riccardo tavani
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venerdì 25 novembre 2016
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storia, dramma, ironia e grande cinema
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È la storia vera della sua famiglia che il commediografo e attore comico francese Kheiron adatta per lo schermo. L’autore-attore è alla sua prima regia ed interpretazione cinematografica, e nonostante egli sia un comico, l’opera è molto carica di Storia – con la S maiuscola – maledettamente drammatica. Drammatica sì, ma con delle improvvise entrature e battute comiche, ironiche da capogiro. Hibat, il padre dell’autore, fa appena in tempo a prendere la laurea da avvocato nel 1983 che il regime dello Scià lo sbatte in galera con una condanna a dieci anni per la sua attività di oppositore democratico di sinistra. Fuori dal carcere alla caduta quella dittatura, Hibat si sposa con Ferestheh, una bella infermiera professionale, con padre e madre anch’essi d’idee democratiche.
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È la storia vera della sua famiglia che il commediografo e attore comico francese Kheiron adatta per lo schermo. L’autore-attore è alla sua prima regia ed interpretazione cinematografica, e nonostante egli sia un comico, l’opera è molto carica di Storia – con la S maiuscola – maledettamente drammatica. Drammatica sì, ma con delle improvvise entrature e battute comiche, ironiche da capogiro. Hibat, il padre dell’autore, fa appena in tempo a prendere la laurea da avvocato nel 1983 che il regime dello Scià lo sbatte in galera con una condanna a dieci anni per la sua attività di oppositore democratico di sinistra. Fuori dal carcere alla caduta quella dittatura, Hibat si sposa con Ferestheh, una bella infermiera professionale, con padre e madre anch’essi d’idee democratiche. Nasce il loro figlio, ma questi non fa in tempo a compiere neanche un anno che il nuovo regime iraniano degli Ayatollah spicca un mandato di cattura contro di lui, sempre per la sua instancabile attività politica democratica. Si trova nella necessità inevitabile di scappare, per non marcire di nuovo in galera per molti anni. Si prepara a salutare figlio e moglie quando questa s’impone: “Andiamo via dall’Iran tutti e tre insieme o niente”.
Inizia un’odissea drammatica e faticosa, a piedi, a dorso di mulo, nel gelo delle montagne persiane per raggiungere con sicurezza la frontiera turca e di lì raggiungere Parigi, o meglio una sua degradata banlieue nella quale i novelli Giuseppe, Maria e Gesù troveranno riparo e vivranno per molti anni. Hibat e Ferestheh non smetteranno mai il loro impegno politico, sociale, culturale sia tra i loro connazionale sia nella variegata difficile realtà multirazziale del loro municipio.
Kheiron stacca un’opera d’indubbio valore proprio nel senso della forma squisitamente cinematografica, ossia delle immagini, delle sequenze cui dà forma, stratificandovi all’interno significati che travalicano, arricchiscono l’intreccio narrativo e i dialoghi. La combinazione drammaticità-comicità gli riesce mirabilmente naturale e diventa uno degli elementi di pregio e novità del film. Assolutamente da non perdere quando sarà nelle sale italiane.
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