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sabato 23 giugno 2018
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si può fare.
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Un film più attuale che mai. Sto seguendo con attenzione il "dibattito" folle che viene portato avanti oggi sul tema dell'immigrazione. Si parla senza inquadrare l'argomento principale che è la vita umana. Nessuno ha mai detto che l'emigrante non va mai via completamente dalla sua terra, ma lascia qualcosa di se come una sorta di legame da non recidere, una parte di se da ritrovare un giorno quando ritornerà nei suoi luoghi. Io sono stato emigrante e nonostante sia passato una vita intera mi sento ancora straniero nella terra che mi ospita,. Vorrei che nascesse un movimento serio, onesto, disinteressato che iniziasse ad aiutare i popoli africani a crescere a casa loro, una sorta di contro colonialismo che restituisca ciò che abbiamo tolto.
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Un film più attuale che mai. Sto seguendo con attenzione il "dibattito" folle che viene portato avanti oggi sul tema dell'immigrazione. Si parla senza inquadrare l'argomento principale che è la vita umana. Nessuno ha mai detto che l'emigrante non va mai via completamente dalla sua terra, ma lascia qualcosa di se come una sorta di legame da non recidere, una parte di se da ritrovare un giorno quando ritornerà nei suoi luoghi. Io sono stato emigrante e nonostante sia passato una vita intera mi sento ancora straniero nella terra che mi ospita,. Vorrei che nascesse un movimento serio, onesto, disinteressato che iniziasse ad aiutare i popoli africani a crescere a casa loro, una sorta di contro colonialismo che restituisca ciò che abbiamo tolto. Si può fare. Lo dobbiamo fare.
Antonino
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giurg 63
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lunedì 29 aprile 2013
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tutto troppo facile!
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Le intenzioni del regista saranno anche state delle migliori ma egli ha reso il racconto troppo facile e prevedibile. Nella realtà nel deserto non si ha l'energia per prendere a calci un pallone, come fanno i due giovanissimi protagonisti, ma si soffre e, spesso, si muore. Se si vuole avere una visione assai più realistica delle nuove odissee compiute per attraversare il Sahara allo scopo di raggiungere il miraggio di una nuova vita in Europa, consiglio vivamente la visione, soprattutto nelle scuole, e non solo, dell'ottimo 13 chilometri (13 Kilometros) del regista spagnolo Gerardo Olivares. In quel film il protagonista ha anche un pallone nello zaino ma, come si vedrà, nel cuore del Sahara, non riuscirà a calciarlo neppure una volta e gli verrà ingiustamente sottratto.
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falcao
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giovedì 22 novembre 2012
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toccante
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Un film che fa riflettere sulle realtà che facciamo finta di non sapere, meglio girarsi dall'altra parte...Bravi gli attori su tutti il piccolo barese. Un inizio un pò lento ma via via ti prende e si lascia vedere con piacere.
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elizabeth
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giovedì 22 novembre 2012
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il sogno dell'africa
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Film didascalico. Buono e condivisibile il messaggio. I problemi posti sono reali, ma la resa è un po' ingenua e poco convincente. Poco credibile il viaggio di Thabo e Rocco verso 'Africa, spesso sembra uno spot pubblicitario per l'UNICEF.
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renato volpone
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domenica 18 novembre 2012
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il piccolo principe
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Questo è il fatto storico, il contenuto della Lettera di Yaguine e Fodè e il messaggio che il film vuole trasmettere.
GUINEA, IL GRIDO DELL'AFRICA: AIUTATECI!
Il 28 luglio 1999 Yaguine Koïta, 15 anni, e Fodé Tounkara, 14 anni, hanno viaggiato da Conakry, la capitale della Guinea, a Bruxelles, nascosti nel vano del carrello di atterraggio di un Airbus A 330-300 della compagnia belga Sabena. Vestiti con diverse paia di pantaloni infilati l'uno sull'altro, maglioni, giacche e cappelli, ma con dei semplici sandali ai piedi, sono scivolati sotto l'ala, nel piccolo vano delle ruote.
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Questo è il fatto storico, il contenuto della Lettera di Yaguine e Fodè e il messaggio che il film vuole trasmettere.
