chiara blake
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martedì 10 dicembre 2013
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incontro dettato dal destino
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Una storia d'amore non originale resa speciale dall'ambientazione frenetica della terra indiana che racconta di Ila, un amorevole moglie che cerca di riconquistare il cuore del marito con l'aiuto di esotiche ricette di cucina, vede inspiegabilmente sbagliare la consegna della lunchbox. Dal destinatario previsto che è il marito, il suo sforzo prelibato verrà conseganto ad un perfetto sconosciuto. La reciproca voglia di conoscersi, da una parte per scoprire la persona che apprezza così ferocemente i suoi sforzi culinari e dall'altra per scoprire l'autore di quei memorabili piatti li porterà ad avvicinarsi in un approccio epistolare attraverso la tanto famosa lunchbox.
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Una storia d'amore non originale resa speciale dall'ambientazione frenetica della terra indiana che racconta di Ila, un amorevole moglie che cerca di riconquistare il cuore del marito con l'aiuto di esotiche ricette di cucina, vede inspiegabilmente sbagliare la consegna della lunchbox. Dal destinatario previsto che è il marito, il suo sforzo prelibato verrà conseganto ad un perfetto sconosciuto. La reciproca voglia di conoscersi, da una parte per scoprire la persona che apprezza così ferocemente i suoi sforzi culinari e dall'altra per scoprire l'autore di quei memorabili piatti li porterà ad avvicinarsi in un approccio epistolare attraverso la tanto famosa lunchbox.
Un film che a dispetto di quanto credevo mi ha piacevolemente convinto. Il regista Ritesh Batra porta lo spettatore a conoscere due personalità incomplete. Ila (Nimrat Kaur), moglie indiana che si occupa amorevolmente della famiglia cucinando e pulendo senza mai lamentarsi o chiedere alcunché al marito se non un briciolo d'amore e di considerazione. E Saajan (Irrfan Khan), un vedovo indipendente molto burbero che vive una vita raccolta tra casa e ufficio. L'incontro "letterario" farà da narratore nella cultura intorno a loro e aiuterà a far conoscere una parte della loro vita da molto dimenticata, l'amore.
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zoom e controzoom
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martedì 10 dicembre 2013
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orientale non usuale
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I film di produzione indiana che fino ad ora ho potuto vedere, sono molto lontani dalla mia capacità di apprezzarne i valori sostanziali di quella cinematografia, ma così non è stato per questa produzione – che non è però totalmente indiana.
La delicata possibile storia d’amore tra i due personaggi, finisce per escludere tutto il resto del mondo e si focalizza su elementi a coppia: Ila e la zia, peraltro fisicamente invisibile; Ila e il marito, peraltro come se fosse invisibile tanto non comunica con la moglie; Ila e Irrfan, che se era invisibile prima in quanto uomo solitario, vedovo scorbutico, diventa visibile attraverso il casuale rapporto creato da Ila-cibo/confidenza.
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I film di produzione indiana che fino ad ora ho potuto vedere, sono molto lontani dalla mia capacità di apprezzarne i valori sostanziali di quella cinematografia, ma così non è stato per questa produzione – che non è però totalmente indiana.
La delicata possibile storia d’amore tra i due personaggi, finisce per escludere tutto il resto del mondo e si focalizza su elementi a coppia: Ila e la zia, peraltro fisicamente invisibile; Ila e il marito, peraltro come se fosse invisibile tanto non comunica con la moglie; Ila e Irrfan, che se era invisibile prima in quanto uomo solitario, vedovo scorbutico, diventa visibile attraverso il casuale rapporto creato da Ila-cibo/confidenza.
La storia è ben modulata nel crescendo rispettoso di canoni di rapporti uomo donna dall’impronta orientale, è molto equilibrata senza sbordare in eccessi macchiettistici.
Originale il rapporto profondo che esiste tra Ila e la zia, si può quasi attribuirlo ad una napoletaneità eduardiana, di rapporto da balcone e balcone; qui è molto saggio, molto profondo e molto complice.
Tra i due sposi invece non c’è nessuna complicità e nessun affetto nonostante i tentativi della donna. Da questa volontà, parte il legame con lo sconosciuto, legame trattato in modo possibilista nella sua linearità.
Coronamento ricco e con spunti interessanti e non usuali, invece sono le ambientazioni, interne ed esterne, che isolano ancora di più i personaggi all’interno dei personali sentimenti che rimangono come protetti dal caos della vita quotidiana in un mondo eccessivo per noi occidentali, anche..in un vagone di prima classe. Colpiscono molto le inquadrature dei cibi, inquadrature che trasmettono quasi i sapori e i profumi che da quei cibi devono probabilmente espandersi.
