elgatoloco
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venerdì 13 maggio 2022
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trouble with the curve, but not with clint
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"Trouble with the Curve"(RObert Lotenz, scritto da Randy Brown, 2012), sembra pienamente un film di Clint Eastwood, che invece e'solo inteprrte(ma non credo si sia limitato a questo, secondo me ha in qualche modo influenzato il regista, anche se non lo sapremo mai). ANziano talent scout di baseball, che ha problemi con l'eta'e la malattia8inizio di glaucoma, di cui non vuol sapere nulla)e che lo rende insoffernete a tutto, fanatico di baseball e capacissimo talent.scourt, appunto, anche se la squadra vorrebbe pensionarlo; ma il probelmi sono anche con la figlia, rimasta ordana di madre da quanto aveva sei anni, ora brillante avvocatessa(ma forse si puo'dire"avvocata", come sostengono molti linguisti di spessore) ma insoddiisfatta in quanto il padre, dopo un episodio di quanto era bambina(tentatva violenza)e'rimasta shockata dal sostenziale abbandono da parte del padre e non e'riuscita a realizzarsi in alcun rapporto sentimentale, RIaccostandosi, pero'al padre, comqune sempre"chiuso in se'"e nella sua protervia , ritrova poi una sua realizzazione, rivelandosi talent scourt di baseball non meno del padre e finira'anche(sembra)per trovare il boy.
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"Trouble with the Curve"(RObert Lotenz, scritto da Randy Brown, 2012), sembra pienamente un film di Clint Eastwood, che invece e'solo inteprrte(ma non credo si sia limitato a questo, secondo me ha in qualche modo influenzato il regista, anche se non lo sapremo mai). ANziano talent scout di baseball, che ha problemi con l'eta'e la malattia8inizio di glaucoma, di cui non vuol sapere nulla)e che lo rende insoffernete a tutto, fanatico di baseball e capacissimo talent.scourt, appunto, anche se la squadra vorrebbe pensionarlo; ma il probelmi sono anche con la figlia, rimasta ordana di madre da quanto aveva sei anni, ora brillante avvocatessa(ma forse si puo'dire"avvocata", come sostengono molti linguisti di spessore) ma insoddiisfatta in quanto il padre, dopo un episodio di quanto era bambina(tentatva violenza)e'rimasta shockata dal sostenziale abbandono da parte del padre e non e'riuscita a realizzarsi in alcun rapporto sentimentale, RIaccostandosi, pero'al padre, comqune sempre"chiuso in se'"e nella sua protervia , ritrova poi una sua realizzazione, rivelandosi talent scourt di baseball non meno del padre e finira'anche(sembra)per trovare il boy.friend(man friend, sarebbe meglio dire)adatto a lei, che comunque ha 33 anni. Non e'difficile capire perche' Clint non abbia diretto il film, per non diventare svenevole recitando la parte del padre in apprensoone per la figlia, anche quando"la respinge". Il risultato, in ogni caso, e'estremamente convincente, anche nelle sequenze di flash.back come in quelle in cui l'anziano talent.scout dialoga sulla tomba della moglie con la defunta; nessuna sbabatura sentimentalistica, da parte di un famoso"duro", me nel sneos migliore e piu'prodondo del lemma. Eastwood come sempre all'altezza, anzi di piu' e bene Amy Adams, nei panni della figlia, oltre che altri interpreti in parti "meno impegnative". Da vedere e apprezzare se lo si e'perso. El Gato
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derriev
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mercoledì 5 dicembre 2012
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un cinema della misura
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Un classico film alla Eastwood: sentimenti forti e situazioni quasi, se non, al limite; e la sua ormai classica parte di "burbero", che pare la naturale evoluzione del cow-boy di Leone, e del mitico Callaghan.
La trama: un anziano "scout" del baseball si ritrova sull'orlo del pensionamento, con l'incalzare dei giovani, e con una figlia trentenne che cerca di recuperare il loro rapporto, incrinato negli anni.
"Di nuovo in gioco" è, stilisticamente da Eastwood, qui non regista ma co-produttore, il prodotto standard.
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Un classico film alla Eastwood: sentimenti forti e situazioni quasi, se non, al limite; e la sua ormai classica parte di "burbero", che pare la naturale evoluzione del cow-boy di Leone, e del mitico Callaghan.
