alessiobruno
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giovedì 10 maggio 2018
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la tv interpreta il ruolo di civile richiamo
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Latrama della fiction ha suscitato diverse reazioni: la prima per la piacevole interpretazione di Luca Zingaretti, sempre bravo e per l'intensità dell'espressione - anche se la regia ha scelto una tecnica di recitazione che, mettendo in risalto le incertezze intime del giudice l'hanno obbligato ad un'interpretazione un po' più goffa rispetto ai ruoli ricoperti finora, come per il ruolo del Commissario Montalbano, di superiore identità recitativa e di intime certezze in essa configurate.
Mi é piaciuta tanto l'ambientazione scarna, quasi desertica, che fa volare la fantasia dello spettatore ad una regione che, forse, non esiste più, ma rende il senso di immensa solitudine di chi si trova a lottare in solitudine vicende e fatti legati alla mafia nelle sue varie sfaccettature territoriali, fino a lambire i motivi di difficile applicazione del diritto contro i grandi poteri nazionali ed internazionali che riversano tragiche conseguenze su una popolazione incolpevole che espia una pena immeritata sia in termini economici e di equità non rispettata.
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Latrama della fiction ha suscitato diverse reazioni: la prima per la piacevole interpretazione di Luca Zingaretti, sempre bravo e per l'intensità dell'espressione - anche se la regia ha scelto una tecnica di recitazione che, mettendo in risalto le incertezze intime del giudice l'hanno obbligato ad un'interpretazione un po' più goffa rispetto ai ruoli ricoperti finora, come per il ruolo del Commissario Montalbano, di superiore identità recitativa e di intime certezze in essa configurate.
Mi é piaciuta tanto l'ambientazione scarna, quasi desertica, che fa volare la fantasia dello spettatore ad una regione che, forse, non esiste più, ma rende il senso di immensa solitudine di chi si trova a lottare in solitudine vicende e fatti legati alla mafia nelle sue varie sfaccettature territoriali, fino a lambire i motivi di difficile applicazione del diritto contro i grandi poteri nazionali ed internazionali che riversano tragiche conseguenze su una popolazione incolpevole che espia una pena immeritata sia in termini economici e di equità non rispettata. Complimenti a tutto il cast, egualmente speciale.
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peanoangela
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martedì 11 marzo 2014
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luca zingaretti
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Ho trovato il racconto e la recitazione molto piacevole, poi Luca Zingaretti fa parte dei miei attori preferiti, quindi
pur non essendo in grado di recensire con proprietà autentica di conoscitore, mi limito a dire la piacevolezza di una
serata passata a godermi questo spettacolo.
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figliounico
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lunedì 15 maggio 2023
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il falso mito della mafia buona
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Cast decoroso di ottimi attori italiani, tra cui spicca l’interpretazione del padrino d’altri tempi, intensa e convincente, di Maurizio Marchetti, l’antagonista dell’eroe positivo, ovvero di Zingaretti, che rifà con successo il suo solito Montalbano in versione giudice antimafia. La regia di Carlei è ovviamente televisiva dal momento che il film è nato come miniserie tv, la trama è tratta da un romanzo di Gangemi. Ma quello che colpisce è il soggetto, straordinariamente attuale, perché ripropone il vecchio mito, tornato di moda, della mafia buona con la quale è possibile, per uomini dello Stato, allearsi temporaneamente, al di fuori delle regole prescritte dalla legge sui collaboratori di giustizia, per sconfiggere quella cattiva.
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Cast decoroso di ottimi attori italiani, tra cui spicca l’interpretazione del padrino d’altri tempi, intensa e convincente, di Maurizio Marchetti, l’antagonista dell’eroe positivo, ovvero di Zingaretti, che rifà con successo il suo solito Montalbano in versione giudice antimafia. La regia di Carlei è ovviamente televisiva dal momento che il film è nato come miniserie tv, la trama è tratta da un romanzo di Gangemi. Ma quello che colpisce è il soggetto, straordinariamente attuale, perché ripropone il vecchio mito, tornato di moda, della mafia buona con la quale è possibile, per uomini dello Stato, allearsi temporaneamente, al di fuori delle regole prescritte dalla legge sui collaboratori di giustizia, per sconfiggere quella cattiva. Esisterebbe quindi analogamente in questo caso una Ndrangheta buona e una Ndrangheta cattiva. Non c’è da meravigliarsi che si propagandino queste false credenze, non senza conseguenze per l’immaginario collettivo di una popolazione già alla deriva sul piano etico, in un Paese dove non è la fantasia di un romanziere bensì sentenze scritte in punto di diritto da dotti magistrati a mettere nero su bianco tali perniciose favolette.
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