misesjunior
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lunedì 24 giugno 2013
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realismo socialista: stop!
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Nulla vieta trattare temi in contesto operaio, anzi!, ma molti non capiscono che il realismo socialista è finito perché non era arte. E ci riprovano ancora. Bravi gli attori, ma...
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vaness
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mercoledì 15 maggio 2013
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acciao a 1000 gradi!
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Film davvero interessante e di un' attualità non superficiale! Mi fu prestato il libro da una mia amica e subito iniziai a leggerlo. Lo finii in una settimana!. Attesi il film fino a che non usci' e sempre con lei andai a vederlo...Bè il film risultò molto più lento ma i personaggi erano esattamente come gli avevo immaginati nella mia mente sfogliando le pagine della Avallone. La personalità delle protagoniste mi stupi' poichè in passato ebbi l'occasione di conoscere ragazze come loro. La realtà di Anna e Francesca è attualissima, l'innocenza legata ad un pizzico di inconsapevole malizia che accompagna la loro età.
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Film davvero interessante e di un' attualità non superficiale! Mi fu prestato il libro da una mia amica e subito iniziai a leggerlo. Lo finii in una settimana!. Attesi il film fino a che non usci' e sempre con lei andai a vederlo...Bè il film risultò molto più lento ma i personaggi erano esattamente come gli avevo immaginati nella mia mente sfogliando le pagine della Avallone. La personalità delle protagoniste mi stupi' poichè in passato ebbi l'occasione di conoscere ragazze come loro. La realtà di Anna e Francesca è attualissima, l'innocenza legata ad un pizzico di inconsapevole malizia che accompagna la loro età. Il tema del lavoro,dello sfruttamento delle ragazze lievemente accennato è sempre delicato e mai banale..Ottima colonna sonora che accompagna in modo incalzante lo scenario dell'Elba, delle acciaierie che rispecchiano la società lavorativa di oggi. Potrebbe sembrare la solita storia adolescenziale con i tratti tipici di quell'età ma in realtà è solo un ottimo specchio di quella piccola parte di mondo che ognuno di noi ha vissuto almeno una volta nella vita.
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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acciaio di stefano mordini - interessante
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In Toscana, davanti all’Isola d’Elba, la dura vita nel degrado di Anna (Giannini) e Francesca (Bellezza), amiche per la pelle, e forse qualcosa di più. Entrambe sono figlie e sorelle di operai dell’acciaieria sull’isola, che miete vittime e procura cancri. Secondo film del documentarista Mordini, scritto dal regista con la scrittrice dello splendido romanzo, Silvia Avallone, e Giulia Calenda, presentato fuori concorso a Venezia 2012. È un durissimo film che ci ricorda quanto sia dura la vita degli operai, specie in acciaieria, dove sono sfruttati come bestie, come dice il padre di Alessio (Riondino): “Preferirei mendicare per strada che tornare lì dentro.
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In Toscana, davanti all’Isola d’Elba, la dura vita nel degrado di Anna (Giannini) e Francesca (Bellezza), amiche per la pelle, e forse qualcosa di più. Entrambe sono figlie e sorelle di operai dell’acciaieria sull’isola, che miete vittime e procura cancri. Secondo film del documentarista Mordini, scritto dal regista con la scrittrice dello splendido romanzo, Silvia Avallone, e Giulia Calenda, presentato fuori concorso a Venezia 2012. È un durissimo film che ci ricorda quanto sia dura la vita degli operai, specie in acciaieria, dove sono sfruttati come bestie, come dice il padre di Alessio (Riondino): “Preferirei mendicare per strada che tornare lì dentro.” Così la storia dei poveri e maltrattati operai fa da sfondo all’amicizia tra le due adolescenti, alle prese con i primi amori e non solo. Un pochino esagerato nella prima parte con le due ragazze, quasi sempre in costume o seminude, che girano video porno e li mettono in rete, si regge sulla passione amorosa di Francesca nei confronti dell’amica, che invece, eterosessuale, preferisce abbandonare l’amica per avere un fidanzato che la faccia sentire grande. Tratta in modo interessante e molto rispettabile l’adolescenza e nel finale, con la ricomparsa di Francesca, lascia una speranza di fuga “dall’inferno” solo per le nuove generazioni. Bravo Riondino, molto criticate, le ragazze se la cavano egregiamente, considerando la difficoltà delle parti a loro affidate.
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ultimoboyscout
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martedì 26 marzo 2013
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cinema operaio.
