laurence316
|
lunedì 1 maggio 2017
|
chi è allevato per morire è necessario che cresca?
|
|
|
|
A quattro anni dal (quasi) capolavoro Ghost in the Shell: Innocence, Oshii ritorna con un’altra opera d’animazione non adatta a tutti, probabilmente a tratti un po’ ostica e difficile da mandar giù, ma assolutamente imperdibile.
Adattando il romanzo omonimo (primo di cinque) di Hiroshi Mori, la sceneggiatrice Chihiro Ito offre al regista la possibilità di confrontarsi ancora una volta con tanti dei temi a lui cari, in parte già visti nei due Ghost in the Shell (ma non solo): il concetto di “dicotomia” (tanto nei protagonisti quanto nello scenario in cui si muovono, marcato da un eterno conflitto tra due multinazionali dell’industria bellica: la Rostock e la Lautern, delle quali non vengono mai specificate le motivazioni), la ricerca d’identità (attraverso la quale il protagonista Yuichi Kannami arriverà a svelare una terribile verità), il ruolo dei media nel sollevare gli animi (suggerendo, tra le righe, un probabile legame con The Truman Show) e, soprattutto, l’assurdità e insensatezza della guerra, che però serve per mantenere gli equilibri su cui da sempre si fonda la sopravvivenza del genere umano (“Avere sempre guerre ha una funzione.
[+]
A quattro anni dal (quasi) capolavoro Ghost in the Shell: Innocence, Oshii ritorna con un’altra opera d’animazione non adatta a tutti, probabilmente a tratti un po’ ostica e difficile da mandar giù, ma assolutamente imperdibile.
Adattando il romanzo omonimo (primo di cinque) di Hiroshi Mori, la sceneggiatrice Chihiro Ito offre al regista la possibilità di confrontarsi ancora una volta con tanti dei temi a lui cari, in parte già visti nei due Ghost in the Shell (ma non solo): il concetto di “dicotomia” (tanto nei protagonisti quanto nello scenario in cui si muovono, marcato da un eterno conflitto tra due multinazionali dell’industria bellica: la Rostock e la Lautern, delle quali non vengono mai specificate le motivazioni), la ricerca d’identità (attraverso la quale il protagonista Yuichi Kannami arriverà a svelare una terribile verità), il ruolo dei media nel sollevare gli animi (suggerendo, tra le righe, un probabile legame con The Truman Show) e, soprattutto, l’assurdità e insensatezza della guerra, che però serve per mantenere gli equilibri su cui da sempre si fonda la sopravvivenza del genere umano (“Avere sempre guerre ha una funzione. Quella di alimentare l’illusione di pace della nostra società”, dice la comandante Suito Kusanagi a Kannami). Attraverso la condizione dei kildren emerge poi una riflessione non banale sulla memoria, sul tempo, la sua relatività e soggettività, e viene inoltre veicolato un’importante messaggio alle giovani generazioni ma non solo: “anche se la vita fosse eterna, l’oggi è diverso dallo ieri e il domani sarà diverso dall’oggi, e nell’apparente monotonia della quotidianità è invece sempre possibile vedere cose nuove e trarre il meglio da quello che sembra un destino già scritto” (G. Tavassi).
E al di là delle tematiche, a lasciare stupiti e ammaliati è sicuramente il modo in cui vengono trattate, totalmente inusuale per un film d’animazione: alle concitate scene di battaglia (realizzate in una straordinaria animazione digitale 3D quasi fotorealistica), si alternano infatti sequenze ben più contemplative e dal ritmo lento e riflessivo (realizzate stavolta in animazione tradizionale), in cui vengono approfonditi i rapporti tra i personaggi. Va così a crearsi un contrasto anche visivo tra le due parti del lungometraggio.
Oshii, poi, per mezzo di alcune accurate scelte di regia, trasmette allo spettatore una generale sensazione di malessere, tristezza, che deve essere la stessa che attanaglia i kildren, o quantomeno quelli con una qualche consapevolezza della propria natura. L’atmosfera straniante e malinconica è poi magnificamente accentuata dalla bellissima colonna sonora di Kenji Kawai.
