sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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la commedia triste di jay chandrasekhar
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Tommy ed Audrey sono sposati da tre anni e stanno cercando di avere un bambino. Dopo molti tentativi andati mali, però, la coppia decide di consultare uno specialista, che diagnostica al marito una lentezza degli spermatozoi. Determinato a realizzare il sogno di sua moglie di avere un figlio, Tommy si rivolge alla banca del seme alla quale tre anni prima aveva venduto il suo sperma, nella speranza che questi abbiano ancora una sua provetta. Alla notizia che l’ultima è stata prenotata da una coppia omosessuale, Tommy e due amici decidono di chiedere aiuto ad un criminale indiano e insieme organizzano una rapina alla banca.
Concepita come una commedia leggera ed ironica, “Provetta d’amore” risulta invece essere un’accozzaglia d’idee scopiazzate da altre sceneggiature e un insieme di luoghi comuni che hanno smesso di essere divertenti già a fine anni ’90.
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Tommy ed Audrey sono sposati da tre anni e stanno cercando di avere un bambino. Dopo molti tentativi andati mali, però, la coppia decide di consultare uno specialista, che diagnostica al marito una lentezza degli spermatozoi. Determinato a realizzare il sogno di sua moglie di avere un figlio, Tommy si rivolge alla banca del seme alla quale tre anni prima aveva venduto il suo sperma, nella speranza che questi abbiano ancora una sua provetta. Alla notizia che l’ultima è stata prenotata da una coppia omosessuale, Tommy e due amici decidono di chiedere aiuto ad un criminale indiano e insieme organizzano una rapina alla banca.
Concepita come una commedia leggera ed ironica, “Provetta d’amore” risulta invece essere un’accozzaglia d’idee scopiazzate da altre sceneggiature e un insieme di luoghi comuni che hanno smesso di essere divertenti già a fine anni ’90.
In un’ora e quaranta minuti di film si abbozza un sorriso solo nel momento in cui compare il mafioso indiano, l’unico personaggio che riesce a non stancare dopo soli cinque minuti. Per il resto tutti, personaggi principali e secondari, sono noiosi e ripetitivi, protagonisti di una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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la cucina ai tempi di twitter
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Carl Casper è un padre divorziato e lo chef di uno dei più rinomati ristoranti di Los Angeles. Cuoco incredibilmente creativo, perde improvvisamente il lavoro quando, a seguito di una recensione negativa ricevuta dal critico gastronomico Ramsey Michel, litiga col suo datore di lavoro che gli impedisce di provare nuove ricette.
Convinto che la causa dei suoi guai sia la stroncatura di Ramsey, Carl decide di rispondergli a tono su Twitter, il che dà inizio ad uno scontro sul popolare social network che si diffonde velocemente sul web.
Senza lavoro e senza nessuno che lo voglia assumere, lo chef decide, con l’aiuto dell’ex marito della sua ex moglie, di aprire un chiosco ambulante di cucina cubana.
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Carl Casper è un padre divorziato e lo chef di uno dei più rinomati ristoranti di Los Angeles. Cuoco incredibilmente creativo, perde improvvisamente il lavoro quando, a seguito di una recensione negativa ricevuta dal critico gastronomico Ramsey Michel, litiga col suo datore di lavoro che gli impedisce di provare nuove ricette.
Convinto che la causa dei suoi guai sia la stroncatura di Ramsey, Carl decide di rispondergli a tono su Twitter, il che dà inizio ad uno scontro sul popolare social network che si diffonde velocemente sul web.
Senza lavoro e senza nessuno che lo voglia assumere, lo chef decide, con l’aiuto dell’ex marito della sua ex moglie, di aprire un chiosco ambulante di cucina cubana.
“Chef – La ricetta perfetta” è scritto, diretto ed interpretato da Jon Favreau, già regista dei primi due film della saga di “Iron Man”. Ed è proprio a Robert Downey Jr che il regista affida il ruolo di Marvin, il ricco e donnaiolo ex marito dell’ex moglie di Carl. Il cast è arricchito dalla sensuale Scarlett Johansson, che qui interpreta la direttrice del ristorante in cui lavora il protagonista, Bobby Cannavale, noto al grande pubblico per la sua apprezzata e premiata interpretazione nel telefilm “Bordwalk Empire”, Sofía Vergara, l’ex moglie del cuoco, e Dustin Hoffman, lo scontroso proprietario del ristorante.
