andrejuve
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martedì 19 aprile 2016
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la crisi di identità e i pregiudizi sociali
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“Tutto sua madre” è un film del 2013 diretto da Guillaume Gallienne. Guillaume è uno sceneggiatore e attore teatrale e racconta al pubblico alcune vicende relative alla sua vita. Guillaume è un ragazzo stravagante appartenente ad una benestante famiglia francese e vive con i genitori e i suoi due fratelli. Il protagonista ha sviluppato nel corso degli anni un forte legame affettivo con la madre creando un rapporto viscerale che lo porta a idolatrarla ed ammirarla senza limiti a tal punto da cercare di emularla in tutto e per tutto. La madre è una donna altezzosa e cinica e apparentemente sembra non fornire una dimostrazione di affetto nei confronti del figlio.
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“Tutto sua madre” è un film del 2013 diretto da Guillaume Gallienne. Guillaume è uno sceneggiatore e attore teatrale e racconta al pubblico alcune vicende relative alla sua vita. Guillaume è un ragazzo stravagante appartenente ad una benestante famiglia francese e vive con i genitori e i suoi due fratelli. Il protagonista ha sviluppato nel corso degli anni un forte legame affettivo con la madre creando un rapporto viscerale che lo porta a idolatrarla ed ammirarla senza limiti a tal punto da cercare di emularla in tutto e per tutto. La madre è una donna altezzosa e cinica e apparentemente sembra non fornire una dimostrazione di affetto nei confronti del figlio. Guillaume è ossessionato dalla figura della madre ed è talmente affascinato dalla gestualità e dai modi di fare delle donne da considerarsi a sua volta una ragazza. La famiglia pensa sia omosessuale e in particolare il padre di Guillaume è spaventato dalla possibilità che i suoi sospetti possano trovare fondamento e cerca in tutti i modi di intervenire per evitare ciò che per lui costituirebbe una grande delusione. Nel frattempo Guillaume viaggia sia in Spagna che in Inghilterra innamorandosi di due ragazzi. Guillaume viene spesso deriso e denigrato e questa situazione comporta in lui grande sofferenza interiore. Le sedute presso diversi psicanalisti sembrano non avere alcun effetto. Guillaume vive una crisi di identità personale: riuscirà a ritrovare sé stesso?.
Attraverso questa commedia il regista a mio avviso effettua una critica nei confronti della società odierna costellata dalla spietatezza, dal cinismo e dalla malvagità. Questi aspetti negativi emergono soprattutto in relazione alla meschinità con la quale ognuno di noi riesce ad emarginare e a irridere coloro che vengono considerati “diversi” per qualsiasi ragione. Nello specifico la pellicola si riferisce all’omosessualità, una tematica purtroppo ancora oggi affrontata con un senso di indignazione e di timore. I giudizi sugli orientamenti sessuali sono frutto di futili e sciocche opinioni superficiali e incarnano pienamente l’ignoranza e la cattiveria dell’essere umano. A causa di questo atteggiamento si sviluppa quel senso di distacco legato a pregiudizi ancorati a concezioni e convinzioni che si tramandano tristemente da secoli. Guillaume incarna a pieno il disagio interiore dell’essere umano, il quale nel momento in cui si sente additato e soprattutto “etichettato” sia dalla società che dalla propria famiglia perde cognizione della realtà circostante sentendosi spaesato. Infatti l’orribile conseguenza è quella di perdere la propria identità autoconvincendosi che quello che pensano le altre persone corrisponda alla realtà. E’ in questi momenti che è necessario ritrovare una forza interiore che appariva perduta, reagendo attraverso la tenacia e l’autostima. Non dobbiamo dimenticarci che siamo noi stessi gli artefici del nostro destino e che non è accettabile condizionare la propria esistenza a causa dei pensieri di persone che, anche se possono apparire vicine, sono superficiali e non ci conoscono veramente. Quindi il film riesce ad effettuare efficacemente un’introspezione psicologica del protagonista che conduce inevitabilmente ad una riflessione da parte dello spettatore in relazione al fatto che bisogna vivere la propria esistenza liberamente col solo fine di impegnarsi il più possibile al fine di perseguire i rispettivi obiettivi prefissati. Ovviamente è importante ascoltare le altre persone ma è altrettanto fondamentale “selezionare” ciò che può rivelarsi davvero importante e ciò che può essere accantonato. Inoltre viene messo in evidenza come in determinati casi un eccessivo legame affettivo nei confronti di un’altra persona possa portare ad un’ammirazione smisurata ed esasperata che tende alla maniacalità, al fanatismo e alla follia. Tutti questi aspetti analizzati sono narrati con leggerezza attraverso una commedia che riesce a stupire positivamente in quanto brillante, divertente e intelligente. Il regista ha l’abilità di riuscire ad intrattenere lo spettatore all’interno di ogni singola sequenza del film non annoiandolo mai. Esilaranti sono i continui dialoghi immaginari tra Guillaume e la madre sempre presente, pur se a volte non fisicamente, all’interno della vita del protagonista. Un bel film che vede in Guillaume Gallienne, attore e regista, un eccellente e geniale interprete nei panni sia del protagonista che della madre. Un film davvero originale che consiglio di vedere.