La trama: un anziano "scout" del baseball si ritrova sull'orlo del pensionamento, con l'incalzare dei giovani, e con una figlia trentenne che cerca di recuperare il loro rapporto, incrinato negli anni.
"Di nuovo in gioco" è, stilisticamente da Eastwood, qui non regista ma co-produttore, il prodotto standard.
Sono anni che il l'ex Ispettore Callaghan propone pellicole forti, intense e asciutte: sempre "ben girate" e senza fronzoli.
Osannato dalla critica e "premiato" dal pubblico, il Cinema di Eastwood ha il suo punto di forza nella semplicità, dove ogni cosa ha un posto ed è quello giusto.
Un Cinema della "misura", che pare facile fare ma non lo è affatto.
I rischi infatti sono due: dare poco ed annoiare, cose che nei suoi film non avvengono.
La "lezione" di Eastwood è, in fondo, dimostrare che attorno al nucleo dei problemi e delle emozioni di noi tutti, le possibilità narrative sono infinite.
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filippo catani
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lunedì 3 dicembre 2012
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clint sotto la media
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Un vecchio scout di giocatori di baseball concentra la sua esistenza nel selezionare giocatori guardandoli dal vivo e facendo le proprie personali statistiche senza usare il computer. L'uomo ha una figlia con cui ha un rapporto burrascoso e che sta cercando di diventare socia dello studio di avvocati dove lavora. Quando l'anziano padre comincerà ad avere problemi di vista, la giovane tornerà ad accompagnarlo come faceva da piccola.
Diciamolo subito; per come ci ha abituato Clint Eastwood questo film è decisamente sotto la sua media abituale e delude le aspettative degli spettatori. Questo perchè il vecchio Clint confeziona una pellicola (troppo) buonista e dallo svolgimento decisamente piatto e prevedibile (in sala c'è chi riesce ad intuirne le mosse e il finale dopo meno di un quarto d'ora).
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Un vecchio scout di giocatori di baseball concentra la sua esistenza nel selezionare giocatori guardandoli dal vivo e facendo le proprie personali statistiche senza usare il computer. L'uomo ha una figlia con cui ha un rapporto burrascoso e che sta cercando di diventare socia dello studio di avvocati dove lavora. Quando l'anziano padre comincerà ad avere problemi di vista, la giovane tornerà ad accompagnarlo come faceva da piccola.
Diciamolo subito; per come ci ha abituato Clint Eastwood questo film è decisamente sotto la sua media abituale e delude le aspettative degli spettatori. Questo perchè il vecchio Clint confeziona una pellicola (troppo) buonista e dallo svolgimento decisamente piatto e prevedibile (in sala c'è chi riesce ad intuirne le mosse e il finale dopo meno di un quarto d'ora). Fra l'altro viene inevitabile il paragone con il bel film sempre sul baseball con protagonista Brad Pitt (L'arte di vincere) che sapeva riflettere ed emozionare. Detto che anche la storia d'amore tra la figlia di Eastwood e l'ex giocatore lanciato dal padre appare melensa e banale, anche la rivelazione del tragico passato della ragazza ad opera del padre arriva tardivamente e viene messa lì senza costrutto. A contribuire al flop del film ci sono anche le prestazioni piatte offerte dalla Adams che avevamo apprezzato molto in The Fighter e di Justin Timbarlake anche lui reduce da buone prestazione come ad esempio nel recente In Time. Insomma anche se lo chef è di prim'ordine vale sempre il detto che non tutte le ciambelle vengono con il buco.
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gabriele.vertullo
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martedì 4 dicembre 2012
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solido dramma familiare nel mondo del baseball
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Sono pochissime le autorità cinematografiche della Storia del Cinema che abbiano dimostrato una sorprendente versatilità e che abbiano lasciato il segno in ogni settore della produzione filmica come Clint Eastwood. Nonostante il previo annuncio del suo ritiro di fronte la macchina da presa, Eastwood decide di sfruttare ancora una volta (basti ricordare una delle sue più indimenticabili interpretazioni in Gran Torino) la sua anzianità per offrire ruoli d’esperienza e di notevole convinzione, che sebbene egli sveli aspetto e movenze naturalmente avvizzite e arrugginite, i suoi personaggi dimostrano uno smalto espressivo lucido e impareggiabile; così che si può asserire all’unanimità che Clint Eastwood sia un astro tutt’altro che al tramonto, un personaggio vetusto più che obsoleto.
