rescart
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sabato 13 agosto 2011
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ma siamo carne o spirito?
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Omologazione, conformismo, uniformità, paura della diversità. Sarà questo che spinge l’umanità verso la ricerca spasmodica della soluzione ideale di tutti i suoi problemi, della soluzione finale? Se così fosse non sarebbe più in gioco la ricerca spassionata della verità, ovunque essa si trovi, del “logos spermaticos” come lo chiamavano gli antichi greci, ma di un proprio logos perfetto, senza difetti perché inattaccabile dai parassiti naturali, immortale come una cellula tumorale.
Le tecniche transegeniche a ben vedere non sono il frutto della scienza, ma l’applicazione distorta di conoscenze scientifiche che di per sé sarebbero neutre ma che diventano, con la creazione dei cosiddetti Organismi Geneticamente Modificati, a uso e consumo di una ricerca paranoica della perfezione, l’ultimo passo che una società frenetica e nevrotica può fare prima di scoprirsi vittima dell’ancestrale paura della morte e rifugiarsi nel suicidio collettivo come unica soluzione possibile a tale paura.
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Omologazione, conformismo, uniformità, paura della diversità. Sarà questo che spinge l’umanità verso la ricerca spasmodica della soluzione ideale di tutti i suoi problemi, della soluzione finale? Se così fosse non sarebbe più in gioco la ricerca spassionata della verità, ovunque essa si trovi, del “logos spermaticos” come lo chiamavano gli antichi greci, ma di un proprio logos perfetto, senza difetti perché inattaccabile dai parassiti naturali, immortale come una cellula tumorale.
Le tecniche transegeniche a ben vedere non sono il frutto della scienza, ma l’applicazione distorta di conoscenze scientifiche che di per sé sarebbero neutre ma che diventano, con la creazione dei cosiddetti Organismi Geneticamente Modificati, a uso e consumo di una ricerca paranoica della perfezione, l’ultimo passo che una società frenetica e nevrotica può fare prima di scoprirsi vittima dell’ancestrale paura della morte e rifugiarsi nel suicidio collettivo come unica soluzione possibile a tale paura.
“Il fumo uccide” è scritto a chiare lettere sui pacchetti di sigarette eppure milioni di persone in tutto il mondo ogni giorno accendono quello strumento di morte che li porterà alla soluzione finale di tutti i loro problemi, della loro angoscia, dell’incapacità di convivere quotidianamente con la paura della morte. Lo stile di vita contemporaneo è dettato da questa esigenza psicologica di superare in modo volontaristico, forzato, la psicosi e l’immobilismo che la paura della morte determina, quasi che questa non sia una componente ineliminabile della vita umana, di ogni vita sulla terra.
Terra madre, perché la terra come la donna riceve il seme che contiene in sé, in potenza, quello che esplicherà in atto solo morendo a se stesso, solo rinunciando a essere seme per diventare pianta, e poi frutto e poi di nuovo seme.
L’uomo oggi non riesce più a controllare con il pensiero, con la filosofia, quello che una volta sapeva dominare quando prima ancora della nascita di Cristo Virgilio nelle Georgiche elogiava il lavoro del contadino che lo rende uguale a un dio, ma esaltava anche nell'Eneide le gesta di colui che, reduce da un assedio, giungeva sulle coste del Lazio per fondare quella che diverrà la superpotenza del tempo. L’impero romano non fu una questione di colonialismo, ma l’esempio di come era possibile controllare con la forza del pensiero, di pensatori come Virgilio, Seneca, Cicerone, quella forza prorompente che era rappresentata dal sistema militare romano, dalle sue milizie che di per sé avrebbero potuto distruggere la biodiversità come oggi minaccia di fare la scienza e il progresso tecnologico se non sottoposte al controllo della mente, al primato della cultura e del pensiero sulla forza bruta, sulla velocità e sull’impeto di decisioni prese nell’incombenza di mutamenti sociali ed economici repentini.
In assenza di questo pensiero, che giustamente il film di Olmi rivaluta con la citazione virgiliana, all’umanità non resta che aggrapparsi disperatamente al passato, alla catalogazione meticolosa e pedante di tutti i semi che esistono oggi sulla faccia della terra, alla creazione di un Deposito sotterraneo globale delle sementi quanto più grande possibile. Ma questa non è forse la risposta balbettante di chi non si fida più dei propri simili e non ha ancora solidi strumenti culturali, letterari e filosofici per incanalare quella forza della natura che lo stesso homo sapiens rappresenta?
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dario
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giovedì 17 marzo 2011
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solenne
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E' un film per le immagini e le immagini sono particolarmente intense. C'è qualche pistolotto e qualche tesi assurda, ma si sente l'amore di fondo per la terra e per l'umanità. Slegato il pezzo di Piavoli, ma da rapimento estatico. Stupenda e commovente fotografia. Magico per certi versi. Avrebbe meritato più fiato.
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seripat
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domenica 6 settembre 2009
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impossibile vederlo?
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non riesco a trovare il modo di vedere questo documentario e ne avrei un bisogno assoluto!!!
come si può fare??
