no_data
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sabato 7 gennaio 2023
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veramente inguardabile
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Mi piace molto la fantascienza, e non tanto quella con le astronavi e gli alieni... ma qui con la fantascienza intellettuale abbiamo veramente esagerato. Film incomprensibile, tipo Super 8. Veramente inguardabile
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emanuele 1968
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martedì 21 gennaio 2020
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originale
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Visto ieri in TV su rai4 , non e il mio genere però penso sia curioso, un pò improbabile l'esperimento ma originale
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wathan
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domenica 1 settembre 2019
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il segnale.
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Bello, coinvolgente, "sincero", non è un caso che ormai il cinema americano nella maggior parte dei casi faccia schifo, questo invece non risulta asser così attendibile nei film indipendenti. Il regista W. Eubank riesce a "confezzionare" nonostante un badget molto ridotto, un ottimo film caratterizzato da mistero, claustrofobia, disperazione, speranza ed amore. Certo la storia non è molto originale attingendo a varie pellicole del passato, ma questo non limita più di tanto lo scorrere della trama anche se in alcuni casi è un po' blanda ma allo stesso tempo fascinosa. Lo consiglio vivamente. Voto 3,5/5.
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elgatoloco
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venerdì 12 gennaio 2018
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più che altro quanto non si vede...
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Talora, in certi film, in specie di SF e"horror fantastici"(per quanto la tassonomia dei generi spesso sarebbe anch'essa da rivedere...), conta più quanto non si vede e si intuisce che quanto è detto.mostrato. Idem, peraltro, in leravissime a litteratura. Lovecraft, specialmente, è importante specialmente per ciò che riesce a far immaginare e intuire più che per il"rappresentato", il dato in sé, volendo...Così qui: i famosi"signals", oltre a quelli espliciti e alle loro conseguenze anche gravissime, a livello fisico-chirurugico, sono interessanti per quanto ci fanno "intravvedere"più che"vedere"; dunque, oltre all'attesa, forse"spasmodica"(ciò dipende dai singoli, ovviamente), questo"The Signal"(2014, di Will Eubank, già sceneggiatore intelligente e accreditato)vale per quanto riesce a far capire senza mostrarlo.
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Talora, in certi film, in specie di SF e"horror fantastici"(per quanto la tassonomia dei generi spesso sarebbe anch'essa da rivedere...), conta più quanto non si vede e si intuisce che quanto è detto.mostrato. Idem, peraltro, in leravissime a litteratura. Lovecraft, specialmente, è importante specialmente per ciò che riesce a far immaginare e intuire più che per il"rappresentato", il dato in sé, volendo...Così qui: i famosi"signals", oltre a quelli espliciti e alle loro conseguenze anche gravissime, a livello fisico-chirurugico, sono interessanti per quanto ci fanno "intravvedere"più che"vedere"; dunque, oltre all'attesa, forse"spasmodica"(ciò dipende dai singoli, ovviamente), questo"The Signal"(2014, di Will Eubank, già sceneggiatore intelligente e accreditato)vale per quanto riesce a far capire senza mostrarlo. L'arrivo alla"centrale di messaggi", ma soprattutto le attese, i sospetti relativi alla sorte dei compagni di avventura-sventura, le"premonizioni"relative a quanto potrebbe avvenire etc sono rese con sospensioni, immagini sfumate, dissolvenze che richiamano"altro"in modo intelligente, per cui il film si colloca in un ambito(non direi"sottogenere", anche perché forse di questi ve ne sono fin troppi)che è da considerare più attentamente rispetto ad altre opere, in parte coeve(dunque degli ultimi anni, diciamo dell'ultimo lustro, pressapoco)nelle quali il tema o i temi sono fin troppo resi in immagini ed "esplicitati". Sul piano degli interpreti, se Laurence Fishbrune era/è una garanzia, è forse invece più che altro la bravissima e giovanissima Olivia Cooke a sorprendere positivamente, anche totalmente al di fuori di un genere"giovanilistico"che non ha riservato, engli ultimi tempi, sorprese eclatanti... El Gato
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xxx
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venerdì 17 novembre 2017
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visione piacevole.