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Anna e Francesca vivono la loro estate da quattordicenni in crescita fra i casermoni della periferia di Piombino e mentre sognano di scappare, Alessio, operaio in acciaieria, ritrova il suo vecchio amore Elena, nel frattempo diventata dirigente dell'azienda. Mordini ha lavorato sul romanzo di Silvia Avallone con sensibilità, ma lo sguardo non è stato del tutto lucido, creando un'opera poco armonica, sia nella forma che nei contenuti. Ha lasciato nell'ombra alcuni personaggi del romanzo e ne ha attenuato gli elementi più aspri, ha più che altro puntato su due storie che si intrecciano e su sguardi molto differenti, quello sognante e libero delle adolescenti e quello più maturo e concreto dell'operaio.
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Anna e Francesca vivono la loro estate da quattordicenni in crescita fra i casermoni della periferia di Piombino e mentre sognano di scappare, Alessio, operaio in acciaieria, ritrova il suo vecchio amore Elena, nel frattempo diventata dirigente dell'azienda. Mordini ha lavorato sul romanzo di Silvia Avallone con sensibilità, ma lo sguardo non è stato del tutto lucido, creando un'opera poco armonica, sia nella forma che nei contenuti. Ha lasciato nell'ombra alcuni personaggi del romanzo e ne ha attenuato gli elementi più aspri, ha più che altro puntato su due storie che si intrecciano e su sguardi molto differenti, quello sognante e libero delle adolescenti e quello più maturo e concreto dell'operaio. Film in cui dominano le contraddizioni, con la fabbrica che rappresenta vita e morte per approdare a una verità attraverso le atmosfere e i luoghi. Verità che non può che essere politica, chiaramente schierata e dura. Anche le recitazioni sono un perfetto gioco di specchi, fresche quelle delle ragazze, più trattenuta quella di Riondino. E' dramma giovanile cupo e pieno di ombre in cui la solare Toscana viene mostrata solo in penombra e col paesaggio che viene fagocitato da fabbriche e capannoni. P§iù che convincenti le esordienti Anna Bellezza e Matilde Giannini, ottimo Riondino che sorregge da solo gran parte del film grazie agli sguardi, alla mimica e alla sua fisicità rispetto alle parole. Il problema più evidente è che il film ignora del tutto sudore, fuliggine e polvere che sono la vera quotidianità degli operai, manca di grinta e carattere e non basta soffermarsi sulle inquadrature del "mostro" che è la fabbrica stessa per rendere l'idea. Il romanzo già non convince di suo (nonostante sia stato un caso letterario) e il film sa di occasione persa.
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filippo catani
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lunedì 14 gennaio 2013
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la fabbrica non si ferma e si divora i sogni
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Piombino. Le acciaierie Lucchini danno lavoro a numerosi operai della città. Due ragazze vivono con difficoltà il momento di passaggio tra le scuole medie e le superiori alle prese entrambe con grossi problemi familiari. Intanto il fratello di una di loro vede tornare la ragazza di cui è ancora innamorato che ha il terribile compito di "ottimizzare" i costi attraverso il licenziamento di diverse persone. Tratto dall'omonimo romanzo.
Certo non è e non può essere La classe operaia va in Paradiso ma il film di Mordini si assume il compito e la responsabilità di riportare le telecamere in fabbrica e ad esplorare la vita degli operai e delle loro famiglie.
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Piombino. Le acciaierie Lucchini danno lavoro a numerosi operai della città. Due ragazze vivono con difficoltà il momento di passaggio tra le scuole medie e le superiori alle prese entrambe con grossi problemi familiari. Intanto il fratello di una di loro vede tornare la ragazza di cui è ancora innamorato che ha il terribile compito di "ottimizzare" i costi attraverso il licenziamento di diverse persone. Tratto dall'omonimo romanzo.
