La chiave di Sara

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Un film di Gilles Paquet-Brenner. Con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy.
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Titolo originale Elle s'appelait Sarah. Drammatico, durata 111 min. - Francia 2010. - Lucky Red uscita venerdì 13 gennaio 2012. MYMONETRO La chiave di Sara * * 1/2 - - valutazione media: 2,62 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
rikitikitawi mercoledì 4 aprile 2012
ma le chiavi sono due Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

E’ solo una storia tratta da un libro più o meno di successo e ce ne sono tanti.Ma è una storia che si ripete: una vicenda sicuramente vera come le infinite crudeltà dimenticate od oscure che hanno accompagnato il cammino dell’uomo e sulle quali nessuno mai ha scritto ne un libro ne un copione e che si sono perse o sono state ben chiuse nelle tenebre di chissà quanti armadi. La tematica principale è la violenza dell’uomo sull’uomo: il fatto storico e la ricerca di Sara sì, ma propone anche una eterna attualità, che vede qui la lotta della protagonista per fare uscire alla luce della vita  quel bambino che porta in grembo, per strappare  dal buio della ragione e di un “armadio” un innocente un tempo cercato ed ora pronto ad essere sacrificato  sugli altari della carriera e del benessere. [+]

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imliver venerdì 2 marzo 2012
ma cosa vi aspettavate? Valutazione 4 stelle su cinque
97%
No
3%

Contesto la visione dei bacchettoni della Shoah, che accusano romanzo e film di pressapochismo e superficialità. Non si tratta di questo: il film affronta un argomento su cui si è scritto e mostrato tutto. Nel 2010 non è possibile parlare di un fatto avvenuto del 1942 con il taglio del documento storico. "La chiave di Sara" non può e non deve descrivere l'olocausto in tutte le sue sfumature, ma non per superficialità. Chi volesse approfondire, ha a disposizione un archivio sterminato di romanzi, saggi, documentari e fiction, anche estremamente importanti e autorevoli. Questo film, invece, si limita a fornire uno spaccato sulla connivenza di persone che (allora) sapevano, e di altre che, ai giorni nostri, sanno, ma cercano di non essere coinvolti dall'idescrivibile tragedia. [+]

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annu83 martedì 21 febbraio 2012
la macchina da presa in cambio dell'espiazione dei Valutazione 0 stelle su cinque
88%
No
12%

La storia della piccola Sara, ebrea di Parigi appena adolescente, costretta a vivere suo malgrado il feroce rastrellamento del '42 francese non è poi così originale. Ne sono passate parecchie di pellicole di questo genere, magari semplicemente cambiando l'ambientazione, la lingua dei soldati, le pettinature e il modo di vestire, l'architettura delle case e delle botteghe, ma la trama centrale non può cambiare, purtroppo. E allora ci si ritrova a parlare di un film dai sentimenti inevitabilmente a fior di pelle a causa (o per merito) del tema, che ha il pregio di non scadere mai nel truce, neppure quando il primo piano indugia sulle lacrime e le grida della piccola Sarah davanti all'armadio aperto e la mano sarebbe tentata di indirizzarvi dentro l'obiettivo, ma che non offre nulla di nuovo. [+]

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francesca50 lunedì 6 febbraio 2012
una chiave nuova sull'olocausto Valutazione 3 stelle su cinque
92%
No
8%

Il film rivisita il noto tema mostrando che ci sono stati degli "uomini" a salvare gli ebrei dalla follia nazista, in mezzo a tante bestie, ma La chiave di Sara mostra pure come "i sopravvissuti non possano vivere più una vita normale". Sara si uccide perché non riesce a perdonarsi, non tanto e solo per aver fatto morire il fratello ma per non essere riuscita a salvarlo. Chi ha intravisto l'orrore comunque non riesce più a vivere pensando che i propri cari lo hanno vissuto. Bello comunque il finale che mostra come la vita continua...

