cekko
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mercoledì 26 giugno 2013
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una storia vera, la storia di um sogno.
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Il film nel quale Randal Wallace ( già regista di Iron mask e We were soldiers e sceneggiatore di Braveheart e Pearl Harbour), dirige un ottimo cast tra i quali spiccano Diane Lane, John Malkovich e Margo Martindale (Emmy Award 2011 per la serie Tv 'Justified'), racconta con garbatezza tutta Disney e la grazia della fotografia di Dean Semler (Oscar per Balla coi lupi) la storia di Secretariat, uno dei più grandi cavalli da corsa purosangue del XX secolo, e della sua proprietaria Penny Chenery. Una storia vera, dunque, una storia che ad un occhio profano può sembrare 'tutta americana' ma che in realtà è una storia universale. Una storia di sentimenti e passione, la storia di un sogno che accomuna milioni di persone che amano, vivono e lavorano con e per quel meraviglioso atleta che è il cavallo.
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Il film nel quale Randal Wallace ( già regista di Iron mask e We were soldiers e sceneggiatore di Braveheart e Pearl Harbour), dirige un ottimo cast tra i quali spiccano Diane Lane, John Malkovich e Margo Martindale (Emmy Award 2011 per la serie Tv 'Justified'), racconta con garbatezza tutta Disney e la grazia della fotografia di Dean Semler (Oscar per Balla coi lupi) la storia di Secretariat, uno dei più grandi cavalli da corsa purosangue del XX secolo, e della sua proprietaria Penny Chenery. Una storia vera, dunque, una storia che ad un occhio profano può sembrare 'tutta americana' ma che in realtà è una storia universale. Una storia di sentimenti e passione, la storia di un sogno che accomuna milioni di persone che amano, vivono e lavorano con e per quel meraviglioso atleta che è il cavallo.
Nel mondo dei purosangue da corsa ci si confronta con ostacoli, incompresnioni e avversità, e Penny lo prova in prima persona scontrandosi con il 'pragamatismo contabile' e il convenzionale scetticismo del fratello e del marito, nella irriducibile corsa al coronamento di un sogno. Foruna audaces juvat. Il tradizonale lancio della moneta ha dato a Penny ciò che nessun altro avrebbe voluto, ma in cui lei credeva. Ed il sogno si avvererà. Lo sa lei e lo sa il suo nuovo allenatore Lucien Laurin (Malkovich). Tutto il resto è contorno. Un film per chi crede che i sogni possono diventare realtà. Grazie al cielo non è 'La mandrakata' , questo è un film di gente da cavalli...
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martalari
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venerdì 17 giugno 2011
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troppo lento
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VISTO "Un anno da ricordare - SECRETARIAT" Troppi dialoghi,lunghe incomprensioni familiari e poco ritmo.
"Un anno da ricordare - Secretariat" è il classico film (tutto è classico nel film anche lo stile) a tratti molto lento che racconta la storia di una famiglia che affronta difficoltà familiari con l'immancabile rivalsa attraverso il proprio cavallo.
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VISTO "Un anno da ricordare - SECRETARIAT" Troppi dialoghi,lunghe incomprensioni familiari e poco ritmo.
"Un anno da ricordare - Secretariat" è il classico film (tutto è classico nel film anche lo stile) a tratti molto lento che racconta la storia di una famiglia che affronta difficoltà familiari con l'immancabile rivalsa attraverso il proprio cavallo.
Secretariat è un cavallo di razza purosangue inglese che Diane Lane-Penny Chenery si impegna a prendere in consegna come anche le Scuderie con sede in Virginia (location del film : Louisville Kentucky) dal padre malato, nonostante la sua incompetenza sulle corse dei cavalli e qualche diffidenza di John Malkovich-Lucien Laurin Diane Lane riescirà a lavorare in un settore sportivo dominato dagli uomini, e alla fine ad allenare Secretariat.....
Raccontato così appare avvincente ma il film è eccessivamente lineare nello sviluppo della storia e la pellicola offre poche sorprese.
La forza potrebbe essere quella dell'ennesima girl power, una donna a cui nessuno crede che riesce a vincere ma non basta...se il film è lento.
Basato su una storia vera, nel film troviamo attori straordinari (in altri film) come Diane Lane, John Malkovich, Scott Glenn
e James Cromwell da Babe maialino coraggioso a Secretariat cavallo coraggioso.
Il cast sembra "appiccicato" alla storia che a sua volta appare eccessivamente vintage con una storia del tutto scontata.
Un film per chi ama i cavalli...anche se film del genere andavano di moda anni fa.
Firma la regia Randall Wallace (La maschera di ferro,We Were Soldiers), chi meglio di lui? Nato nel Tennessee, ha trascorso la sua infanzia tra Tennessee e Virginia.
Costato 35 milioni di dollari il film ne ha incassati 59 negli Usa ora si aspetta l'accoglienza in giro per il mondo.
Totalmente inadeguata visto il ritmo del film la canzone "Oh Happy Day"
Troppi dialoghi,lunghe incomprensioni familiari e poco ritmo.
Voto 6 -
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(di fmjolie)
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dario carta
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lunedì 9 maggio 2011
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disney nella tradizione dei buoni sentimenti
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Sarebbe interessante conoscere l'opinione di Konrad Lorenz sull'affermazione del Nobel tedesco W. G. Sebald,secondo il quale l'uomo e l'animale si squadrano l'un l'altro su un fronte di reciproca incomprensione.
