giovanni morandi
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martedì 8 novembre 2022
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thriller superbo con ghiaccio giovanni morandi
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Blomnkvist, giornalista quarantenne che dirige la rivista "Millennium", rivista che tratta degli scandali e delle truffe del mondo politico ed imprenditoriale. denuncia un industriale per pesanti reati ma perde la causa e viene condannato per diffamazione in primo grado a 3 mesi di carcere; la condanna definitiva sarà emessa sei mesi dopo ed è in questo arco di tempo che si svolge la trama del film.
Lisbeth Salander (Noomi Rapace) è un' hacker ventiquattrenne asociale, tatuata e in abbigliamento punk.
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Blomnkvist, giornalista quarantenne che dirige la rivista "Millennium", rivista che tratta degli scandali e delle truffe del mondo politico ed imprenditoriale. denuncia un industriale per pesanti reati ma perde la causa e viene condannato per diffamazione in primo grado a 3 mesi di carcere; la condanna definitiva sarà emessa sei mesi dopo ed è in questo arco di tempo che si svolge la trama del film.
Lisbeth Salander (Noomi Rapace) è un' hacker ventiquattrenne asociale, tatuata e in abbigliamento punk. È sotto tutela legale e nel frattempo il suo tutore viene sostituito. Lisbeth va a conoscerlo ma si rivela un vero e proprio sadico, che pretende favori sessuali. Impotente di fronte al suo tiranno viene stuprata, ma riesce a ricattarlo grazie ad un video girato con una telecamera nascosta.
Lisbeth scopre della ricerca di Michael Blomkvist, il giorno seguente lo incontra e lui le parla del caso su cui sta indagando: la scomparsa nel 1966 della nipote del noto industriale Henrik Vanger. La ragazza scomparve nel nulla da un'isola, in quel momento isolata dalla terraferma per un incidente automobilistico sull'unico ponte di collegamento, e per questo Henrik adduce l'omicidio preterintenzionale come unica spiegazione. La conferma all'ipotesi è la beffa dell'assassino, che continua a spedire il regalo che la ragazza gli faceva annualmente.Dopo aver collegato la scomparsa di Harriet a una serie di sanguinosi delitti avvenuti tra gli anni '40 e '60, i due investigatori cominciano a dipanare una storia familiare oscura e sconvolgente. I Vanger, però, sono gelosi dei loro segreti e i due protagonisti scopriranno di cosa siano capaci pur di difendersi. Nella famiglia sono presenti ex Nazisti, l'impresa di Blonkvist sarà ardua, ma gli verrà in aiuto la ragazza.La Rapace fu la vera rivelazione di questo intrigato thriller, dove non manca la denuncia di certi servizi sociali affidati talvolta a pessimi personaggi.
Solo a distanza di due anni ci fu il remake hollywoodiano con l'ultimo 007 ,Daniel Craig, ma non fu un gran successo, paragonato all'originale.
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costanza
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martedì 2 giugno 2009
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uomini e donne che odiano
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E'un film in cui predomina l'odio estremo, quello spietato di chi gode a torturare e a veder morire le sue vittime ,deridendo quasi la loro richiesta di compassione (alcuni uomini) , ma anche quello di chi sceglie l'aggressività, la durezza, come difesa nei confronti di una vita difficile che spinge a non lasciarsi andare mai, nè ad abbamdonarsi ai sentimenti(la donna protagonista).Sono forse forme assurde d'amore negato e di adattamenti al mondo caotico della modernità.D'azione e intimisto nello stesso tempo, è da vedere,da "digerire" anche con uno spiraglio di speranza:C'è chi piange per quarant'anni una nipote molto amata e chi dice alla sua compagna che non ha importanza il suo passato.
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cindowen
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venerdì 24 settembre 2010
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un noir classico, onesto e ben riuscito
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Mikael Blomkvist, giornalista svedese d'assalto nei guai con la giustizia, viene assoldato da un magnate dell'industria per indagare sulla scomparsa della sua amata nipote Harriet, avvenuta 40 anni prima. Viene aiutato da una strana ragazza: Lisbeth Salander, genio del computer dal carattere impossibile, tormentata dalle conseguenze di un passato traumatico di cui non vuole parlare ma in grado di badare perfettamente a se stessa (e non solo), assumendosi anche il ruolo della vendicatrice. La vicenda si snoda, fino alla risoluzione dell'enigma, tra segreti di famiglia inconfessabili, industriali corrotti, violenze e soprusi compiuti sul genere femminile, mettendo in luce i peggiori istinti di uomini all'apparenza stimati e rispettabili.