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carbi
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giovedì 15 gennaio 2015
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esilarante viaggio alla scoperta del proprio io
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Film davvero godibile. Tra cinema e teatro, Guillaume Gallienne, regista e brillante attore protagonista che nella pellicola interpreta contemporaneamente sé stesso e la propria madre, ispirandosi al suo vissuto, ci trascina in un esilarante viaggio alla ricerca della propria identità, non solo sessuale e ci fa riflette con eccezionale leggerezza su quanto possa essere difficile trovare se stessi, confusi dalla percezione che di noi hanno le persone che amiamo e ossessionati come siamo dal dover rispondere alle aspettative di chi ci circonda.
Il film (a parte qualche forzatura come l'esperienza in Baviera) scorre meravigliosamente tra episodi divertenti e battute scoppiettanti, ma non ci esime dal porci delle domande come ogni avventura umana.
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Film davvero godibile. Tra cinema e teatro, Guillaume Gallienne, regista e brillante attore protagonista che nella pellicola interpreta contemporaneamente sé stesso e la propria madre, ispirandosi al suo vissuto, ci trascina in un esilarante viaggio alla ricerca della propria identità, non solo sessuale e ci fa riflette con eccezionale leggerezza su quanto possa essere difficile trovare se stessi, confusi dalla percezione che di noi hanno le persone che amiamo e ossessionati come siamo dal dover rispondere alle aspettative di chi ci circonda.
Il film (a parte qualche forzatura come l'esperienza in Baviera) scorre meravigliosamente tra episodi divertenti e battute scoppiettanti, ma non ci esime dal porci delle domande come ogni avventura umana.
Oltre che nella storia del protagonista, ho trovato un interessante spunto di riflessione nel capovolgimento della figura della madre, interpretata da Guillaume durante tutto il film accentuandone il lato più insofferente, dipingendo una figura a tratti sgarbata, pesante, eccessivamente schietta, ingombrante e quasi mascolina nel modo di porsi e gesticolare, ci appare descritta dal protagonista nel momento del monologo finale come una donna elegante, dotata di pudore,sicurezza e umorismo tali da ispirare nel figlio l'amore verso le donne. Così, di nuovo, viene da interrogarsi sul tema della percezione e dell'identità, viene da chiedersi chi sia veramente questa donna, così apparentemente assente e distratta quando discute con il figlio in varie scene del film, così effettivamente ed eccessivamente presente nella mente del protagonista, come una voce della coscienza, quando lui dialoga con se stesso ed ecco che la vera madre (non più interpretata da Guillaume stesso) finalmente si rivela nella penombra della platea e partecipa, con orgoglio ma in disparte all'affermazione, sul palco, dell'io del proprio figlio.
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inesperto
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venerdì 28 novembre 2014
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non ci si perde granchè...
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Piccola commediola francese senza pretese, la cui idea di fondo non è male. Tuttavia, i francesi ci hanno abituato meglio in passato, in termini di brillantezza. Nulla di speciale.
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giulia mazzarelli
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martedì 25 novembre 2014
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alla ricerca di sè e della madre reale
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Dentro il film un monologo teatrale, nel monologo il ritratto di una madre: in un gioco di molteplici rappresentazioni e proiezioni Guillaume Galienne, attore, sceneggiatore e regista, ripercorre la propria esistenza attraverso il rapporto con la donna che l'ha messo al mondo.
