topsykretts
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venerdì 23 marzo 2012
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thriller poco realistico
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E' inverno. Tre colleghi, al rientro da una festa, si fermano ad un bancomat per prelevare del denaro. Uscendo dall'isolata struttura, notano di essere osservati da un'inquietante figura incappucciata e, terrorizzati, decidono di restare all'interno della stazione.
A quel punto la loro serata non può che peggiorare...
Non riuscendo a creare un'adeguata sensazione claustrofobica, ATM, risulta un thriller piatto e banale, in cui le scene presentano un andamento totalmente privo di tensione.
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E' inverno. Tre colleghi, al rientro da una festa, si fermano ad un bancomat per prelevare del denaro. Uscendo dall'isolata struttura, notano di essere osservati da un'inquietante figura incappucciata e, terrorizzati, decidono di restare all'interno della stazione.
A quel punto la loro serata non può che peggiorare...
Non riuscendo a creare un'adeguata sensazione claustrofobica, ATM, risulta un thriller piatto e banale, in cui le scene presentano un andamento totalmente privo di tensione.
Dopo il lunghissimo prologo introduttivo (che dura quasi 20 minuti), in cui non solo non succede nulla di significativo ai fini della trama, ma non vengono neanche adeguatamente presentati i personaggi, la vicenda si svolge interamente all'interno di un unico angusto spazio.
Altre pellicole di diverso genere hanno in passato utilizzato con maggiore efficacia lo stesso tipo di ambientazione: si pensi ai vari "Buried", "Frozen", "In linea con l'assassino", "Devil", "Panic Room", in cui sia grazie all'interpretazione degli attori, sia alle azzeccate scelte registiche, la componente claustrofobica appare più rimarcata.
In ATM, anche la storia appare poco plausibile: è chiaro che nel cinema horror non ci si debba basare più di tanto sui dettagli (la rappresentazione durerebbe, infatti, pochi minuti se solo uno dei protagonisti avesse con sè un cellulare funzionante), ma in questo caso sono inevitabili alcune perplessità da parte dello spettatore.
Le scene sono montate in modo troppo prevedibile, evitando qualsiasi tipo di tensione o colpo di scena; le inutili storie dei protagonisti si potevano forse rendere più avvincenti presentandole come flashback, oppure facendone raccontare gli eventi più significativi dai personaggi stessi , anzichè anteporle al resto della rappresentazione .
Le prestazioni degli attori di certo non aiutano la riuscita del film: l'interpretazione migliore sembra quella del killer, che non pronuncia neanche una sillaba e non viene mai inquadrato in viso in tutti gli 88 minuti di film.
A coronamento di una trama poco realistica e piena di lacune, il finale appare completamente privo di senso. Peccato che delle persone abbiano pagato il biglietto per questo film.
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elgatoloco
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venerdì 2 aprile 2021
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kammerspiel mortale
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"ATM"(David Brooks, scritto da Chris Sparling e Ron Tippe, 2012). Storia di tre colleghi, dove uno è innamorata della collega ma non sa dichiararsi, l'altro lo incita ma probabilmnete nutre analoghe mire e aspirazioni, IN macchina con uno di loro, per necessità si fermano a un bancomat chiuso, decisamente mal funzionante(bisogna aggiungere che tutto questo si svolge di notte, dopo una festa aziendale, tra agenti di società d'investimento), dove all'esterno c'è un personaggio non ben identificabile, minaccioso. Prbolemi per uscire, problemi per rimettersi in marcia... Risultato: due morti e un arrestato-anche se, a suo modo, "innocente".
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"ATM"(David Brooks, scritto da Chris Sparling e Ron Tippe, 2012). Storia di tre colleghi, dove uno è innamorata della collega ma non sa dichiararsi, l'altro lo incita ma probabilmnete nutre analoghe mire e aspirazioni, IN macchina con uno di loro, per necessità si fermano a un bancomat chiuso, decisamente mal funzionante(bisogna aggiungere che tutto questo si svolge di notte, dopo una festa aziendale, tra agenti di società d'investimento), dove all'esterno c'è un personaggio non ben identificabile, minaccioso. Prbolemi per uscire, problemi per rimettersi in marcia... Risultato: due morti e un arrestato-anche se, a suo modo, "innocente". Premettendo che : "Je m'è fous du réalisme", anche perché non si sa bene che cosa sia, il realismo di cui si parla tanto(Lukàks, che pure ne ha scritto molto, nutriva dubbi a non finire...sul narrare-descrivere e non solo...), questo film è un Kammerspiel tragico, che mosra, come partendo da A non si arrivi mai o quasi a B, ma a una sorta di XXYYZZZ, ossia a una sorta di variabile indpendente totalmente sconosciuta. Lo è anche perché si svolge claustrofobicamente nella cabina per il bancomat, ma anche prima la cabina la "location"della festa aziendale non è molto meno claustrofobica e il risultato dell'indagine di polizia, solo accennata, non è molto più"umana", fornendoci solo dati di registrazioni ambientali decisamente "astratte", in forma logaritmica. Se: "sono uomo, nulla di umano mi è estrraneo", lo si poteva dire con Terenzio anticamente e forse fino a qualche tempio fa, ora si fatica anche solo a pensarlo.... Quqasi una riformulazione di Kafka e Beckett, una riscrittura anche di Bunel, Arrabal e Jodorowsky, visto che ormai anche il surrealismo sembra"passato", in una dimensione dove anche il teatro e la letteratura, ma anche il cinena dell'"assurdo"stentano a tenere il passo, "perdendo colpi"a ogni spron battuto... La regia è, direi, efficacemente ossessiva, gli interpreti Brian Geragthy,Alice Eve e Josh Peck sono efficaci, il che non vuol dire che debbano essere, per così dire"a priori", grandi interpreti, ma rendono benissimo la condizione di totale aseità, smarrimento e, se vogliamo"alienazione"(temrine però spesso usato impropriamente nella quale si vengono a trovare. Non intendo dire che chiunque renderebbe tale condizione umana ed emozionale, ma intendo dire che si avvicinano a uno stand recitativo e interpretativo(dove tale secono aspetto prevale)"medio": El Gato
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nazza3
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domenica 23 aprile 2017
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non è un horror
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TRAMA: 7
il film ha una storia logica ben lineare e definita. Non ci sono momenti inutili. Bella trama è bella storia. Chiariamo, non è un horror, è un thriller. Niente di eccezionale sia chiaro, ma nel,a sua semplicità è ben fatto è riuscito.
CAST: 7.
Bravi attori, nessuna grande pecca.
AMBIENTAZIONE: 7.
ripeto, niente di eccezionale, ma per la buona riuscita del film va benissimo.
COINVOLGIBILITA: 7.
Essendoci pochi ambienti si rischia di cadere nel banale, invece, il film non annoia, e il finale è davvero coinvolgente ed a sorpresa.
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