The Sky Crawlers è insomma un altro piccolo, grande capolavoro nella filmografia del regista, che solleva interrogativi importanti, non imponendo risposte e lasciando invece alla sensibilità dello spettatore l’interpretazione di quello che viene mostrato sullo schermo. Un anime inconsueto e, proprio per questo, assolutamente irrinunciabile per qualsiasi appassionato del genere ma anche per qualunque appassionato della fantascienza “filosofica” alla Philip K. Dick o, in ambito cinematografico, alla Arancia Meccanica. Presentato in concorso alla mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il Future Film Festival Digital Award, e molto premiato nei festival di settore, in Italia viene però relegato all’uscita in home-video, senza passare prima dalla distribuzione nelle sale. Non perdere la breve sequenza di chiusura al termine dei titoli di coda.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a laurence316 »
[ - ] lascia un commento a laurence316 »
|
|
d'accordo? |
|
kamaglione
|
martedì 26 aprile 2011
|
la guerra non è un gioco da bambini
|
|
|
|
Se avete voglia di riflessioni profonde e di un bel cartone giapponese allora siete sulla buona strada: The Sky Crawlers lascierà sicuramente il segno nel vostro bagaglio personale. Due fazioni avversarie si scontrano perennemente con duelli aerei (da notare le scene mozzafiato di questi ultimi) e con soldati prodotti in serie, quasi per il compiacimento delle fazioni stesse. Un circolo vizioso da cui sbuca il nostro eroe, uno di questi soldati, ricreato dopo che la sua versione precedente è stata uccisa in battaglia. La pellicola affronta i temi della guerra come spettacolo e dello sfruttamento al di là dell'etica che origina vite effimere affogate nelle passioni.
[+]
Se avete voglia di riflessioni profonde e di un bel cartone giapponese allora siete sulla buona strada: The Sky Crawlers lascierà sicuramente il segno nel vostro bagaglio personale. Due fazioni avversarie si scontrano perennemente con duelli aerei (da notare le scene mozzafiato di questi ultimi) e con soldati prodotti in serie, quasi per il compiacimento delle fazioni stesse. Un circolo vizioso da cui sbuca il nostro eroe, uno di questi soldati, ricreato dopo che la sua versione precedente è stata uccisa in battaglia. La pellicola affronta i temi della guerra come spettacolo e dello sfruttamento al di là dell'etica che origina vite effimere affogate nelle passioni. La narrazione lenta risulta spesso malinconica e può annoiare specialmente i più piccoli, a cui sconsiglio vivamente la visione a causa della trama troppo da adulti. Il film rimane comunque perfetto per chi vuole meditare con classe.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kamaglione »
[ - ] lascia un commento a kamaglione »
|
|
d'accordo? |
|
lorebate4
|
domenica 12 aprile 2015
|
persone di serie b
|
|
|
|
Sicuramente un film melanconico,che pero dietro nasconde una riflessione profonda sulla vita,e sul fatto se valga la pena viverla. In primo piano invece domina, una guerra che, ha lo scopo di imprimere nella vita delle persone la sua immagine crudele, rendendo così possibile il mantenimento della pace(cosi da apprezzarla realmente).
Una guerra combattuta da persone di serie B, persone sacrificabili, paragonabili addirittura ad oggetti, che una volta consumati possono essere tranquillamente sostituiti; persone queste, i Kildren, senza passato, ne tanto meno un futuro, come i morti che vi sono ogni giorno nelle guerre nei paesi poveri del mondo,le cui immagini passano in diretta su ogni TG. E noi? noi rimaniamo come la vecchia signora che vedendo un ragazzo morto dentro l'aereo precipitato,sussurra:"Povero ragazzo!"; ma proprio come risponde l'ufficiale Suito :"loro non hanno bisogno della nostra compassione"; perchè i nostri riccchi governi sono gli artefici e fomentatori delle guerre che loro si ritrovano a combattere,e che per la pace nel nostro orticello siamo disposti a tacere.
[+]
Sicuramente un film melanconico,che pero dietro nasconde una riflessione profonda sulla vita,e sul fatto se valga la pena viverla. In primo piano invece domina, una guerra che, ha lo scopo di imprimere nella vita delle persone la sua immagine crudele, rendendo così possibile il mantenimento della pace(cosi da apprezzarla realmente).
Una guerra combattuta da persone di serie B, persone sacrificabili, paragonabili addirittura ad oggetti, che una volta consumati possono essere tranquillamente sostituiti; persone queste, i Kildren, senza passato, ne tanto meno un futuro, come i morti che vi sono ogni giorno nelle guerre nei paesi poveri del mondo,le cui immagini passano in diretta su ogni TG. E noi? noi rimaniamo come la vecchia signora che vedendo un ragazzo morto dentro l'aereo precipitato,sussurra:"Povero ragazzo!"; ma proprio come risponde l'ufficiale Suito :"loro non hanno bisogno della nostra compassione"; perchè i nostri riccchi governi sono gli artefici e fomentatori delle guerre che loro si ritrovano a combattere,e che per la pace nel nostro orticello siamo disposti a tacere.
Quasi al termine del film,l'autore sembra volerci dare una soluzione per cambiare tutto questo:"Suito deve vivere!";si perchè è lei l'unica che conosce la storia; quindi la chiave per il cambiamento è solo una,"l' esperienza e l' informazione".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lorebate4 »
[ - ] lascia un commento a lorebate4 »
|
|
d'accordo? |
|
jimi caos
|
giovedì 23 febbraio 2012
|
non entusiasmante
|
|
|
|
La pellicola narra di alcuni giovani piloti di aeromobili stanziati presso una piccola base militare. In particolare, un giovane e promettente pilota viene trasferito presso la sua nuova sede, dove conoscerà nuovi compagni di battaglie e soprattutto se stesso e l'inquietante scenario che si cela dietro la guerra si sta combattendo.