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Mikael Blomkvist, giornalista svedese d'assalto nei guai con la giustizia, viene assoldato da un magnate dell'industria per indagare sulla scomparsa della sua amata nipote Harriet, avvenuta 40 anni prima. Viene aiutato da una strana ragazza: Lisbeth Salander, genio del computer dal carattere impossibile, tormentata dalle conseguenze di un passato traumatico di cui non vuole parlare ma in grado di badare perfettamente a se stessa (e non solo), assumendosi anche il ruolo della vendicatrice. La vicenda si snoda, fino alla risoluzione dell'enigma, tra segreti di famiglia inconfessabili, industriali corrotti, violenze e soprusi compiuti sul genere femminile, mettendo in luce i peggiori istinti di uomini all'apparenza stimati e rispettabili. Tratto dal primo libro della trilogia "Millennium" di Stieg Larsson, il film ha il pregio di raccontare una vicenda "noir" complessa e scabrosa in modo sobrio e scarno, privo di sensazionalismi ma con un notevole ritmo narrativo, che mi ha tenuto incollata allo schermo. Gli attori sono praticamente sconosciuti in ambito internazionale, per niente "patinati" ma quasi tutti efficaci. In particolare, l'interpretazione di Lisbeth da parte di Noomi Rapace è eccezionale, l'attrice è riuscita a dare vita a un personaggio di per sé indimenticabile, mentre mi sarei aspettata di più da Niqvist nella parte di Mikael Blonkvist, ma forse è risultato un po' penalizzato dalla sceneggiatura. Sarebbe auspicabile che Hollywood NON realizzi un remake, ma temo sia una speranza vana...
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raffaele pezzella
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domenica 31 maggio 2009
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assassini seriali sul baltico
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Un giallo di regia danese (Arden Oplev), suggestiva ambientazione baltica, tratto da un romanzo svedese di successo internazionale (Stieg Larsson). Interessante l’incipit di questo film che, partendo dalle vite di due personaggi che non hanno nulla a che vedere tra loro (uno un giornalista condannato per diffamazione ai danni di un importante uomo della finanza svedese, l’altra una hacker con problemi mentali derivanti da un’infanzia di violenze subite da parte del padre), snoda un plot imperniato sulla scomparsa negli anni 60’ di una ragazza appartenente a una potentissima famiglia di imprenditori svedesi; ragazza che ora, Enrik Vanger, lo zio oltre che elemento di maggiore spicco della famiglia, vuole trovare con l’aiuto del giornalista allontanato dal Millennium, il giornale per cui lavorava.
