ninoraffa
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mercoledì 19 luglio 2017
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la caduta secondo morante
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E se nel Paradiso terrestre le cose fossero andate diversamente?
Se Eva avesse dato ad Adamo intatto il frutto fatale pensando di consumarlo insieme (magari le ricordava l’albero sotto il quale si erano conosciuti) e lui, invece, con quell’aria un po’ tonta, l’avesse ingoiato tutto in un boccone, quasi senza accorgersene? A quel punto lei l’ha piantato, lui non ha capito neppure perché, e per reciproca ripicca hanno mandato all’aria il Paradiso. Nessun serpente, nessun Angelo con la spada fiammeggiante, più o meno questa la caduta dell’uomo (e della donna) secondo Laura Morante. Caduta libera che ci siamo procurati da soli e prosegue da millenni: dove lui vede cose e fatti semplici e puntuali – ciliegie, fiori, mani e piatti da lavare.
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E se nel Paradiso terrestre le cose fossero andate diversamente?
Se Eva avesse dato ad Adamo intatto il frutto fatale pensando di consumarlo insieme (magari le ricordava l’albero sotto il quale si erano conosciuti) e lui, invece, con quell’aria un po’ tonta, l’avesse ingoiato tutto in un boccone, quasi senza accorgersene? A quel punto lei l’ha piantato, lui non ha capito neppure perché, e per reciproca ripicca hanno mandato all’aria il Paradiso. Nessun serpente, nessun Angelo con la spada fiammeggiante, più o meno questa la caduta dell’uomo (e della donna) secondo Laura Morante. Caduta libera che ci siamo procurati da soli e prosegue da millenni: dove lui vede cose e fatti semplici e puntuali – ciliegie, fiori, mani e piatti da lavare... – lei scorge interi universi morali fatti (disfatti o misfatti) di affetto, rispetto, pensieri, attenzioni, emozioni, senza i quali la vita non merita di essere vissuta. Tra questi due abissi passerebbe l’arte raffinata e impervia dello stare bene – e possibilmente crescere – insieme.
Parigi. Amanda e Bertrand stanno cercando una casa dove andare a vivere insieme; in realtà è solo lui a impegnarsi ed è chiaro che sono avviati a lasciarsi, in fondo senza troppi reciproci rimpianti. Opera prima di Laura Morante regista, Ciliegine parte da una situazione classica per cedere forse troppo al mestiere della commedia e dei suoi espedienti non sempre originali; in primis l’androfobia di lei che in qualche modo sminuisce la possibile universalità della premessa. Amanda è nevrotica, ipercritica e prevenuta oltre ogni ragione sugli uomini: personaggio autoironico nelle intenzioni, ma così convinto e insistito da scadere nel tipico ritratto misogino della bisbetica, in una farsa assolutoria per il pacifico Bertrand tartassato dalle sue paturnie. Riequilibrando le ragioni – cioè i torti – tra i sessi, un’Amanda meno maltrattata dagli autori avrebbe meritato almeno una logica nella sua follia: magari l’attenuante generica di un’isteria da accumulo contratta durante la sequenza d’incidenti maschili capitati nella sua vita sentimentale di donna non giovanissima.
Poi c’è la supposta omosessualità del nuovo lui, incontrato per caso a una festa di Capodanno. Antoine – introverso, in realtà etero e in corso di regolare separazione – s’innamora di Amanda ricambiato, ma solo perché lei lo ritiene sessualmente disinteressato in virtù delle suddette equivocate inclinazioni. Secondo il cliché alleniano lui ogni settimana va a sdraiarsi dallo psicanalista, lei a sua insaputa è seguita da un altro strizzacervelli, nelle vesti del marito di un’amica pressoché onnisciente nel leggerle la mente; non mancano altri amici e colleghi a favorire la loro liaison con volenterose messe in scena.
Alla fine tutto si chiarisce, Antoine supera la timidezza, Amanda l’androfobia e si mettono insieme. Eppure… oltre ogni isteria ed equivoco ritorna la regola generale: la combinazione di due approdati non di passaggio tra le stesse lenzuola è un equilibrio molto precario. Basta un piccolo strappo, uno strattone, un gesto involontario nel sonno – metafora dell’altro sonno della ragione – perché l’instabile composto precipiti verso l’esplosione. Come in un thriller, gli occhi improvvisamente sbarrati di Amanda nel buio dell’ultima inquadratura stanno a ricordarcelo.