Film delicato e coinvolgente che apre uno squarcio su una filmografia che pare qui avvicinarsi molto di più al nostro gusto/conoscenza e che ci penalizza nelle altre occasioni eccessive.
Vale quindi però, come il detto comune vuole, che l’uomo, si prende per la gola..
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drumtaps
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sabato 7 dicembre 2013
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delicato quadro sociale
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Dietro una delicatissima corrispondenza che via via si fa sempre più coinvolgente, il quadro di un India maschilista , nel difficile passaggio tra pseudomodernità e tradizione.Ben costruito, emoziona senza mai andare fuori dalle righe ed anche il finale incerto si colloca in una dimensione aperta ed in linea con tutto il film , mai scontato.Bravi anche gli attori.
Da non perdere.
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siebenzwerg
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sabato 7 dicembre 2013
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due cuori silenziosi
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Non sarà un'idea originalissima né sorprendente quella di un sentimento che si sviluppa giorno per giorno grazie allo scambio di bigliettini, ma per come si colloca la storia nella nostra epoca di internet, i messaggi nel termos del pranzo fanno una gran tenerezza. Perché in realtà non è l'impossibilità materiale di comunicare che isola le vite dei due protagonisti, ma la direzione delle loro esistenze, le loro strade, che hanno portato Saajan a chiudersi alla gioia di vivere, nella precoce vecchiaia del suo lutto, e Ila a votarsi al marito ingrato. Sono le loro anime a essere ingabbiate, anche in mezzo alla città più affollata.
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Non sarà un'idea originalissima né sorprendente quella di un sentimento che si sviluppa giorno per giorno grazie allo scambio di bigliettini, ma per come si colloca la storia nella nostra epoca di internet, i messaggi nel termos del pranzo fanno una gran tenerezza. Perché in realtà non è l'impossibilità materiale di comunicare che isola le vite dei due protagonisti, ma la direzione delle loro esistenze, le loro strade, che hanno portato Saajan a chiudersi alla gioia di vivere, nella precoce vecchiaia del suo lutto, e Ila a votarsi al marito ingrato. Sono le loro anime a essere ingabbiate, anche in mezzo alla città più affollata. La fatalità crea il contatto tra le due solitudini. Le fa sbalzare dai binari di una vita programmata. Mette alla prova della verità la loro intenzione di vivere, svela la loro capacità di rischiare fino all'ultimo, misura il loro coraggio di cambiare e porta alla luce quel che davvero in fondo desiderano. L'uso frequente della voce fuori campo in questo non ha la funzione di supplire a ciò che manca come sceneggiatura ma, sotto l'espediente della lettura a voce alta del testo dei biglietti, serve filmicamente a sottolineare l'impermeabilità con cui i due protagonisti scorrono in mezzo agli altri, avvolti nei loro pensieri segreti. Cosa succede in fondo? Tutta la storia è molto semplice ma ogni passo, ogni pennellata del quadro, permette di apprezzare quel che costituisce l'umanità dei due protagonisti. Stranamente questo film non ho trovato nessun richiamo a una cultura orientale ma piuttosto a un fondo di fantasiosa malinconia latino-americana, come alcuni romanzi di Puig o Garcia Marquez. La regia, sempre discreta, riesce a mettere insieme immagini, pensieri e impressioni per trasmettere suggestioni attraverso le sfumature più che i rilievi.
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flyanto
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martedì 3 dicembre 2013
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a cosa può portare lo scambio di due lunchboxes
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Film in cui si racconta come, in seguito ad uno scambio di scatole porta pranzo, una giovane donna trascurata dal marito e madre di una bambina ed un impiegato vicino alla pensione iniziano un rapporto epistolare che li avvicinerà sempre di più facendo intravvedere una possibile nascita di una relazione sentimentale. Purtroppo, nonostante le buone premesse e soprattutto la reciproca condivisione di pensieri e sentimenti, i due non si incontreranno mai di persona. Una rinuncia che l'uomo, dati i molti anni in più che lo separano dalla donna, sente doveroso affrontare al fine di non sentirsi inadeguato ed al fine anche di non deludere le aspettative di quest'ultima che invece è del tutto ignara della sua reale età avanzata.
