rakockz
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lunedì 11 agosto 2014
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fortemente simbolico e molto istruttivo
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Nonostante l'animazione semplice e apparentemente poco curata, il film ha un'espressione visiva unica, "tri-cromatica" : per ogni sequenza gli unici colori presenti sono il bianco, il nero e un terzo colore utilizzato per infondere un particolare stato emotivo nella'ambiente o in dei personaggi. La colonna sonora accompagna degnamente lo spettacolo visivo e l'intera storia è coperta da un alone di mistero così fitto da renderlo forse un piccolo horror apposta per bambini.
C'è infine un messaggio importante al termine della storia, che lo rende, a parer mio, adatto a far capire cosè la paura ed il coraggio, e come queste possono cambiare la nostra vita.
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Nonostante l'animazione semplice e apparentemente poco curata, il film ha un'espressione visiva unica, "tri-cromatica" : per ogni sequenza gli unici colori presenti sono il bianco, il nero e un terzo colore utilizzato per infondere un particolare stato emotivo nella'ambiente o in dei personaggi. La colonna sonora accompagna degnamente lo spettacolo visivo e l'intera storia è coperta da un alone di mistero così fitto da renderlo forse un piccolo horror apposta per bambini.
C'è infine un messaggio importante al termine della storia, che lo rende, a parer mio, adatto a far capire cosè la paura ed il coraggio, e come queste possono cambiare la nostra vita.
Nel complesso è un film molto piacevole da guardare. che consiglio di guardare almeno una volta.
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ultimoboyscout
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giovedì 8 settembre 2011
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la luce distrugge la paura.
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Prodotto graficamente non bello, discutibile e spogliato dello spettacolare ma di un certo impatto e dal fascino particolare. E' una favola dark che narra di un ragazzino, Yuri, pauroso ed insicuro che ha un solo amico, Cappellaccio, un pupazzetto di pezza parlante. Dovrà guardare in faccia le sue paure il ragazzo per aiutare i genitori rimasti vittime di un incidente stradale e per farlo affronterà il bosco in piena notte, bosco nel quale si aggirerebbe un fantasma che punisce chiunque vi si addentri e lo disturbi. Siamo nella vecchia Unione Sovietica degli anni '40 e fin da subito non si può non provare una grande tenerezza per Yuri che a detta di qualcuno "non diventerà mai un buon sovietico".
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Prodotto graficamente non bello, discutibile e spogliato dello spettacolare ma di un certo impatto e dal fascino particolare. E' una favola dark che narra di un ragazzino, Yuri, pauroso ed insicuro che ha un solo amico, Cappellaccio, un pupazzetto di pezza parlante. Dovrà guardare in faccia le sue paure il ragazzo per aiutare i genitori rimasti vittime di un incidente stradale e per farlo affronterà il bosco in piena notte, bosco nel quale si aggirerebbe un fantasma che punisce chiunque vi si addentri e lo disturbi. Siamo nella vecchia Unione Sovietica degli anni '40 e fin da subito non si può non provare una grande tenerezza per Yuri che a detta di qualcuno "non diventerà mai un buon sovietico". Il tocco del regista è originale, sembra di rivedere un film muto di inizo secolo (l'altro secolo, non questo appena cominciato...) con le musiche di tchaikovsky "aggiornate" in chiave elettronica a dettare tempo e passo e questi grandi occhioni espressivi a scandire le avventure del giovane protagonista deciso ad affrontare le sue paure ed il terrore dell'ignoto che si cela nel buio. non l'ho trovato eccezionale ma un pizzico di visibilità in più l'avrebbe meritata. Ma se il nostro Yuri, che non sarà mai un buon sovietico e ce ne faremo una ragione, fosse diventato invece quel Gagarin a qualcuno dispiacerebbe? Tempi e luoghi coincidono, sarebbe una bella rivincita!
