Ulterior'aborto made in Sundance. Una tizia di Brooklyn, ancor'inetta col "safe sex" a 28 (ventotto) anni, rest'incinta e va in crisi di non si sa bene cosa. Verrà consolata dalla mamma che le confiderà com'anche lei, a 16 anni durant'il college, viss'un'analoga disavventura. Gillian Robespierre debutt'allungando il brodo del suo cortometraggio d'esordio ed è un estenuante rincorrersi fra la protagonista e il giovane padre dell'embrione: "Glielo dico o non glielo dico? Tanto non serve, ho già decis'io, non mi serv'il confronto col suo parere".
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Ulterior'aborto made in Sundance. Una tizia di Brooklyn, ancor'inetta col "safe sex" a 28 (ventotto) anni, rest'incinta e va in crisi di non si sa bene cosa. Verrà consolata dalla mamma che le confiderà com'anche lei, a 16 anni durant'il college, viss'un'analoga disavventura. Gillian Robespierre debutt'allungando il brodo del suo cortometraggio d'esordio ed è un estenuante rincorrersi fra la protagonista e il giovane padre dell'embrione: "Glielo dico o non glielo dico? Tanto non serve, ho già decis'io, non mi serv'il confronto col suo parere". Rom-com flaccidissima, sfilza di battute sguaiate, grossolane, sporche, volgari, tanto sessualment'esplicite quant'inefficaci a strappare un solo risolino e che però la nicchia indie sdogana come presunt'approd'a chissà quale emancipazione. Fra i personaggi son'infilat'il miglior amico gay d'obbligo (il Rupert Everett del caso), il genitore con la sindrome di Peter Pan, la genitrice dura fuori e tenerona dentro, e non manca neppure la libreria che deve chiudere per superiori ragion'economiche. Dal momento che la trama e la caratterizzazione dei comprimari son'inconsistenti, privi di spessor'e tensione, "il film non attecchirà nel vostro cervello abbastanz'a lungo per il messaggio sull'argomento" (Perry Seibert, "Allmovie").
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