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Un giallo di regia danese (Arden Oplev), suggestiva ambientazione baltica, tratto da un romanzo svedese di successo internazionale (Stieg Larsson). Interessante l’incipit di questo film che, partendo dalle vite di due personaggi che non hanno nulla a che vedere tra loro (uno un giornalista condannato per diffamazione ai danni di un importante uomo della finanza svedese, l’altra una hacker con problemi mentali derivanti da un’infanzia di violenze subite da parte del padre), snoda un plot imperniato sulla scomparsa negli anni 60’ di una ragazza appartenente a una potentissima famiglia di imprenditori svedesi; ragazza che ora, Enrik Vanger, lo zio oltre che elemento di maggiore spicco della famiglia, vuole trovare con l’aiuto del giornalista allontanato dal Millennium, il giornale per cui lavorava. Se non avete letto il romanzo da cui è tratto il film troverete che la narrazione si dipana per tre quarti del film in modo piuttosto efficiente, i personaggi offrono diversi spunti di interesse, seppur talvolta cadono nello stereotipo; il segreto che scoprono mettendosi sulle tracce della ragazza scomparsa, ovvero l’esistenza di un omicida seriale nella famiglia Vanger, risulta oltretutto non stucchevole, dal momento che l’armamentario da serial killer, regolarmente presente anche in questo film (foto di mutilazioni, referti della polizia, stanze di tortura ecc..), viene palesato solo molto avanti, senza inficiare l’intera pellicola dei soliti clichè del genere. Nel suo ultimo quarto (e non è poco in quanto la durata è di oltre due ore e mezza) invece, il regista comincia a perdere la compattezza del racconto e sente l’esigenza di spiegare troppo con sovrabbondanti flashback, oltre che concludere la storia, che fino ad allora aveva mantenuto un suo baricentro stabile, spezzettandola in piccole isole alla deriva, con i due personaggi principali che, scoperto il male che si celava dietro la scomparsa della nipote di Vanger, riprendono il filo delle loro vite temporaneamente interrotto con cenni di quello che potrebbe essere il loro futuro… magari il sequel….? Non risulta entusiasmante nemmeno l’associazione fin troppo ovvia tra aderenze nazionalsocialiste della famiglia Vanger, e le pratiche di violenza sadica di alcuni suoi membri, mentre è più indovinato invece il personaggio di Lisbeth Salander interpretato da Noomi Rapace, la hacker investigatrice, asociale, introversa, fumatrice incallita, bisessuale e estremamente reattiva che, violentata e abusata sia da piccola che da adulta, trova sempre il modo di farsi giustizia dei suoi carnefici. La fotografia di Eric Cress e Marcos Engman si mantiene su livelli decorosi come anche il commento sonoro che con punteggiature neoclassiche assolve la sua parte, ma il film non esce da una sensazione di mediocrità che, nata nella seconda parte, invade nel ricordo anche il resto del film da cui sembrava, nelle premesse, di potersi attendere molto di più.
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grendel
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giovedì 11 giugno 2009
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non una grande pellicola
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Una pellicola sicuramente non di incedibile valore. Il livello un poco superiore alle serie televisive poliziesche tedesche.
La storia c'è e ti tiene pure attaccato alla poltrona del cinema ma, forse più per la forza del libro( che Io non ho letto). E' un racconto di stupri abusi e devianze, dove la vittima è la donna e il carnefice è l'uomo. Per fortuna non tutti gli uomini sono uguali così che, davanti ad una figura maschile gentile e rasicurante anche una post adolescente con un passato intrecciato da violenze riesce, ebbene sì, a guarire dall'omosessualità.....Il regista riesce anche astrizzarea l'occhio al tema:OMOSESSUALITà uguale DEVIANZA.(L'argomento ha mille facce,quindi mi fermo qua.
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Una pellicola sicuramente non di incedibile valore. Il livello un poco superiore alle serie televisive poliziesche tedesche.
La storia c'è e ti tiene pure attaccato alla poltrona del cinema ma, forse più per la forza del libro( che Io non ho letto). E' un racconto di stupri abusi e devianze, dove la vittima è la donna e il carnefice è l'uomo. Per fortuna non tutti gli uomini sono uguali così che, davanti ad una figura maschile gentile e rasicurante anche una post adolescente con un passato intrecciato da violenze riesce, ebbene sì, a guarire dall'omosessualità.....Il regista riesce anche astrizzarea l'occhio al tema:OMOSESSUALITà uguale DEVIANZA.(L'argomento ha mille facce,quindi mi fermo qua...) La violenza si mescola ed anche in una nazione perfetta come la Svezia certe cose accadono.
Il personaggio di Lisbeth è sicuramente il più forte,anche se personalmente io lo metterei nel berretto delle ovvietà(è una spece di Nikita travestita da Merilyn Manson) Il personaggio di Lui,il giornalista Mikael Blomkvist,cavaliere bianco anarchico contro mille ingiustizie che scava continuamente nel torbido,poco interessante;avrebbe potuto farlo chiunque.
....c'è anche un signor lieto fine.....Carramba che sorpresa...
Il film comunque si è fatto guardare, non mi ha annoiato ,e mi riservo di abbatterlo completamente dopo che avrò letto il libro.
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(di alien)
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[+] salti a conclusine affrettate!
