ravengirl
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mercoledì 22 gennaio 2014
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buon film ma quasi privo dell' elemento horror
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Avevo sentito parlare molto bene di questo film, specialmente della sua componente horror, che da quanto vedevo nel trailer sembrava più che affermata. Mi dispiace dire che le mie aspettative sono state un pò deluse. Dal libro emergeva una povera ragazza, un pò bruttina con una madre fanatica che veniva ingiustamamente presa in giro dai compagni e che poi si trasformava in un mostro, ruolo che la Moretz, nonostante la sua buona interpretazione non è riuscita a interpretare al meglio. Mi aspettavo inoltre un pò più di azione e distruzione, cosa anche questa che era stata preannunciata ma invece non c'è stata. Complessivamente non è un film da buttare, ma se siete attirati più che altro dal contrassegno "Horror" sopra un film, non aspettatevi molto da questo: l'unico messaggio che questo film vuole dare è far vedere la crudeltà della società contro il diverso, che molto spesso non sa accettare, e di come una persona sempre remissiva e timida, se continuamente provocata e umiliata, può esplodere e tramutarsi irrimediabilmente nel peggior incubo dei suoi carnefici.
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Avevo sentito parlare molto bene di questo film, specialmente della sua componente horror, che da quanto vedevo nel trailer sembrava più che affermata. Mi dispiace dire che le mie aspettative sono state un pò deluse. Dal libro emergeva una povera ragazza, un pò bruttina con una madre fanatica che veniva ingiustamamente presa in giro dai compagni e che poi si trasformava in un mostro, ruolo che la Moretz, nonostante la sua buona interpretazione non è riuscita a interpretare al meglio. Mi aspettavo inoltre un pò più di azione e distruzione, cosa anche questa che era stata preannunciata ma invece non c'è stata. Complessivamente non è un film da buttare, ma se siete attirati più che altro dal contrassegno "Horror" sopra un film, non aspettatevi molto da questo: l'unico messaggio che questo film vuole dare è far vedere la crudeltà della società contro il diverso, che molto spesso non sa accettare, e di come una persona sempre remissiva e timida, se continuamente provocata e umiliata, può esplodere e tramutarsi irrimediabilmente nel peggior incubo dei suoi carnefici.
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frango 94
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martedì 21 gennaio 2014
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non cosi male
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Non avevo visto il film orginale ma conoscevo la storia...a me è piaciuto. Certo, non c'è suspance ma la scena del ballo ripaga tutto. veramente liberatoria, fai il tifo per carrie affinchè si rivendichi su tutti.( in modo brutale =)
il sottotitolo italiano non è assolutamente fuorviante. nel film si fa riferimento a satana. sopratutto la madre fanatico-religiosa di carrie che vede in lei satana, il male appunto...
consigliatissimo!!!
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infognaman76
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martedì 21 gennaio 2014
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dimenticavo!
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Dimenticavo! La catalogazione di questo film è errata. NON E' UN "HORROR" MA TRATTASI DI "DRAMMATICO" come del resto è l'originale di DePalma del 1976. A mio avviso il film è stato lanciato con un trailer accattivante e con atmosfere del tutto horror per attirare più sedicenni possibili al cinema ma il film in questione NON E' ASSOLUTAMENTE UN HORROR!
[+] tti sbagli ....
(di paolo salvaro)
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infognaman76
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martedì 21 gennaio 2014
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fuori dal coro!
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Non capisco i commenti negativi riguardanti questo film. Io l'ho trovato un buon remake. Subito dopo averlo visto al cinema,a casa mi sono rivisto,per l'ennesima volta,la versione di De Palma e in conclusione devo dire che trovo il lavoro svolto da Kimberly Peirce fedele all'originale e a mio parere,la regista ha saputo aggiungere quella freschezza e modernità che serviva per rendere il film adatto ai giorni nostri.Bravi gli attori e buoni gli effetti speciali. A mio modestissimo parere un remake riuscito e meritevole di essere visto in una sala cinematografica. VOTO 8
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nino pell.
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lunedì 20 gennaio 2014
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quando il male evoca il male
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Remake sicuramente più che discreto in quanto non si tratta del solito film horror, ma sicuramente di una pellicola che racchiude in se diversi argomenti interessanti tra cui il fenomeno del bullismo spesso imperante nelle scuole e problematiche riferite alla fase della crescita di una persona, determinate soprattutto da un tipo di educazione piuttosto repressiva e poco propensa all'apertura sociale nei riguardi del mondo esterno. La giovane Carrie White è fatta oggetto di scherno da parte di alcune sue compagne di classe in quanto si rivela agli occhi degli altri come una ragazza insicura, timida e misteriosa. In realtà Carrie nasconde un terribile segreto che si manifesterà in modo violento una volta che ella giungerà al culmine della sopportazione e delle angherie subite nel corso di una festa da ballo organizzata dai ragazzi della sua scuola.
