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gianleo67
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martedì 5 agosto 2014
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comicità 'yiddish' in trasferta californiana
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In occasione del viaggio in Vietnam del fratello e della sua famiglia, il nevrotico e puntiglioso Roger va ad abitare per qualche tempo nella casa di quest'ultimo, ritornado dopo molti anni, da New York dove vive nella nativa Los Angeles. Qui incontra vecchi amici e antiche fiamme, ma soprattutto l'emotiva e impacciata governante del fratello, una ragazza che sogna di fare la cantante e che fatica a trovare un suo equilibrio professionale e sentimentale. L'incontro-scontro tra i due provocherà qualche malinteso ed una stralunata vicinanza emotiva.
Da un soggetto scritto a quattro mani con la moglie e produttrice Jennifer Jason Leigh, Noah Baumbach sceneggia e dirige questa singolare commedia sulle nevrosi e le insicurezze di una generazione di quarantenni alle prese con un primo bilancio sui propri fallimenti professionali e umani che ben si attaglia allo sguardo spiritato e attonito da 'addetto ai lavori' di Ben Stiller ed alla bionda esuberanza di una sgraziata e soave Greta Gerwig.
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In occasione del viaggio in Vietnam del fratello e della sua famiglia, il nevrotico e puntiglioso Roger va ad abitare per qualche tempo nella casa di quest'ultimo, ritornado dopo molti anni, da New York dove vive nella nativa Los Angeles. Qui incontra vecchi amici e antiche fiamme, ma soprattutto l'emotiva e impacciata governante del fratello, una ragazza che sogna di fare la cantante e che fatica a trovare un suo equilibrio professionale e sentimentale. L'incontro-scontro tra i due provocherà qualche malinteso ed una stralunata vicinanza emotiva.
Da un soggetto scritto a quattro mani con la moglie e produttrice Jennifer Jason Leigh, Noah Baumbach sceneggia e dirige questa singolare commedia sulle nevrosi e le insicurezze di una generazione di quarantenni alle prese con un primo bilancio sui propri fallimenti professionali e umani che ben si attaglia allo sguardo spiritato e attonito da 'addetto ai lavori' di Ben Stiller ed alla bionda esuberanza di una sgraziata e soave Greta Gerwig. Calcando a più riprese sul tasto di questa inadeguatezza generazionale (il confronto con la giovane governante a cui chiedono ancora la patente per bere, quello con la mandria di adolescenti che affollano la casa nel party finale, le patetiche recriminazioni sull'occasione della vita malamente sprecata per un'intemperanza caratteriale) e mirando ad inscenare il pignolo rituale di una permanete recriminazione da 'utente bistrattato', Baumbach affila le armi un pò spuntate di quella comicità yiddish in trasferta californiana che si affretta prontamente a smentire ('...in realtà sono ebreo solo per metà') e vorrebbe far emergere, dall'apparente casualità di un incontro tra solitudini complementari, il senso di una vicenda che spesso si spegne nel silenzio di una battuta mal riuscita, tra comprimari dalla sicura presenza scenica (sorprendente la Gerwig) e personaggi secondari un pò troppo defilati (bravo Ifans). Più riuscito sul piano della recitazione che su quello della scittura e dell'originalità di battute e situazioni, è una commedia interessante che rischia però di lasciare il tempo che trova. Bella la colonna sonora con la nostalgica 'It Never Rains In Southern' di Albert Hammond a far da sfondo musicale e contrappunto tematico al 'viaggio della speranza' di questo quarantenne depresso nella città degli Angeli. Presentato in anteprima alla 60a edizione del Festival di Berlino del 2010.
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giacomo b
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sabato 1 marzo 2014
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delusione !
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Film drammatico del 2011 di Noah Baumbach con Ben Stiller, Greta Gerwig, Rhys Ifans, Jennifer Jason Leigh, Brie Larson.
