hollyver07
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venerdì 29 novembre 2013
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diverte senza esaltare, chissà se i nativi...?!
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Ciao. Filmetto d'animazione che nulla aggiunge al filone delle eroiche imprese di animali antropomorfizzati. In esito a quanto affermato, il riassumere la vicenda sarebbe solo un esercizio di gratuita leziosità. In ambito diciamo... tecnico, registico, sviluppo della trama e ritmo narrativo, il film è correttamente realizzato e per questo giustamente apprezzabile. Sono altrettanto evidenti i chiari rimandi ad altre pellicole che hanno sfruttato la tematica temporale e le rispettive implicazioni nell'origine delle trame stesse. In merito all'argomento di base del film... beh... mi sento di contestare una sorta di "mancanza di tatto" che al sottoscritto è apparsa evidente e tenterò di chiarire il mio pensiero.
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Ciao. Filmetto d'animazione che nulla aggiunge al filone delle eroiche imprese di animali antropomorfizzati. In esito a quanto affermato, il riassumere la vicenda sarebbe solo un esercizio di gratuita leziosità. In ambito diciamo... tecnico, registico, sviluppo della trama e ritmo narrativo, il film è correttamente realizzato e per questo giustamente apprezzabile. Sono altrettanto evidenti i chiari rimandi ad altre pellicole che hanno sfruttato la tematica temporale e le rispettive implicazioni nell'origine delle trame stesse. In merito all'argomento di base del film... beh... mi sento di contestare una sorta di "mancanza di tatto" che al sottoscritto è apparsa evidente e tenterò di chiarire il mio pensiero. Intanto un quesito: in questa moderna favoletta animalista-vegetariana chi... realmente assunse il ruolo di tacchini ai quali fecero la "festa"? Risposta semplice... i nativi di quelle terre...! Nel film, gli stessi appaiono sostanzialmente come effettivamente erano, ovvero persone che vivevano nel loro ambiente tribale seguendo i loro usi e costumi. Essi, a dispetto di tutte le offensive etichette che gli furono (pretestuosamente) appiccicate, si dimostrarono fin troppo amichevoli e disponibili nei confronti dei presunti "padri pellegrini" - una accozzaglia d'avventurieri approfittatori di credo calvinista e battista (i soliti noti dell'umanità... barbari, arroganti ed avidi europei che di "padri" e "pellegrini" nulla potevano vantare). Mi verrebbe quasi da pensare che se i nativi avessero avuto qualche cannibalsesca abitudine... forse avrebbero fatto la stessa fine... ma qualche soddisfazione (anche gastronomica...) nei confronti degli invasori se la sarebbero pur tolta, a buon diritto giustificando il cliché di "selvaggi". Cosa c'entra tutto questo con un film d'animazione? Direi quasi nulla, peccato però che certi argomenti, tipo il completo annichilimento delle culture continentali (Nord/Sud), siano frequentemente snobbati magari a favore di filmetti su tacchini che provino a salvarsi pelle e penne! Cattivi pensieri e opinioni nebulose a parte, il film pur carente in termini di una forte impronta comica, è davvero rilassante e gradevole da vedere. Assolutamente da evitare il confronto con "Galline in fuga", proprio non esiste! A partire dai titoli originali -Chiken run e Free birds- dal tipo d'animazione e la rispettiva gradevolezza realizzativa ottenuta - alta (polli) e media (tacchini)-. Il voto corretto credo che si attesterebbe a 2,5 stelle (non luminose) ma dopo aver visto "Planes" le tre stelle son quasi obbligate. Ad ogni buon conto, lo consiglierei per una serata con i bimbi e giusto per qualche momento di spensieratezza. Buona visione e saluti a tutti
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pensierocivile
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lunedì 16 dicembre 2013
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in fuga dai tacchini
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Il primo lungometraggio di computer grafica realizzato dal Reel FX Animation Studios di Dallas, non si allontana dal solco tracciato da quasi tutte le opere prime, in precario equilibrio fra pregi e difetti. L'esagerata voglia di raccontare, di mettere carne al fuoco dei due sceneggiatori non facilita l'approccio al film, un intrigo inestricabile di argomenti e citazioni: dalla presa di coscienza del protagonista Reggie, ad un passo dall' essere cotto in forno, a Galline in fuga; dalla grazia del Presidente degli Stati Uniti con figlia troppo simile alla Agnes di Cattivissimo me, alla comparsa di Jake, personaggio invece, troppo simile ai pinguini di Madagascar; dalla macchina del tempo al super computer dall'ingegno sottile e dai modi alla Hal 9000.
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Il primo lungometraggio di computer grafica realizzato dal Reel FX Animation Studios di Dallas, non si allontana dal solco tracciato da quasi tutte le opere prime, in precario equilibrio fra pregi e difetti. L'esagerata voglia di raccontare, di mettere carne al fuoco dei due sceneggiatori non facilita l'approccio al film, un intrigo inestricabile di argomenti e citazioni: dalla presa di coscienza del protagonista Reggie, ad un passo dall' essere cotto in forno, a Galline in fuga; dalla grazia del Presidente degli Stati Uniti con figlia troppo simile alla Agnes di Cattivissimo me, alla comparsa di Jake, personaggio invece, troppo simile ai pinguini di Madagascar; dalla macchina del tempo al super computer dall'ingegno sottile e dai modi alla Hal 9000. Quando Reggie e Jake tornano indietro nel tempo, finalmente il film rallenta, comincia a descrivere, a delineare comprimari, caratteri e relazioni, sembra raggiungere anche un buon equilibrio fra azione, racconto e ironia, appoggiandosi all'idea migliore, quella di rappresentare i tacchini con le fattezze e lo spirito dei nativi americani. Purtroppo l'armonia dura poco, il vortice del racconto risucchia tutte le buone idee ricominciando la corsa, fra western, azione, fantascienza e gli immancabili riferimenti (Ritorno al futuro). Il finale è disneyano che più disneyano non si può, morale limpida e ben in evidenza, abbracci fra buoni e cattivi (coloni e indiani che mangiano insieme la pizza), scelte prevedibili, l'amore sopra ogni cosa, porte aperte per un eventuale sequel.
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