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Remake sicuramente più che discreto in quanto non si tratta del solito film horror, ma sicuramente di una pellicola che racchiude in se diversi argomenti interessanti tra cui il fenomeno del bullismo spesso imperante nelle scuole e problematiche riferite alla fase della crescita di una persona, determinate soprattutto da un tipo di educazione piuttosto repressiva e poco propensa all'apertura sociale nei riguardi del mondo esterno. La giovane Carrie White è fatta oggetto di scherno da parte di alcune sue compagne di classe in quanto si rivela agli occhi degli altri come una ragazza insicura, timida e misteriosa. In realtà Carrie nasconde un terribile segreto che si manifesterà in modo violento una volta che ella giungerà al culmine della sopportazione e delle angherie subite nel corso di una festa da ballo organizzata dai ragazzi della sua scuola. Il male evoca il male, quindi. Questo sembra essere il cinico e riflessivo significato che la regista Kimberly Peirce ha voluto rappresentare nelle sequenze conclusive dallo stile estremo di questo horror abbastanza atipico nella forma ma sicuramente da non sottovalutare nella sua essenza narrativa.
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lawrence noir
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lunedì 20 gennaio 2014
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un remake che poteva essere meglio dell'originale
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Lo sguardo di satana - Carrie, un remake tanto atteso (perlomeno dal sottoscritto) che sembrava promettere un film migliore dell'originale; così non è stato ma di certo non si può definire un flop.
Si è detto molto di questo film, sopratutto di come "misurarsi con DePalma non è affatto semplice". Su questo non ci piove, ma la regista Kimberly Pierce a mio avviso ha raccolto la "sfida" più che coraggiosamente, cercando di reinterpretare in chiave moderna il film del prima citato cineasta.
Per certi versi questo remake è addirittura superiore all'originale, a partire dalla scelta degli attori. Sarò il milionesimo a dire questo, ma Julianne Moore è una decisamente più credibile Margaret White di quanto lo sia stata Piper Laurie nell'originale del '76 (senza nulla togliere a quest'ultima).
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Lo sguardo di satana - Carrie, un remake tanto atteso (perlomeno dal sottoscritto) che sembrava promettere un film migliore dell'originale; così non è stato ma di certo non si può definire un flop.
Si è detto molto di questo film, sopratutto di come "misurarsi con DePalma non è affatto semplice". Su questo non ci piove, ma la regista Kimberly Pierce a mio avviso ha raccolto la "sfida" più che coraggiosamente, cercando di reinterpretare in chiave moderna il film del prima citato cineasta.
Per certi versi questo remake è addirittura superiore all'originale, a partire dalla scelta degli attori. Sarò il milionesimo a dire questo, ma Julianne Moore è una decisamente più credibile Margaret White di quanto lo sia stata Piper Laurie nell'originale del '76 (senza nulla togliere a quest'ultima). Chloe Grace Moretz si cala perfettamente nella parte di Carrie, risultando a mio avviso migliore addirittura di Sissy Spacek (la parte fragile di Carrie intendo).
Il minutaggio è aumentato rispetto al film di DePalma, eppure non basta. Ci sono molte cose che avrebbero potuto trovare spazio, come ad esempio un'amicizia tra Sue e Carrie (anche se nel libro non è presente, ma avrebbe aggiunto di certo qualcosa in più alla storia).
Tutto il film, però, non è altro che una preparazione per il finale che vuole essere (ed è, incondizionatamente) il punto forte della pellicola. Ed è qui che la Pierce si perde. Nulla da dire sulla scena del ballo, dopo che Carrie viene umiliata per l'ennesima volta, anche se per rendere la drammaticità nel suo massimo avrebbe dovuto restare fedele al libro, non lasciando nessun sopravvisuto. Tanto da recriminare invece sullo "scontro finale" tra la stessa Carrie e l'antagonista Chris; un misto di epicità e banalità che da vita a una scena che poteva e doveva essere di più.
Nel complesso l'intero film è buono e non da buttare, pieno di tante belle idee che non sono riuscite ad emergere del tutto.
Da segnalare la scena del sogno, totalmente diversa da quella dell'originale e molto più inquietante e bizzarra; ognuno ha il suo!
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francesca..
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lunedì 20 gennaio 2014
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non è male!
