ignazio vendola
|
domenica 6 aprile 2014
|
una delusione
|
|
|
|
Film decisamente sopravvalutato, con qualche gag all'interno di una trama piatta che non ispira neanche un divertimento malinconico; molto giocato su Battiston, che suona la sola corda della sua origine veneta, senza dare molto di più. Da vedere=NO.
|
|
[+] lascia un commento a ignazio vendola »
[ - ] lascia un commento a ignazio vendola »
|
|
d'accordo? |
|
paola d. g. 81
|
domenica 23 marzo 2014
|
indimenticabile
|
|
|
|
Un piccolo gioiello, tenero, profondo e poetico, un film che ti rimane dentro. Battiston superlativo, come sempre. Da guardare e riguardare!
|
|
[+] lascia un commento a paola d. g. 81 »
[ - ] lascia un commento a paola d. g. 81 »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
giovedì 20 marzo 2014
|
bella storiella
|
|
|
|
Bella storiella ma neanche tanto. Battiston mattatore, riempie letteralmente la scena in tutti i sensi, uno che sa rendersi perfettamente odioso, un lavativo da caricatura, despota del nipote 16enne Zoran così compìto ed educato, che proviene dalla Slovenia ed ha imparato un italiano aulico da due libri letterari. Sembra quasi impossibile che questo zio "impossibile", apostrofato dal collega con cui lavora in una cucina di casa di riposo come uno "che non ha sentimenti, solo capace di bere e trattare male gli altri", improvvisamente rinsavisca e diventi persona di buon senso. L'affetto di Zoran, che a lui si lega, potrebbe tutto ma il film ha tanto del "teatrino dell'assurdo" ed è improbabile che tutto si appiani e finisca con una grande risata dei due.
[+]
Bella storiella ma neanche tanto. Battiston mattatore, riempie letteralmente la scena in tutti i sensi, uno che sa rendersi perfettamente odioso, un lavativo da caricatura, despota del nipote 16enne Zoran così compìto ed educato, che proviene dalla Slovenia ed ha imparato un italiano aulico da due libri letterari. Sembra quasi impossibile che questo zio "impossibile", apostrofato dal collega con cui lavora in una cucina di casa di riposo come uno "che non ha sentimenti, solo capace di bere e trattare male gli altri", improvvisamente rinsavisca e diventi persona di buon senso. L'affetto di Zoran, che a lui si lega, potrebbe tutto ma il film ha tanto del "teatrino dell'assurdo" ed è improbabile che tutto si appiani e finisca con una grande risata dei due. Certo nei film si creano pretesti per dimostrare una tesi o rendere plausibile una storia ma "Zoran - Il mio nipote scemo" passa lieve come acqua fresca. Pretestuoso, appunto, con spreco di buoni attori.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 17 marzo 2014
|
se drugo lebowski avesse bevuto tocai
|
|
|
|
Drugo Lebowski incontra Rain man nel bel mezzo delle campagne friulane. Al posto di poker e bowling, le freccette. Si respira un'aria mazzacurattiana.
Un buon film, a tratti un po' lento. Meraviglioso Battiston in una versione cattiva inedita e molto lontana dai personaggi orsacchiottosi a lui solitamente riservati. Di una misura deliziosa e talvolta spaesante il giovane protagonista. Estremamente piacevoli regia e montaggio. Personaggi ben riusciti. La fotografia, le campagne grige, la frontiera est non possono non far pensare a Mazzacurati di cui Oleotto può essere un degno erede.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
liuk!
|
domenica 2 marzo 2014
|
grandissimo battiston
|
|
|
|
La pellicola in sé e per sé non dice molto, scorre via senza troppe emozioni, ma la prova di Battiston é superba e da sola vale il prezzo del biglietto.
Da vedere.
|
|
[+] lascia un commento a liuk! »
[ - ] lascia un commento a liuk! »
|
|
d'accordo? |
|
titho67
|
mercoledì 26 febbraio 2014
|
finalmente
|
|
|
|
personaggi, ambienti e culture che rispecchiano, quasi dimenticandomi si tratti di un film, la cultura e le radici della ruralita' friulana. Coinvolgente, divertente ed avvolgente. Un immenso Battiston, non una novità, ottimo cast, ambientazioni e dialoghi che trasudano realtà rurale.
|
|
[+] lascia un commento a titho67 »
[ - ] lascia un commento a titho67 »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
martedì 25 febbraio 2014
|
lungo le strade del vino
|
|
|
|
Fare un film sul vino battendo le strade della veritas contestualizzando l’azione in un paesino della provincia di Gorizia al confine con la Slovenia. Sembra un assunto strano eppure la frontiera della nuova commedia italiana è in questo piccolo ma deciso film uscito in sordina a Venezia durante la passata settantesima mostra del cinema. Matteo Oleotto è un regista fruliano trapiantato a Roma che decide di realizzare un film sociale, un apologo divertente e a tratti “ubriaco” lungo i vigneti della sua terra goriziana.
