Cosa piove dal cielo? |
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Un film di Sebastián Borensztein.
Con Ricardo Darín, Ignacio Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli.
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Titolo originale Un Cuento Chino.
Commedia,
durata 93 min.
- Argentina, Spagna 2011.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 23 marzo 2012.
MYMONETRO
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La strana coppia
di Writer58Feedback: 53323 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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sabato 31 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prendete una persona che ha vissuto un trauma nella sua giovinezza e che, alle soglie dei 50 anni, si trincera dietro una routine rigida e ossessiva: va a dormire alle 11 in punto, si reca con una puntualità svizzera nel suo negozio di ferramenta, mangia da solo, legge il giornale alla ricerca di notizie "impossibili" che ritaglia e ordina con precisione in un quaderno, guida una preistorica Fiat 1500, conta le viti che ha richiesto al suo fornitore una per una, si protegge con la solitudine dai rischi di un coinvolgimento affettivo e avrete un ritratto fedele del protagonista, Roberto, di questo film del regista argentino Borensztein. Su di lui- un efficacissimo e godibile Ricardo Darin- "piove" un giovane cinese che si è trasferito a Buenos Aires alla ricerca di suo zio, dopo una tragedia che ha segnato la sua esistenza. Non parla una parola di Spagnolo,è alla deriva in una città a lui totalmente sconosciuta, si aggrappa a Roberto come un naufrago a un salvagente. Roberto lo considera una calamità che minaccia di stavolgere la sua esistenza monotona e ripetitiva, ma finirà per accoglierlo e si metterà alla ricerca dei suoi parenti, dopo aver coinvolto l'ambasciata e tentato di raccogliere informazioni nel quartiere cinese della capitale argentina. "Cosa piove dal cielo" -brutta traduzione del titolo originale "Un cuento chino"- sviluppa in chiave surreale il tema un po' abusato della "strana coppia" e degli effetti che provoca sull'universo chiuso e clustrofobico del protagonista. Lo fa con ironia, regalando qualche momento di divertimento, grazie all'eccellente caratterizzazione di Darin che, un po' per volta, abbandona il suo atteggiamento di misantropo amareggiato, in lotta con il mondo, per accedere a una dimensione più vitale e aperta alle relazioni. Più che il "Canto di Natale" di Dickens, questo film mi ha fatto venire in mente il recente "Quasi amici": in entrambi l'incontro casuale tra due personaggi molto diversi tra di loro produce percorsi di riscatto personale e genera connessioni di senso nel quotidiano. Il lavoro di Borensztein è meno incisivo e trascinante del film francese, ma rimane comunque, a mio avviso, una proposta dignitosa e fruibile positivamente dal pubblico.
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