Certo non è e non può essere La classe operaia va in Paradiso ma il film di Mordini si assume il compito e la responsabilità di riportare le telecamere in fabbrica e ad esplorare la vita degli operai e delle loro famiglie. Intanto le acciaierie Lucchini sono un classico esempio dell'economia contemporanea con numerosi cambi di proprietà a fronte di pochi investimenti. E poi c'è il lato umano perchè purtroppo la fabbrica oltre ad inquinare l'ambiente può inquinare le anime. E così intorno alle due (ottime) ragazze protagoniste troviamo un padre che ha deciso di abbandonare il posto di lavoro alla ricerca di soldi facili in modi che si lascia intendere non proprio limpidi (dopo una lunga assenza si presenta con anello per la moglie, soldi sul comodino per la figlia e un BMW per il figlio come se anche l'amore fosse diventato una merce da vendere e comprare). E poi un fratello che rifiuta la corte di qualsiasi ragazza in attesa del suo eterno amore che si materializzerà sotto le nuove spoglie di un'addetta al taglio del personale. Quindi questo personaggio femminile (la Puccini) incarna in se due delle peggiori aberrazioni di cui si macchia il neoliberismo di questi anni; da una parte dà la possibilità a tanti giovani di laurearsi e poter sognare di intraprendere una carriera anche lontano da casa ma dall'altra di fronte ai continui dinieghi si è costretti a fare ritorno a casa accettando la terribile mansione di licenziare persone che quindi a loro volta vedranno sparire le proprie aspettative e i propri sogni. La fabbrica infatti non può mai fermarsi nemmeno davanti alla morte perchè la cosa più importante è la produzione e il basso costo e a pochi interessa che un giovane nonostante mille sacrifici non arriverà mai a mettere da parte qualche soldo o accendere un mutuo a meno che non sia trentennale se viene concesso. Un film che quindi partendo dal microcosmo di Piombino vuole far riflettere sull'intero sistema che ci governa a fronte anche delle ultime vicende che riguardano l'Ilva di Taranto per fare un nome fra tanti. E ormai le persone sono stanche di sentire giustificati tagli e sacrifici a causa della concorrenza di altri paesi; infatti è bene trovare presto e bene una soluzione perchè sono già troppe le generazioni inghiottite da questo sistema economico senza che ne abbiano colpa. E' ora infatti di avviare piani industriali seri, rafforzare la sicurezza sul lavoro e difendere i diritti che si sono conquistati con lunghe battaglie. Su tutto questo ruota la coraggiosa opera di Mordini che bene ha fatto a ritornare in fabbrica. A chiudere il cerchio c'è anche la presenza di una calibrata e ottima colonna sonora.
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maria f.
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lunedì 10 dicembre 2012
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evviva i buoni film!
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Attori tutti bravi, Riondino magnifico.
L’ambiente è cupo, è quello dell’acciaieria, che inevitabilmente dà colore al luogo e alle persone.
Tutto e tutti ne sono contaminati. Alcuni resistono, altri fuggono.
I giovani soffocano e cercano spiragli di futuro e di vita in una festa paesana, nello scoprire un capanno abbandonato che nell’immaginario può dare loro la sensazione di una certa intimità, o osservare un traghetto che sta prendendo il largo diretto verso l’Elba e sognare una vita diversa .
Nel libro come nel film mi ha incantato il senso di responsabilità e protezione di Alessio nei confronti della madre e della sorella che private del fuggitivo marito e padre si affidano a questo figlio e fratello diventato per forza di cose il capofamiglia.
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Attori tutti bravi, Riondino magnifico.
L’ambiente è cupo, è quello dell’acciaieria, che inevitabilmente dà colore al luogo e alle persone.
Tutto e tutti ne sono contaminati. Alcuni resistono, altri fuggono.
I giovani soffocano e cercano spiragli di futuro e di vita in una festa paesana, nello scoprire un capanno abbandonato che nell’immaginario può dare loro la sensazione di una certa intimità, o osservare un traghetto che sta prendendo il largo diretto verso l’Elba e sognare una vita diversa .
Nel libro come nel film mi ha incantato il senso di responsabilità e protezione di Alessio nei confronti della madre e della sorella che private del fuggitivo marito e padre si affidano a questo figlio e fratello diventato per forza di cose il capofamiglia.
Alessio, lui stesso bisognoso ancora di una guida, questo ruolo lo svolge con amore e attenzione e consapevole di essere l’unica fonte di reddito della famiglia accetta turni impossibili ammazzandosi di fatica come operaio nell’acciaieria. Mi ha conquistato anche l’affetto e le premure che Anna e Francesca nutrono l’una per l’altra, due anime che forse se unite riusciranno a salvarsi da quel grigiore fatto di vita malsana e di morte, ma la Lucchini già Ilva resta unica fonte di reddito sicuro e di sopravvivenza per la gente del luogo.
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gnaus
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sabato 1 dicembre 2012
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non consigliato
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sarà pure il mio modesto parere, ma non credo che delle pur ottime interpretazioni (anche questa, opinione discutibile) possano bastare a rendere godibile un film; se poi ci mettiamo di mezzo delle ragioni di ordine politico allora andiamo proprio fuori strada
ho sofferto per tutta la proiezione e consiglio vivamente di non vederlo
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iconologo
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giovedì 29 novembre 2012
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buuh!
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Come un libro che diceva qualcosa di personale e nuovo è stato banalizzato nel proletarismo del destino dell'0peraio bello e nel non detto, che vari critici da La repubblica a Il tempo mascherano da understatement. Cosa c'entra che ci siano il bel riondino e le ragazzine intense? Come si fa a tagliare la ricchezza di tanti personaggi?