Sceglie come protagonista l’efficace Battiston, corpulento attore teatrale- rivelazione delle commedie italiane degli ultimi tempi- qui in perfetta sintonia tra cinismo e cialtroneria, tra ubriachezza e risentimento nei panni di Paolo Bressan un alcolista solitario dell’ancor più solitario borgo di provincia incapace di instaurare rapporti o relazioni sociali con chicchessia.
[+]
Fare un film sul vino battendo le strade della veritas contestualizzando l’azione in un paesino della provincia di Gorizia al confine con la Slovenia. Sembra un assunto strano eppure la frontiera della nuova commedia italiana è in questo piccolo ma deciso film uscito in sordina a Venezia durante la passata settantesima mostra del cinema. Matteo Oleotto è un regista fruliano trapiantato a Roma che decide di realizzare un film sociale, un apologo divertente e a tratti “ubriaco” lungo i vigneti della sua terra goriziana.
Sceglie come protagonista l’efficace Battiston, corpulento attore teatrale- rivelazione delle commedie italiane degli ultimi tempi- qui in perfetta sintonia tra cinismo e cialtroneria, tra ubriachezza e risentimento nei panni di Paolo Bressan un alcolista solitario dell’ancor più solitario borgo di provincia incapace di instaurare rapporti o relazioni sociali con chicchessia.
A causa di circostanze fortuite quanto tragiche (la morte della sconosciuta zia), la sua esistenza subisce la (per lui) malaugurata avventatezza di dover badare al nipote sloveno (lo Zoran del titolo), adolescente sensibile, rimasto solo dopo la scomparsa della madre, restio ad ogni relazione sociale, un novello Leopardi ingobbito tuttavia non dall’estro creativo poetico quanto da una più prosaica abilità nel gioco delle freccette.
Intravedendo nelle notevoli capacità del silente nipote, una possibilità di “emancipazione” dalla maschera dell’ubriacone e dal fervente disprezzo nei confronti di tutta la comunità di provincia da cui è bollato come “eversivo”, il novello Ebezener Scoorge di dickensiana memoria, allena il nipote al torneo internazionale di freccette a Glasgow allo scopo di incassare il gruzzolo con cui ricominciare. Iniziano così gli “allenamenti” e noi spettatori ridiamo (sotto i baffi,chi li ha) dietro le peripezie dell’ondivago moto della freccetta che fende l’aria ma non colpisce il bersaglio come stabilito. “Un po’ più a sinistra, ricorda che nel tiro c’è anche l’anima di tua madre, di tuo padre e che altrimenti finisci stampato a una casa famiglia, caro Zagor”
Paolo Bressan è cupido, agisce con interesse, vede nei soldi l’unico mezzo di affermazione per sé ma soprattutto per gli altri, è privo di un calore umano che possa fargli comprendere l’esistenza di un “bicchiere mezzo pieno” fatto di analcolica fiducia verso il prossimo; Zoran, al contrario è il classico timido di provincia, sommesso, dal linguaggio forbito, debole e privo di una personalità tale anche da impedirgli di iniziare una storia d’amore con la figlia del direttore del coro di provincia. Paolo e Zoran sono due specchi dello stesso piano, due anime destinate a incontrarsi e a trovare il calore necessario nel gelo dei rapporti umani della comunità attraverso il vino,la fallace ebbrezza che consentirà a entrambi di mostrare il loro vero io.
Tra chiacchierate e allenamenti, tra la visione di film di “vincitori” e la partecipazione forzata ai canti gregoriani, i due antitetici personaggi impareranno a conoscersi meglio colmando il vuoto delle loro esistenze e iniziando un nuovo percorso di vita rianimato da pulsioni tonificanti come amore (anche se deluso), solidarietà e sanando infine alcune ferite rimaste aperte da troppo tempo.
Non solo: sotto la scorza del buddy movie, Oleotto confeziona una pellicola con punte di rara intensità in una commedia (gli accordi cantati da Zoran durante un’esecuzione di canto, sono struggenti così come gli incontri tra Anita e Zoran) senza scadere nell’eccesso del sentimentalismo lungo l’asse dolciastro del pathos narrativo.
