Anita B. |
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Un film di Roberto Faenza.
Con Eline Powell, Robert Sheehan, Andrea Osvárt, Antonio Cupo, Nico Mirallegro.
continua»
Drammatico,
durata 88 min.
- Italia, Ungheria, USA 2014.
- Good Films
uscita giovedì 16 gennaio 2014.
MYMONETRO
Anita B.
valutazione media:
2,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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MODESTOdi Luigi ChiericoFeedback: 36971 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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mercoledì 28 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film con molte pretese ma decisamente modesto in ogni sua componente, si affida alla dolce e brava Eline Powell, che interpreta la parte della giovane Anita. I riferimenti alla disumana vita trascorsa dalla giovanissima ebrea Anita ad Auschwitz, campo nazista di concentramento di torture e morte, sono soltanto evocati e respinti da chi vuole dimenticare. Nel film a voler dimenticare è proprio chi ha perso fratello e genitori. Vuol essere un’accusa al mondo che vuole che oggi non se ne parli più, è storia che non ci appartiene. Ma la vicenda si svolge appena qualche tempo dopo della fine della guerra, quando c’erano ancora morti nelle fosse comuni da seppellire. Anita viene condotta dalla Croce Rossa dall’Ungheria in Cecoslovacchia e affidata a Monika (Andrea Osvart) sorella del padre che vive col marito Aron e suo fratello Eli. In un mondo così stravolto la gente si chiede:”Ormai non sappiamo più chi siamo!”. Eli di un cavallo, che corre sui prati verdi pronto a rispondere al suo richiamo, dice: “Almeno lui è libero”. E’ finita la guerra ma nel 1948 e nel 1968 (vedi il periodo che va sotto il nome La Primavera di Praga) la nazione conosce ancora gli orrori dell’oppressione, dell’ invasione, ancora non è LIBERA. La parodia dell’incontro tra Hitler e Mussolini, che non si intendono come devono salutarsi, imitandosi come due marionette, l’ho trovata indovinata. Non si può dire che il film sia in technicolor perché volutamente il mondo intero sembra ancora coperto della cenere e fumo dei corpi arsi vivi. Ma questa è una mia impressione. I colori prendono corpo verso la fine del film quando sembra prossima l’alba di un nuovo giorno tanto atteso. Il giorno in cui non ci sarà più nessuno che si suiciderà per non essere condotto in campi di concentramento, su carri ferroviari persone stipate peggio che bestie. La vita di Anita è sempre in pericolo e ad aggravare la sua posizione è il rapporto con Eli con cui deve condividere prima la camera da letto e poi il letto. La tragedia che dalla morte porta alla vita conduce Anita ad una scelta coraggiosa, una decisione che la porterà lontana nella terra promessa, dove però non si trova pace neanche oggi dopo oltre mezzo secolo.chibar22@libero.it
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