Ben Stiller, ottimo attore, tutto sommato ci ha sempre soddisfatto nei diversi film che ha interpretato.
Trama ripetitiva ma soprattutto e, sottolineo soprattutto, lenta, incredibilmente lenta. Nonostante ciò la storia di questo tizio che ha un modo di vivere tutto suo suscita un qualche interesse nello spettatore che, di conseguenza arriverà, a suo discapito, fino alla fine del film.
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Film drammatico del 2011 di Noah Baumbach con Ben Stiller, Greta Gerwig, Rhys Ifans, Jennifer Jason Leigh, Brie Larson.
Ben Stiller, ottimo attore, tutto sommato ci ha sempre soddisfatto nei diversi film che ha interpretato.
Trama ripetitiva ma soprattutto e, sottolineo soprattutto, lenta, incredibilmente lenta. Nonostante ciò la storia di questo tizio che ha un modo di vivere tutto suo suscita un qualche interesse nello spettatore che, di conseguenza arriverà, a suo discapito, fino alla fine del film.
Sceneggiatura scarsa, momenti in cui la trama dovrebbe, come dire, velocizzarsi, mostrarci qualcosa di diverso, “svegliarci”, sono completamente assenti. L’unica cosa che si salva è la fotografia, infatti il film ha ottenuto quattro candidature agli Independent Spirit Awards 2011 per la miglior fotografia di Harris Savides.
La colpa di questo disastro che raggiungerà l’apice nel finale, se così può essere definito, sta probabilmente nella poca esperienza del regista Noah Baumbach, che non è stato all’altezza di valorizzare il film.
Tornando alla trama e a Ben Stiller, quello che si salva del film, e che quindi può essere commentato in modo positivo, è l’interpretazione del protagonista, veramente ottima, il suo modo di fare, il comportamento stano e curioso, il modo di relazionarsi con il sesso opposto, sono alcuni aspetti che ci mostra il film di “Greenberg”, aspetti talvolta mostratici in modo noioso, ma ugualmente aspetti profondi.
Si legge un pò dappertutto che il film sia una commedia ma è il caso di ricordare che una commedia è un’opera cinematografia dalle tematiche leggere e che tende a suscitare il riso, ovvero non c’entra niente con questo film. Quest’ultimo infatti sembra più drammatico e sentimentale. L’unica parte del film più movimentata e divertente è quella della festa che organizza sua nipote a casa del fratello e, quella successiva, quando senza alcuno motivo decide di partire per l’Australia.
Però il culmine si raggiunge, come se fosse fatto intenzionalmente, nel finale che è praticamente inesistente, il finale più brutto di tutti i tempi, di tutti i film mai prodotti, è una presa in giro per lo spettatore che aspetta quasi due ore per poi assistere a qualcosa di terrificante, sembra quasi che ad un certo punto del film il regista si sia scocciato e abbia stracciato la restante parte di scenografia e abbia detto “può bastare”.
Delusione.
Per quanto riguarda gli incassi, il film ha incassato complessivamente 6.100.000 $.
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andreandrea
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sabato 2 febbraio 2013
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psico-comme-romantico mondo
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Ottima regia, bella fotografia e ambientazione, atmosfera piacevole e leggera. Si sente il sapore della commedia di Woody Allen in quella che a primo acchito potrebbe sembrare la solita commedia americana. In "Lo stravagante mondo di Greenberg" invece c'è uno spessore che da profondità alla storia che tratta, di fondo, un tema delicato come la fragilità emotiva che rientra sempre più nella normalità dei nostri tempi. I punti di forza del film non sono di sicuro la sua velocità o una marcata direzione drammatica o divertente. Anche la trama resta ambigua poiché è retta dalla storia romantica e parallelamente dalla progressione del protagonista interpretato da Ben Stiller, quindi di sicuro richiede una maggiore attenzione a chi forse era preparato alla visione di un film commedia.
