briele
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sabato 26 gennaio 2013
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cinema indipendente: ecco un esempio.
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Una prima esperienza per tutti gli attori, che provengono dal teatro se non addirittura da zero esperienze precedenti (che a volte è pure meglio che aver fatto teatro e basta). Ciononostante, grazie ad un buono piano di lavorazione e all'entusiamo partecipativo delle maestranze (credo sia stata un'alchimia irripetibile, di solito, per esempio, gli attrezzisti soprattutto guardano l'orologio e si informano semmai sul contenuto del cestino) si è riusciti a sfornare un prodotto dignitoso. In Italia si avverte l'esigenza di un cinema indipendente che invece di essere ostacolato in fase di distribuzione (a pellicola finita e girata senza condizionamenti dalle grosse produzioni) dovrebbe essere semmai agevolato: ciò probabilmente contribuirebbe a far evolvere il linguaggio cinematografico del cinema italiano che troppo spesso, per interessi di cassetta, appunto, si adagia sui soliti clichè.
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Una prima esperienza per tutti gli attori, che provengono dal teatro se non addirittura da zero esperienze precedenti (che a volte è pure meglio che aver fatto teatro e basta). Ciononostante, grazie ad un buono piano di lavorazione e all'entusiamo partecipativo delle maestranze (credo sia stata un'alchimia irripetibile, di solito, per esempio, gli attrezzisti soprattutto guardano l'orologio e si informano semmai sul contenuto del cestino) si è riusciti a sfornare un prodotto dignitoso. In Italia si avverte l'esigenza di un cinema indipendente che invece di essere ostacolato in fase di distribuzione (a pellicola finita e girata senza condizionamenti dalle grosse produzioni) dovrebbe essere semmai agevolato: ciò probabilmente contribuirebbe a far evolvere il linguaggio cinematografico del cinema italiano che troppo spesso, per interessi di cassetta, appunto, si adagia sui soliti clichè.
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lorenzo.muscoso
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domenica 16 dicembre 2012
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incubo ad alta quota
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Vincitore dei premi “Miglior opera prima” e “Miglior fotografia” al festival di Catania, il film “[+]
Vincitore dei premi “Miglior opera prima” e “Miglior fotografia” al festival di Catania, il film “Jabal – Ali di Ghiaccio” opera prima di Filippo Arlotta ricostruisce, attraverso l’indagine poliziesca, il dramma vissuto da due giovani sulla montagna Etna. Il regista, forte della poetica e suggestione della natura siciliana, applica i clichè del più tradizionale action – thriller ma con una maggior predisposizione ai sentimenti, esplicati attraverso efficaci effetti retrospettivi che collegano i vari episodi temporali necessari alla soluzione del giallo. Sceneggiato da Salvo Campisano, protagonista e secondo regista dell’opera, la storia presenta un andamento narrativo contenuto e subordinato alla complessità dell’intrigo, lontano da toni retorici e una elasticità che lascia spazio alla personale interpretazione. La fotografia curata con estrema efficienza da Filippo Arlotta, produce la grammatica necessaria ai fini di un linguaggio filmico predominante che fa della natura l’elemento di terrore. In un cinema postmoderno l’elemento estetico è l’assioma assoluto per una virtuosità polisensoriale che non meraviglia lo stato dell’immagine ma ne riproduce l’effetto ipodermico necessario allo sviluppo emotivo . Arlotta, vincitore del recente “premio della critica” all’Indipendent Media Fest per ”Un sorriso appeso al Muro“, un corto che mette in scena il dramma vissuto da un giornalista rapito da terroristi afgani, dimostra di conoscere bene i codici della rappresentazione visiva, scegliendo tonalità e sfumature effimere che meglio si adattano al contesto narrato. Un’opera indipendente che pone l’attenzione sulle capacità creative di giovani cineasti che credono in un cinema dove le potenzialità espressive sono merito di una forte determinazione nella scoperta di nuovi orizzonti cinematografici.
Recensione a cura di Lorenzo Muscoso
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alessandro liccardi
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giovedì 6 dicembre 2012
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immerso nel film!
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Questa è la prova che non servono i soldi per fare un bel film! Privo di effetti speciali ma con tanto da ranccontare! Bravi gli attori, bravo il direttore della fotografia, aiutato da un paesaggio che parla da solo!Le musiche sansazionali!
Chi crede nel cinema, deve vedere questo film! Dei bravi ragazzi che hanno creduto in un progetto, riuscito bene!
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alessandro liccardi
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giovedì 6 dicembre 2012
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un film da vedere!
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Il film, nella sua globalità, mi è piaciuto il fatto che usciti dal cinema ognuno di noi si prefigurava una diversa evoluzione di determinate scene...questo sta a significare, a mio avviso, che il film ci ha lasciato qualcosa e creava attesa nell'evoluzione degli eventi.
Una fotografia fantastica, bella la storia molto forte...
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