Se questo fosse vero,molte realtà inserite e cresciute nella storia e nell'età di ogni singolo individuo,andrebbero riviste con occhi diversi.
Tra queste,un'infinità di pagine del libro del cinema sarebbero da rileggere alla luce di considerazioni che nulla hanno a che vedere con quanto viene insegnato e si apprende ad ogni occasione dalla natura del mondo animale.
Bastino a questo,le produzioni Disney,fecondissimo universo relazionale tra i due generi,realtà dilatata alle frontiere della proiezione antropomorfa dell'animale.
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Sarebbe interessante conoscere l'opinione di Konrad Lorenz sull'affermazione del Nobel tedesco W. G. Sebald,secondo il quale l'uomo e l'animale si squadrano l'un l'altro su un fronte di reciproca incomprensione.
Se questo fosse vero,molte realtà inserite e cresciute nella storia e nell'età di ogni singolo individuo,andrebbero riviste con occhi diversi.
Tra queste,un'infinità di pagine del libro del cinema sarebbero da rileggere alla luce di considerazioni che nulla hanno a che vedere con quanto viene insegnato e si apprende ad ogni occasione dalla natura del mondo animale.
Bastino a questo,le produzioni Disney,fecondissimo universo relazionale tra i due generi,realtà dilatata alle frontiere della proiezione antropomorfa dell'animale.
Liberamente ispirato al libro di William Nack "Secretariat - The Making of a Champion",l'ultimo lavoro di Randall Wallace ("Brave Heart","Pearl Harbour","We Were Soldiers") è il tipico cofanetto indirizzato alle dimensioni domestiche del cinema buono,quello delle famiglie e dei sacrosanti buoni sentimenti.
Assolutamente privo di novità ("Seabisquit"),ma lodevole nelle intenzioni e negli obiettivi,il film narra la vera storia di Secretariat,o Big Red,purosangue le cui prestazioni in pista hanno stregato il sogno americano e il mondo degli scommettitori a cavallo fra i '60 e l'alba dei '70.
Figlia di un proprietario di scuderie (Scott Glenn) anziano e malato,Penny Chenery (Diane Lane),casalinga moglie e madre di tre ragazzini,si trasferisce nella proprietà del padre per continuarne l'attività,sull'orlo del fallimento,nonostante la totale mancanza di ogni nozione sul mondo delle corse.
Rilevate le scuderie,aiutata del bizzarro Lucien Laurin (John Malkovich),veterano allenatore da poco in pensione,Penny si mette in gioco con caparbia ostinazione,inventandosi una nuova professione pur completamente a digiuno di ogni suo aspetto.
Perso un confronto con il milionario Ogden Phipps (James Cromwell),la donna conserva una giumenta ed assiste di lì a breve alla nascita di un puledro straordinariamente forte fin dai primi minuti di vita.
Affiancata dall'assistente Eddie Sweat (Nelsan Ellis),Penny crescerà il puledro,rifiutando di vendere la fattoria gravata da un pesante debito fiscale e,contro ogni pressione da parte del fratello (Dylan Baker) e del marito (Dylan Walsh),riuscirà a tenere con sè Big Red,nonostante un'offerta di otto milioni di dollari, che avrebbe risolto ogni problema economico.
Lasciata temporaneamente la famiglia in Colorado per trasferirsi in Virginia nella proprietà,Penny,Eddie e Lucien alimentano la genuina speranza che ripongono nel puledro.
L'auspicio diverrà certezza quando Big Red sarà il primo cavallo a vincere dopo vinticinque anni la Triple Crown Race del Kentucky,la più lunga,importante e pericolosa corsa d'America.
Secretariat resterà campione imbattuto nella realtà e nei cinema si riveste oggi del decoro di un lavoro generoso,forse non del tutto sincero,ma trasparente e autentico veicolo di informazioni per quella fascia di pubblico cui il film è diretto e che si rende disponibile ad una lettura senza il pregiudizio di allegorie o retoriche d'autore.
A volte venato di inoffensivo opportunismo (le citazioni bibliche in apertura) e i piccoli peccati di omissione (la famiglia soffrì della decisione del trasferimento di Penny,ma la sceneggiatura sorvola),il film riscatta le proprie valenze nella fotografia di grande respiro,nelle inquadrature d'effetto - i primi piani sull'animale - nelle ambientazioni di una natura amica e nella corposità potente delle riprese dove gli animali sono i campioni della scena e di un impegno che condividono con l'amore di chi li addestra.
Tutto è mescolato in angolazioni studiate,a sonorità profonde,respiri forti,suoni,colori,musica e sfumature come cromatismi di un quadro che vive.
Diane Lane incarna la donna che sfida il pregiudizio e vince la corsa.
Malkovich porta sullo schermo la follìa generosa e sincera degli animali che ama e allena.
Lo staffiere Nelsan Ellis è un inno al pathos dell'eterna amicizia tra l'uomo e il suo cavallo.
L'impianto del film è semplice e strutturato sulle linee convergenti di tre protagonisti (Penny,Lucien,Eddie) che tessono i contorni della vera prima figura,Big Red e delle circostanze che raccolgono nella classica impostazione disneyana gli elementi tradizionali delle fiabe per ogni età.
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