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Non è un film fatto male, anche se il primo......è sempre il primo. L'unica differenza è che è ambientato ai giorni nostri. Non c'è suspance, è vero, ma non posso dire che non mi sia piaciuto....anzi....! A questo film assegnerei un 6; è sufficiente, dai....ho visto tanti altri film immondizia e questo in confronto è molto meglio! C'è di peggio, fidatevi.
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floydiano94
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lunedì 20 gennaio 2014
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carrie e l'horror
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Remake del celebre film diretto da Brian De Palma, tratto dal primo romanzo di Stephen King. Le premesse ci sono tutte, ma il risultato non è dei migliori. Premetto: il film si salva, andatevelo a vedere, ma solo se avete idea di chi sia Carrie White.
C’è una serie di elementi negativi che contribuiscono a minare la riuscita del film: il principale, forse, è la mancanza di originalità. Questo film sembra la copia “rimodernata” del film del 1976. Una riproposta passiva e priva di mordente, con l’unica aggiunta di smartphone e portatili, sulla scia – per intenderci – della serie televisiva Hannibal.
Su questo aspetto vale la pena fare una riflessione.
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Remake del celebre film diretto da Brian De Palma, tratto dal primo romanzo di Stephen King. Le premesse ci sono tutte, ma il risultato non è dei migliori. Premetto: il film si salva, andatevelo a vedere, ma solo se avete idea di chi sia Carrie White.
C’è una serie di elementi negativi che contribuiscono a minare la riuscita del film: il principale, forse, è la mancanza di originalità. Questo film sembra la copia “rimodernata” del film del 1976. Una riproposta passiva e priva di mordente, con l’unica aggiunta di smartphone e portatili, sulla scia – per intenderci – della serie televisiva Hannibal.
Su questo aspetto vale la pena fare una riflessione. Esiste un gruppo di persone che afferma che il film sia qualcosa d’altro rispetto al libro, e che quindi si possano accettare delle forzature di carattere temporale. Esiste poi un altro gruppo di persone – come me – che pensano che questo genere di forzatura vada oltre la semplice attualizzazione, dal momento che cambia l’intero modo di relazionarsi dei personaggi. Ne cambia la storia, le emozioni. È inutile negare che la comunicazione di quarant’anni fa sia diversa da quella di oggi e che le relazioni stesse corrano su linee diverse.
Detto questo, telefonini e portatili sono stati dosati nel modo giusto, senza spingersi troppo oltre. Ma, mi viene da dire, tanto valeva non farne uso. A meno che non si sia voluto avvicinare a tutti i costi un pubblico che ha sempre più bisogno di sentirsi a suo agio di fronte a un horror, piuttosto che privo di certezze.
Se poi aggiungiamo alla mancanza di originalità, il fatto che le scene violente non erano niente di più di ciò che può offrirci una puntata media di CSI, allora la situazione diventa critica.
Bisogna chiedersi dove si trovi l’orrore, persino che cosa sia. Ho letto e sentito molti commenti a questo proposito: persone che affermano che lo splatter nel film è banale, che a parte il finale sembra di guardare una commedia romantica, e via dicendo. Il commento più traumatizzante è stato: la storia ha una trama ridicola. Stephen King, come rispondiamo?
Io rispondo salvando questo film sotto due aspetti. Il primo: le ottime interpretazioni di Julianne Moore, versione acqua e sapone, e Chloë Grace Moretz, che non è affatto nuova ai remake horror. Per quanto mi riguarda, il film merita di essere visto solo per l’interpretazione di Grace Moretz. Che non ha niente da spartire con Sissy Spacek (interprete di Carrie nel 1976), proprio perché parlano del personaggio da due punti di vista diversi, ma complementari. Sissy Spacek mostra la vera rabbia, l’odio, la miseria umana altrui: Sissy Spacek la guardi nel film… e fa paura.
Chloë Grace Moretz, al contrario, fa tenerezza. Mentre nella versione di Brian De Palma tifi per Carrie, ma, forse, con delle riserve, in quest’ultimo adattamento, invece, tifi per Carrie senza alcun dubbio. Da un lato perché le espressioni dell’attrice sono perfette, ti immedesimi in lei; dall’altro perché ormai viviamo in un tempo in cui la maggior parte delle persone non si fa problemi ad odiare e a vendicarsi quando questo sembra giusto. O comporta un avanzamento sociale.
E questo ci porta al secondo aspetto positivo del film. Il personaggio stesso. E con lei il significato di horror. A chi critica il film perché non fa paura rispondo che sì, sono d’accordo che la resa del film sia alquanto discutibile, ma che non lo è affatto l’essenza della storia. Perché? Per i temi trattati, che vanno “banalmente” dal bullismo all’esclusione del diverso. E non è forse questo uno dei temi eternamente attuali, ben oltre il semplice utilizzo di tecnologie più moderne?
