nalipa
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martedì 13 settembre 2011
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s.o.s.
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Qualcuno sa se qeusto film sarà visibile in Italia, coloro che lo hanno visto dove lo hanno visto??????????????????????????????????????????????????????????????????????????
G R A Z I E
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(di angelo umana)
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gabriella
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mercoledì 1 giugno 2011
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man on the run.l'essenziale è uccidere.
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Bellissimo questo film drammatico del regista polacco Jerzy Skolimowsky e con nel cast uno strepitoso Vincent Gallo,attore di culto della scena americana,il quale recita silente servendosi solo ed esclusivamente delle espressioni del volto e della gestualità del corpo.
La trama parte dalle gole del deserto afghano,dove un probabile talebano(Gallo per l'appunto)fa saltare letteralmente a brandelli tre soldati americani;perchè?per sopravvivere(tu muori io vivo).E diventa un "man on the run" ovvero un fuggitivo,un uomo in fuga.Viene catturato ma riesce a fuggire e si trova in una foresta innevata che scopriremo essere la Polonia(non che si abbia un'indicazione esplicita da parte del regista,ma si parla in polacco).
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Bellissimo questo film drammatico del regista polacco Jerzy Skolimowsky e con nel cast uno strepitoso Vincent Gallo,attore di culto della scena americana,il quale recita silente servendosi solo ed esclusivamente delle espressioni del volto e della gestualità del corpo.
La trama parte dalle gole del deserto afghano,dove un probabile talebano(Gallo per l'appunto)fa saltare letteralmente a brandelli tre soldati americani;perchè?per sopravvivere(tu muori io vivo).E diventa un "man on the run" ovvero un fuggitivo,un uomo in fuga.Viene catturato ma riesce a fuggire e si trova in una foresta innevata che scopriremo essere la Polonia(non che si abbia un'indicazione esplicita da parte del regista,ma si parla in polacco).Continua ad uccidere(uomini,animali..)per poter prolungare la sua sgomenta fuga in un ambiente al limite del sopportabile umano.Uccide non per odio ma per istinto di sopravvivenza.Arranca disperato,il fuggitivo,e si alimenta di bacche;irrompono nel silenzio della sua mente flashback onirici sulla sua vita com'era prima dell'inferno della guerra,dell'orrore e della violenza.Vediamo una donna forse la sua compagna,un bambino sicuramente suo figlioi;ascoltiamo precetti religiosi musulmani...In questa corsa senza speranza solo una donna, anch'ella silenziosa perchè sordomuta,tenterà di aiutarlo.Solo le figure femminili in questo film sono elargitrici di vita e non di morte!Quanti riferimenti,poi,del regista alla sua amata Polonia trasformata in teatro di una guerra straniera e poi il cavallo bianco(delle armate polacche,simbolo della gloria del paese)sporco del sangue di una vittima di guerra straniera.Non si tratta di un finale a caso.Bellissime le ambientazioni siano esse rappresentate dal deserto dell'Afghanistan siano esse rappresentate dalle innevate lande polacche.Non uscito nelle sale italiane (è un vero errore!) ma goduto in un cineforum.
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nalipa
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venerdì 17 settembre 2010
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uscirà in italia. qualcuno lo sa?
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S.O.S.
Non ho trovato alcuna notizia circa l'uscita del film in Italia. Qualcuno sa qualcosa?
[+] essential killing
(di boffese)
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gianmarco.diroma
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mercoledì 8 settembre 2010
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delitti essenziali
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Mi domando cosa sarebbe successo se Jerzy Skolimowski avesse deciso di indugiare sull'immagine della motosega che uccide per mano di Mohammed, montando poi in parallelo la sequenza dello stesso protagonista che si ciba della corteccia di un albero. Forse il presidente della Giuria di Venezia '67 Quentin Tarantino ne sarebbe stato lieto. Ma non è solo per una questione di gusto che mi soffermo su questa possibilità: lo faccio perché in questa maniera, nonostante la truculenza di queste immagini, sarebbe emerso ancora più prepotentemente quel senso di necessaria lotta per sopravvivere che governa ogni gesto del personaggio interpretato da Vincent Gallo.
Mi domando se possa esistere un'affinità tra Meek's Cutoff ed Essential Killing: per l'attenzione nei confronti dei paesaggi e nei confronti dei corpi che attraversano e calpestano questi paesaggi.
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Mi domando cosa sarebbe successo se Jerzy Skolimowski avesse deciso di indugiare sull'immagine della motosega che uccide per mano di Mohammed, montando poi in parallelo la sequenza dello stesso protagonista che si ciba della corteccia di un albero. Forse il presidente della Giuria di Venezia '67 Quentin Tarantino ne sarebbe stato lieto. Ma non è solo per una questione di gusto che mi soffermo su questa possibilità: lo faccio perché in questa maniera, nonostante la truculenza di queste immagini, sarebbe emerso ancora più prepotentemente quel senso di necessaria lotta per sopravvivere che governa ogni gesto del personaggio interpretato da Vincent Gallo.
Mi domando se possa esistere un'affinità tra Meek's Cutoff ed Essential Killing: per l'attenzione nei confronti dei paesaggi e nei confronti dei corpi che attraversano e calpestano questi paesaggi. Per il ritmo sì lento, ma incredibilmente serrato (dato da una sceneggiatura estremamente tesa in entrambi i casi). Per le rispettive colonne sonore, che sembrano far implodere qualsiasi conflitto o lotta. Per il senso di spaesamento che accomuna i protagonisti delle due vicende. Per la lotta che tutti questi personaggi muovono alla ricerca di un frontiera che non ha nulla di ideale: le montagne di Cascade in Meek's Cutoff e la sopravvivenza in Essential Killing.
Mi domando se certo cinema non stia cercando delle risposte effettive allo strapotere del 3D, agli effetti digitali, alle sceneggiature scritte seguendo le regole dello spettacolo e non quelle della coerenza delle azioni dei personaggi. C'è un cinema che si muove in una sorte di limbo, che narra di storie sospese, che si compiono nel non mettere per forza la parola fine.
La ricerca dei protagonisti di Meek's Cutoff continua, anche se la 'società' a cui danno vita vita si regge su equilibri in continua evoluzione.
Il cavallo su cui Mohammed percorre il suo ultimo tratto di vita continua a vivere, come elemento narrativo, come simulacro di una vita che dall'umano (il ricordo di un amore e della propria missione religiosa), viaggia verso l'animale (l'uccidere ed il cibarsi selvaggiamente) e che si spegne nel vegetale (la foresta in cui Mohammed fugge e trova la propria morte).
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