Cresciuto nel benessere di una solida famiglia alto-borghese, Guillaume non prende parte ai giochi dei fratelli ma ama specchiarsi nella madre, imitarne i gesti, le espressioni, la voce.
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Dentro il film un monologo teatrale, nel monologo il ritratto di una madre: in un gioco di molteplici rappresentazioni e proiezioni Guillaume Galienne, attore, sceneggiatore e regista, ripercorre la propria esistenza attraverso il rapporto con la donna che l'ha messo al mondo.
Cresciuto nel benessere di una solida famiglia alto-borghese, Guillaume non prende parte ai giochi dei fratelli ma ama specchiarsi nella madre, imitarne i gesti, le espressioni, la voce. Non avverte la disapprovazione intorno a sé (anche di lei) perché impegnato a tessere con lei e per lei la trama di una complicità esclusiva. Guillaume, però, non è una ragazza e la madre lo costringe a guardare in faccia la sua omosessualità: si spiegano allora le risate dei fratelli e dei compagni, il disprezzo del padre, l'attrazione per un amico. Ora Guillaume non può che provare a comportarsi da gay; fino a quando incontra Amandine, la ragazza più bella del mondo…
Tutto sua madre ha un merito, quello di trattare in modo originale (pur ricorrendo anch'esso a consumati cliché) il tema degli stereotipi di genere e di orientamento sessuale: Guillaume si comporta come una ragazza ma questo non fa necessariamente di lui un omosessuale. Lo stigma che colpisce chi devia dalla norma - ci dice il film - ha sempre conseguenze nefaste, sia quando impedisce a qualcuno di essere ciò che è, sia quando costringe a collocarsi in una categoria.
Tutto sua madre ha anche un altro pregio, quello di dipingere con toni da commedia (e con momenti di esilarante comicità) un'esistenza tragica: Guillaume fa di sua madre la partner di un duetto che è in realtà un assolo, perché fuori dal suo mondo immaginario lei è la sconcertata spettatrice delle sue bizzarrie. L'espediente narrativo di far interpretare il ruolo di entrambi allo stesso attore (che è il regista Galienne) rende bene l'illusione in cui si muove il protagonista, e solo alla fine, oltrepassati i due piani di "finzione" (sentirsi una ragazza e comportarsi da gay), la madre appare con il suo vero viso.
Quel che non regge nel film non è tanto la scelta di ricondurre Guillaume all'ovile di una paradossale eterosessualità repressa (che può apparire semplicistica, conformista o "reazionaria" ma sulla quale - ahimè! - c'è poco da dire, dato il carattere autobiografico del racconto), quanto la scoperta da parte di Guillaume della madre reale: l'atteggiamento della donna nei confronti del figlio sarebbe stato dettato dal timore che lui potesse amare un'altra donna più di lei. È una conclusione incongrua, che riesuma il cliché della madre gelosa in un contesto familiare che, come abbiamo detto, aveva messo in campo tutt'altri sentimenti erelazioni, seppure nella distorta lettura di Guillaume.
Tutto sua madre (furba traduzione italiana dell'originale Les Garçons et Guillaume, à table!)esamina dunque un rapporto madre-figlio che, nonostante i progressivi svelamenti, resta in superficie, non avendo Galienne lo spessore di Almodovar né il coraggio di Allen (maestri indiscussi nei ritratti materni, cui Galienne non può che rendere omaggio) nel restituire la complessità delle dinamiche familiari e nel portare sino in fondo l'autoironia. È insomma un film che diverte (anche molto) ma che disattende le aspettative iniziali perché imbrigliato in una sceneggiatura disomogenea e in un autobiografismo che (suo malgrado?) rischia di elevare a paradigma un singolare e a tratti inverosimile mènage familiare.