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andrealorenzo
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mercoledì 28 novembre 2012
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un film che lascia il segno
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La vicenda centrale è quella dell' amicizia - amore di due ragazzine di 14 anni , contornate da una varia umanità di padri violenti o farabutti e madri quasi in rassegnata penombra (nel libro le due madri sono vittime dei loro pessimi mariti ) . L' aspetto "sociale", ovvero quello legato alla crisi del lavoro nelle acciaierie da una parte ed al disagio dei ragazzi di oggi dall' altra ( che nel libro manca quasi del tutto) secondo me anche nel film passa in secondo piano perché oscurata dalla commuovente descrizione del rapporto fra Anna, più disposta ai cambiamenti dovuti all' età, e Francesca,che invece si chiude a riccio e usa la sua bellezza per difendersi dai maschi, il tutto con una insistenza quasi morbosa sui loro corpi acerbi in rapida trasformazione .
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La vicenda centrale è quella dell' amicizia - amore di due ragazzine di 14 anni , contornate da una varia umanità di padri violenti o farabutti e madri quasi in rassegnata penombra (nel libro le due madri sono vittime dei loro pessimi mariti ) . L' aspetto "sociale", ovvero quello legato alla crisi del lavoro nelle acciaierie da una parte ed al disagio dei ragazzi di oggi dall' altra ( che nel libro manca quasi del tutto) secondo me anche nel film passa in secondo piano perché oscurata dalla commuovente descrizione del rapporto fra Anna, più disposta ai cambiamenti dovuti all' età, e Francesca,che invece si chiude a riccio e usa la sua bellezza per difendersi dai maschi, il tutto con una insistenza quasi morbosa sui loro corpi acerbi in rapida trasformazione . E' inevitabile "parteggiare" per la vittoria della loro amicizia esclusiva di fronte alle difficoltà di crescere in un ambiente così degradato, ma il film non dà la soluzione. L' unica cosa del film che non mi è piaciuta è la recitazione di Riondino che anche se si sforza di parlare con accento toscano sembra ancora il siculo commissario Montalbano .
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nexus
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martedì 27 novembre 2012
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impatto ambientale e sociale
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Il film descrive magistralmente il grande impatto ambientale e sociale che ha l’acciaieria sulla realtà di Piombino.
Lo stabilimento genera nelle persone che vivono e lavorano in quella realtà una sorta di repulsione ma anche una potente attrattiva.
La maggior parte di chi ci lavora vorrebbe fuggire (lavorare) altrove ma realisticamente si rende conto di non avere le possibilità concrete per farlo.
Anche una persona colta, “che ha studiato”, con grandi aspettative e progetti come Elena (ex fidanzata di Alessio) dopo aver provato ad emigrare ha accettato di tornare all’acciaieria come dirigente perché non ha trovato valide opportunità altrove.
Il padre di Anna è fuggito dalla prospettiva di trascorrere l’intera propria vita in acciaieria perché si è reso conto che sarebbe stato psicologicamente e fisicamente distruttivo.
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Il film descrive magistralmente il grande impatto ambientale e sociale che ha l’acciaieria sulla realtà di Piombino.
Lo stabilimento genera nelle persone che vivono e lavorano in quella realtà una sorta di repulsione ma anche una potente attrattiva.
La maggior parte di chi ci lavora vorrebbe fuggire (lavorare) altrove ma realisticamente si rende conto di non avere le possibilità concrete per farlo.
Anche una persona colta, “che ha studiato”, con grandi aspettative e progetti come Elena (ex fidanzata di Alessio) dopo aver provato ad emigrare ha accettato di tornare all’acciaieria come dirigente perché non ha trovato valide opportunità altrove.
Il padre di Anna è fuggito dalla prospettiva di trascorrere l’intera propria vita in acciaieria perché si è reso conto che sarebbe stato psicologicamente e fisicamente distruttivo.
Ha però pagato un prezzo alto: il distacco dalla famiglia e un esistenza fatta di un lavoro poco “chiaro”.
Anna e Francesca invece non hanno alternative, non possono fare altro che convivere con questo ambiente.
Sono consapevoli che la realtà “pesante” dell’acciaieria sovrasta fisicamente ed emotivamente le loro esistenze.
La fuga da questo disagio è, idealmente, un viaggio all’Isola d’Elba, meta vicina eppur lontanissima.
Dopo alcune traversie ed una grande disgrazia ci riusciranno, ritrovando anche la loro profonda amicizia.
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