Zoran il mio nipote scemo(che poi scemo non è.. o se lo è è al pari livello dello zio nell’inettitudine dei rapporti umani) descrive il microcosmo dei rapporti intimi, volubili e assai lunatici dell’universo umano preda di una sbronza perenne,caracollante di veracità incompresa (è il caso di Paolo sconfitto nell’amore per un uomo assai più stabile) o di incerta conoscenza di sé (Zoran).
Come un vino, anche la pellicola di Oleotto è inizialmente pacata, soft per poi scoprire- quando assaporata sino in fondo- le amarezze e i dissapori figli della frustrazione e dell’accidia sociale destinati a cambiare per sempre le esistenze dei protagonisti.
Il tutto con spirito oggettivo, mai ingenuo anche se un po’ superficiale nella seconda parte, scarno nell’interpretazione con punte di sano grottesco negli umori accesi obnubilati dal liquido rosso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
eskimo73
|
giovedì 13 febbraio 2014
|
meraviglioso!!!
|
|
|
|
Altro che i film di Checco Zalone, quà siamo su un altro pianeta!! Ho riso per quasi tutto il film,fino a quando viene rivelata in maniera superlativa la vera faccia dell'alcolismo, la piaga in assoluto più subdola. Vorrei dare la mano a tutti gli attori di questo piccolo capolavoro e dire loro complimenti; i personaggi mi sono rimasti nel cuore: da Paolo il protagonisata a Zoran il nipote timido ma saggio; dall'ubriacone nel bar che faceva i monologhi con se stesso, al barista amico di Paolo, soprattutto mi ha colpito l'interpretazione delll'amico/collega balbuziente di Paolo (uno strepitoso Giuseppe Battiston) che con una grossissima forza d'animo, inaspettatamente riesce a metterlo davanti alla realtà di alcolizzato in cui si era trasformato.
[+]
Altro che i film di Checco Zalone, quà siamo su un altro pianeta!! Ho riso per quasi tutto il film,fino a quando viene rivelata in maniera superlativa la vera faccia dell'alcolismo, la piaga in assoluto più subdola. Vorrei dare la mano a tutti gli attori di questo piccolo capolavoro e dire loro complimenti; i personaggi mi sono rimasti nel cuore: da Paolo il protagonisata a Zoran il nipote timido ma saggio; dall'ubriacone nel bar che faceva i monologhi con se stesso, al barista amico di Paolo, soprattutto mi ha colpito l'interpretazione delll'amico/collega balbuziente di Paolo (uno strepitoso Giuseppe Battiston) che con una grossissima forza d'animo, inaspettatamente riesce a metterlo davanti alla realtà di alcolizzato in cui si era trasformato.
Comunque tutti gli attori anche i personaggi minori hanno contribuito in modo fondamentale al film, se per ipotesi avessimo tolto qualcuno di loro sarebbe crollata "l'impalcatura". In più questo film mi ha riportato alla mente quando andavo in Slovenia con il Kajak per scendere il meraviglioso fiume Soca, che bei tempi!
Peccato che questi film gioiello, nel nostro paese non vengano pubblicizzati abbastanza, INVECE DI BOMBARDARCI CON SPOT SUI BRUTTISIIMI FILM DI NATALE, DATE RILIEVO A QUESTE OPERE CHE ALMENO TI LASCIANO QUALCOSA DI IMPORTANTE NEL CUORE.
Andate a vederlo CONSIGLIATISSIMO!!!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eskimo73 »
[ - ] lascia un commento a eskimo73 »
|
|
d'accordo? |
|
babis
|
venerdì 27 dicembre 2013
|
un film che emoziona
|
|
|
|
Paolo Bressan, un uomo estremamente egoista a ripiegato su se stesso, senza alcun interesse se non il bere, abitante della campagna friulana, "eredita" per qualche giorno il nipote Zoran, che si dimostra non solo campione di freccette, ma anche campione nel permettere a Paolo di guardare il mondo cho occhi nuovi.
Il film si segnala per l'ottima interpretazione di Battiston e Celio, con quello sguardo impossibile da capire e per la bravura du questo regista capace davvero di far emozionare in maniera positiva e toccante.
|
|
[+] lascia un commento a babis »
[ - ] lascia un commento a babis »
|
|
d'accordo? |
|
robynieri
|
giovedì 12 dicembre 2013
|
un buon brindisi, ma senza champagne
|
|
|
|
Un bel brindisi ad un film che intrattiene piacevolmente, ma niente più. La sceneggiatura, forse, avrebbe avuto bisogno di dialoghi più incisivi. NB: Battiston gran personaggio!
|
|
[+] lascia un commento a robynieri »
[ - ] lascia un commento a robynieri »
|
|
d'accordo? |
|
|