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Finito di vedere pochi minuti fa, di sicuro The Signal si distingue dal solito film thriller fantascientifico americano, è non appartiene neanche a quella categoria di film molto tecnologici con effetti speciali sbalorditivi, ma con una sceneggiatura scarna, assolutamente no il regista Will eubank, sconoscito fino ad oggi dal sottorcitto, strizza l'occhio a registi immortali del calibro di kubrick proponendoci un film originale e valido sotto molti aspetti.
Gli effetti speciali di fatti ci sono, ma sono usati con inteligenza lasciando spazio anche a bellissimi scenari naturali dove è stato girato il film.
La storia parla di tre studenti del MIT, che un bel giorno fanno da esca ad un hacker furbo e scaltro che riuscira a rapirli, conducendoli in una casa abbandonata.
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Finito di vedere pochi minuti fa, di sicuro The Signal si distingue dal solito film thriller fantascientifico americano, è non appartiene neanche a quella categoria di film molto tecnologici con effetti speciali sbalorditivi, ma con una sceneggiatura scarna, assolutamente no il regista Will eubank, sconoscito fino ad oggi dal sottorcitto, strizza l'occhio a registi immortali del calibro di kubrick proponendoci un film originale e valido sotto molti aspetti.
Gli effetti speciali di fatti ci sono, ma sono usati con inteligenza lasciando spazio anche a bellissimi scenari naturali dove è stato girato il film.
La storia parla di tre studenti del MIT, che un bel giorno fanno da esca ad un hacker furbo e scaltro che riuscira a rapirli, conducendoli in una casa abbandonata..... non vi dico altro.
Consiglio la visione soprattutto agli amanti dei film di fantascienza a 360 gradi , i richiami ad altri film non mancano,forse sarebbe più corretto scrivere di "omaggi" vedi The blair witch project, e anche al grande scrittore P.K.Dick.
Ho dato solo tre stelle perchè anche se si tratta di un buon film, non mi ha coinvolto più di tanto a livello emotivo, anche nel finale, non so forse manca qualcosa.... ma ripeto consiglio la visione agli amanti (come me) del genere.
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rrr
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giovedì 2 febbraio 2017
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sorpresa
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Film notevole, tutto sommato, sicuramente merita di essere guardato.
Senza spoiler:
Le prime scene sono esteticamente curate e di piacevole atmosfera, riescono a creare immediatamente un terreno narrativo fecondo e attraversato da una tenue vena di inquietudine.
Un'escalation di eventi rapida chiama in causa Philip Dick e ci conduce ad uno stravolgimento d'ambientazione e dà quindi l'avvio alla storia vera e propria, claustrofobica e piena di interrogativi. In questa parte centrale del film spiccano le interpretazioni di Thwaites e di Fishburne, quest'ultimo prevedibilmente magistrale nel mantenere l'ambiguità del suo personaggio senza lasciare indizi allo spettatore sulla reale natura dei suoi fini.
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Film notevole, tutto sommato, sicuramente merita di essere guardato.
Senza spoiler:
Le prime scene sono esteticamente curate e di piacevole atmosfera, riescono a creare immediatamente un terreno narrativo fecondo e attraversato da una tenue vena di inquietudine.
Un'escalation di eventi rapida chiama in causa Philip Dick e ci conduce ad uno stravolgimento d'ambientazione e dà quindi l'avvio alla storia vera e propria, claustrofobica e piena di interrogativi. In questa parte centrale del film spiccano le interpretazioni di Thwaites e di Fishburne, quest'ultimo prevedibilmente magistrale nel mantenere l'ambiguità del suo personaggio senza lasciare indizi allo spettatore sulla reale natura dei suoi fini.
Per carità: il corpo della narrazione non è un trionfo di originalità, anzi, si rifugia spesso in citazioni più o meno esplicite ed il senso di dejà-vu è inevitabile in alcuni passaggi; tuttavia la trama non è banale ed il mistero di fondo viene sapientemente conservato fino all'ultima scena, scelta saggia che aiuta l'immedesimazione e mantiene alto il livello di coinvolgimento per tutto il film. Chi ha letto un po' di racconti del sopraccitato Philip Dick ritroverà un'atmosfera familiare in questo senso di rovesciamento della realtà intriso di paranoia: è questo in fondo il vero filo conduttore del film, e ciò che tiene legati tutti gli elementi.
