alessandro spata
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domenica 13 marzo 2022
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ricerca del "giovane holden" che non si trova mai
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A discapito del titolo del commento dirò che il film non è poi così male. Certo soffre del confronto con il libro da cui è tratto. E come tutte o buona parte delle trasposizioni cinematografiche che si rispettino anche questa del libro di Cameron da cui il film è tratto rischia di deludere i lettori più che gli spettatori. Già un altro utente qui si è richiamato al romanzo di Salinger "The Catcher in the Rye" nell'originale ed è inevitabile temo. E' come se quel libro avesse impresso una traccia indelebile nella mente di tutti coloro che si sono appassionati alle vicende del "tormentato" Holden.
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A discapito del titolo del commento dirò che il film non è poi così male. Certo soffre del confronto con il libro da cui è tratto. E come tutte o buona parte delle trasposizioni cinematografiche che si rispettino anche questa del libro di Cameron da cui il film è tratto rischia di deludere i lettori più che gli spettatori. Già un altro utente qui si è richiamato al romanzo di Salinger "The Catcher in the Rye" nell'originale ed è inevitabile temo. E' come se quel libro avesse impresso una traccia indelebile nella mente di tutti coloro che si sono appassionati alle vicende del "tormentato" Holden. E quindi tutte le volte che un artista vuole cimenarsi con i dolori e le gioie dell'adolescenza non può fare a meno di richiamarsi volente o nolente a qual capolavoro della letteratura americana. Ed uscirne irrimediabilmente sconfitti? Oppure se volete non può che richiamare nello spettatore le vicende di Holden Caulfield Mi chiedevo perchè non è mai stata tratta un opera ciniematografica valida o comunque all'altezza (sempre secondo me) del libro di Salinger. Mi sono risposto in modo molto estemporaneo che la ragione di un film che si richiama direttamente ad un testo letterario dovrebbe risiedere nella possibilità di poter aggiungere o fatalmente togliere qualcosa al romanzo originario. Un film non è mai ovviamente e non potrebbe esserlo una pedissequa riproposizione sullo schermo delle dinamiche di un testo scritto. Voglio dire che un cineasta può in linea di principio persino stravolgere il testo di partenza perchè il libro stesso non è "perfetto" nel senso che non si esaurisce in sè e può prestarsi a interpretazioni diverse anche apparentemente lontane dalle intenzioni dell'autore del libro. Ecco perchè un film andrebbe criticato sì ma come opera cinematofrafica in se stessa. Ora io penso che se i cineasti si sono tenuti debitamente alla larga da una trasposizione cinematografica propriamente detta del Giovane Holden è perchè il testo è un testo "perfetto" nell'accezione che dicevo prima, cioè si esaurisce in sè. Il libro dice già tutto. Un film non potrebbe aggiungere nulla nè tantomeno togliere qualcosa a quel testo senza davvero correre il rischio di massacrarlo indegnamente. E' un testo "sacro" che non puoi pensare di veder scorrere su un video. Se vuoi vederlo davvero devi leggerlo. NOn ci sono scorciatoie. D'accordo, voi mi direte che persino la Bibbia gode di certe riproduzioni cinematografiche. Il guaio è che state discutendo con uno che ama in tutte le sue manifestazioni la letteratura di J. Salinger. Quindi, non c'è gara.
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stefano capasso
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venerdì 6 febbraio 2015
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la ricerca dell'identità
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James è un ragazzo che vive una vita diversa dai suoi coetanei. Ama stare da solo, non ha interesse a proseguire la carriera universitaria, come vorrebbe il padre, nè a frequentare amici per coltivare una vita sociale come vorrebbe la madre. I suoi genitori sono separati e se il papa ricorre spesso alla chirurgia estetica per mantenersi giovane e sentirsi a suo agio con le sue donne molto più giovani di lui, la madre colleziona matrimoni e diversi. Mentre la sorella più grande coltiva un improbabile relazione con un professore universitario sposato molto più grande di lei.
In questo ambiente che non dà le risposte desiderate James trova nella nonna l’unico sostegno e la spinta a proseguire nella sua personale ricerca dell’identità.
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James è un ragazzo che vive una vita diversa dai suoi coetanei. Ama stare da solo, non ha interesse a proseguire la carriera universitaria, come vorrebbe il padre, nè a frequentare amici per coltivare una vita sociale come vorrebbe la madre. I suoi genitori sono separati e se il papa ricorre spesso alla chirurgia estetica per mantenersi giovane e sentirsi a suo agio con le sue donne molto più giovani di lui, la madre colleziona matrimoni e diversi. Mentre la sorella più grande coltiva un improbabile relazione con un professore universitario sposato molto più grande di lei.
In questo ambiente che non dà le risposte desiderate James trova nella nonna l’unico sostegno e la spinta a proseguire nella sua personale ricerca dell’identità.
