Il sequestro di un politico e di un docente universitario è l’occasione per un giovane studente indignados di mettere sotto processo due simboli di un sistema fallito e in via di disfacimento.
L’idea è intrigante e i temi toccati straordinariamente attuali ma il montaggio è lento e nemmeno i flash back o gli intermezzi surreali danno vivacità alla narrazione.
Bella la fotografia, con ambientazioni fuori dal tempo in esterni, immagini di una purezza perduta.
La narrazione è supportata dalle scene allegoriche che in un mix di onirico, simbolico e fantastico, commentano la storia e ne ampliano la prospettiva interpretativa.
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Il sequestro di un politico e di un docente universitario è l’occasione per un giovane studente indignados di mettere sotto processo due simboli di un sistema fallito e in via di disfacimento.
L’idea è intrigante e i temi toccati straordinariamente attuali ma il montaggio è lento e nemmeno i flash back o gli intermezzi surreali danno vivacità alla narrazione.
Bella la fotografia, con ambientazioni fuori dal tempo in esterni, immagini di una purezza perduta.
La narrazione è supportata dalle scene allegoriche che in un mix di onirico, simbolico e fantastico, commentano la storia e ne ampliano la prospettiva interpretativa. Non c’è ottimismo nel film di Sulis né risposte ma solo un tentativo di porre i giusti interrogativi.
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