[+] attenzione (di ardnassela)
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angelo umana venerdì 3 febbraio 2012
come sapete cosa avreste fatto?non siete stati lì Valutazione 3 stelle su cinque
88%
No
12%

Sara è una bellissima donna stabilitasi e sposatasi in America negli anni 50 che, lo dice il marito stesso, porta nel volto un profondo dolore, come un peso tremendo, anche quando sorride. Un giorno si suicida in quello che sembrava un incidente d’auto. Giulia è una giornalista franco-americana che, a Parigi, decide nel 2009 di scrivere della “retata” di 13000 ebrei dapprima concentrati dai tedeschi nel Vélodrome d’Hiver e poi deportati, avvenimento del quale neppure una foto esiste. Nella sua ricerca si sofferma sulle sorti di una famiglia di ebrei che fu fatta sgombrare da un appartamento nel 1942, occupato mesi dopo dai genitori di suo marito. Proprio in quell’abitazione la famiglia della giornalista starebbe per traslocare. [+]

[+] ma la dicitura spoiler non si usa più... (di ermioneluna)
[+] 2 imprecisioni mica lievi (di antoine_doinel)
[+] spoiler e imprecisioni (di angelo umana)
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angius48 giovedì 2 febbraio 2012
bello ma atratti inverosimile Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

La vicenda è trattata bene, raccontata con passione e commozione,peraltro gia trattata in un recente film francese. Tutto ciò che serve a mantenere viva la memoria sull'orrore del razzismo e sullo sterminio del popolo ebraico è sicuramente utile, ma trattandosi di tematiche storiche se la narrazione lascia eccessivo spazio al romanzato corre ,come in questo caso di apparire inverosimile in molti tratti e questo arreca un danno alla causa.Tuttavia concorre a far conoscere al vasto pubblico l'orrore del nazismo. Sarebbe necessario che il cinema affrontasse anche altre tragedie storiche come il massacro degli armeni e tutti i genocidi di cui è pervasa la storia umana

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angelo umana giovedì 2 febbraio 2012
"diffuso bozzettismo emozionale" Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
100%

Brava Marzia a riuscire a condensare in poche espressioni tutte le caratteristiche di qualcosa, però penso che questa "bravura" renda un pò la distanza tra lo spettatore qualsiasi e i critici dotti, mah, non so ... se la comunicazione serve per avvicinarci ci sono espressioni comunicative che ci allontanano, forse le differenze culturali ci allontanano. Un altro peccato della tua recensione, ma veniale, è non aver citato nella filmografia sull'argomento, un altro film che parlò ancor prima del Velo d'Hiver: La rafle, merita una grande citazione. Ciao. 

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luisalà martedì 31 gennaio 2012
deludente il finale Valutazione 0 stelle su cinque
18%
No
82%

Deludente il finale per un intreccio, che ti intriga e emoziona per la maggior parte del tempo ,se non si focalizza l'attenzione su quella dichiarazione finale di appartenenza alla Francia dell'americana,dichiarazione che.insieme con l'ambizione di teorizzare e dimostrare il senso della Storia, intellettualmente giustifica tutto il percorso della giornalista.Ma narrativamente il finale resta inappagante emotivamente e un po' anche tecnicamente.voto3

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lysse giovedì 26 gennaio 2012
una bambina sola contro tutti! Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

Un film drammatico e toccante la cui unica pecca è la parte finale.Ben elaborato e con un'ottima fotografia "La chiave di Sara" (Titolo originale "Elle s'appellait Sarah) riesce a descrivere fedelmente quelle che erano le condizioni dentro il velodromo,nei campi di concentramento e nelle strade parigine.Un film che sa tenerti spesso col fiato sospeso e riesce a trasmettere angoscia e paura.
Nella Parigi dell'agosto 1942 la piccola Sara gioca con il suo fratellino Michelle,ad un tratto bussano alla porta,la polizia francese ha l'ordine di arrestare tutta la famiglia perchè ebrea,Sara vuole proteggere il suo fratellino e lo fa nascondere nell'armadio a muro della stanzetta e gli fa promettere di non uscirne,la bambina non sa però che sarà portata via per giorni e giorni e quando lei ed i genitori sono chiusi nel velodromo lei fa una rivelazione raccapricciante,aveva chiuso il piccolo michelle a chiave dentro l'armadio,da quel momento il suo unico obbiettivo è cercare di tornare a casa e liberarlo. [+]

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lulu1967 domenica 22 gennaio 2012
da vedere assolutamente Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Prima del film, ho amato e molto apprezzato il libro di Tatiana de Rosnay, da cui è tratto questo toccante film. UNa storia, quella della deportazione di massa degli ebrei a Parigi nel luglio del '42. poco conosciuta. Interessante l'inserimento delle riprese del 1995, quando l’allora presidente francese Jacques Chirac ha chiesto scusa per il ruolo collaborazionista di poliziotti e funzionari francesi in occasione del rastrellamento.
Un film che gli studenti delle scuole speriori dovrebbero vedere.

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