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Sono pochissime le autorità cinematografiche della Storia del Cinema che abbiano dimostrato una sorprendente versatilità e che abbiano lasciato il segno in ogni settore della produzione filmica come Clint Eastwood. Nonostante il previo annuncio del suo ritiro di fronte la macchina da presa, Eastwood decide di sfruttare ancora una volta (basti ricordare una delle sue più indimenticabili interpretazioni in Gran Torino) la sua anzianità per offrire ruoli d’esperienza e di notevole convinzione, che sebbene egli sveli aspetto e movenze naturalmente avvizzite e arrugginite, i suoi personaggi dimostrano uno smalto espressivo lucido e impareggiabile; così che si può asserire all’unanimità che Clint Eastwood sia un astro tutt’altro che al tramonto, un personaggio vetusto più che obsoleto.Gus è lo storico scout della squadra di baseball degli Atlanta Braves, che vede subire il discredito dei suoi metodi e del suo operato da parte del corpo dirigenziale più giovane e dagli innovativi algoritmi informatici (quelli di Moneyball per intenderci!) per la selezione dei nuovi talenti nel mondo del baseball. Il suo è un rapporto primigenio con l’ambiente sportivo, fondato sull’osservazione e sull’ascolto, su un amore che travalica ogni logica comprensione, sommati al suo carattere burbero e caparbio lo portano a rifiutare ogni contaminazione tecnologica nel suo lavoro. Questa totale immersione nella sua carriera professionale ha però pregiudicato la sua relazione con la figlia Mickey, orfana di madre e ora un’intraprendente avvocato in carriera. Quando lo stato professionale e salutare di Gus cominciano a subire colpi pesanti l’intervento della figlia sarà importante per risanare reciproche incomprensioni e per rinforzare le sue capacità intuitive in campo sportivo.
Di Nuovo in Giocoè prima di tutto un dramma solido e completo, una storia di aspettative non solo atletiche, ma soprattutto sentimentali, che spazia dagli affetti familiari ai legami amorosi; dove più si litiga, si beve e si canta e meno si gioca a baseball, puntando sul coinvolgimento e la partecipazione emotiva dello spettatore che si lascia conquistare dallo spessore dei personaggi, in modo particolare dalla coppia padre/figlia, personalità testarde e irriducibili, che però celano debolezze e paure. Sicuramente la scelta più vincente ed efficiente: in una cornice sportiva funzionale e accessoria, trova spazio un’analisi intergenerazionale sensibile e penetrante, realtà umane rilevanti e diverse che si attraggono e si respingono, che producono attriti e reazioni esplosive, trovando nell’ incontro/scontro saldi punti di contatto. Dominante è il duetto Gus-Mickey/Clint Eastwood-Amy Adams, attrice in continua conferma, che prova per l’ennesima volta una straordinaria adeguatezza e determinazione, un diamante grezzo che brilla in una cerchia virile e indelicata.
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[+] lo sport, gli affetti e i richiami della vita
(di antonio montefalcone)
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donni romani
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mercoledì 5 dicembre 2012
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eastwood old fashion, anche troppo
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Se il viso di Clint Eastwood non tradisse la contemporaneità del film si potrebbe pensare di star assistendo ad una pellicola di trenta, anche quaranta anni fa. L'impianto narrativo è classico, le scene si susseguono in modo lineare, la recitazione è senza sorprese e le battute sono facilmente prevedibili, ma nonostante questo la ostinata vecchiaia di Gus, talent scout di baseball che sta perdendo la vista, risulta gradevole e si lascia guardare con un sorriso empatico, quasi che il personaggio truce interpretato da Clint Eastwood sia il fratello di tanti altri rudi vegliardi conosciuti negli anni, non ultimi proprio i protagonisti delle recenti pellicole di Eastwood.