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Film in cui si racconta come, in seguito ad uno scambio di scatole porta pranzo, una giovane donna trascurata dal marito e madre di una bambina ed un impiegato vicino alla pensione iniziano un rapporto epistolare che li avvicinerà sempre di più facendo intravvedere una possibile nascita di una relazione sentimentale. Purtroppo, nonostante le buone premesse e soprattutto la reciproca condivisione di pensieri e sentimenti, i due non si incontreranno mai di persona. Una rinuncia che l'uomo, dati i molti anni in più che lo separano dalla donna, sente doveroso affrontare al fine di non sentirsi inadeguato ed al fine anche di non deludere le aspettative di quest'ultima che invece è del tutto ignara della sua reale età avanzata. Un film molto delicato e che si discosta nettamente dalla maggioranza dei films indiani di Bollywood non solo per la mancanza della parte cantata e danzata che solitamente li caratterizza, ma anche per la trama in sè che qui è più realistica. I film di Bollywood terminano tutti più o meno in maniera positiva: l'"happy ending" è determinante al fine di fare trionfare l'operato dei protagonisti, una sorta, insomma, quasi di ricompensa per loro. In Lunchbox", invece, tutto ciò manca e, proponendo un finale piuttosto amaro, diventa la testimonianza di come si evolvono effettivamente nella realtà i sentimenti e gli eventi in generale.Pur essendo un'opera prima del regista Ritesh Batra, si può dire che il film possiede tutte le qualità per potere essere altamente apprezzato: il ritmo rallentato ma affatto noioso che ne determina un perfetto ed equilibrato andamento, la componente dolce-amara della trama e la rappresentazione nell'insieme della convivenza nel territorio indiano delle tradizioni con gli aspetti più moderni di una società sempre più in evoluzione e sotto la forte influenza della globalizzazione, ne costituiscono il fascino ed il suo pregio conducendo lo spettatore in una realtà alquanto diversa da quella occidentale. Insomma, lo definirei,un piccolo gioiello interamente da gustare.
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fabiofeli
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lunedì 2 dicembre 2013
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l’amore ha un certo profumo
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Lunchbox di Ritesh Batra
Ogni giorno Ila (Nimrat Kaur), dopo aver mandato la figlia, carica di raccomandazioni e ammonimenti, verso il “moto-bus” che la conduce a scuola, prepara con pazienza e affetto seguendo i preziosi consigli della zia (Bharati Achrekar) il pranzo per il marito (Nakul Vaid). Vediamo il complicato tragitto compiuto dalla pila di cestelli di metallo, trasportati a mano, in bici, in treni metropolitani affollatissimi e poi di nuovo a mano fino a destino. Strano che non ci sia errore nel macchinoso recapito: i trasportatori assicurano che il sistema è perfetto, collaudato e convalidato da professori di Harvard con un marchio di infallibile qualità.
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Lunchbox di Ritesh Batra
Ogni giorno Ila (Nimrat Kaur), dopo aver mandato la figlia, carica di raccomandazioni e ammonimenti, verso il “moto-bus” che la conduce a scuola, prepara con pazienza e affetto seguendo i preziosi consigli della zia (Bharati Achrekar) il pranzo per il marito (Nakul Vaid). Vediamo il complicato tragitto compiuto dalla pila di cestelli di metallo, trasportati a mano, in bici, in treni metropolitani affollatissimi e poi di nuovo a mano fino a destino. Strano che non ci sia errore nel macchinoso recapito: i trasportatori assicurano che il sistema è perfetto, collaudato e convalidato da professori di Harvard con un marchio di infallibile qualità. Ma per caso o, meglio, per fortuna un disguido ci può essere.
E questo errore dà origine ad una bella storia: il cestino perviene a Saajan (Irrfan Khan), un grigio contabile di una grande società, alle soglie della pensione. L’uomo conduce una vita solitaria di vedovo, scorbutico con i bimbi che giocano vicino casa sua e che ricambiano la sua scortesia chiudendo i vetri opachi della finestra di casa per impedirgli di vederli cenare. Saajan vuole ringraziare chi confeziona il pranzo e si avvede che c’è stato un errore, tutt’altro che malaugurato, nel collaudato ma non infallibile meccanismo di recapito. Pone un biglietto di ringraziamento nei cestini metallici, completamente ripuliti del cibo molto apprezzato, che emana profumi irresistibili. Ila è lusingata e risponde; i biglietti comunicano impressioni e pensieri sempre più intimi e poetici.
