Questo piccolo grande amore |
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Un film di Riccardo Donna.
Con Emanuele Bosi, Maria P. Petruolo, Mariella Valentini, Daniela Giordano.
continua»
Sentimentale,
durata 110 min.
- Italia 2009.
- Medusa
uscita mercoledì 11 febbraio 2009.
MYMONETRO
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Un'occasione persa
di Rocco CantatoreFeedback: 5 | altri commenti e recensioni di Rocco Cantatore |
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domenica 6 settembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
C’è una sostanziale differenza tra libro e film: “Questo piccolo grande amore“ (Q.P.G.A.) nella struttura del libro mette in risalto la difficoltà del vivere (un amore) e l’amore (quello con la “A” maiuscola) come via d’uscita ai problemi esistenziali; mentre il film sembra seguire pedissequamente le tracce (13) dell’album omonimo del 1972 e perde così l’occasione di rivelarci l’amore come toccasana degli accadimenti quotidiani. Infatti il film “taglia” il prima e il dopo del protagonista: un prima che è una blanda esistenza dorata nella Parigi dei giorni nostri con una relazione amorosa sciatta e sfuggevole e un dopo che è il riscatto dell’amore stesso dopo una viaggio materiale e dell’anima indietro nel tempo a Roma. Nel film resta il centro e il centro altro non è che una storia d’amore adolescenziale come tanto cinema italiano dei giorni nostri e che così perde l’occasione di mostrarci come era l’Italia dal ’68 al ’77. Eppure c’erano tutti i presupposti almeno per una analisi sociologica di quegli anni: gli anni di piombo che sembrano non esistere tanto spensierata è la vita dei due ragazzi che pure frequentano liceo e università; il divario sociale dovuto alle classi di appartenenza dei due: lei fighettina del centro storico, lui l’emarginato di periferia che trova realizzazione nella borgata e nel branco; le manifestazioni politiche di quegli anni appena accennate in una scena anestetica di volantinaggio. Niente, niente di tutto ciò è trattato anche lontanamente come si dovrebbe per un film diretto ai giovani e che dovrebbe almeno ricordare il passato prossimo del nostro paese. Rimane Baglioni con le sue canzoni e sembra di stare a guardare un ingombro video clip su MTV che ci riporta indietro nel tempo, a quei “musicarelli” degli anni sessanta in cui Gianni Morandi era il soldato innamorato e alle brutte riproposizioni dei musical degli anni settanta, con una reinterpretazione di “Hair” veramente sfacciata. In un simile contesto francamente non si poteva chiedere di più di quello che hanno fatto ai giovani interpreti e se Emanuele Bosi fa il verso, senza però riuscirci più di tanto, all’imbronciato Scamarcio, Mary Petruolo almeno ha dalla sua la bellezza, seppur artefatta, dei giovani di oggi. Sinceramente da uno come Ivan Cotroneo, scrittore apprezzato, mi sarei aspettato molto di più sotto il piano della sceneggiatura che rappresenta per molti versi un fallimento completo e dal regista Riccardo Donna non si poteva aspettare di più visto il suo curriculum prettamente televisivo. Alla fine posso dire che Q.P.G.A. è un film che può intrattenere una serata senza nessun interesse in casa propria.
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