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Se il viso di Clint Eastwood non tradisse la contemporaneità del film si potrebbe pensare di star assistendo ad una pellicola di trenta, anche quaranta anni fa. L'impianto narrativo è classico, le scene si susseguono in modo lineare, la recitazione è senza sorprese e le battute sono facilmente prevedibili, ma nonostante questo la ostinata vecchiaia di Gus, talent scout di baseball che sta perdendo la vista, risulta gradevole e si lascia guardare con un sorriso empatico, quasi che il personaggio truce interpretato da Clint Eastwood sia il fratello di tanti altri rudi vegliardi conosciuti negli anni, non ultimi proprio i protagonisti delle recenti pellicole di Eastwood. Il viaggio che Gus compie per visionare un giovane talento sarà anche occasione di confronto con la figlia Mickey, cresciuta lontana dal padre con cui ha un rapporto di odio amore e soprattutto sarà motivo di sfida nei confronti dei giovani colleghi che armati di computer pensano che per valutare un giocatore basti studiare le sue statistiche. Naturalmente Mickey si innamorerà di un giovane pupillo di Gus e il ragazzo che sulla carta sembrava promettente si rivelerà un brocco proprio come l'esperienza di Gus aveva suggerito, e tutto finirà in gloria. Del resto è proprio quello che ci si aspetta da un film del genere, si sa che il protagonista dovrà soffrire ed essere messo in ridicolo per tutto il film salvo poi prendersi la sua rivincita finale con un paio di battute che sarebbero state bene in uno dei tanti western interpretati da Eastwood. Se non si è in cerca di un capolavoro stilistico o non si cerca l'originalità a tutti i costi "Di nuovo in gioco" ha una sua pacata piacevolezza e i duetti bisbetici fra Gus e Mickey sono sinceri e godibili, ma certo non si può negare che qualche guizzo in più, sia a livello di sceneggiatura, che di regia, che di interpretazione, avrebbe fatto fare un salto di qualità al film che rimane così piuttosto dimenticabile.
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tony.stark
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sabato 1 dicembre 2012
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come il protagonista,clint può ancora stupire...
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Un osservatore di baseball, continuamente in cerca di nuovi talenti, sente il peso degli anni sempre più minaccioso per la sua professione, nonostante le sue grandissime capacità che neanche gli avversari mettono in dubbio. Le nuove tecnologie ed una affamata generazione incombente complicano ulteriormente la sua posizione, la cui precarietà è simboleggiata dai problemi alla vista (e meno male che stavolta non guida una Gran Torino, vista la sua ormai nulla destrezza nella manovra...). In ogni caso, il momentaneo smarrimento nel mondo del lavoro sarà un'ottima occasione di riflessione sull' intera vita, e in particolare gli consentirà di ricucire il difficile rapporto con la figlia.
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Un osservatore di baseball, continuamente in cerca di nuovi talenti, sente il peso degli anni sempre più minaccioso per la sua professione, nonostante le sue grandissime capacità che neanche gli avversari mettono in dubbio. Le nuove tecnologie ed una affamata generazione incombente complicano ulteriormente la sua posizione, la cui precarietà è simboleggiata dai problemi alla vista (e meno male che stavolta non guida una Gran Torino, vista la sua ormai nulla destrezza nella manovra...). In ogni caso, il momentaneo smarrimento nel mondo del lavoro sarà un'ottima occasione di riflessione sull' intera vita, e in particolare gli consentirà di ricucire il difficile rapporto con la figlia. Sicuramente un buon film, anche se altre interpretazioni di Clint Eastwood, sia come attore che dietro alla cinepresa, avevano emozionato assai di più. Per l' ennesima volta il pretesto della vicenda è uno sport, e dopo rugby e boxe viene il turno di mazze, guantoni e home run. Altro aspetto già visto è la ferma determinazione di un uomo intenzionato a non arretrare dal proprio "territorio", che pure vede sbiadire intorno a se'. Un po' stucchevoli, oltre che scarsamente originali, i discorsi del protagonista sulla tomba della moglie, come pure le indecisioni sentimentali della figlia in carriera. Resta il fatto che la presenza di Clint è ancora una garanzia di opere decenti, e probabilmente ha ancora molto da dire prima della pensione; in aggiunta, quando non si confronta con sedie vuote, è molto più simpatico... Voto:3/5
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