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alexander 1986
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domenica 8 giugno 2014
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ibrido poco riuscito tra commedia e essai
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Girato, sceneggiato e interpretato da Guillaume Gallienne, attore comico forse un po' sottovalutato, 'Tutto sua madre' tratta dell'educazione sentimentale del giovane Guillaume Gallienne (aspetta un attimo, ancora lui? sì, sempre lui, si piglia anche il soggetto). Giovane delicato e ipersensibile, pare proprio una checca e così la pensano anche i suoi familiari, prima fra tutti la madre interpretata ancora da Guillaume Gallienne (sì, si prende più d'un personaggio). Solo lui non se ne rende conto. Si caccia così in un'infinità di situazioni, una più imbarazzante dell'altra, alla ricerca del proprio io e della propria collocazione sociale.
Concepito come adattamento di un'omonima pièce teatrale, 'Tutto sua madre' incarna le migliori qualità della commedia francese contemporanea, ovvero leggerezza e arie sofisticanti.
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Girato, sceneggiato e interpretato da Guillaume Gallienne, attore comico forse un po' sottovalutato, 'Tutto sua madre' tratta dell'educazione sentimentale del giovane Guillaume Gallienne (aspetta un attimo, ancora lui? sì, sempre lui, si piglia anche il soggetto). Giovane delicato e ipersensibile, pare proprio una checca e così la pensano anche i suoi familiari, prima fra tutti la madre interpretata ancora da Guillaume Gallienne (sì, si prende più d'un personaggio). Solo lui non se ne rende conto. Si caccia così in un'infinità di situazioni, una più imbarazzante dell'altra, alla ricerca del proprio io e della propria collocazione sociale.
Concepito come adattamento di un'omonima pièce teatrale, 'Tutto sua madre' incarna le migliori qualità della commedia francese contemporanea, ovvero leggerezza e arie sofisticanti. Il tuttofare Gallienne crea infatti un curioso mix tra commedia semi-demenziale e cinema d'essai, senza però sfruttare appieno il potenziale di nessuno dei due generi. Non brillante, a tratti banale, la commedia; spesso pleonastici i virtuosismi registici. A tenere su tutto è lo one-man-show tenuto da Gallienne con il suo faccino efebico e la parlantina clownesca. Troppo poco per condividere l'entusiasmo del pubblico francese per questo film.
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emylio spataro
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giovedì 5 giugno 2014
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un brutto titolo per un bel film...
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"I ragazzi e Guillaume, a tavola!" sarebbe stato il titolo originale tradotto in italiano, che avrebbe rappresentato il film appieno secondo l'intento dell'autore. Ma si sa che i distributori italiani storpiano i titoli peggiorandoli a fini commerciali, e di questo volevano farne una sorta di "Il Vizietto", altro obbrobrio di titolo. [+]
"I ragazzi e Guillaume, a tavola!" sarebbe stato il titolo originale tradotto in italiano, che avrebbe rappresentato il film appieno secondo l'intento dell'autore. Ma si sa che i distributori italiani storpiano i titoli peggiorandoli a fini commerciali, e di questo volevano farne una sorta di "Il Vizietto", altro obbrobrio di titolo.
Guillaume Gallienne de La Comedie Française è un talentuoso e geniale cineasta: ha scritto, interpretato e realizzato in modo magistrale un film molto personale, forse poco condivisibile anche per chi crederebbe di potersi identificare, se non come ottimo prodotto filmico per cinefili dal palato raffinato. Una dichiarazione d'amore alle donne, come egli stesso dichiara, e verso sua madre che assiste commossa al suo spettacolo teatrale, dal quale il film parte, dipanandosi nei tortuosi percorsi labirintici della memoria in un magnifico calambourt registico, per poi concludersi sempre sul proscenio con un imprevedibile colpo di scena finale. Un "Coup de maitre", colpo da maestro, com'è stato definito tutto il film.. Chi si aspetta una storia transgender o transessuale o sul travestitismo non ne troverá gli stereotipi, seppur il protagonista interpreti anche il ruolo della madre in panni femminili, innamorandosi o credendo di innamorarsi dei ragazzi, ma senza provarne reale e carnale attrazione. Eppure Guillaume é molto femmineo in ogni sua manifestazione, con un'over-dose di presenze femminili dominanti, la "castrante" madre in primis che lo vuole "diverso" dagli altri figli maschi, passando per una nonna trasgressiva illuminata e un caleidoscopio di avviluppanti figure femminili, mentre al contrario quelle maschili sono respingenti e distanti, a cominciare dal dispotico padre. Ma non voglio raccontarvi oltre della divertente e ironica trama, andatelo comunque a vedere perché é un film godibilissimo.