L'impatto grafico del film è senz'altro notevole, dal momento che esteticamente è molto ben curato. Bisogna dire, invece, che la colonna sonora lascia un po' a desiderare, in quanto sembra più adatta a un videogioco fantasy che a un lungometraggio.
Quello che mi ha lasciato più perplesso è la trama e lo sviluppo della stessa. In generale ho trovato parecchio noiosetto il film e sostanzialmente incompleto.
[+]
La pellicola narra di alcuni giovani piloti di aeromobili stanziati presso una piccola base militare. In particolare, un giovane e promettente pilota viene trasferito presso la sua nuova sede, dove conoscerà nuovi compagni di battaglie e soprattutto se stesso e l'inquietante scenario che si cela dietro la guerra si sta combattendo.
L'impatto grafico del film è senz'altro notevole, dal momento che esteticamente è molto ben curato. Bisogna dire, invece, che la colonna sonora lascia un po' a desiderare, in quanto sembra più adatta a un videogioco fantasy che a un lungometraggio.
Quello che mi ha lasciato più perplesso è la trama e lo sviluppo della stessa. In generale ho trovato parecchio noiosetto il film e sostanzialmente incompleto.
Il soggetto è senz'altro interessante e si basa su una buona idea. Si scopre infatti che i piloti sono tutti killdren, ossia ragazzi che non possono invecchiare e che sono stati creati geneticamente in laboratorio al solo scopo di combattere una guerra, guerra che è stata appaltata a due società di armamenti e che viene mantenuta in vita per garantire il benessere sociale. Il concetto sarebbe quello per cui la popolazione sperando nella pace e, quindi in un futuro migliore, consegua per ciò solo un'aspettativa di vita migliore. Secondo un'altra ottica: il sacrificio di pochi per il beneficio di molti.
Il principale difetto del film è però che questa idea di fondo viene lasciata appunto sullo sfondo. I due protagonisti, infatti, solo in occasione di un colloquio, tra l'altro anche breve, dell'esistenza dei killdren e dei motivi della guerra.
Il film, quindi, si limita alle sensazioni provate dal protagonista nel rapportarsi alla guerra e ciò che gli sta attorno, tralasciando di approfondire la tematica di cui sopra che avrebbe senza dubbio dato uno spessore senza dubbio maggiore all'opera.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jimi caos »
[ - ] lascia un commento a jimi caos »
|
|
d'accordo? |
|
shigeru
|
giovedì 21 gennaio 2010
|
il tramonto del sol levante
|
|
|
|
Il grande pubblico occidentale non è mai stato in grado di apprezzare i film giapponesi d'autore e questo lavoro conferma la regola. Credo che il problema risieda nella incapacità degli artisti giapponesi di uscire dalla depressione mentale postbellica, dovuta alla sconfitta di sessant'anni fa ed alla rimessa in discussione di tutte le certezze di un popolo.
La Seconda Guerra Mondiale ha dimostrato all'orgoglioso spirito del giapponese colto l'indubbia superiorità delle macchine sull'anima e sulla forza dell'uomo.
Da qui la lunga serie di film di animazione (in giappone tale tecnica è valutata al pari di quella dal vivo) di animo decadente, da Akira a Ghost in the shell, da Una tomba per le lucciole a Le ali di Honneamise.
[+]
Il grande pubblico occidentale non è mai stato in grado di apprezzare i film giapponesi d'autore e questo lavoro conferma la regola. Credo che il problema risieda nella incapacità degli artisti giapponesi di uscire dalla depressione mentale postbellica, dovuta alla sconfitta di sessant'anni fa ed alla rimessa in discussione di tutte le certezze di un popolo.
La Seconda Guerra Mondiale ha dimostrato all'orgoglioso spirito del giapponese colto l'indubbia superiorità delle macchine sull'anima e sulla forza dell'uomo.
Da qui la lunga serie di film di animazione (in giappone tale tecnica è valutata al pari di quella dal vivo) di animo decadente, da Akira a Ghost in the shell, da Una tomba per le lucciole a Le ali di Honneamise. The sky crawlers si inserisce in questo filone di sguardi introspettivi, silenzi lancinanti, infanzie spessate e vite senza senso.
Un ragazzo combatte una guerra indefinita nello spazio e nel tempo contro nemici anonimi ed asettici. La gente comune partecipa distante al conflitto e il tutto appare surreale. Metafora del mondo moderno? Forse, ma credo che come spettatore occidentale non arriverò mai a capire appieno il messaggio del film. Sicuramente è da apprezzare per i virtuosismi tecnici nel ricostruire le battaglie aeree, pari forse per bellezza a quelle mostrate nel colossal Pearl Harbour.
La fine? Poco importante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a shigeru »
[ - ] lascia un commento a shigeru »
|
|
d'accordo? |
|
|