Michael Clayton

sconsigliarlo ne passa di acqua sotto i ponti. Film spinoso,che chiede attenzione e buona volontà allo spettatore, ma che lascia anche un meditativo senso di desolante vuoto umano. Alla fine, come in tanti altri film, prevale l’analisi di ciò che noi siamo o saremmo, se la vicenda umana degli ultimi quattro giorni di vita di Michael, e del suo oggetto di “cura”,(un avvocato socio di un megastudio, tardo oggetto di scrupoli morali che per la loro assenza nella casta avvocatizia americana si sono aggiudicati il diritto alle migliori barzellette di “genere”!, che si sente sommerso dalla merda che la maggior parte delle convenienti cause che patrocinando gli lasciano addosso) e in preda alle furiose Erinni del giusto senso di colpa, che non bastano a rendere ragione di un film che nella sua apparente piattezza in realtà dà molto da pensare, nonostante il legal thriller stia raschiando, da vari punti di vista,il fondo del barile, anche giustificato gli esili esiti raggiunti sinora.