carloalberto
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sabato 23 gennaio 2021
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piatto e scontato con polemica antiabortista
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E’ un thriller anonimo e senza spessore di uno sconosciuto regista americano, Rich Cowan, basato su tre stereotipi del genere, visti e stravisti decine di volte, il serial killer che compie omicidi rituali comunicando con la polizia attraverso messaggi ispirati a versetti biblici, la sfida all’ultimo sangue lanciata dal maniaco criminale all’investigatore, il poliziotto protagonista accusato ingiustamente di essere l’autore dei delitti perché le vittime sono tutte sue ex donne, fidanzate o amanti di una notte. Ray Liotta, l’indimenticato protagonista di quel capolavoro di Martin Scorsese del 1990 che è Quei bravi ragazzi, purtroppo, per l’ennesima volta coinvolto in un b-movie, eufemisticamente si può dire che manchi di espressività, a meno che questa non si riduca a sbarrare gli occhi, per significare, di volta in volta, sentimenti o stati d’animo differenti, rabbia, stupore, tenerezza e così via.
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E’ un thriller anonimo e senza spessore di uno sconosciuto regista americano, Rich Cowan, basato su tre stereotipi del genere, visti e stravisti decine di volte, il serial killer che compie omicidi rituali comunicando con la polizia attraverso messaggi ispirati a versetti biblici, la sfida all’ultimo sangue lanciata dal maniaco criminale all’investigatore, il poliziotto protagonista accusato ingiustamente di essere l’autore dei delitti perché le vittime sono tutte sue ex donne, fidanzate o amanti di una notte. Ray Liotta, l’indimenticato protagonista di quel capolavoro di Martin Scorsese del 1990 che è Quei bravi ragazzi, purtroppo, per l’ennesima volta coinvolto in un b-movie, eufemisticamente si può dire che manchi di espressività, a meno che questa non si riduca a sbarrare gli occhi, per significare, di volta in volta, sentimenti o stati d’animo differenti, rabbia, stupore, tenerezza e così via.
Dal punto di vista dei contenuti impliciti, la pellicola potrebbe definirsi cerchiobottista. Da un lato, mette alla berlina il fanatismo religioso, che esaspera in modo pazzoide alcuni temi cari alla morale cattolica, dall’altro sembra sposare senza alcuna remora la vecchia polemica antiabortista, con immagini inequivoche di feti morti chiusi in barattoli di vetro che suscitano raccapriccio e sdegno, che fa presa soprattutto sul pubblico d’oltreoceano, in larga misura, appartenente a quell’America puritana e conservatrice che ancora oggi elegge presidenti negli stati uniti.
Il finale, sorprendente per l’assoluta inverosimiglianza della trovata, non riscatta il film, abbastanza noioso e prevedibile per tutta la sua durata, e l’immancabile lieto fine completa l’opera, classificandola tra le pellicole commerciali di puro intrattenimento, peraltro non del tutto riuscito, che rattrista vedere, per il declino inesorabile di quello che fu un grande attore hollywoodiano che non meritava produzioni mediocri di questo tipo.
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elgatoloco
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venerdì 17 maggio 2019
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thriller religioso
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Quasi un'interpretazione distorta del versetto"Il Signore lo dà ai suoi anche nel sonno"(Salmo 127), in questo film,"The River Murders"(2010, Rich Cowan) dove un fanatico religioso uccide peccatrici e peccatori il cui nome è in qualche modo legato a quello di un detective di lungo corso ma dal passato amoroso molto"turbolento". Non ci sono "impennate"particolari, forse, ma indubbiamente, comunque, il ritrmo tiene, in questo thriller nel quale un fanatico religioso(causa sempre di disastri, dall'antichità tarda, almeno, in poi-credo sia abbastanxa chiaro il riferimento storico...)tiene in scacco vari luoghi, connessi a un solo individuo"peccatore".
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Quasi un'interpretazione distorta del versetto"Il Signore lo dà ai suoi anche nel sonno"(Salmo 127), in questo film,"The River Murders"(2010, Rich Cowan) dove un fanatico religioso uccide peccatrici e peccatori il cui nome è in qualche modo legato a quello di un detective di lungo corso ma dal passato amoroso molto"turbolento". Non ci sono "impennate"particolari, forse, ma indubbiamente, comunque, il ritrmo tiene, in questo thriller nel quale un fanatico religioso(causa sempre di disastri, dall'antichità tarda, almeno, in poi-credo sia abbastanxa chiaro il riferimento storico...)tiene in scacco vari luoghi, connessi a un solo individuo"peccatore"... Ray Liotta è convincente, idem Gisele Fraga, Raymond J. Barrry, ma anche gli e le altri/e interpreti, in un film complessivamente"corale"dove però si stagliano bene i singoli, come peraltro sempre o quasi nel cinema USA... Figure di notevole rilievo, sempre, in un film la cui tesi di fondo non è chiaramente espressa(altrimenti, volendo, essa potrebbe venire fraintesa decisamente, in occasioni diverse, anche a seconda delle occasioni "storiche"in cui il film viene mostrato e visto), ma il cui sottofondo, con muishce dichiaratamente religiose, è e non puà non essere assolutamente inequivocabile....Film di grande respiro, certo, ma decisamente poco incline al compiacimento positivo, pur se il finale è una sorta di"happy end "riparatore""(certo, sempre rispetto alla tesi di fondo del film cui si accennava sopra), in realtà non necessariamente foriero di un futuro luminoso, anzi tutt'altro. Thriller "d'atmosfera", volendo evitare di attribuirgli produzioni di senso troppo recondite o anche implicite particolari, limitandosi insomma a questa valutazione complessivamente scarna, che non vuol calcare la mano evidenziando aspetti che poitrebbero venir individuate, ma, forse, forzando i termini del film stesso..., El Gato
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