Il colpo di scena finale non tradisce le aspettative, anche se rimane un po' di amaro in bocca per la scarsa profondità di alcuni personaggi che invece sarebbe stato bello esplorare più a fondo, così come avrebbe forse meritato maggiore spazio l'analisi della componente psicologica dei protagonisti, appena sfiorata.
Ad ogni modo film davvero meritevole che si destreggia con disinvoltura tra l'atmosfera da "teen movie" degli inizi e le dinamiche da thriller psicologico, senza mai cedere alla tentazione del B-movie "facile", nonostante qualche eccesso tecnico nella parte finale: assolutamente consigliato, un buon esempio di film senza pretese da kolossal ma efficace e ben confezionato.
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elgatoloco
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mercoledì 15 giugno 2016
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film di sospensioni, di passaggi
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Oltre a quanto si può dire su"The Signal"come film che sintetizza generi diversi, dalla SF al thriller, dal love-movie(è anche questo)al film"on the road"(siamo lontanissimi, certo, da Kerouac e da"Easy Rider", già peraltro lontanissimi tra loro), è sempre interessante il film di passaggi(con le relative dissolvenze, usate benissimo)e di sospensioni(anche qui la tecnica è efficacissima)che è"The Signal", dove una serie di segnali appunto si rimandano tra loro e, al di là dell'ibridazione(certo una delle chiavi di volta del film)creano una rete efficacissima, per cui un senso si trova proprio anche nell'enigma(contrariamente a una delle"verità apodittiche"affermate da Wittgenstein)che permane dopo la visione e ci induce ad andare oltre, guardando a quanto il film potrà generare, quanto a impressioni e a riflessioni, anche apparentemente del tutto scollegate e magari anche diacronicamente lontanissime dall'opera.
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Oltre a quanto si può dire su"The Signal"come film che sintetizza generi diversi, dalla SF al thriller, dal love-movie(è anche questo)al film"on the road"(siamo lontanissimi, certo, da Kerouac e da"Easy Rider", già peraltro lontanissimi tra loro), è sempre interessante il film di passaggi(con le relative dissolvenze, usate benissimo)e di sospensioni(anche qui la tecnica è efficacissima)che è"The Signal", dove una serie di segnali appunto si rimandano tra loro e, al di là dell'ibridazione(certo una delle chiavi di volta del film)creano una rete efficacissima, per cui un senso si trova proprio anche nell'enigma(contrariamente a una delle"verità apodittiche"affermate da Wittgenstein)che permane dopo la visione e ci induce ad andare oltre, guardando a quanto il film potrà generare, quanto a impressioni e a riflessioni, anche apparentemente del tutto scollegate e magari anche diacronicamente lontanissime dall'opera. Interpreti(a parte, certo, Fishburne)molto interessanti tutti/e. Film dickiano(ovvio che mi riferisco a Phil Dick)quant'altri mai... El Gato
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darkmage1975
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sabato 30 aprile 2016
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accozzaglia di clichè fantascientifici e horror
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Inizia bene: una storia d'amore problematica, un mistero. Poi per un po' sembra di assistere ad un nuovo episodio di Blair witch project (la sedia nell'angolo?) Poi cambia nuovamente "genere" se diventa thriller psicologico per virare poi in fretta sul genere azione pura e poi ancora supereroi alla Heroes. Finisce senza che riesca a decidere esattamente il genere in cui catalogarlo e lasciandomi pressapoco nulla, a parte la convinzione di aver perso un paio d'ore.
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kyotrix
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domenica 15 novembre 2015
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bello
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Bel, film, cattura la curiosità dello spettatore, peccato che il finale mi abbia lasciato un pò l'amaro in bocca ( colpo di scena che non mi ha colpito o emozionato ). Sto ripensando alla trama...Ok l'area51 e dove si trova alla fine, ma non capisco il senso/significato delle persone (?) a rischio contagio ( il camionista e la vecchietta ).
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ignazio vendola
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domenica 6 settembre 2015
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angosciante
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Il film da allo spettatore la sensazione di avere un peso sul petto per tutta la sua durata, a causa del clima angosciante in cui si muovono i protagonisti. Ottimo il ritmo narrativo: ogni volta che sembra chiarirsi il mistero in realtà esso di infittisce. Da Vedere? SI
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