Thriller adolescenziale di Malik Bader in forma di film per la Tv, assimilabile ai quei gialli con cui la Rai riempie i palinsesti del sabato sera, approvvigionandosi all’industria dell’ovviamente banale d’oltreoceano. Il plot è trito e ritrito, con la solita psicopatica assassina che mobbizza la vittima di turno, in questo caso un giovane atleta, interpretato da un attore sopratutto televisivo, Lucas Till, come tutto il cast anonimamente mediocre, eccetto che per il volto noto di Holt McCallany, un discreto caratterista che impersona il padre del ragazzotto. Assente ingiustificata, in un film che dovrebbe pur essere un thriller, è la suspense; abbonda, invece, la noia, a causa soprattutto della lentezza spasmodica dell’azione, ovvero dell’inazione che contraddistingue questo inguardabile e, se purtroppo già visto, dimenticabile B-movie americano.
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Thriller adolescenziale di Malik Bader in forma di film per la Tv, assimilabile ai quei gialli con cui la Rai riempie i palinsesti del sabato sera, approvvigionandosi all’industria dell’ovviamente banale d’oltreoceano. Il plot è trito e ritrito, con la solita psicopatica assassina che mobbizza la vittima di turno, in questo caso un giovane atleta, interpretato da un attore sopratutto televisivo, Lucas Till, come tutto il cast anonimamente mediocre, eccetto che per il volto noto di Holt McCallany, un discreto caratterista che impersona il padre del ragazzotto. Assente ingiustificata, in un film che dovrebbe pur essere un thriller, è la suspense; abbonda, invece, la noia, a causa soprattutto della lentezza spasmodica dell’azione, ovvero dell’inazione che contraddistingue questo inguardabile e, se purtroppo già visto, dimenticabile B-movie americano.
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