La scomparsa di Eleanor Rigby è un progetto molto ambizioso, perché sceglie una situazione estrema: due protagonisti distrutti da un lutto terribile e in fase di elaborazione. Un evento che esaspera l’incomunicabilità tra un marito e una moglie, ancora innamorati ma incapaci di ritrovare un’intesa mentre affrontano un dolore indicibile che manda a pezzi.
Una premessa doverosa è che il progetto nasce suddiviso in due film, Lui e Lei, giocati appunto sulla diversa percezione dei protagonisti, anche in relazione agli stessi momenti.
Visione che è più interessante dell’ibrido Loro che funge da riassunto, prendendo un po’ dall’uno e un po’ dall’altro, e finisce per inquinare l’originalità dell’idea di partenza.
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La scomparsa di Eleanor Rigby è un progetto molto ambizioso, perché sceglie una situazione estrema: due protagonisti distrutti da un lutto terribile e in fase di elaborazione. Un evento che esaspera l’incomunicabilità tra un marito e una moglie, ancora innamorati ma incapaci di ritrovare un’intesa mentre affrontano un dolore indicibile che manda a pezzi.
Una premessa doverosa è che il progetto nasce suddiviso in due film, Lui e Lei, giocati appunto sulla diversa percezione dei protagonisti, anche in relazione agli stessi momenti.
Visione che è più interessante dell’ibrido Loro che funge da riassunto, prendendo un po’ dall’uno e un po’ dall’altro, e finisce per inquinare l’originalità dell’idea di partenza.
Perché, tolti i differenti punti di vista, ciò di cui siamo testimoni suona artificioso e fasullo.
L’insieme non squarcia mai il velo di convenzionalità che aleggia sull’approccio, anche a causa di personaggi di contorno poco incisivi e stereotipati (per Lei i genitori ancora insieme pur tra altri e bassi, la sorella sdrammatizzante e la professoressa universitaria dura-ma-buona, per Lui la collega di lavoro amante per caso, l’amico d’infanzia sdrammatizzante, e il padre buono-ma-assente).
Una calibrata ricerca di mezzetinte che, nonostante il tanto smaniare dei protagonisti, non ferisce nessuno.
Per capire il conformismo del risultato basta vedere il maschilismo con cui il tradimento viene trattato: per Lui è un qualcosa di fisico a cui è impossibile resistere, per Lei è invece una sorta di rivalsa che, superato lo sfogo del momento, sfocia in un nulla di fatto.
Una rigida suddivisione dei ruoli, con relativi sensi di colpa annessi, incline al moralismo e con poca carne e poco sangue.
Ed è questo il maggior problema del film, il suo mantenersi a una distanza di sicurezza rispetto al narrato in modo, solo teoricamente, da non scontentare nessuno.
Ma l’incertezza limita anche la portata dei sentimenti in gioco.
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