Roberto Faenza in un film di matrice tipicamente americana, una storia drammatica raccontata come una commedia, sulla ricerca dell’identità, sul concetto di normalità e sulla necessità di vivere comunque la vita in tutti i suoi aspetti per operare scelte che siano effettivamente formanti per la persona
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lukgambs
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martedì 23 aprile 2013
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apocalisse di banalità
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Sono riuscito a guardarlo in inglese sperando di poter arginare il pessimismo derivato dalle cattive critiche. Senza pregiudizi mi sono avviato alla lettura del film. Elenco i punti che mi fanno dare al film una stella:
- innanzitutto è privo di trama
- il protagonista ha scarse qualità recitative
- la morale è valida, ma non le viene data forza in quanto le problematiche che dovrebbero servire a raggiungere l'epilogo felice hanno poca forza, sono affrontate con superficialità e cadono nella banalità (il litigio con il "narciso nero", per non parlare di "ciò che è successo a Washington" per cui ci si aspetta chissà cosa... e invece...)
- le situazioni improbabili e tragicomiche con le quali il film inizia vanno scemando progressivamente fino a sparire e, inoltre, l'intenzione di introdurle non salva minimamente la banalità della storiella.
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Sono riuscito a guardarlo in inglese sperando di poter arginare il pessimismo derivato dalle cattive critiche. Senza pregiudizi mi sono avviato alla lettura del film. Elenco i punti che mi fanno dare al film una stella:
- innanzitutto è privo di trama
- il protagonista ha scarse qualità recitative
- la morale è valida, ma non le viene data forza in quanto le problematiche che dovrebbero servire a raggiungere l'epilogo felice hanno poca forza, sono affrontate con superficialità e cadono nella banalità (il litigio con il "narciso nero", per non parlare di "ciò che è successo a Washington" per cui ci si aspetta chissà cosa... e invece...)
- le situazioni improbabili e tragicomiche con le quali il film inizia vanno scemando progressivamente fino a sparire e, inoltre, l'intenzione di introdurle non salva minimamente la banalità della storiella.
Insomma, è uno di quei film per cui mi sento di aver perso 2 ore della mia esistenza.
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francesco2
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lunedì 8 aprile 2013
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forme (e sostanza) non conformi
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Un certo cinema (Si veda anche il decisamente imperfetto, ma curioso, "Noi siamo infinito"), si propone di
descrivere l'adolescenza anche attraverso ritratti non conformi: un'età ribelle non solo in sé, ma anche perché questi personaggi, come anche la Sam del film precedente, non comprendono il conformismo della società. A livelli più alti(?) ovviamente, ci aveva provato l"Attimo fuggente" di Weir.....ma si pensi anche a "Wonder Boys", o "Fà la cosa sbagliata".
Se questo film è superiore ad altri Faenza, ad esempio "Sostiene Pereira" o "Jona........", resta un film che non rinnova le cosiddette "Forme consuete".
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Un certo cinema (Si veda anche il decisamente imperfetto, ma curioso, "Noi siamo infinito"), si propone di
descrivere l'adolescenza anche attraverso ritratti non conformi: un'età ribelle non solo in sé, ma anche perché questi personaggi, come anche la Sam del film precedente, non comprendono il conformismo della società. A livelli più alti(?) ovviamente, ci aveva provato l"Attimo fuggente" di Weir.....ma si pensi anche a "Wonder Boys", o "Fà la cosa sbagliata".
Se questo film è superiore ad altri Faenza, ad esempio "Sostiene Pereira" o "Jona........", resta un film che non rinnova le cosiddette "Forme consuete". Un film dunque piacevole, ma anche discutibile sotto questo aspetto.
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slibedis
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giovedì 8 marzo 2012
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film noioso
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Film decisamente noioso, a tratti insopportabile. Il personaggio principale è circondato da persone che sembrano macchiette. Lui, che vorrebbe apparire come un giovane profondo, risulta solo piatto, insipido, non riesce assolutamente a coinvolgere lo spettatore nelle sue elucubrazioni scialbe. Sicuramente Faenza ha fatto film deciamente migliori
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brian77
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martedì 6 marzo 2012
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inutili
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Macché, il dolore, la sofferenza e la noia provati vedendo questo film sono stati per ora del tutto inutili.
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liver
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sabato 3 marzo 2012
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se io sono disadattato allora gli altri cosa sono?
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Non tutto è ciò che sembra. Niente di nuovo, per carità, ma l'invito a considerare con attenzione le diversità non solo evidenti (appunto i diversamente abili) ma anche borderline (e quindi molto più difficili da accettare in quanto prive di alibi). Io ero quasi così ... Aiuto? No grazie.
Discutibile l'accostamento a Salinger: l'inquietudine di James è molto più profonda e motivata di quella del giovane Holden, che secondo me esprimeva solo un disagio generazionale temporaneo.
un film originale, sano, equilibrato.
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amicinema
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giovedì 1 marzo 2012
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mediocre adattamento del libro di cameron
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Se esistesse una sorta di principio di induzione cinematografico potrei essere tentato di dire che tutti i film tratti da libri di Cameron sono destinati ad essere opere poco riuscite.
