutto parte con un certo ritmo ma che poi si rompe per come viene messa in scena la storia. Igor è interpretato da Daniel Raffield che finalmente con questo ruolo si stacca a quello di harry potter. Insomma la prima parte del film non è male, ma là seconda parte è veramente noiosa anche perché per vedere la creatura dobbiamo aspettare fino alla fine del film, che poi non è questo gran che.
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no_data
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lunedì 11 aprile 2016
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a volte è il creatore il vero mostro
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A pochi giorni dall'uscita del FRANKENSTEIN di Bernard Rose, un nuovo approccio alla storia narrata da Mary Shelley ci viene proposto da Paul McGuigan in questo VICTOR, LA STORIA SEGRETA DEL DOTTOR FRANKENSTEIN.
“A volte è il creatore il vero mostro” ci dice in apertura la voce narrante. Stavolta a raccontarci la storia è Igor. O per meglio dire il clown senza nome, gobbo e deforme e per questo maltrattato come una specie di Elephant Man nel circo in cui lavora, interpretato da Daniel Harry Potter Radcliffe. Il gobbo è però dotato di una intelligenza fuori dal comune e ha passione per la medicina. A dargli quel nome è il dottor Victor Frankenstein (James McAvoy), dopo averlo liberato per utilizzare nei propri esperimenti le sue abilità manuali e la sua competenza sul corpo umano.
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A pochi giorni dall'uscita del FRANKENSTEIN di Bernard Rose, un nuovo approccio alla storia narrata da Mary Shelley ci viene proposto da Paul McGuigan in questo VICTOR, LA STORIA SEGRETA DEL DOTTOR FRANKENSTEIN.
“A volte è il creatore il vero mostro” ci dice in apertura la voce narrante. Stavolta a raccontarci la storia è Igor. O per meglio dire il clown senza nome, gobbo e deforme e per questo maltrattato come una specie di Elephant Man nel circo in cui lavora, interpretato da Daniel Harry Potter Radcliffe. Il gobbo è però dotato di una intelligenza fuori dal comune e ha passione per la medicina. A dargli quel nome è il dottor Victor Frankenstein (James McAvoy), dopo averlo liberato per utilizzare nei propri esperimenti le sue abilità manuali e la sua competenza sul corpo umano.
L'ambiente è una Londra dell'ottocento molto vicina a quella fotografata e montata nei due Sherlock Holmes diretti da Guy Ritchie, e infatti nella trama non manca un'indagine di Scotland Yard. E' proprio l'Ispettore Turpin che oppone il suo ammonimento, alla teoria di Frankenstein secondo il quale “la morte è una condizione temporanea”: “State scatenando l'ira di Dio – gli dice - e non esiste pietà in natura!”. C'è anche la “bella” di turno naturalmente: Lorelei, l'acrobata del circo amata da Igor, che cerca di dissuaderlo, a dire il vero senza particolare impegno, dal seguire il suo benefattore nel folle esperimento. Così, tra un po' di poliziesco, un po' di romanticismo e un po' di gotico, il film tutto sommato tiene, basta non far troppo caso al finale un po' fracassone e al “mostro”, decisamente da B-movie.
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onufrio
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venerdì 28 ottobre 2016
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igor e victor, per il bene della scienza
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Ennesima rivisitazione,con tanto di relative aggiunte e tolte, del romanzo di Shelley "Frankenstein". Il protagonista principale in questo film è Igor, il ragazzo che diverrà il fido assistente del pazzoide dottor Frankenstein, il dottore che vuole ridare la vita ai morti. L'ormai ex Harry Potter (D.Radcliffe) prova a sdoganarsi definitivamente dell'etichetta di mago, fornendo nel complesso una buona interpretazione. Sui film di Frankenstein rimane sempre l'amaro in bocca, in quanto ogni film sul tema in questione non è stato del tutto in grado di rappresentare nella sua più totale maestria il romanzo visionario della Shelley.
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