La morale, ammesso che ne serva una. Curiamo rapporti e valori umani che sono ricchezza e insieme vulnerabilità: ciò a cui teniamo è inseparabile dalla delusione e dalla perdita. Le cose piacciono perché fanno paura o fanno paura perché piacciono? si chiede – ci chiede – Morante. L’amore adrenalinico da godere carpe diem? Oppure senso del limite – rispetto, timore e attenzione – nel praticare chi ci piace, consapevoli della reciproca fallibilità e della congiura delle circostanze? Nessuna risposta definitiva.
Riguardo alla ciliegina da cui siamo partiti, se quel giorno nell’Eden lui fosse stato più attento e lei meno permalosa ci avremmo guadagnato tutti. Almeno su questo donne e uomini potremmo essere d’accordo…
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homer52
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mercoledì 13 novembre 2013
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bisogno d'affetto
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In un mondo animato dall'egocentrismo e dal culto dell'individualità il rapporto uomo donna diventa sempre più diffile e foriero di incomprensioni. Il messaggio del film (commedia carina e scorrevole) pare chiaro: la donna predilige l'uomo sensibile e"materno" e la metafora del gay calza perciò a pennello. E l'uomo cosa predilige? Da questo punto di vista il film dà solo una versione al femminile per cui, va bene che il regista è donna, ma mi sembra che l'analisi rimanga un poco monca.
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no_data
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sabato 31 agosto 2013
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simpatico
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Bel debutto alla regia per la Morante, brava brava
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irenepax
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giovedì 22 agosto 2013
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un gioiellino di commedia!
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Rivedere 'Ciliegine' non mi stufa mai, anzi, ogni volta lo apprezzo sempre di più.
Una commedia romantica che si fa un po' beffe della commedia romantica, con una sceneggiatura brillante e intelligente, attori bravissimi ed una regia attenta ai particolari. Per contornare il tutto, una fantastica colonna sonora firmata Nicola Piovani che conferisce al film un ritmo spumeggiante un po' alla Woody Allen.
Laura Morante offre come sempre un'ottima interpretazione e ha dimostrato che anche gli italiani possono realizzare belle commedie con classe, senza strafare e cadere nel volgare (è da ricordare che, oltre ad essere stata attrice e regista, la Morante ha anche scritto la sceneggiatura e co-prodotto il film).
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Rivedere 'Ciliegine' non mi stufa mai, anzi, ogni volta lo apprezzo sempre di più.
Una commedia romantica che si fa un po' beffe della commedia romantica, con una sceneggiatura brillante e intelligente, attori bravissimi ed una regia attenta ai particolari. Per contornare il tutto, una fantastica colonna sonora firmata Nicola Piovani che conferisce al film un ritmo spumeggiante un po' alla Woody Allen.
Laura Morante offre come sempre un'ottima interpretazione e ha dimostrato che anche gli italiani possono realizzare belle commedie con classe, senza strafare e cadere nel volgare (è da ricordare che, oltre ad essere stata attrice e regista, la Morante ha anche scritto la sceneggiatura e co-prodotto il film).
Insomma, un film graziosissimo, consigliato soprattutto alle donne che sicuramente si riconosceranno tutte nel personaggio di Amanda. Uno di quei film che ti fa uscire dal cinema con il sorriso e di buon umore.
- segnalo a MyMovies che si tratta di una commedia, non di un film drammatico com'è scritto nella descrizione!-
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filippo catani
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venerdì 3 maggio 2013
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commedia sentimentale elegante e piacevole
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Parigi. Una donna che lavora nel settore letterario non riesce a vivere serenamente le sue relazioni con gli uomini. Anche l'ultimo uomo che le sta accanto non la soddisfa affatto. La sera dell'ultimo dell'anno però la donna rimarrà affascinata da un uomo che lei erroneamente crede che sia gay.
Esordio alla regia per la bravissima Laura Morante che è anche la protagonista del film nonchè una delle nostre migliori attrici per bravura e versatilità nei ruoli (in carriera infatti è passata con successo attraverso vari generi dalla commedia al dramma). Questo film è molto chic ma si fa apprezzare per la sua ironia e leggerezza all'interno di una vicenda che si disvela in una durata brevissima.
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Parigi. Una donna che lavora nel settore letterario non riesce a vivere serenamente le sue relazioni con gli uomini. Anche l'ultimo uomo che le sta accanto non la soddisfa affatto. La sera dell'ultimo dell'anno però la donna rimarrà affascinata da un uomo che lei erroneamente crede che sia gay.
