birilla
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lunedì 5 ottobre 2009
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...aspettando la terza uscita
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Ho letto tutta la trilogia, ma non un pizzico dell’originalità e della tensione narrativa del compianto Stieg Larsson traspare nei cine-polpettoni costruiti affannosamente nel vano tentativo di bissare il grande successo editoriale.
Il prodotto è televisivo, ordinato e ordinario. Entrambi i film (Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco) appaiono piatti, privi di spessore e analisi psicologica. Il costrutto cinematografico risulta sterile se comparato all'abile intreccio narrativo proposto dall'autore che, a differenza dei film, fonde abilmente diversi generi letterari contestualizzandoli in una Svezia che non ti aspetti.
A mio parere il cambio di regia non si avverte e mi delude il perseverare in una descrizione così grigia, svilita e imbolsita di Mikael Blomkvist.
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Ho letto tutta la trilogia, ma non un pizzico dell’originalità e della tensione narrativa del compianto Stieg Larsson traspare nei cine-polpettoni costruiti affannosamente nel vano tentativo di bissare il grande successo editoriale.
Il prodotto è televisivo, ordinato e ordinario. Entrambi i film (Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco) appaiono piatti, privi di spessore e analisi psicologica. Il costrutto cinematografico risulta sterile se comparato all'abile intreccio narrativo proposto dall'autore che, a differenza dei film, fonde abilmente diversi generi letterari contestualizzandoli in una Svezia che non ti aspetti.
A mio parere il cambio di regia non si avverte e mi delude il perseverare in una descrizione così grigia, svilita e imbolsita di Mikael Blomkvist. Dov’è finito il caparbio e intuitivo giornalista del libro, forse un po’ ingenuo ma irresistibile tombeur des femmes?
L’unico plauso è la scelta di Noomi Rapace nel ruolo di Lisbeth, davvero azzeccata!
Andrò a vedere anche la terza uscita annunciata per la prossima primavera, nonostante tutto non resisto alla tentazione.
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bandy
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domenica 4 ottobre 2009
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buono
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Un film abbastanza bello,non è un capolavoro intendiamoci!!!La scena in cui Lisbeth viene seppellita viva sarebbe più adatta a un film di zombie.Comunque la trama è abbastanza avvincente,ricca di suspence.Molto meglio di certi polpettoni americani,un film da vedere.(non ho letto il libro)
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stillhumming
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giovedì 1 ottobre 2009
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fallimento totale!
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Il secondo episodio tratto dalla fortunata serie Millennium conferma (ed esaspera) le impressioni che aveva lasciato il primo. Prendete un intreccio ben congegnato, basato su una struttura classica arricchita da varie trame parallele che si intrecciano, ed eliminate tutte le connessioni logiche fra i vari blocchi: otterrete questa versione cinematografica, un confuso e pretenzioso affastellamento di fatti slegati ed esposti in maniera superficiale e cialtrona. Pur comprendendo le esigenze imposte dai tempi cinematografici, non si può giustificare la scelta di rinunciare ad alcuni elementi del testo imprescindibili per dar forma (e sostanza) allo schema e per consentire al lettore/spettatore di indagare per suo conto, parallelamente all’investigatore, come ad es.