Nelle loro vite tranquille e senza scosse si verificano due fatti sgradevoli. Mr. Shroff (Denzil Smith), burbero capoufficio della ditta, affida a Saajan l’appiccicoso Shaikh (Nawazuddin Siddiqui), un ragazzo solo al mondo con limitata esperienza lavorativa, per istruirlo sul lavoro di contabilità. Il contabile non gradisce il verboso e insistente ragazzo che rappresenta una imprevista turbativa nel suo lavoro e lo distrae dalla donna che lo affascina. Ila scopre che il marito, piuttosto freddo con lei, ha una relazione con un’altra donna; l’indizio è fornito dal profumo sconosciuto emanato dagli indumenti in attesa di bucato del consorte. Ila vuole uscire dalla sua condizione di infelicità, avendo davanti agli occhi la vita della madre e della zia, che da tempo assistono i mariti invalidi, dopo una vita consumata con sacrifici e quasi senza amore; la morte del padre e lo sfogo della madre sono la spinta decisiva a farle fissare un appuntamento per un incontro con Saajan. In un biglietto dice a Saajan che potrebbero trasferirsi nel Bhutan dove la vita costa cinque volte meno. Saajan, che ormai ha accettato Shaikh come un male invitabile e necessario, prestandosi anche paternamente a fare da testimone al suo matrimonio, già pensa ad una vita con lei e si prepara con cura per l’appuntamento. Ma il brutto odore del suo corpo - uno sgradevole “odore di anziano”, di un vecchio per il quale è tramontata la stagione dell’amore - toglie a Saajan il coraggio di avvicinare la bella e giovane Ila, quando la vede in attesa nel bar dell’incontro. La comunicazione tra i due si interrompe. Ila cerca inutilmente Sajan sul posto di lavoro, percorrendo la traiettoria dei cestini da pranzo: l’uomo è già in pensione ed è partito per il Bhutan. Sul treno Saajan incontra un vecchio che ha fatto la stessa scelta che sta compiendo a sua volta; il tamburellare rassegnato delle dita del vecchio sul tavolinetto del treno gli illustrano ampiamente la inutile vita solitaria che lo attende. Decide a sua volta di percorrere a ritroso il viaggio dei cestini per trovare Ila, ma lei se ne è andata. Non è chiaro se continueranno a inseguirsi inutilmente o se il destino, sottile ed evanescente come un leggero profumo che si perde nell’aria, permetterà il contatto delle due vite …
In questo primo lungometraggio avaro di dialogo di Ritesh Batra viene narrata una storia delicata, lontana dai canoni melodrammatici e melensi di Bollywood, vicina alla sensibilità europea e occidentale. I personaggi sono descritti a tutto tondo e acquistano spessore durante la vicenda, grazie a un’ottima recitazione di tutti gli attori. La scelta di far conoscere senza parole la caotica vita nella affollatissima città indiana centra perfettamente il bersaglio, mentre il capriccio del destino si avvolge sull’evanescenza di profumi di cibo e odori umani aggiungendo poeticità al film.
Da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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pressa catozzo
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sabato 30 novembre 2013
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dai rubini ai diamanti
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L'India terra di pietre preziose. Questa volta ce la mostra sullo schermo con un opera coinvolgente. Peccato per il doppiaggio e un missaggio scadente. Credo che nessuno avrebbe scommesso un cent su questo capolavoro che soloin 18 sale è in programmazione. Inventatevi quello che volete ma vi invito ad andare a vedere questo film. Ne uscirete bene. UN CINEMA DA AMARE e W IL CINEMA SEMPRE. Avrei messo una stella in più, ma penso che dopo vista questa opera la aggiungerete voi amanti del buon cinema.
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marica romolini
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mercoledì 20 novembre 2013
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quando la semplicità è verità di sentimento
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Film semplice e mai banale The Lunchbox, che ha commosso il pubblico a Cannes, vincendone il premio, e gli esercenti alle giornate di Cinema d'Essai. La trama è presto detta: una storia d'amore che nasce per caso nella Mumbai di oggi, tra una casalinga trascurata dal marito e un impiegato misantropo che sembra attendere solo la pensione. Complice un porta-pranzo recapitato sulla scrivania sbagliata, che diventa galeotto nel cortocircuito tra due solitudini. Un film semplice, dunque, nel senso migliore del termine, se la sceneggiatura si snoda tra uno scambio di biglietti - sempre più confessioni intime di amarezze e sogni - senza annoiare neanche per un istante. Perché la parola, scavata fino all'essenza della verità del sentimento, reca in sé tutta la forza di un'inesausta ricerca di felicità autentica.
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Film semplice e mai banale The Lunchbox, che ha commosso il pubblico a Cannes, vincendone il premio, e gli esercenti alle giornate di Cinema d'Essai. La trama è presto detta: una storia d'amore che nasce per caso nella Mumbai di oggi, tra una casalinga trascurata dal marito e un impiegato misantropo che sembra attendere solo la pensione. Complice un porta-pranzo recapitato sulla scrivania sbagliata, che diventa galeotto nel cortocircuito tra due solitudini. Un film semplice, dunque, nel senso migliore del termine, se la sceneggiatura si snoda tra uno scambio di biglietti - sempre più confessioni intime di amarezze e sogni - senza annoiare neanche per un istante. Perché la parola, scavata fino all'essenza della verità del sentimento, reca in sé tutta la forza di un'inesausta ricerca di felicità autentica. L'Essere si fa Verbo e il Verbo si fa Amore.
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