GUINEA, IL GRIDO DELL'AFRICA: AIUTATECI!
Il 28 luglio 1999 Yaguine Koïta, 15 anni, e Fodé Tounkara, 14 anni, hanno viaggiato da Conakry, la capitale della Guinea, a Bruxelles, nascosti nel vano del carrello di atterraggio di un Airbus A 330-300 della compagnia belga Sabena. Vestiti con diverse paia di pantaloni infilati l'uno sull'altro, maglioni, giacche e cappelli, ma con dei semplici sandali ai piedi, sono scivolati sotto l'ala, nel piccolo vano delle ruote. Il viaggio si è concluso tragicamente: Yaguine e Fodé sono morti. Di freddo, sicuramente: all'altitudine di crociera di un aereo, la temperatura oscilla tra i -50 e i -55 gradi. O forse di anossia, e cioè a causa del calo di ossigeno distribuito dal sangue nei tessuti, provocato dall'assenza di pressurizzazione in questa parte dell'apparecchio. I corpi sono stati ritrovati all'aeroporto di Bruxelles solo qualche giorno dopo. Oggi di loro resta solo una lettera, custodita nella tasca di uno dei due ragazzi, indirizzata alle "loro eccellenze i signori membri e responsabili dell'Europa".
Questo è il testo della lettera scritta da Yaguine e Fodé.
Loro eccellenze i signori membri e responsabili dell'Europa. Abbiamo l'onorevole piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi dello scopo del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell'Africa. Ma prima di tutto, vi presentiamo i nostri saluti più squisiti, adorabili e rispettosi. A tale fine, siate il nostro sostegno e il nostro aiuto, siatelo per noi in Africa, voi ai quali bisogna chiedere soccorso: ve ne supplichiamo per l'amore del vostro bel continente, per il vostro sentimento verso i vostri popoli, le vostre famiglie e soprattutto per l'amore per i vostri figli che voi amate come la vita. Inoltre per l'amore e la timidezza del nostro creatore "Dio" onnipotente che vi ha dato tutte le buone esperienze, la ricchezza e il potere per costruire e organizzare bene il vostro continente e farlo diventare il più bello e ammirevole tra gli altri. Signori membri e responsabili dell'Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto in Africa. Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa, aiutateci, abbiamo dei problemi e i bambini non hanno diritti. Al livello dei problemi, abbiamo: la guerra, la malattia, il cibo, eccetera. Quanto ai diritti dei bambini, in Africa, e soprattutto in Guinea, abbiamo molte scuole ma una grande mancanza di istruzione e d'insegnamento, salvo nelle scuole private dove si può avere una buona istruzione e un buon insegnamento, ma ci vogliono molti soldi, e i nostri genitori sono poveri, in media ci danno da mangiare. E poi non abbiamo scuole di sport come il calcio, il basket, il tennis, eccetera. Dunque in questo caso noi africani, e soprattutto noi bambini e giovani africani, vi chiediamo di fare una grande organizzazione utile per l'Africa perché progredisca. Dunque se vedete che ci sacrifichiamo e rischiamo la vita, è perché soffriamo troppo in Africa e abbiamo bisogno di voi per lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa. Ciò nonostante noi vogliamo studiare, e noi vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi in Africa. Infine: vi supplichiamo di scusarci moltissimo di avere osato scrivervi questa lettera in quanto voi siete degli adulti a cui noi dobbiamo molto rispetto. E non dimenticate che è con voi che noi dobbiamo lamentare la debolezza della nostra forza in Africa. Scritto da due bambini guineani. Yaguine Koïta e Fodé Tounkara.
Il film poi, per mandare questo messaggio, usa un'altra storia, il ritorno in africa di un ragazzino abbandonato dall'allenatore di calcio e dell'amico suo del cuore che lo accompagna e fugge da una famiglia violenta. Una storia di cammino attraverso il deserto per 3000 km. Certo chi ha ancora negli occhi il film del national geographic che raccontava l'attraversamento del deserto asiatico sorride all'idea, e sorride anche lo spettatore che vede moltissima ingenuità in tutto il film. Inesperti? non direi vista l'impronta tipo "piccolo principe" data al racconto. Si fa fatica a sopportare troppo semplicioneria e effetti marcatamente pietosisti, ma se si resiste, alla fine del film il messaggio arriva chiaro, secco, pungente, nonostante la "Finocchiaro" che per un ruolo di questo genere è assolutamente inadatta. Arriva e si raccoglie: torniamo un poco sui nostri passi verso il futuro e fermiamoci sotto un albero a pensare alla natura, al mondo quanto è bello, a quanto siamo tutti uguali e al sole che potremmo avere dentro se solo lo lasciassimo brillare invece che lasciarlo morire sotto le spesse coltri della vanità e dell'arrivismo.