Esordio alla regia per la bravissima Laura Morante che è anche la protagonista del film nonchè una delle nostre migliori attrici per bravura e versatilità nei ruoli (in carriera infatti è passata con successo attraverso vari generi dalla commedia al dramma). Questo film è molto chic ma si fa apprezzare per la sua ironia e leggerezza all'interno di una vicenda che si disvela in una durata brevissima. Per quanto lo spettatore sia più che certo di come andranno ad evolversi le vicende, la sceneggiatura resta comunque apprezzabile per merito degli interpreti e di questo gustoso equivoco che permette di mettere a confronto una donna impegnata ma nevrotica e iperesigente con un uomo tormentato appena uscito sofferente da un matrimonio. Commedia romantica che si mescola con un po' di ironia fanno da ciliegine a un più che discreto film di genere.
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ultimoboyscout
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sabato 2 febbraio 2013
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colpo di fulmine?
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Chi può comprendere e accettare una società dove i personaggi non hanno contatti con la realtà e la vita vera al punto da scegliere o scartare appartamenti di gran lusso solo per un semplice capriccio, sicuramente apprezzerà l'esordio alla regia di Laura Morante. Ambientato a Parigi, ricorda le commedie più pesanti e logorroiche di Woody Allen, mettendo in scena personaggi che danno decisamente da pensare, soprattutto alle donne, e le cui evoluzioni psicologiche fanno procedere la commedia su binari leggeri, spigliati e soprattutto eleganti, verso un finale che è la cosa migliore del film. La Morante ha coraggio da vendere mettendosi in gioco con grande generosità e fortissima autoironia, dando verità alla sua Amanda, così nevrotica e androfobica.
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Chi può comprendere e accettare una società dove i personaggi non hanno contatti con la realtà e la vita vera al punto da scegliere o scartare appartamenti di gran lusso solo per un semplice capriccio, sicuramente apprezzerà l'esordio alla regia di Laura Morante. Ambientato a Parigi, ricorda le commedie più pesanti e logorroiche di Woody Allen, mettendo in scena personaggi che danno decisamente da pensare, soprattutto alle donne, e le cui evoluzioni psicologiche fanno procedere la commedia su binari leggeri, spigliati e soprattutto eleganti, verso un finale che è la cosa migliore del film. La Morante ha coraggio da vendere mettendosi in gioco con grande generosità e fortissima autoironia, dando verità alla sua Amanda, così nevrotica e androfobica. Amanda ha sempre avuto rapporti problematici con gli uomini, li giudica malissimo, dei farabutti bugiardi e traditori e del tutto inaffidabili. Incontra Antoine, lei lo giudica gay e quindi innocuo ma per farla ricredere avrà bisogno di un aiutino. Servirà a far scattare la scintilla? Film appena accettabile, per lunghi tratti si trascina ma la Morante lo tiene a galla, grazie ad una interpretazione adatta, intensa ma delicata, molto convincente e anche a una regia che davvero non t'aspetti. Più fragile, invece, la sceneggiatura. I tanti silenzi sono riempiti dalle musiche stupende di Nicola Piovani, ma di tanta meraviglia se ne abusa e a volte stona. Anche perchè non basta una colonna sonora, seppur stupenda e d'autore, a fare un film credibile.
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astromelia
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martedì 18 settembre 2012
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laura morante italiana sopra tutte
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film di pregevole fattura,fatto per le donne e con le donne,la morante mi convince sempre,dotata di un timbro vocale che aggiunge stile e recitazione alla sua figura,ottimo argomento l'androfobia trattato con un senso di humor appena celato,nel suo insieme piacevole movie
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gabriella
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venerdì 31 agosto 2012
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una primizia leggermente acerba
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Echi alleniani e scorci morettiani nell'opera prima di Laura MOrante, ambientata in una Parigi invernale.Amanda è una donna irrisolta e insoddisfatta ( il suo viso nervoso ben si presta al ruolo) che trascina un ormai patetico fidanzamento ( relazione), con un uomo che non sopporta più, a dire il vero non sopporta l'intero genere maschile, finchè a una festa di Capodanno conosce Antoine, che per un malinteso scambia per gay, decide così che l'unico uomo affidabile per una donna è un omosessuale, per l'appunto. Iniziano così una serie di situazioni tra il comico e il romantico, si perchè Amanda finisce per innamorarsi di Antoine, così come lui lo è di lei, solo che quest'ultimo decide di restare nel gioco dell'equivoco su consiglio del marito psicanalista della migliore amica della donna, convinto che solo in questo modo troverà il coraggio di far uscire i suoi reali sentimenti.