In “Chef – La ricetta perfetta” Favreau si serve della cucina e del buon gusto per raccontare delle relazioni umane ai tempi di Twitter. Lo stile del regista è semplice ed essenziale, lontano da quello che aveva caratterizzato i lavori del mondo Marvel e più vicino al film d’animazione “Ratatouille, col quale il paragone è inevitabile. Il rapporto padre-figlio viene raccontato con semplicità e tenerezza, mentre quello tra i due ex coniugi è divertente e a tratti impacciato.
Il risultato è una commedia ironica ed intelligente, un film da assaporare boccone dopo boccone.
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il dormiglione
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lunedì 11 febbraio 2013
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the babymakers
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“Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima” diceva il buon vecchio Einstein, e pensare che ancora non aveva visto questo capolavoro dell’idiozia, questo trionfo di insulsaggine, questo portento di demenza, questa squisitezza di imbecillità.
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“Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima” diceva il buon vecchio Einstein, e pensare che ancora non aveva visto questo capolavoro dell’idiozia, questo trionfo di insulsaggine, questo portento di demenza, questa squisitezza di imbecillità. Stiamo parlando di “The babymakers” del regista indiano, quasi impronunciabile, Jay Chandrasekhar, perchè, come direbbe il nostrano Stefano Benni ne “La compagnia dei celestini”: “Le idee sono come le tette: se non sono abbastanza grandi si possono sempre gonfiare“. Il problema fondamentale di questo film non è la mancanza di tette, dato che invece ce n’è in abbondanza, ma è la totale mancanza di idee. Non si può vendere un prodotto di così basso livello culturale e artistico, perchè è davvero un insulto all’intelligenza umana. E non fa nemmeno ridere. Sembra un misto di “American pie“, senza adolescenti, il che lo rendeva di certo più plausibile, ma con adulti sfigati; “Come ammazzare il capo…e vivere felici“, con il gangster impacciato e poco “criminale” come lo era Jamie Foxx; “Mia moglie per finta” per via dell’amico grassone che regala solo consigli sbagliati; “Due cuori e una provetta” solo per il discorso legato all’inseminazione artificiale. Tuttavia questi film, belli o brutti che siano, hanno un loro senso, mentre questo proprio non ce l’ha. Se voleva seguire il filone di “Una notte da leoni” e della riscoperta comicità americana, allora il caro amico Jay Chandrasekhar probabilmente è meglio che cerchi un altro lavoro. Cerchiamo di spiegare questi insulti non gratuiti. La trama è di quelle che fa accapponare la pelle: un uomo ed una donna, che hanno un’attività sessuale degna di due conigli in calore stracolmi di viagra, tentano di avere un figlio senza riuscirci, e questo a causa degli spermatozoi pigri di lui. Dal canto suo lui, che ha donato sperma per 20 settimane per 85 dollari a prestazione, è sicuro che il suo sperma sia sano ma, appurato che l’unica soluzione sia l’inseminazione, decide di andare a rapinare la banca del seme per riprendersi il suo sperma. A questa trama banale, scontata, amorfa, squallida, trita e insignificante, si aggiungono una serie di personaggi ai limiti della decenza e del rispetto verso l’intelligenza altrui, che si alternano sullo schermo proprio come spermatozoi pigri e impazziti. Le situazioni tutte uguali (lui che dimentica le foto della sua ex nuda in bagno e deve correre a casa prima che rientri la moglie, ad esempio), i personaggi dissoluti e convenzionali (il protagonista è un bravo ragazzo un po’ sfortunato, l’amico è un “ciccione” che gioca a fare la spalla, l’altro amico del gruppo è uno strafatto perchè ha “il glaucoma allo stadio iniziale”, il gangster era un porta soldi della mafia indiana che non ricorda la combinazione della sua valigetta porta oggetti), le interpretazioni disgustose e sopra le righe (il buon Jay Chandrasekhar ha avuto anche la brillantissima idea di recitare il ruolo del gangster indiano), il finale melenso e noiosamente prevedibile, rendono questo film uno dei peggiori prodotti dell’intero 2012 (anche se in Italia è uscito il 13 gennaio 2013), riuscendo persino a superare gli italianissimi “I 2 soliti idioti” e “Dracula 3d“, la porcheria della Disney “John Carter” ed il repellente “Jack and Jill“. Caro Einstein, dopo aver visto questo film su una cosa non c’è davvero più dubbio: la stupidità umana supera sicuramente la grandezza dell’universo. Caro Benni, dopo aver guardato questo piccolo capolavoro possiamo esserne certi: le tette non mancano mai, mentre le idee spesso sono un optional. Caro Jay Chandrasekhar, dopo aver girato questo film, per favore, cambia mestiere.
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