il caimano
|
mercoledì 16 aprile 2008
|
un gioco al massacro
|
|
|
|
E' questo il primo pensiero che mi viene in mente nel dover commentare questo film, visto quasi per puro caso. Il film racconta del rapporto tra un giornalista in declino, Pierre (Steve Buscemi), e un'attrice di soap e film di serie b, Katia (Sienna Miller), iniziato per necessità (lui deve farle un'intervista) e finito nel bisogno.
Tantissimi gli elementi in gioco: la solitudine di entrambi i protagonisti (che ricorrono spesso alla menzogna per dare colore e spessore alla propria vita), il loro bisogno di confrontarsi con chi in quel momento sta loro davanti, la fragilità emotiva, che crolla davanti alle proprie paure, presenti e passate.
Ancora l'incertezza della vita, così fragile da spezzarsi inavvertitamente (la morte di una figlia, un mortale cancro al seno.
[+]
E' questo il primo pensiero che mi viene in mente nel dover commentare questo film, visto quasi per puro caso. Il film racconta del rapporto tra un giornalista in declino, Pierre (Steve Buscemi), e un'attrice di soap e film di serie b, Katia (Sienna Miller), iniziato per necessità (lui deve farle un'intervista) e finito nel bisogno.
Tantissimi gli elementi in gioco: la solitudine di entrambi i protagonisti (che ricorrono spesso alla menzogna per dare colore e spessore alla propria vita), il loro bisogno di confrontarsi con chi in quel momento sta loro davanti, la fragilità emotiva, che crolla davanti alle proprie paure, presenti e passate.
Ancora l'incertezza della vita, così fragile da spezzarsi inavvertitamente (la morte di una figlia, un mortale cancro al seno...), la voglia di rimettersi in gioco, il senso di sfida, l'apparenza, la verità...sempre così vicini da confondersi.
E veniamo all'ultimo aspetto che forse un pò limita il tutto: l'impianto dichiaratamente teatrale (unità di luogo, tempo, azione, tutto in una notte, tutto - o quasi - nello stesso loft di New York); pochi, anzi due personaggi: non di più per raccontare il dramma.
Complessivamente godibile, ricco di colpi di scena e corpi in scena, solo il doppiaggio a rovinare il tutto: ma quando ci decideremo noi italiani a farne a meno?????
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il caimano »
[ - ] lascia un commento a il caimano »
|
|
d'accordo? |
|
daniele71
|
lunedì 14 aprile 2008
|
imperfetto
|
|
|
|
Era un po' che non mi capitava di vedere quattro spettatori uscire a meta' del film. Peccato, si sono persi un finale che riscatta i (pochi) momenti di "stanca" della sceneggiatura.
La cinepresa segue, con movimenti rapidi, i due protagonisti che si incontrano al ristorante per un'intervista, non si piacciono, la interrompono, per poi riprenderla poco dopo nell'appartamento di lei.
Un gioco psicologico a due, con unita' di tempo e di luogo rispettate in modo quasi claustrofobico, tutto in interni e in notturna.
Lui giornalista con qualche velleita' professionale, lei attrice di serial tv al culmine della popolarita'.
Lei, Sienna Miller, grandiosa, riesce a essere bambina e "navigata", viziata e sofferta, superficiale e profonda, oca e felina.
[+]
Era un po' che non mi capitava di vedere quattro spettatori uscire a meta' del film. Peccato, si sono persi un finale che riscatta i (pochi) momenti di "stanca" della sceneggiatura.
La cinepresa segue, con movimenti rapidi, i due protagonisti che si incontrano al ristorante per un'intervista, non si piacciono, la interrompono, per poi riprenderla poco dopo nell'appartamento di lei.
Un gioco psicologico a due, con unita' di tempo e di luogo rispettate in modo quasi claustrofobico, tutto in interni e in notturna.
Lui giornalista con qualche velleita' professionale, lei attrice di serial tv al culmine della popolarita'.
Lei, Sienna Miller, grandiosa, riesce a essere bambina e "navigata", viziata e sofferta, superficiale e profonda, oca e felina.
Lui, Steve Buscemi, volutamente mediocre e viscido... forse fin troppo; nel complesso risulta meno convincente.
Il gioco tra i due evolve rapidamente, culminando in una sorta di seduta di psicoterapia, dopo essersi snodato attraverso una serie di mutamenti in cui e' sempre lei che guida la danza.
Ma il pregio del film non sta tanto nel meccanismo della partita, col suo finale, quanto nel ritratto dei due giocatori, incisivo, gustoso, fuori dagli schemi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a daniele71 »
[ - ] lascia un commento a daniele71 »
|
|
d'accordo? |
|
bobrock
|
domenica 13 aprile 2008
|
il (buon) cinema indipendente americano.
|
|
|
|
Molto indovinato. Steve Buscemi si dimostra di nuovo regista molto intelligente e tra i più rappresentativi del cinema americano non di massa, il cosiddetto “cinema indipendente”. E’ questa un’opera pressochè teatrale: se si escludono le prime fasi al ristorante (qui, forse, l’unico piccolo trascurabile difetto del film, dove si fatica un poco a “digerire” l’approccio tra i due protagonisti un po’ troppo inspiegato e frettoloso) e le ultime del finale spiazzante, tutta la storia si svolge all’interno del loft dell’attice (un’ottima Sena Miller, tanto bella quanto espressiva), dove l’ottima ed esperta tecnica registica di Buscemi lascia trapelare, tra i fotogrammi e le schermaglie dialettico-amoroso-provocatorie dei due protagonisti, (praticamente gli unici due attori del film), e le loro strategiche bugie, come l’odore della polvere di un palcoscenico.
[+]
Molto indovinato. Steve Buscemi si dimostra di nuovo regista molto intelligente e tra i più rappresentativi del cinema americano non di massa, il cosiddetto “cinema indipendente”. E’ questa un’opera pressochè teatrale: se si escludono le prime fasi al ristorante (qui, forse, l’unico piccolo trascurabile difetto del film, dove si fatica un poco a “digerire” l’approccio tra i due protagonisti un po’ troppo inspiegato e frettoloso) e le ultime del finale spiazzante, tutta la storia si svolge all’interno del loft dell’attice (un’ottima Sena Miller, tanto bella quanto espressiva), dove l’ottima ed esperta tecnica registica di Buscemi lascia trapelare, tra i fotogrammi e le schermaglie dialettico-amoroso-provocatorie dei due protagonisti, (praticamente gli unici due attori del film), e le loro strategiche bugie, come l’odore della polvere di un palcoscenico.
Da ricordare infine, oltre alle partecipazioni in numerosi e prestigiosi festival, che il film è il primo di una trilogia dedicata al regista olandese Theo Van Gogh, famoso ormai più per essere stato vittima del terrorismo fanatico islamico che non per le sue opere cinematografiche.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bobrock »
[ - ] lascia un commento a bobrock »
|
|
d'accordo? |
|
gg
|
venerdì 11 aprile 2008
|
brutissimo
|
|
|
|
[+] cosa?
(di alberto)
[ - ] cosa?
|
|
[+] lascia un commento a gg »
[ - ] lascia un commento a gg »
|
|
d'accordo? |
|
|