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Echi alleniani e scorci morettiani nell'opera prima di Laura MOrante, ambientata in una Parigi invernale.Amanda è una donna irrisolta e insoddisfatta ( il suo viso nervoso ben si presta al ruolo) che trascina un ormai patetico fidanzamento ( relazione), con un uomo che non sopporta più, a dire il vero non sopporta l'intero genere maschile, finchè a una festa di Capodanno conosce Antoine, che per un malinteso scambia per gay, decide così che l'unico uomo affidabile per una donna è un omosessuale, per l'appunto. Iniziano così una serie di situazioni tra il comico e il romantico, si perchè Amanda finisce per innamorarsi di Antoine, così come lui lo è di lei, solo che quest'ultimo decide di restare nel gioco dell'equivoco su consiglio del marito psicanalista della migliore amica della donna, convinto che solo in questo modo troverà il coraggio di far uscire i suoi reali sentimenti. Così andiamo a spasso con questa donna per Parigi, frequentiamo parchi, supermercati, ristoranti, sale cinematografiche, veniamo a conoscenza anche dei suoi gusti in materia ( Il grande Lebonski), osserviamo le sue fughe, le sue nevrosi, la sua logorroica generosità, perchè Amanda sogna di essere una donna diversa, più trattabile, più malleabile, "Quello che dice il babbo è sempre ben fatto", confida ad Antoine citando la favola di Andersen, ma non è così e la scena finale la rivela in tutta la sua collerica natura e forse a ragione, stavolta.. gli occhi fiammeggianti al buio della stanza sono più eloquenti di qualsiasi parola. Una ciliegina indigesta anche stavolta, verrebbe da dire "Continuiamo a farci del male", tanto per citare uno dei suoi maestri"; forse era davvero meglio se Antoine fosse stato davvero gay.
In conclusione un film piacevole, gradevole, senza colpi di coda, ma raffinato con un tocco femminile che riesce a coprire le lacune di sceneggiatura.
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il conformista
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venerdì 15 giugno 2012
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ignobile
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Un film brutto, noioso, stupido. La Morante isterica, insopportabile. Fotografia anni 80, sempre grigia e deprimente, protagonista costantemente depresso. Montaggio tagliato con l'accetta non si capiva se si passava da un giorno all'altro o era lo stesso giorno. Insultante per i gay. Orrendo, pretenzioso. Sono uscito prima che finisse.
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catia p.
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domenica 10 giugno 2012
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che goduria queste ciliegine
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Davvero godibile è questo CILIEGINE, prima fatica da regista della nostra Laura Morante che sceglie di cimentarsi con la difficile arte della commedia.
La piacevole sorpesa che molti citano non è solo nella gradevolezza del film, ma anche nello scoprire (d'improvviso) una sceneggiatrice e regista oltre che attrice, capace di calibrare i toni su tre diversi fronti contemporaneamente, mantenendosi in equilibrio e senza scivoloni.
Regge il ritmo la sceneggiatura, divertente nei punti giusti, che regala una buona dose di sorrisi a una commedia degli equivoci classica senza essere del tutto scontata.
Regge il ritmo registico, con l'evidente capacità della Morante di dirigere bene i suoi colleghi francesi, tutti decisamente in parte e a loro agio.
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Davvero godibile è questo CILIEGINE, prima fatica da regista della nostra Laura Morante che sceglie di cimentarsi con la difficile arte della commedia.
La piacevole sorpesa che molti citano non è solo nella gradevolezza del film, ma anche nello scoprire (d'improvviso) una sceneggiatrice e regista oltre che attrice, capace di calibrare i toni su tre diversi fronti contemporaneamente, mantenendosi in equilibrio e senza scivoloni.
Regge il ritmo la sceneggiatura, divertente nei punti giusti, che regala una buona dose di sorrisi a una commedia degli equivoci classica senza essere del tutto scontata.
Regge il ritmo registico, con l'evidente capacità della Morante di dirigere bene i suoi colleghi francesi, tutti decisamente in parte e a loro agio.
Regge la Morante protagonista, credibile nel personaggio che si è ricavata di donna continuamente insoddisfatta delle sue relazioni poiché alla ricerca dell'uomo perfetto e incapace di tollerare la minima imperfezione nei suoi partner.
Promossa dunque e con buona media l'attrice di casa nostra alla sua prima prova dietro la macchina da presa.
Brava Laura, continua così.
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