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Ottima regia, bella fotografia e ambientazione, atmosfera piacevole e leggera. Si sente il sapore della commedia di Woody Allen in quella che a primo acchito potrebbe sembrare la solita commedia americana. In "Lo stravagante mondo di Greenberg" invece c'è uno spessore che da profondità alla storia che tratta, di fondo, un tema delicato come la fragilità emotiva che rientra sempre più nella normalità dei nostri tempi. I punti di forza del film non sono di sicuro la sua velocità o una marcata direzione drammatica o divertente. Anche la trama resta ambigua poiché è retta dalla storia romantica e parallelamente dalla progressione del protagonista interpretato da Ben Stiller, quindi di sicuro richiede una maggiore attenzione a chi forse era preparato alla visione di un film commedia. Proprio questo mix di sfumature, però, fa si che il film scivoli piacevolmente fino alla fine... che arriva inaspettata.
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cinemalato
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venerdì 2 novembre 2012
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oddio...
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Film visto perchè ero arrivato tardi al cinema e rimanendo solo questo,e dato che Stiller mi piace come attore comico,decidiamo di vedere questo io e la mia ragazza!!Allora,premesso che io ho visto qualsiasi tipo di mattone esistente a livello cinematografico...ma questo li batte tutti perchè manca di tutto!!Non parlo della semplice risata...qua manca la trama,le situazioni,manca Stiller(che ho visto poco convinto),ecc.!!è come se il regista avesse voluto raccontare,come in un reality,alcuni giorni di vita di un noiosissimo e strano americano...e dico la verità,io che conosco il regista ho sopportato la visione per tutto il tempo ma la mia ragazza che non è abituata ai cinemattoni,dopo 1 ora voleva andarsene tanto che vedeva l'orologio ogni 5
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Film visto perchè ero arrivato tardi al cinema e rimanendo solo questo,e dato che Stiller mi piace come attore comico,decidiamo di vedere questo io e la mia ragazza!!Allora,premesso che io ho visto qualsiasi tipo di mattone esistente a livello cinematografico...ma questo li batte tutti perchè manca di tutto!!Non parlo della semplice risata...qua manca la trama,le situazioni,manca Stiller(che ho visto poco convinto),ecc.!!è come se il regista avesse voluto raccontare,come in un reality,alcuni giorni di vita di un noiosissimo e strano americano...e dico la verità,io che conosco il regista ho sopportato la visione per tutto il tempo ma la mia ragazza che non è abituata ai cinemattoni,dopo 1 ora voleva andarsene tanto che vedeva l'orologio ogni 5 minuti per farsi il conto del tempo che mancava alla fine dello strazio!!Ancora oggi (scherzosamente) mi rinfaccia che quella sera,forse,era meglio fare altro!!w il cinema di qualità,ma questo sembra avere pochi mezzi e sembra abbastanza raffazzonato!!
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(di william baravelli)
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great steven
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martedì 25 settembre 2012
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buona regia, ma la trama è scialba e povera d'idee
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LO STRAVAGANTE MONDO DI GREENBERG (USA, 2011)
Diretto da NOAH BAUMBACH. Interpretato da BEN STILLER, RHYS IFANS, JENNIFER JASON LEIGH, GRETA GERWIG, MERRITT WEVER, CHRIS MESSINA, BRIE LERSON, JUNO TEMPLE.
Los Angeles: la famiglia Greenberg parte alla volta del Vietnam per passarvi le vacanze, e lascia la casa in mano a Florence, una sorta di domestica non ufficiale che coltiva il sogno di diventare cantante. Ben presto entra nella sua vita il fratello del capofamiglia Philip Greenberg: il quarantenne Roger. Tipo bizzarro, piuttosto apatico e confuso, esce da una degenza psichiatrica e s'è trasferito a Los Angeles da New York con l'intenzione di rimanervi sei settimane, nelle quali è intenzionato a non far nulla – salvo qualche riparazione, grazie alle sue doti da falegname – con l'obiettivo di rimettere ordine alle sue idee.