Dopo avere "Questa sera dorata" e soprattutto "Un giorno questo dolore ti sarà utile" questa mia idea mi sembra sempre piu' convincente.
Il film di Faenza mi e' sembrato un pastrocchio irrisolto, pieno di banalità, simile ad un pamphlet new age con un cast, teoricamente molto di qualità, sprecato in ruoli macchiettistici.
Quello che non mi piace proprio di Cameron e' che circonda i suoi protagonisti (qui il giovane Toni Regbo, Omar Metwally in quello precedente) di una specie di corte dei miracoli, tanti personaggi di contorno, ognuno caratterizzato in maniera eccentrica, ma privo di qualsiasi profondità.
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Se esistesse una sorta di principio di induzione cinematografico potrei essere tentato di dire che tutti i film tratti da libri di Cameron sono destinati ad essere opere poco riuscite.
Dopo avere "Questa sera dorata" e soprattutto "Un giorno questo dolore ti sarà utile" questa mia idea mi sembra sempre piu' convincente.
Il film di Faenza mi e' sembrato un pastrocchio irrisolto, pieno di banalità, simile ad un pamphlet new age con un cast, teoricamente molto di qualità, sprecato in ruoli macchiettistici.
Quello che non mi piace proprio di Cameron e' che circonda i suoi protagonisti (qui il giovane Toni Regbo, Omar Metwally in quello precedente) di una specie di corte dei miracoli, tanti personaggi di contorno, ognuno caratterizzato in maniera eccentrica, ma privo di qualsiasi profondità.
La pellicola purtroppo non riesce a rendere originale una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e nonostante qualche bella scena (la morte della nonna, i giri solitari di Regbo a Washington) non ha mai una identità forte a livello di immagine che possa riscattare la banalità del testo narrativo.
Bravo invece Toni Regbo che comunica con estrema naturalezza quella fittizia anormalità di essere perfino troppo normale in un mondo che ha perso di vista ormai i valori di riferimento e guarda solo ai propri problemi come se fossero la scala per misurare la vita.
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[+] film noioso
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jayan
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giovedì 1 marzo 2012
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un anticonformista alla ricerca dei veri valori
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Ecco un altro capolavoro del regista Roberto Faenza, tratto dal romanzo "Un giorno questo dolore ti sarà utile" (frase di Ovidio), bestseller dello scrittore americano Peter Cameron. Qui Faenza mostra la sua grande arte di regista. Narra la storia di James, un giovane che si ribella di aderire alle richieste dei genitori di andare all'università, lui vorrebbe fare l'artigiano, starsene tranquillo in una casa in campagna a lavorare e leggere tanti libri. E' stufo della città in cui vive: New York (Manhattan). Troppa gente che corre, che lavora per costruirsi un avvenire, per diventare avvocato o una celebrità. Si rifiuta di aderire alle tradizioni, al cieco correre dietro falsi ideali, in mondo troppo caotico e chiassoso.
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Ecco un altro capolavoro del regista Roberto Faenza, tratto dal romanzo "Un giorno questo dolore ti sarà utile" (frase di Ovidio), bestseller dello scrittore americano Peter Cameron. Qui Faenza mostra la sua grande arte di regista. Narra la storia di James, un giovane che si ribella di aderire alle richieste dei genitori di andare all'università, lui vorrebbe fare l'artigiano, starsene tranquillo in una casa in campagna a lavorare e leggere tanti libri. E' stufo della città in cui vive: New York (Manhattan). Troppa gente che corre, che lavora per costruirsi un avvenire, per diventare avvocato o una celebrità. Si rifiuta di aderire alle tradizioni, al cieco correre dietro falsi ideali, in mondo troppo caotico e chiassoso. In lui sente il silenzio, e per questa ragione che si apparta, gli piace vivere da solo, lontano dalle falsità e ipocrisie della vita moderna americana. Il romanzo è scritto in modo asciutto e freddo, con un certo cinismo, mentre Faenza lo rende più gradevole, togliendo il cinismo ma mantenendo un'ironia sottile, all'inglese, che lo rende ancora più bello. Ottima la direzione degli attori, in particolare l'interprete di James, ottima la fotografia e la musica, la sceneggiatura e il film nell'insieme. Da premio Oscar! Un film che può insegnare tanto ai giovani di oggi, spesso disorientati dalle attrazioni del mondo consumistico in cui vivono. "Tutti dicono che sono matto... ma forse i matti sono loro!" - dice James alla fine del film.
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[+] capolavoro?
(di slibedis)
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[+] cos'è oggi la normalità?
(di old pilgrim)
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uobba
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mercoledì 29 febbraio 2012
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carino, paicevole e delicato
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davvero una piacevole sorpresa! film molto carino e delicato. bravissimi gli attori e il regista.
non si capisce bene se è un film italiano che sa d'america o uno americano dal sapor d'europa perchè riesce a coniugare i lati positivi di entrambi.
insomma ve lo consiglio!
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