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scarlett74
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sabato 4 aprile 2009
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narratore onnipresente e stancante
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Ho amato la meravigliosa produzione di Avati apprezzandone in particolar modo la capacità di narrare efficacemente tanto vicende surreali e grottesche quanto di tratteggiare a tinte tenui ma mai stucchevoli eventi verosimili su uno sfondo storico pertinente ma mai stancante. Pertanto è stata grande la mia delusione alla visione de "Gli amici del Bar Margherita". Buono il cast ma nessun attore emerge se non per brevissimi istanti. I personaggi sono narrati senza spessore psicologico e risulta pressochè nulla l'introspezione attesa; poco spicca dal fondo di questa pellicola che ti lascia per molto tempo con la sensazione che il film debba ancora ingranare, che stia per decollare da un momento all'altro.
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Ho amato la meravigliosa produzione di Avati apprezzandone in particolar modo la capacità di narrare efficacemente tanto vicende surreali e grottesche quanto di tratteggiare a tinte tenui ma mai stucchevoli eventi verosimili su uno sfondo storico pertinente ma mai stancante. Pertanto è stata grande la mia delusione alla visione de "Gli amici del Bar Margherita". Buono il cast ma nessun attore emerge se non per brevissimi istanti. I personaggi sono narrati senza spessore psicologico e risulta pressochè nulla l'introspezione attesa; poco spicca dal fondo di questa pellicola che ti lascia per molto tempo con la sensazione che il film debba ancora ingranare, che stia per decollare da un momento all'altro. Ed invece il decollo non avviene mai. Rimane per tutto il tempo presente, troppo presente e stancante la voce del narratore-Avati da giovane che fa quasi perdere di vista l'insieme e le singole vicende e soffoca il tutto in una chiave "amarcord" apprezzabile forse solo da chi condivide col film luoghi ed esperienze.
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david80
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venerdì 3 aprile 2009
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bologna 1954
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Pupi Avati è uno dei registi più prolifici del cinema italiano. Il suo esordio risale al 1968 con il curioso e casereccio thriller emiliano "Balsamus, l'uomo di Satana". Otto mesi fa "Il padre di Giovanna" con degli strepitosi Silvio Orlando e Alba Rorwacher ha incantato il pubblico (3,4 milioni di euro di incasso)e la critica, adesso Avato tornata alla sua Bologna (anche se le riprese in realtà sono state effettuate a Cuneo).
Siamo appunto nel capoluogo emiliano nel lontano 1954, il regista racconta con leggerezze e poesia (ma con spessore psicologico) diversi personaggi, i frequentatori del Bar Margherita. Seguiamo le vicende di un ragazzo adolescente, un "linfomane", un aspirante cantante, un donnaiolo scroccone, un vecchio barbiere e sua figlia, una procace maestra di pianoforte napoletana, una prostituta dal cuore d'oro, Il gruppo di attori è affiatato, tutti recitano bene, alcuni benissimo.
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Pupi Avati è uno dei registi più prolifici del cinema italiano. Il suo esordio risale al 1968 con il curioso e casereccio thriller emiliano "Balsamus, l'uomo di Satana". Otto mesi fa "Il padre di Giovanna" con degli strepitosi Silvio Orlando e Alba Rorwacher ha incantato il pubblico (3,4 milioni di euro di incasso)e la critica, adesso Avato tornata alla sua Bologna (anche se le riprese in realtà sono state effettuate a Cuneo).
Siamo appunto nel capoluogo emiliano nel lontano 1954, il regista racconta con leggerezze e poesia (ma con spessore psicologico) diversi personaggi, i frequentatori del Bar Margherita. Seguiamo le vicende di un ragazzo adolescente, un "linfomane", un aspirante cantante, un donnaiolo scroccone, un vecchio barbiere e sua figlia, una procace maestra di pianoforte napoletana, una prostituta dal cuore d'oro, Il gruppo di attori è affiatato, tutti recitano bene, alcuni benissimo. Su tutti una menzione a Luigi Lo Cascio, per la prima volta in un ruolo brillante e Gianni Cavina. Pupi Avati ci racconta con grande maestria e dei supporti tecnici di prima qualità un'epoca che conosce benissimo, si ride, ci si commuove, di questi tempi datti di film costruiti solo per incassare, il bar di Pupi sembra un miracolo!!!
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hermes
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mercoledì 1 aprile 2009
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mah
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il trailer l'ho trovsto agghicciante. vediamo se la Chaitti riesce a fre il terzo film flop. uno dietro l'altro. un mito.
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monnalisa
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sabato 31 maggio 2008
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perdiamoci noi all'infinito
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Ottimo film dove la distanza fra noi e l'infinito si ritrova.
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