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LO STRAVAGANTE MONDO DI GREENBERG (USA, 2011)
Diretto da NOAH BAUMBACH. Interpretato da BEN STILLER, RHYS IFANS, JENNIFER JASON LEIGH, GRETA GERWIG, MERRITT WEVER, CHRIS MESSINA, BRIE LERSON, JUNO TEMPLE.
Los Angeles: la famiglia Greenberg parte alla volta del Vietnam per passarvi le vacanze, e lascia la casa in mano a Florence, una sorta di domestica non ufficiale che coltiva il sogno di diventare cantante. Ben presto entra nella sua vita il fratello del capofamiglia Philip Greenberg: il quarantenne Roger. Tipo bizzarro, piuttosto apatico e confuso, esce da una degenza psichiatrica e s'è trasferito a Los Angeles da New York con l'intenzione di rimanervi sei settimane, nelle quali è intenzionato a non far nulla – salvo qualche riparazione, grazie alle sue doti da falegname – con l'obiettivo di rimettere ordine alle sue idee. Roger cerca di costruire un rapporto affettivo e sessuale con Florence, ma sulle prime viene respinto; nel frattempo riprende i contatti con l'amico di vecchia data Ivan, riparatore di computer, col quale formava da giovane una rock band. In effetti Roger farà poco e lo farà maluccio, ma troverà un piccolo successo nell'amore che Florence finalmente gli concede. 40° film di Stiller, diretto dal regista-sceneggiatore Baumbach (1969): delude abbastanza perché non succede davvero nulla di avvincente o interessante nella trama, quasi completamente priva delle solite, esilaranti gag a cui ci prepariamo quando vediamo Stiller in scena, e anche lui in questo film è molto diverso dai suoi abituali personaggi: calmo, concentrato, intimidito, tenuto a briglia stretta. La sua interpretazione tocca corde psicologiche e dà al film una caratterizzazione non poco drammatica, costringendo lo spettatore a vederlo più che altro per seguire il suo percorso di sviluppo e modificazione interiore. Accanto a una storia piatta e un po' noiosa vi sono però una bella fotografia (Harris Savides) e una regia attenta e sicura. Numerose povertà nelle sceneggiatura, e in generale un senso d'amaro in bocca che sopraggiunge alla fine della proiezione perché ci si aspettava di più, nel senso che c'era la materia per creare qualcosa di più "catturante" e divertente. Candidato all'Orso d'Oro e a quattro Independent Spirit Awards.
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ipno74
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lunedì 3 ottobre 2011
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pessimo stiller
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A volte gli attori comici vogliono cambiare la loro immagine scegliendo film drammatici e volendo far vedere che sono deggli ottimi comici, e questo, a volte fa cadere la scelta su film strani e senza un gran senso.
Il film non è brutto ma manca di ritmo e alla fine non si sa cosa voglia trasmettere, quale sia il messaggio.
Sono stato tutto il film a domandarmi dove volesse arrivare ma poi il nulla.
Se non altro è da vedere in quanto è ben girato ma niente più
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cattivit
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lunedì 19 settembre 2011
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film sconclusionato
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Una serie di vicende su 'sto Greenberg, che mi fanno dire "...e chi se ne frega?"
Ho già i miei problemi, non mi appassiono a quelli di un disadattato.
Forse anche perché la trama è così scarna che ci potrebbe star dentro di tutto.
Si aspettano due ore un qualche avvenimento che non arriva.
Qualche paternale sui giovani c'è, della serie "ai miei tempi era meglio", ma non c'è una conclusione.
Non un film da Ben Stiller insomma, che reciterà pur bene ma solo con uno scopo fine a se stesso: descrivere Greenberg.
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robylantz
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sabato 4 giugno 2011
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che delusione..............
