27 volte in bianco

Jane è un'adorabile ragazza con una passione innata per i matrimoni. Requisito che, insieme alla sua generosità e disponibilità per gli altri, la rende la candidata ideale per il ruolo di "damigella" nelle cerimonie nuziali. Ha ricoperto questo ruolo in ben 27 matrimoni classici e più o meno originali, di cui conserva, con affezione quasi maniacale, gli abiti indossati, in attesa un giorno di poter essere lei la protagonista, magari quando il suo amore non corrisposto si accorgerà di lei. A complicare le cose l'arrivo imprevisto della bionda e superficiale sorella, e un corteggiatore indesiderato, un giornalista opportunista che vede in lei la possibilità di un buon articolo per dare una svolta alla carriera. L'imprevedibilità non è certo un requisito richiesto ad una "commedia romantica" e quindi intuire fin dall'inizio quale sarà il finale e chi sarà l'innamorato scelto non può compromettere un guidizio positivo su questo genere di film. Ma qui c'è poco altro su cui aggrapparsi per andare oltre ad un classico giudizio di "film godibile per due ore spensierate". Il fatto di essere nel genere "commedia romantica" non può essere sufficiente a giustificare la mancanza di originalità. Non è quello che ha in sè il film , ma quello che manca: manca una sequenza da manuale magari sottolineata da una colonna sonora d'effetto (ricordate il giro di shopping di Julia Roberts sulle note di "Pretty woman"?); mancano battute e gag originali che giustifichino il termine "commedia" (vogliamo citare il finto orgasmo simulato da Meg Ryan con battuta finale della signora del ristorante?); manca una bella scena da happy end conclusivo che ti faccia sognare ancora l'amore (magari un ufficiale in divisa che ti porta via in braccio da una triste vita in fabbrica come in "Ufficiale e gentiluomo"). Sono presenti tutti i canoni del genere: lui, lei, l'altro e l'altra; c'è l'amica fidata della protagonista; c'è il finto corteggiatore che inganna e poi si innamora della protagonista; c'è l'equivoco, c'è l'imprevisto che ribalta la situazione, c'è l'immancabile happy end. Ma tutto è scialbo, annacquato, poco saporito. Un film "carino", con attori "carini" che si dimentica presto dopo averlo visto e non si ha voglia di rivederlo una seconda volta e questo non è buon segno ! (e lo dice una patita del genere). E poi la protagonista, Katherine Heigl (quella di Grey's anatomy per intenderci) bella da togliere il fiato, alta, bionda, con una fisicità che non passa inosservata, che interpreta la ragazza sfigata sentimentalmente, sinceramente è poco credibile. Per tutto questo non dò più di una stelle al film.