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frateg
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lunedì 25 maggio 2009
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e vide che era cosa buona
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L'ho visto ieri pomeriggio. in sala eravamo in tre, però c'è da dire che a Brescia è in programmazione da tre settimane! la parte iniziale di denuncia, il cuore centrale alata poesia con quell'uomo strano di Roncade che ha vissuto a modo suo un chiudersi agli uomini e un aprirsi alla natura, alla solitudine al silenzio. la parte finale è quella della Creazione di genesi, con il Dio - bambino ce gattona tra il creato, contempla e fa un OHHH! di stupore che potremmo ritenere la giusta traduzione in lingua corrente di quel "e vide che era cosa buona" biblico!
tante sequenze sono pura poesia: la carrellata sui piedi e le diverse calzature dei partecipanti al Convegno di Terra Madre. gli sguardi e i visi dei diversi popoli presenti.
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L'ho visto ieri pomeriggio. in sala eravamo in tre, però c'è da dire che a Brescia è in programmazione da tre settimane! la parte iniziale di denuncia, il cuore centrale alata poesia con quell'uomo strano di Roncade che ha vissuto a modo suo un chiudersi agli uomini e un aprirsi alla natura, alla solitudine al silenzio. la parte finale è quella della Creazione di genesi, con il Dio - bambino ce gattona tra il creato, contempla e fa un OHHH! di stupore che potremmo ritenere la giusta traduzione in lingua corrente di quel "e vide che era cosa buona" biblico!
tante sequenze sono pura poesia: la carrellata sui piedi e le diverse calzature dei partecipanti al Convegno di Terra Madre. gli sguardi e i visi dei diversi popoli presenti. La famiglia umana, l'amore per la terra. Un film che Mario Rigoni Stern avrebbe amato.
una specie di Centochiodi e ancora di più un prolungamento di Lungo il fiume (documentario bellissimo di Ermanno Olmi sul Po). questo un film sulla terra, quello sull'acqua. attendiamo ora un film sul fuoco e uno sull'aria. e il ciclo sarà completo.
grazie maestro.
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fuffy
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mercoledì 20 maggio 2009
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semi
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Questo documentario è un seme.
E' un piccolissimo seme gettato in questo mondo poco attento a quello che ci circonda.
La sala si emoziona ancora nel vedere degli uccellini, delle capre, e degli stormi che si librano in volo.
Non siamo più abituati alla semplicità.
Olmi ce la restituisce, genuina e pura, che quasi ci fa paura.
Documentario che prende spunto, e anche il titolo, dalla rassegna culturale che si svolge a Torino promossa da SlowFood: Terra Madre.
Si può dividere quest'ora e mezza di racconto in due parti distinte: il resoconto e la spiegazione di che cosa porta Terra Madre, quali caratteristiche ha la manifestazione nella città, e la silenziosa (davvero silenziosa! saranno 20 minuti di soli "suoni") rassegna di fotogrammi con protagonista assoluto un uomo e la "sua" terra.
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Questo documentario è un seme.
E' un piccolissimo seme gettato in questo mondo poco attento a quello che ci circonda.
La sala si emoziona ancora nel vedere degli uccellini, delle capre, e degli stormi che si librano in volo.
Non siamo più abituati alla semplicità.
Olmi ce la restituisce, genuina e pura, che quasi ci fa paura.
Documentario che prende spunto, e anche il titolo, dalla rassegna culturale che si svolge a Torino promossa da SlowFood: Terra Madre.
Si può dividere quest'ora e mezza di racconto in due parti distinte: il resoconto e la spiegazione di che cosa porta Terra Madre, quali caratteristiche ha la manifestazione nella città, e la silenziosa (davvero silenziosa! saranno 20 minuti di soli "suoni") rassegna di fotogrammi con protagonista assoluto un uomo e la "sua" terra. Scelta discutibile. A volte il documentario sembra un servizio televisivo, una perfetta pubblicità.
Pubblicità però intervallata da stupende immagini, musiche barocche e occitane e voci narranti che collegavano questa storia con poi il vero fulcro del film: la natura e la sua forza.
Rispettarla, conservarla, imparare dalla natura e dare alle nuove generazioni la possibilità e la capacità di saperla governare e sfruttare.
E' infatti la seconda parte del film quella più interessante. Quella che ci fa capire che la nostra "Madre Terra" ha già programmato tutto, pioggia, vento e frutti.
C'è una particolare sequenza che mi ha colpito nel susseguirsi di stupende inquadrature di gesti ormai dimenticati.
Il cibo e il nutrirsi di due "animali". Un piccolo uccellino che mordeva e punzecchiava con il suo becco aguzzo un caco maturo e, reso con un diligente montaggio, un uomo che con una calma profumata assaporava il frutto del suo lavoro: il caco. Due modi di mangiare, due animali appunto, due modi di usufruire dello stesso bene.
E' la natura che detta le regole.
E' l'uomo che deve saper raccogliere.
E' rivolto all'uomo schiavo della modernità questo documentario.
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