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vito palmisani
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domenica 18 novembre 2012
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l'africa è il nostro futuro
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"Il sole dentro": il sole dentro chi guarda il Film, non lo vede soltanto, la location è Bari, e chi ci abita la riconosce subito dalle prime battute, il deserto è l'Africa, un film on the road ma a piedi e in aereo. 1999 due ragazzi africani clandestini ed inesperti, nascosti nel carrello di un aereo cercano di raggiungere Bruxelles per lasciare una lettera al Parlamento Europeo, per costringerlo ad accorgersi dell'Africa, ma, come è realmente successo, soccombono al gelo delle grandi altezze. 2009 due ragazzi, uno barese e l'altro africano, prede di speculatori del calcio, diventano "amici per sempre", il primo praticamente senza famiglia, con una sola sorella che il padre, in galera, ha avuto da un'altra donna e della quale non ricorda il nome, l'altro invece con sette fratelli dei quali ricorda tutti i nomi, intraprendono un viaggio avventuroso e senza denaro per tornare in Africa, incontrando sulla strada vari personaggi che li aiutano a raggiungere la meta e a ritrovare il Mister "pasta e fagioli" interpretato dagli occhioni sgranati della brava Angela Finocchiaro.
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"Il sole dentro": il sole dentro chi guarda il Film, non lo vede soltanto, la location è Bari, e chi ci abita la riconosce subito dalle prime battute, il deserto è l'Africa, un film on the road ma a piedi e in aereo. 1999 due ragazzi africani clandestini ed inesperti, nascosti nel carrello di un aereo cercano di raggiungere Bruxelles per lasciare una lettera al Parlamento Europeo, per costringerlo ad accorgersi dell'Africa, ma, come è realmente successo, soccombono al gelo delle grandi altezze. 2009 due ragazzi, uno barese e l'altro africano, prede di speculatori del calcio, diventano "amici per sempre", il primo praticamente senza famiglia, con una sola sorella che il padre, in galera, ha avuto da un'altra donna e della quale non ricorda il nome, l'altro invece con sette fratelli dei quali ricorda tutti i nomi, intraprendono un viaggio avventuroso e senza denaro per tornare in Africa, incontrando sulla strada vari personaggi che li aiutano a raggiungere la meta e a ritrovare il Mister "pasta e fagioli" interpretato dagli occhioni sgranati della brava Angela Finocchiaro. L'africa come futuro è il messaggio del Film, la semplicità e la purezza ancora non contaminata dal mondo occidentale: -"il terzo mondo" chiamato così dagli altri due.. chissà perché"- Paolo Bianchini è stato bravo nel costruire con semplicità un Film comprensibile ed accattivante, la partecipazione di Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta (non poteva essere diversamente), Francesco Salvi (un Padre X perfettamente integrato nel ruolo un po' "fuori" adatto alla sua personalità), Diego Bianchi (eccezionale Console Onorario -"senza stipendio") e Gaetano Fresa (collaboratore Unicef), è stata precisa e perfettamente omologata ai rispettivi ruoli, forse avrei dato più spazio a Giobbe Covatta che sull'Africa ne ha da dire. Il casting della OZFilm di Bari è stato scelto molto bene, i costumi ben adattati, le musiche che hanno accompagnato i due ragazzi nel deserto, hanno sottolineato con precisione il viaggio avventuroso. Avrei prestato più attenzione alle location molto riconoscibili, tutto sommato un buon film che ho "guardato" con attenzione e che deve essere "guardato" e commentato dai ragazzi nelle scuole, perché sono loro il nostro futuro come "l'Africa".
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