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veritasxxx
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venerdì 16 maggio 2014
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banale e pieno di clichés irritanti
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Raramente mi sento di smentire totalmente delle buone critiche. L'ho trovato banale e pieno di clichés irritanti e non particolarmente divertente, a parte le solite situazioni scontate (vedi la scena del clistere nella clinica tedesca con l'infermiera sadica). Molto contento di non averlo visto al cinema.
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pressa catozzo
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mercoledì 26 marzo 2014
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identita'
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Tra discreto e ottimo, lo consiglio per l'ottima recitazione e per capire il diverso. Opera coragiosa.
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pascale marie
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sabato 8 marzo 2014
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le confidenze di guillaume
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Aspettavo questo film da quando "France 24, à l'affiche" l'ha presentato qualche mese fa e sono contentissima che sia uscito In Italia, anche se solo per 4 giorni nel cinema d'essai della mia città. Guillaume Gallienne, autore, protagonista in due ruoli principali e regista di questo film, è un attore francese straordinario per me, che avevo già notato in "Fanfan la tulipe" per quel suo sorriso simpatico e quel suo charme naturale. Guillaume interpreta se stesso e la madre, magnificamente, e dirige il film in maniera intelligente, dimostrando la sua bravura e un tocco di eleganza nel raccontarsi e mettersi in gioco apertamente e simpaticamente.
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Aspettavo questo film da quando "France 24, à l'affiche" l'ha presentato qualche mese fa e sono contentissima che sia uscito In Italia, anche se solo per 4 giorni nel cinema d'essai della mia città. Guillaume Gallienne, autore, protagonista in due ruoli principali e regista di questo film, è un attore francese straordinario per me, che avevo già notato in "Fanfan la tulipe" per quel suo sorriso simpatico e quel suo charme naturale. Guillaume interpreta se stesso e la madre, magnificamente, e dirige il film in maniera intelligente, dimostrando la sua bravura e un tocco di eleganza nel raccontarsi e mettersi in gioco apertamente e simpaticamente. In questo film, siamo praticamente a teatro, Guillaume parla direttamente al pubblico svelando e confidando retroscena familiari in maniera divertente, geniale, senza mai cadere nella volgarità, nella banalità e retorica che forse qualcuno si aspettava, anzi è sempre molto attento a raccontare ogni particolarità in un modo naturale e sincero accattivandosi la piena solidarietà del pubblico. La sala era piena anche negli altri 3 giorni di proiezione. Guillaume ama in generale tutte le donne, la principessa Sissy e la madre in cui si identifica. Ed è la madre, donna diretta, esplicita ed autoritaria a decidere, fin dall'infanzia, della sua vita, facendogli cambiare spesso il college mandandolo in diverse città Europee, e in casa gli riserva una considerazione speciale ed un trattamento diverso dai suoi fratelli. La madre da sempre, è convinta che a Guillaume piacciano i ragazzi e lui non l'ha mai voluta smentire, fino a quando incontra Amandine, bella e solare che gli fa capire e decidere finalmente della sua vita, lasciando la madre sbalordita, confusa ed incredula. Oltre ad essere un film straordinariamente svolto, interpretato e diretto, credo voglia consigliarci di non fermarci mai alle apparenze e alle facili conclusioni nel giudicare le persone. Film da vedere assolutamente.
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bibix
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venerdì 7 marzo 2014
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piccolo gioiello da vedere assolutamente !
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La famiglia, e in particolar modo le madri, quanto influenzano tutta vita dei figli e persino la loro sessualità? È questo il fulcro intorno al quale gira con grande intelligenza Tutto sua madre, senza dubbio una delle pellicole più interessanti della stagione. Il poliedrico Guillaume Galliene, che è anche regista e autore del film, offre una prova attoriale enorme, mai banale ed estremamente divertente. Una bella lezione di cinema da un attore che debutta dietro la macchina da presa e che proviene dal teatro; una commedia che sa osare e raccontare con sincerità il tortuoso percorso verso il raggiungimento della propria identità, non solo sessuale. Un film da non mancare!
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