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Il secondo episodio tratto dalla fortunata serie Millennium conferma (ed esaspera) le impressioni che aveva lasciato il primo. Prendete un intreccio ben congegnato, basato su una struttura classica arricchita da varie trame parallele che si intrecciano, ed eliminate tutte le connessioni logiche fra i vari blocchi: otterrete questa versione cinematografica, un confuso e pretenzioso affastellamento di fatti slegati ed esposti in maniera superficiale e cialtrona. Pur comprendendo le esigenze imposte dai tempi cinematografici, non si può giustificare la scelta di rinunciare ad alcuni elementi del testo imprescindibili per dar forma (e sostanza) allo schema e per consentire al lettore/spettatore di indagare per suo conto, parallelamente all’investigatore, come ad es. l’inspiegabile presenza della protagonista sul luogo del delitto o la connessione esplicita tra l’omicidio della giovane coppia e quello dell’avvocato, che nel libro sono l’uno la conseguenza diretta dell’altro. Ma che la fretta, inevitabile, generata dal cambiamento del mezzo espressivo diventi evitabilissima frettolosità è evidente in tutta la costruzione della storia, che risulta assolutamente incomprensibile a chiunque non abbia letto il libro (il che denuncia implicitamente l’operazione commerciale condotta del tutto a scapito di qualsiasi esigenza artistica). Con inspiegabile contraddizione, peraltro, molti minuti sono sacrificati a piatte ripetizioni e superflui deja-vu creati al fine di riassumere l’episodio precedente a un eventuale (e improbabile) spettatore che si sia perso il primo episodio della saga. Tutto ciò non può che influire anche sulla costruzione dei personaggi. Ciò che aveva salvato il primo film, la presenza di due protagonisti abbastanza rispondenti alle creature di Larsson (ma meglio Salander che Blomqvist), qui non basta più, forse anche a causa della proliferazione dei personaggi comprimari, la cui precisa caratterizzazione è parte fondamentale del secondo capitolo della trilogia e talvolta diventa persino funzionale alla trama (si possono richiamare ad es. i casi di Hans Faste, Sonja Modig, e l’odioso PerÅke Sandstrom); per non dire che sempre più inadeguato appare il casting: improbabili su tutti Erika Berger (che già nel primo episodio aveva lasciato perplessi) e Dag Svensson, la prima inopportunamente senescente, in spregio a una descrizione molto più intrigante che ne spiega anche l’ascendente esercitato sul protagonista maschile, il secondo un ragazzino inespressivo che si sovrappone al giovane ambizioso e carismatico del libro. In sostanza un’operazione del tutto fallita, come basta a dimostrare il dettaglio più paradossale: nonostante le frammentarie spiegazioni degli assassini stessi e di un avvocato Palmgren stancamente tramutato in una sorta di narratore secondario, alla fine del film, per chi guardi con mente vergine, nessuno dei tre omicidi riceve una vera spiegazione!
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(di lucia virdis)
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princifiume
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martedì 29 settembre 2009
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tre stelle meritate
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Bello, qualche incongruenza col libro, ma bello lo stesso. Tre stelle meritate.
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jivan17
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lunedì 28 settembre 2009
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storce il naso al capitolo precedente
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questo sequel ha perso assolutamente l'originalità e l'appeal che il primo capitolo della saga trasmette.
Personaggi senza forza, i protagonisti sembrano chiusi in una trama incosistente che non regge per nulla l'andamento degli avvenimenti.
Per carità, se visto senza pretese, rimane un buon thriller, ma appunto senza pretese.
unico punto interessante del film, che riesce in qualche modo a chiarire il passato della protagonista, oscuro in alcune parti nel primo capitolo.
gli ingtrecci della trama sembrano, anche senza aver letto il romanzo, non reggere il confronto con il libro, che sicuramente è meno confusionario e spiega meglio il collegamento tra alcune delle vicende.
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fabruss
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domenica 27 settembre 2009
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deludente
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dopo aver visto il primo, questo è davvero una delusione: televisivo, regia pessima, trama confusionaria, personaggi improbabili, suspence zero. speriamo che per il terzo si torni al regista danese, ma ne dubito.
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donan
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domenica 27 settembre 2009
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lisbeth
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Film avvincente! Degno seguito del primo capitolo della saga. Il ritmo è serrato e le oltre due ore passano veloci che neanche te ne accorgi. Come tutti i sequel però soffre un po' dell'eredità del predecessore: molte novità sono sforzate dal fatto che comunque già si conoscono (vedi la storia passata di Lisbeth).
Già! Lisbeth Salander, una personalità unica che rimane nella memoria ancor più di Mikael Blomkvist.
Tutto si concluderà con il terzo episodio in uscita in primavera del prossimo anno.
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jecko
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domenica 27 settembre 2009
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meglio dei film americani
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è un film che riesce a coinvolgere lo spettatore. Molto, molto, molto meglio di tanti altri film dello stesso genere fatti altrove.
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roberto simeoni
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domenica 27 settembre 2009
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mediocre
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Film televisivo, verboso, con diverse cadute nel ridicolo involontario (la scoperta che il gigante cattivo, si fa per dire, è il fratello di Lisbeth sembra una parodia delle telenovelas brasiliane degli anni 80). Il cambio di regia non poteva essere peggiore: persino il potente personaggio di Lisbeth del primo film ne esce mortificato in una macchietta priva di fascino. Se avete visto "Uomini che odiano le donne" e non avete ancora visto questo statene alla larga!
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