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Non condivido la valutazione di Mymovies, il film è un insieme di errori, la scelta del personaggio principale, Ben Stiller è più adatto a parti comiche dove può esprimere meglio l'espressività del suo volto, in parti serie è insignificante !!! la storia potrebbe avere qualche spunto positico ma la recitazione, la regia e le situazioni la rendono di una noia mortale !!!! Chi non condivide il mio giudizio risponda alla domanda cosa c'è di stravagante in questa storia !?!??! sconclusionata direi...
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gumbus
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domenica 24 aprile 2011
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eccellente
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Se "Somewhwere" della Coppola è leggero costruito sui vuoti, sulle assenze, sullo smarrimento, sulla separazione e lascia malinconici e pensosi ma sospesi, questo film è fatto di pieni, di presenze, di ritrovamenti e incontri. E lascia saturi, stanchi, sfiniti, per separaci da questo Greenberg, ossessivo e pedante e ansiogeno, Herzoggiano quanto non basta mai, ma alla sua "nuova vita". Opera così realista e perfetta che i protagonisti sono due, anzi tre. Stupendamente ideato e realizzato, doppiato superbamente, con due, tre battute definitive, è un capolavoro di Ben Stiller. Se ce ne fosse bisogno il tempo lo premierà.
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Se "Somewhwere" della Coppola è leggero costruito sui vuoti, sulle assenze, sullo smarrimento, sulla separazione e lascia malinconici e pensosi ma sospesi, questo film è fatto di pieni, di presenze, di ritrovamenti e incontri. E lascia saturi, stanchi, sfiniti, per separaci da questo Greenberg, ossessivo e pedante e ansiogeno, Herzoggiano quanto non basta mai, ma alla sua "nuova vita". Opera così realista e perfetta che i protagonisti sono due, anzi tre. Stupendamente ideato e realizzato, doppiato superbamente, con due, tre battute definitive, è un capolavoro di Ben Stiller. Se ce ne fosse bisogno il tempo lo premierà.
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smartfede
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venerdì 15 aprile 2011
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roba già vista e trovate banali
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L'unica sorpresa è il Ben Stiller che non ti aspetti, capace di mostrare il volto buffo del sofferente psichico. Tutto il resto è un cliché già visto: un disadattato che esce dall'ospedale psichiatrico per ritrovare qualcosa di se stesso e della sua storia, rabbia repressa e sentimenti impossibili da manifestare. Viaggiare da un posto all'altro degli States per evitare un vero viaggio interiore. Che novità! Il regista cerca di usare uno stile minimalista per descrivere una condizione forse troppo banale per essere raccontata, cercando di rendere il prodotto "alternativo", ma il risultato è un film piatto, senza sviluppi nè emozioni. Il tentativo di incrociare generazioni a confronto resta patetico e dalla dialettica tesi-antitesi non scaturisce alcuna sintesi.
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L'unica sorpresa è il Ben Stiller che non ti aspetti, capace di mostrare il volto buffo del sofferente psichico. Tutto il resto è un cliché già visto: un disadattato che esce dall'ospedale psichiatrico per ritrovare qualcosa di se stesso e della sua storia, rabbia repressa e sentimenti impossibili da manifestare. Viaggiare da un posto all'altro degli States per evitare un vero viaggio interiore. Che novità! Il regista cerca di usare uno stile minimalista per descrivere una condizione forse troppo banale per essere raccontata, cercando di rendere il prodotto "alternativo", ma il risultato è un film piatto, senza sviluppi nè emozioni. Il tentativo di incrociare generazioni a confronto resta patetico e dalla dialettica tesi-antitesi non scaturisce alcuna sintesi. Il finale poi è un vero colpo di "anti-genio": il protagonista che vuole fuggire ancora ma c'è il solito amore sospeso che gli ricorda che esiste una realtà impossibile da scrollarsi di dosso. Uno scarno tentativo di scimmiottare Woody Allen, lontano però purtroppo ancora molti anni luce.
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[+] permettimi di concordare
(di hollyver07)
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