(di erp@c)
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clavius
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martedì 2 giugno 2009
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lungo, estenuante e a tratti patetico....
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Mi pare di capire che la maggior parte degli utenti che ha deciso di scrivere sul forum a proposito di questa pellicola, lo abbia fatto principalmente perchè ha amato il fenomeno letterario che l'ha preceduta. In sostanza un popolo di spettatori che ha avvicinato il film con un pregiudizio positivo. La maggior parte della critica questa volta invece non si è sbagliata a mio avviso. Io dei libri di Larsson non so granchè, quel che invece è certo è che ieri sera ho trovato il film scandinavo quanto di più sciatto e modesto ho visto quest'anno. E pensare che io amo molto il cinema (vero) che proviene da quelle latitudini...
Mi sembrava di assistere ad una lunga ed estenuante puntata dell'ispettore Derrick.
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Mi pare di capire che la maggior parte degli utenti che ha deciso di scrivere sul forum a proposito di questa pellicola, lo abbia fatto principalmente perchè ha amato il fenomeno letterario che l'ha preceduta. In sostanza un popolo di spettatori che ha avvicinato il film con un pregiudizio positivo. La maggior parte della critica questa volta invece non si è sbagliata a mio avviso. Io dei libri di Larsson non so granchè, quel che invece è certo è che ieri sera ho trovato il film scandinavo quanto di più sciatto e modesto ho visto quest'anno. E pensare che io amo molto il cinema (vero) che proviene da quelle latitudini...
Mi sembrava di assistere ad una lunga ed estenuante puntata dell'ispettore Derrick. Il vuoto che si respira nel film comporta sempre e soltanto noia, mai una sensazione di stordimento. La drammaticità resta solo sulla carta. E lo stesso discorso vale per i clichè di genere che a ben pensare ci sono tutti ma non funzionano mai: le scene d'azione non elettrizzano, la suspence è roba da serial televisivo, i colpi di scena (se si possono definire tali) sono a dir poco telefonati e alla fine non si vede l'ora di uscire dopo due ore e mezza di tedio mortale. Buono per chi si accontenta.
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[+] clavius per favore evita di recensire i film
(di fikosimo18)
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cannedcat
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giovedì 4 giugno 2009
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polpettone svedese al sangue
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Un pasticciaccio brutto, anzi bruttissimo, di cose fritte e rifritte o alla moda per ingraziarsi lo spettatoredi bocca buona. D'altra parte anche il libro è da vomito e dimostra come è caduta in basso l'editoria che deve a se stessa tutta la propria crisi e, con film come questo, anche l'industria cinematografica è sulla buona strada del suicidio non assistito perchè film come questo faranno scappare la gente dalle sale cinematografiche.
Trama inconsistente, tutto molto scontato e prevedibile, mancanza totale di suspense e, sopratutto personaggi e fatti assolutamente non realistici.
Lisbeth non è per niente definita dal punto di vista psicologico e, per altro, la sua mossa finale è non per niente coerente con il personaggio.
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Un pasticciaccio brutto, anzi bruttissimo, di cose fritte e rifritte o alla moda per ingraziarsi lo spettatoredi bocca buona. D'altra parte anche il libro è da vomito e dimostra come è caduta in basso l'editoria che deve a se stessa tutta la propria crisi e, con film come questo, anche l'industria cinematografica è sulla buona strada del suicidio non assistito perchè film come questo faranno scappare la gente dalle sale cinematografiche.
Trama inconsistente, tutto molto scontato e prevedibile, mancanza totale di suspense e, sopratutto personaggi e fatti assolutamente non realistici.
Lisbeth non è per niente definita dal punto di vista psicologico e, per altro, la sua mossa finale è non per niente coerente con il personaggio.
Certe tecnologie di hackeraggio sono abbastanza possibili ma certamenente non alla portata di un hacker isolato mentre invece richiedono specialisti e complicità da parte di chi detiene i dati. Non è realistico, non è fantascienza ma solo fanta-scemenza di uno scrittore che avrà orecchiato delle cose e crede di costruire un fatto verosimile.
L'unico commento appropriato è l'ìmmortale critica del ragionier Ugo Fantozzi: è una boiata pazzesca.
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