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rongiu
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martedì 15 marzo 2011
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большой скачок / the big jump
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L’arrabbiatura è propria degli esseri infelici. Gli “adulti” sono essere infelici quando utilizzano le paure dei bambini per ridimensionarli, per tenerli “buoni”, per ridurli al silenzio coatto. Che schifo! Per non parlare, poi, quando si è cresciuti, dello Stato “Papà Adulto!”, della “pedagogia del terrore” attuata in tutti i modi contro i suoi figli. Doppio schifo! Per fortuna c’è Yuri. Per fortuna c’è sempre uno Yuri o un Neil lì dove l’educazione ha alle spalle un pragmatismo fine a se stesso e senza leali riscontri teorici. Quei pochi lettori che mi seguono, conoscono bene il mio pensiero circa il punto (!) Neanche il nostro piccolo protagonista lo ama.
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L’arrabbiatura è propria degli esseri infelici. Gli “adulti” sono essere infelici quando utilizzano le paure dei bambini per ridimensionarli, per tenerli “buoni”, per ridurli al silenzio coatto. Che schifo! Per non parlare, poi, quando si è cresciuti, dello Stato “Papà Adulto!”, della “pedagogia del terrore” attuata in tutti i modi contro i suoi figli. Doppio schifo! Per fortuna c’è Yuri. Per fortuna c’è sempre uno Yuri o un Neil lì dove l’educazione ha alle spalle un pragmatismo fine a se stesso e senza leali riscontri teorici. Quei pochi lettori che mi seguono, conoscono bene il mio pensiero circa il punto (!) Neanche il nostro piccolo protagonista lo ama. Perché…
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Yuri è un bambino onesto. \step 10 - Il Preside, il prof, il padre, la madre/.
Si, un bambino onesto. Di fronte all’incapacità di ascolto da parte degli adulti tutti presi dalla quotidiana, gravissima e prolissa attività accusatoria contro tutto e tutti, non mente. Non mente principalmente a se stesso. E’ emotivamente in gamba. Percepisce, in modo irrazionale \ è ancora piccolo / che le sue paure sono paure indotte.
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E’ un bimbo motivato. \step 9 – Arrivo del padre /
“L’aiutare gli altri è una fregatura”. (dice il papà rientrando). Un papà non in grado di controllare la “pressione sociale” \lavoro-famiglia/ che lo attanaglia. Questa frase “Alimenta” ancora di più in lui curiosità, voglia di sapere, di conoscere.
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Yuri è un esploratore. \step 8 – La nonna/
Cresce in un completo “naufragio cognitivo”, in balia di se stesso, nessuno lo aiuta a far ordine e chiarezza nelle sue “immaginazioni”, tantissime e proprie dell’età. In queste ultime, il vero/falso non trova ancora la giusta collocazione.
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Yuri è un “inconsapevole sobillatore”. \step 7 – Le domande/
Così mi par di capire. Quando gli adulti non riescono a dare risposte chiare ed adatte all’età, entrano in situazioni tensive e guai a rivolgere loro una parola.
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Yuri e la notte. \step 6 – Dormire/
La notte è per Yuri, come per tutti i bambini, il sottile confine tra la realtà e le sue deformazioni. Tutto cambia di notte, \dimensioni, colori, voci, movimenti/.
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Yuri e il Cappellaccio. \The Big Jump/
Il Cappellaccio è per Yuri un amico vero e non immaginario. Yuri ha bisogno del Cappellaccio quanto un novello marinaio della sua carta nautica. E’ il Cappellaccio che riuscirà a dare a Yuri la forza necessaria per diventare adulto, un adulto vero, responsabile, in grado di trasmettere agli altri le proprie conoscenze. Un adulto che non “approfitta” dell’Io cosciente. Un adulto che è riuscito a liberarsi ed a librarsi verso “l’Infinito ed Oltre”. Quello di Yuri e del suo regista partenopeo Marco Pavone è, un messaggio di tipo cosmico. Introspettivi ed estroversi a seconda delle situazioni che riescono peraltro a giudicare con dovizia. Sicuramente personalità sagge e fuori dal golfo mistico.
Good click!
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albadue
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lunedì 14 marzo 2011
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da non perdere! e' un'esperienza!
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Con la sua lentezza, dialoghi, musiche e storia ha fatto riguadagnare l'apprezzamento per i film di origine europea!
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