Forse l’unico aspetto veramente superato, o non più sentito, è quello religioso. Guardando la madre di Carrie ci si chiede solo perché non sia rinchiusa in un manicomio, invece di renderci conto che nel contesto storico del romanzo quella figura aveva una sua controparte nella vita reale. Ecco allora dov’è insito l’orrore: mai in Carrie, la vittima sacrificale che diventa carnefice senza volerlo, la ragazza della porta accanto nella quale vogliamo riconoscerci… l’emblema della diversità di ogni epoca.
No, l’orrore è da tutt’altra parte, è nei compagni di scuola, nei falsi amici, nelle persone che pensano di fare il nostro bene, condannandoci a crimini ben peggiori.
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lullaby7589
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lunedì 20 gennaio 2014
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deludente
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Film decisamente deludente rispetto allo storico omonimo del 1976.
La storia non è certamente ignota ma la presenza di sangue che scorre a fiumo rende il film a tratti simile ad uno splatter anziché ad un horror vero e proprio, che in effetti "Carre" non è; a dire il vero in alcune scene il film sembra quasi tratto da un romanzo rosa.
Nota di merito agli effetti speciali, davvero azzeccati ed in molti momenti spettacolari.
Non consiglio di spendere ben € 8,90 per vederlo!
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darkenry
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lunedì 20 gennaio 2014
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ottimo remake di un capolavoro
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Lo sguardo di satana – Carrie è un horror del 2013 diretto da Kinberly Peirce con Chloe Grace Moretz e Julianne Moore.
Tratto da Carrie di Stephen King e dall'omonimo film del 1976 di Brian De Palma, narra le vicende della giovane Carrie White, una ragazza che viene continuamente maltrattata dai suoi compagni di scuola e vive insieme a sua madre Margaret, un'integralista cristiana che l'ha segregata in casa fin da quando è nata. Poco dopo essere stata vittima di un brutto scherzo da parte di alcune compagna, Carrie scopre di possedere dei poteri telecinetici e inizierà ad allenarsi nel loro uso.
Il film inizia molto bene con la scena del parto di Carrie, in cui vediamo la follia di Margaret in quanto pensava che fosse un tumore.
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Lo sguardo di satana – Carrie è un horror del 2013 diretto da Kinberly Peirce con Chloe Grace Moretz e Julianne Moore.
Tratto da Carrie di Stephen King e dall'omonimo film del 1976 di Brian De Palma, narra le vicende della giovane Carrie White, una ragazza che viene continuamente maltrattata dai suoi compagni di scuola e vive insieme a sua madre Margaret, un'integralista cristiana che l'ha segregata in casa fin da quando è nata. Poco dopo essere stata vittima di un brutto scherzo da parte di alcune compagna, Carrie scopre di possedere dei poteri telecinetici e inizierà ad allenarsi nel loro uso.
Il film inizia molto bene con la scena del parto di Carrie, in cui vediamo la follia di Margaret in quanto pensava che fosse un tumore. Andando avanti col film, capiamo che è ambientato ai tempi d'oggi, ciò affinché la storia raccontata fosse più vicina per noi e per spiegare anche meglio il problema del bullismo e dell'estremismo religioso.
Da sottolineare il fatto che la Peirce non è De Palma, ma alla regia se la cava molto bene mostrandoci in certi punti ottimi spunti registici.
Degno di lode sono invece le due attrici principali: Chloe Moretz e Julianne Moore. La giovane Chloe dimostra di essere molto brava nel ruolo di Carrie, soprattutto nei movimenti goffi e nella timidezza che riesce a far trapelare dai suoi comportamenti (l'unica piccola pecca è che è troppo carina per essere Carrie, la quale nel libro era per giunta grassa). Julianne Moore invece è perfetta nei panni di Margaret; l'espressione inquietante e perso nel vuoto, riesce a farci vedere la sua pazzia interiore, identica a come era descritta sul libro e facendo un lavoro, a mio parere, migliore di quello della Laurie (ma anche lei fu favolosa in quella parte).
Le discussioni che ci sono tra la madre e la figlia sono fatte molto bene, descrivendo uno strano rapporto di amore-odio tra le due.
Le tematiche del bullismo, del disprezzo verso il diverso e del bigottismo religioso (specialmente i primi due) sono affrontati in modo molto duri e drammatici e la Peirce qui ha cercato di accentuare quanto crudele possano essere con scene non presenti né nel libro né nel film di De Palma.
Per concludere questo nuovo Carrie è un film meritevole e un ottimo remake anche se non è agli stessi livelli di quello degli anni '70.
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